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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
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Le 5005 poesie in esclusiva dell'argomento "Morte"
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| C'è una lunga ferrosa scala
appoggiata al mondo
ci sale un treno in gran gala.
S'avvia pure, nel suo angosciare
una scura giovin vita
che tutti vuol lasciare.
Per la via s'incontreranno
senza cenni, con tremore
nella fatal stretta
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| Il grigio del mattino
il viso di un bambino
il freddo dell'inverno.
Un uomo lontano,
un punto in mezzo a mille
coperto dalle nubi,
bagnato dalla cenere
osserva il mondo intorno,
spera in un ritorno.
E le stelle sembran poche
o non esiston
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Anche gli uccelli
avevano paura di volare
sull'orrenda ferita della terra,
sull'orrore lì sepolto
di innocenti senza alcun difesa.
E quando risalirono
la luce era sbiadita
ed il vento taceva.
Solo il silenzio urlava
il suo dolore
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Mavec |
10/02/2014 19:07 | 646 |
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Nella fine
col tuo filo sfibrato e stanco,
quello spago teso sin dall'inizio
come ragnatela fra fronde di salici
che ti condusse fuori dal labirinto
lontano dalle paure tue,
tagliato in due pezzi senza esitare
in inizio certo e fine
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Who |
06/02/2014 10:32| 845 |
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timido soffio
nel vento abbandonato
di luna grigia (D)
È una sottile brezza, colore della perla
che tremerà nell'aria di una stella,
non sentirai profumo di menzogna.
La notte peserà i suoi macigni in coro
Il buio
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lento incedere
delle ombre nere vive
al loro tempo (D)
Il passaggio era stato pronunciato
e le poche speranze rassegnate
avevano mentito il ricordo breve
di un vano strumento a corde nere
Violino di morte, semplice da dire
e da rendere in
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piume lucide
sul cielo appena morto
nero tramonto (D)
Erano calati di notte alla radura,
le piume scure tese e un lugubre lamento
a far da coro ai morti, lividi risorti
dopo tanti affanni d'aurora e di sgomento
Erano tante anime prigioniere
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Tu uomo folle hai messo in atto
lo sterminio di massa senza ritegno,
hai schiavizzato fratelli in squallidi lager
per quei tuoi principi assurdi,
rei soltanto di esser diversi
e con infamia umiliati e soppressi.
L'unione nelle diversità
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Tu dunque soffri
niveo corpo insano
afflitto dal mal
che non da tregua
è come arsura...
calura che dissecca
solo ossa di questa
pelle resta
Creature
d'occhi vitrei
nei qual
Si smarrisce
l'universo intero
Fissi...
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ombre svanite
dalle parole indegne
di rada nera (D)
Qualche germoglio era stato tradito
dal sigillo nero delle notti insane
e l'ignota traccia suonata tardi
sembrava aria destinata al cielo
Il vento soffiava i rami sporchi,
un coro di defunti
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Ora non avrai bisogno di scarpe
forse lo sapevi
e le hai lasciate accanto al letto
prima di andare via .
La falce nera non teme la follia
non ha paura dei tuoi occhi
quando la guardi spaurito
non ha freddo
anche se la neve scende
e il
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artiglio nero
per volare il confine
di parole arse (D)
Le luci del giorno sono spente
e mute le parole nel conflitto
dei respiri andati a soffio
sul temporale promesso a sera
Il vento è messaggero di confine
e nere le ali a mezzo
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S'aggira nei pressi,
a volte mi tallona altre mi precede.
Il suo fiato inanimato mi allaga le nari,
ritorna nell'odore del tuo respiro
quando già ti possedeva.
Se la chiamo s'allontana,
poi repentina appare fra le pieghe dei pensieri,
e
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| Tra righe di filo spinato
ulula la morte sui sassi,
col fruscio crepitante
di un fil di fumo fattosi
respiro scisso dalla carne
Un sussurro sommesso
d'ossa sepolte a inerpicarsi
dal ventre della terra per narrar
l'abominevole infamia di
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| Sbadiglio
con fare idiota mangio cianfrusaglie
m'immergo nel fatuo della tv
il nulla m'investe
cosce glutei mentecatti
poi
due braccia nere come rami
rampicano verso me
occhi grandi come il vuoto
manine che sembrano carezzare la mia
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| Ombre in circolo,
tra luci distorte
e rumori orrendi.
Solo e contro
il Mondo
che urla vittoria.
E' finita,
il fiato è lento,
la mente è debole
più del corpo.
