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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 361’099Autori attivi: 7’473
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Le 23178 poesie in esclusiva dell'argomento "Impressioni"
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S’espande nel ciel
quel tocco magistrale
velando d’indaco
e spicchi cardinale.
Languide si susseguono
le rimanenti ore
nel preludio melanconico
che spinge verso sera
...ancor cupo quel calar dell’ombre,
come orde bislunghe
nel ciel che antico
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Vivì |
13/08/2012 06:46| 3566 |
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Sotto lo sguardo
inerte del tempo,
allarga le braccia infinite
ad un orizzonte bruno.
Naviga, in un mare
di incertezza,
cullato dal viavai
dei "perché",
con lo sguardo
sinistro, dei "farei".
Naviga cieco,
nei lembi della notte
e al tatto,
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Torno sui miei passi
per raccogliere una viola
cresciuta sui rifiuti
di una strada in rovina
Non so se vedrò più
il tramonto brillare ancora
con questa luce d’avorio
alternata al sangue
Il cielo sembra fermarsi
fra strisce di cuoio
e graffi
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| Solitario pittore ricerca l’anima nella sua tela
sporcandola coi pennelli, che incrociano pensieri.
Il tempo attorno, si ferma per un attimo.
Magie di pigmenti, armoniche cascate,
sciabordio d’acque ...
fantasia e forme prese in prestito.
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Sulle terrazze aperte ai giochi della luce
ombre birichine parlano la lingua languida del cielo.
È un semplice discorso d’aria e di riflessi
articolato tra bambini che giocano a campana.
Le foglie libere nel vento
respirano il sottofondo agli
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Era il mio tempo.
Andatura striata di rose.
Pensieri in serbo con smielatura di sole.
Vortici. Ascese. E pianure in bilico nei sogni.
Violature scarlatte di sorrisi.
Pioggia battente sulle ciglia.
Era il mio tempo striato di neve.
Libri nella fossa
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Capovolta e abbandonata al sole dentro gli occhi
limpida, arrampicata al cielo che mi accade
come un mare lucente a Luglio pieno
- Ancella temeraria in volo colpita al seno.
Senza finalità alcuna il mio giardino
tranne quella di affermarne
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Immagina
bello è l’angelo
benedetto dal creato
canta e balla
allora sogna
il Paradiso
non mente mai
ma sincero crea
un brindisi
evviva la vita è bella
giocattoli bellissimi
musica da sogno
una palma nel deserto
porta acqua agli
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Passo falso di un abbaglio...
sconvolge ogni ordinamento
risultante di uno sbaglio...
delirante ingannamento
di bizzarra sua visione,
di
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Chissà dove sono
le cose che ho lasciato
nella casa sulla collina
e le mie paure di latta
Chissà se qualcuno
ha trovato i miei ricordi
abbandonati sulla spiaggia
e i tramonti di cera
Nel cielo di maggio
quando il sole era stanco
per aver
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Il sole alfine vittorioso le nebbie ha diradato
ed ora riluce sulla quercia sull’olivo e sul selciato
Di gocciole al suolo non v’è traccia e il velo
che l’orizzonte nascondeva or s’allontana
dalla memoria di chi desto fu testimone
dello spegnersi
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E’ facile trovare parcheggio
anche auto sfrecciano veloci
autovelox? E’ smantellato ad ottobre.
Guarda quei due...
-Chi vuoi che ci veda!-
mettiti lì, voglio vedere il mare.
Tranquillo il mare,
pur calmo ne assapori
il rumore. il bisbiglìo
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la piazza nuda, livida, meticolosa. un calcolo di ossa invitte, l’ora maieutica.
e la panchina fredda, una posa di marmo col cappello di paglia.
De Chirico sospetto.
nemmeno la mano che ti porta, l’altrove inciso sul bastone, il fiato, anzitutto.
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| Pareciera, que van en romería
los oscuros días
de vez en cuando se detienen
y se escuchan las plegarias
de las horas frías
Decaen los minutos
se sofocan los segundos
y el débil cuerpecito
de un hambriento niño
se apaga en los brazos
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Credo sia il vento
che porta via le lacrime
a dipingere la terra
con questi colori scuri
Credo sia il cielo
a oscurare l’orizzonte
di qualche ombra
mai vista da occhi antichi
Io resto così
fermo ad ascoltare il silenzio
finché la sera non
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Il pensiero della morte
mai così vicino,
sento ronzare attorno ripetutamente,
distaccandomi dal flusso dell’aria
che passa per il cuore.
