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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 360’924Autori attivi: 7’472
Gli ultimi 5 iscritti: Gaetano J - Malena - Die - vorreichiamarmigreta - Lorenzo Vecchia |
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Le 5005 poesie in esclusiva dell'argomento "Morte"
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Di questa vita
passaggio all’infinito,
a metter fine
ai travagliati orbelli
irreparabilmente consumati;
esausto è il cuore
e getta oltre le spalle
ogni pensiero...
il Vento avvolge l’anima
e repentinamente la sospinge
a naufragar
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Chi mi ha fatto male
non ha più trovato il cielo
ed alla terza luna si è pentito
sotto alle stelle del peccato
Chi mi ha giurato il falso
non ha saputo rispondere
quando il vento nero
ha soffiato via il suo verbo
Alla quarta
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Lasciò la casa
che il sole ancora non spuntava
biciclette lungo il fiume
odore di erba bagnata.
La sua tuta da lavoro
sapeva di detersivo
le sue scarpe erano fredde
come i suoi baffi di rugiada.
La donna lo salutò con una
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Mentre chiudi i tuoi occhietti
corre il mondo senza posa
già i respiri ti van stretti
già la morte si fa sposa.
Eppur consoli tu il mio cuore
e mi dici non temere
già non sento più dolore
torna a casa per
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Tre passi prima delle colline
c'è la terra dove riposavi
scura e densa quando si coricano
le viole appena sbocciate
Un po' di ghiaia rubata
dal fiume che ha sfiorato le case
appena oltre l'argine raccolto
dal vento e dalle
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rimetto in luce le tue lune distratte
quattro secoli d'acqua di pozzo
un soldatino tagliato nella pietra;
rimetto il pomeriggio intero del bosco il fosso e la paura
di non averti in bocca quando parlo
di vini e vendemmie,
ora che ho questa notte
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Coricata sull'amaca,
sente la vita lenta,
capricciosa e ondeggiante.
Il cielo cadente e cupo,
disturbatore,
rovescia stati d'animo
dolci,
sospende tranquille visioni.
Appanna
equilibri gioiosi,
avvicenda
brezze
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Amica Serenità
perché mi hai lasciata sola
in questo mare agitato
dove tutto è disordine
dove i pensieri si trasformano in tempesta
Ritorna ad abbracciare il mio pensare
ridammi il sorriso che si è spento
Accarezza
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Quando sarai tornato
fra i sorrisi finti
potrai dire delle notti
e di qualche promessa
Nera come il cuore
che batte nel tuo petto
immonda e tragica rovina
d'orgoglio maledetto
Quando sarai finito
fra le ultime parole morte
avrai il sapore
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L'ultimo sole d'ottobre
ha gli occhi malati d'inverno
celato tra gelide nubi
svanisce tra ghigni di scherno.
Eterna è la notte che cala
sull'orlo d'antichi crinali
portando il dolore fra i sogni
e lacrime dietro gli
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Senza disturbare il dolore
posso prevedere le albe nere
ora quasi rassegnate
dai silenzi vagabondi
E dai funebri lamenti
arroventati sulle sere sole
in compagnia delle ombre
grigie e inerti spoglie
Senza coinvolgere il domani
posso sentire
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Risalisti con le labbra
i miei tagli sulle braccia,
baciandone ogni goccia
come rossa melagrana.
Dai miei rami bluastri
pende la suicida foglia.
Lascia che la accolga
la fossa degli Autunni.
Cedi la mia terra
agli orfani germogli.
Ardi le mie
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e il buio ingoiò l'ultimo raggio
ai margini di un tramonto spento
l'ombra del silenzio si distese sulla pietra
e la danza
ebbe fine in un lamento
nebbia ruvida incrostata sulla malata terra
in gelido abbraccio a dar
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Chissà se starai ridendo
delle nostre promesse
e di qualche sera passata
a parlare del fiume
Perché le lune a volte
piangono da sole
senza che ci sia bisogno
di una nuvola e di un vento
Chissà se starai ancora
a litigare
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Gelide le mani,
marmoreo il corpo,
sonno eterno sorriso strappa,
trangugia ultimo battito, ultimo respiro.
Sguardo sfiora il volto,
baciar vorrei le guance all'infinito,
accarezzar bianchi capelli, stringerti
al petto e non farti male,
ma la
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| Aleggiano note sinistre
composte rabbiosamente
su uno stravagante spartito.
nel pentagramma tragico
dei vacui entusiasmi.