Il cielo piange,
la pioggia ti calpesta
pesa sul tuo
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Vorrei averti qui,
senza venir sulla tua pietra ...
perché non sei qui?
perché sei giunto al porto?
Pur poco ti conoscevo,
ricordo brevi lampi
ch’agghiacciano ‘l cuore.
mari dorati hai veleggiato,
ma al porto hanno
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le lune morte
segno della tenebra
di notti ignote (D)
Parole che feriscono il respiro
e questo sussurro pallido di fine stagione
attende inverno per non tornare più
sui lembi già franati delle rive
Pensieri che tradiscono il
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Se vieni, Madre,
in un mattino di sole,
conducimi ai papaveri rossi
sotto un frusciare di foglie.
Mille ne vorrò cogliere,
per salvarli dal vento
e sarà infine la pace.
Se vieni, Madre,
nel giorno che sai,
conducimi ai papaveri
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Mavec |
21/01/2014 18:45 | 621 |
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Perché urli piccola anima
quando il ventre
schiuso della vita
ti spinge in questo mondo?
Cosa vedi?
Cosa senti?
E' forse il freddo abbraccio
dell'oscura signora
che ti accoglie,
ti sussurra ...
"sarò la tua ombra
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| Mani composte, abbracciate
non più mosse per plausi.
Note in lacrime, meste,
ferme da fughe, adagi o andanti.
Non fende l'aria la smilza verghetta
per gli ordini alla sonora armata.
Or riposa sul leggio,
la partitura qual giaciglio,
tra i
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La intravedo
la scanso,
mi diramo per i suoi vicoli,
sembra quasi di conoscerla,
una strada perpetua...
E
arriverà il giorno
che tacerò per sempre,
e questi muri,
stanchi anche loro di ascoltarmi
gioiranno...
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Come candela si consuma il tempo
gocce di cera le lacrime,
durevole del dolore la voce
distoglie l'incantesimo dell'anima,
flebile attende la tenebra
che macerata erba
lascerà al suo passare oltre,
ormai breve il giorno
di un rubato
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| Si perde
l’ora più triste,
la scena si chiude
e l’amore,
teatro del mondo, illude.
I giorni soccombono,
mani tese
a rimar pensieri,
e parole, sfumano,
cala il tempo,
sipario di vento
in una coltre di attimi.
La vita si spegne,
e
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| Sparire dormire
forse morire
non più soffrire
gioire
oppure sbasire
Sparire per non svisare
nell’anima da abbrumare
Sparire dormire
forse morire
non più "si" dire
ma obbiettare
oppure avvizzire
Dormire per non dire
con voce muta quel
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eterno gelo
graffiato ingrato al sogno
del corvo nero (D)
Nota d'asfalto riflessa a goccia,
la notte non aspetta le prime luci
e perdura un segno di lenta traccia
finché qualcuno non sogna e spera
Seta di trama graffata a
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Tempeste di sangue,
dove morivano i soldati ricordo.
Mai la patria fu così in rovina,
mai queste urla si sono placate ...
ancor il gemito delle madri,
che piangono i figliuoli morti si ode ...
e di questi, solo i marmi rimangono.
Anche
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Dissangui
sfocati orizzonti
al limitar d'una siepe
che scora il passo
d'una storia incompiuta,
improvvida bruma
s'uno sguardo obliato
da un cielo viola
e blu cobalto.
Un amaro smarrimento
d'occhi ormai distanti
e schiuse labbra
ad
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Per un attimo,
sei stato il cucciolo d'allora
addormentato fiducioso e sfinito
da giochi corse
e amore
la zampa di guerriero su di me
tutto il tuo mondo
Insieme
piccola anima felice
Stanco tra le mie braccia
sogna ora, dormi
Aspettami
solo un
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| Scarpe comode per andare
finestrini appesi
ogni giorno un giorno nuovo
è il tuo viaggio, quello che volevi.
Con gli occhi stupiti
e i passi da bambino
hai perso la via a volte
incespicando stanco,
ma la paura che temevi
ti ha
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Per sette lune
hai brillato
in quel letto d’ospedale.
Poi ti sei sfaldata
tra le sue mani
e adesso sei polvere.
C’era chi aveva timore
di toccarti
e chi te ne dava la colpa.
Ma ne avevi viste tante,
memoria amorfa
in un tempo senza
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Alexis |
12/01/2014 15:54| 1051| |
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5005 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 2281 al n° 2310.
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