Mi contorce,
schiacciando l’ala incapace del suo volo,
le vene dell’anima assottigliata
come una foglia
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| Mi somiglia l’autunno
il suo brillare di rossi
e pioggia sottile
a bagnare i muri
Il calpestare bionde foglie
nel sospiro lento
delle cose
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| Ci sono più buchi in un muro
liscio come uno specchio
che parole vere nel mondo.
Si dice che la pioggia sia lavacro
come una lacrima d’amore,
ti sorregge quando il buio
ingoia nella sua notte i rumori.
Sonnecchiano le ombre
lungo gli
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Per un attimo ti eri rivolta
agli antichi sogni
e i fiori che non ascoltavano
si erano girati dall’altra parte
Era uno strano incanto d’amore
che finiva nel tramonto
e nel tramonto ricominciava
fino alle ombre della sera
Per un momento
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I muri della mia casa
sono impregnati di schegge
della mia anima e vi rimarranno per sempre.
Sarò sempre lì a proteggere
sarò lì a
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spossato sono dal mio sogno
non mi sovviene per quale ragione
nell’ ondivago moto del cuore
mi disperavo e
come un agnellino piangevo
il sogno dicono
è il negativo del reale
il pianto è gioia
e lo stesso sarà entrando nell’orbita
di cieli
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E mi chiedo
dove sarà il tempo perduto,
quello lasciato alle spalle
della paura
che blocca i pensieri più dei passi
e rende inutile guardare avanti.
Di certo lo si ritroverà
in qualche angolo di strada,
depositato lì,
fino al prossimo
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si ricompone l’uomo tellurico
adempie alla sua intima morale:
passare attraverso, sanguinare
nel buio di una stanza
come se il buio sapesse rivelare
l’esatta cucitura di un volto,
essergli fondamento, ancora, d’amore.
Cruenta allegria per
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S’apre rubicondo un altro mattino
dove un fresco zefiro avanza
sulla seta di pensieri labili.
Arbitro muto e solo
il mondo nel vorticoso
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Giro armonico in blues
viene giù cadenzato da ciottolosi passi
sui viali e sul fogliame
oltre il passaggio della ferrovia;
sbuffi di treno
infrangono un meriggio di tedio,
turbinìo di pensieri
e disperato pianto di bambino,
dolcezza del far
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Siamo saltimbanchi dell’essere
rinchiusi dietro un vetro di parole non dette.
-Carillon solitari nella stanza segreta dei ricordi-
Voliamo con ali di cristallo
come rondini in cerca di un nido
sopra i folti giardini del tempo.
Poveri pagliacci
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A nulla è valsa la storia umana,
per l’umanità.
Gli stessi errori. Gli stessi orrori.
Identici cicli di nascita, morte e distruzione,
si ripetono all’infinito.
A niente servono le vestigie del passato,
i ruderi, i reperti, le tombe, le fosse
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Rosa
apri i petali
con una debole luce
sotto un cipresso
accanto al cancello
in camposanto,
assisti impotente
all’ultimo viaggio
di chi ci lascia ...
un rintocco di campane
che fa pensare al canto,
le sue poesie...
Nella mente
c’è
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In lotta perenne quel senso d’impotenza
s’intrufola in ogni dove
vuole proprio averla vinta
eppure sa quanto sarebbe consono
aggiungere un tasto a quella macchina
che sempre impreziosisce il giorno
niente più risulta efficace
non resta che
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L’ispirazione, donna un po’ ribelle,
non si concede quando tu l’invochi;
hai ben voglia a pregare cielo e stelle:
neppur ti manda dei segnali fiochi!
Ti lascia tutto solo in mezzo a quelle
giornate grigie e cupe, senza fuochi
che far nascere
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Cento passi
per non trovare più nulla
e dimenticare
il colore delle rose
Pochi segni
per essere dimenticati
e non ritrovare
la propria ombra riflessa
Il cielo sembra morto
di solitudine
e non mi riconosce più
troppo tempo è passato
Mille
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23178 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 2521 al n° 2550.
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