Schegge d’audacia
mentre ti accarezzo le rughe
e stendo sulle esili spalle
il sudario che ti appesantisce
il passo e lo
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| Eri giovane e forte
guardavi oltre l’ orizzonte
con occhi ambiziosi
e speranzosi.
Una polvere bianca
dal sapore amaro,
l’ amaro della morte
decide la tua sorte.
Spezza le ali
della tua fragile gioventù
manda in frantumi
sogni e
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So che non mi dimenticherai
nel gelo dell'inverno
e sento il tuo fiato di cenere
che accarezza la pelle fragile
Credo che incontrerò lo sguardo
quando la sera appassirà
in una notte stanca
di sussurrare albe senza
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Lontananze affiorano
come sguardi umidi
dentro a un tempo che non riesce a portarti via
dai punti chiusi agli spiragli della mia mente.
Gioco a vivere
mentre silenziosamente tu bussi a porte sprangate
chiuse da me che annaspo per vivere
mentre la
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Ricordavo solo il gesto
di una mano sulla pelle pallida
ed il freddo del metallo
simile ad una luna ignota
Il fremito del buio
che abbandonava i sogni
dolcemente, senza rumore
ed il respiro avvolto nelle sere
Trattenevo solo il profumo
quasi
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cuore di sonno,
battito d'antiguerra:
resistenza dei pesci nella rete e rete agli occhi dorme non muore.
Nota le mani
la forma intera dei gesti
il parlare di lato l'erba che gli sposta i piedi
il rigore che tira non tira l'applauso di tutti gli
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| Non esiste carezza
nella notte infinita
che riporti alla vita
una spenta bellezza
Non potranno mai canti
di sirene soliste
rievocare la triste
melodia dei sognanti
E domando confusa
a una stella lontana
dov'è ora la tana
che ha
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Le tombe degli altri
sono i miei pensieri abbandonati
le emozioni di ieri
che ho lasciato svanire nella terra
I miei segni innamorati
sono le pareti putride di questo sogno
che non condivido
con nessuno che sia di questo mondo
E mi
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Parli del gelo delle nuvole
ma non sai che il vento
non dimentica mai la notte
e il buio che riceve dalle ombre
Sussurri sulle mie paure
e il pianto delle stelle può far male
alle lune piene di ricordo
che brama il male del mio nero
Il
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Rieccomi galleggiare
in preda a chissà quale furore
mentale, galleggiare leggero
su di un manto di piume bianche
pure, immacolate.
Galleggiare riflettendo la maestosa
mia icona riflessa nello specchio
di questo stagno, sporco e puzzolente,
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E la Tempesta s'infuriava, e volle
lambire gli scogli del mare;
e la Tempesta s'infuriava e volle
baciàr la lontana montagna,
e che cosa ha sepolto la sua Furia?
Gli abissi dei sassi marini.
E che cosa ha sepolto la sua Furia?
L'ignoto
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C'erano poche possibilità
di sorprendere i corvi nel loro rifugio
fra le tegole e le nubi d'argento
che il cielo sembrava dimenticare
Tu cercavi di fare silenzio
per non disturbare i riflessi d'oro
dei loro lamenti tesi a cerchio
fra le
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| Da bambino ricordo
talvolta qualcuno ci ammoniva di stare zitti
perché al terzo piano moriva un uomo
Silenzio allora facevamo
e volgevamo gli occhi alle finestre
nel segno di mestizia chiuse
"Ma dove se ne andrà adesso
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La notte tornerà tre volte
a sussurrare i suoi rintocchi neri
e il primo buio sarà una luna
gelida da far tremare il fiato
Poi verrà un profondo oblio
un silenzio che pochi ricorderanno
fra le danze di una morte lieve
velata
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Il sole tramonta e la porta aperta lascia alla luna,
che entra timida in questo giorno senza sale,
dove tante persone perderanno i loro pensieri.
La tua bianca luce entra dentro di me e si sofferma
accarezzando le mie mani un po' raggrinzite,
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| Immobile,
come notturno
canto d’un grillo
è il silenzio.
Pendolo antico
detti il tempo
all’abbaiar dei cani
in
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5005 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1801 al n° 1830.
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