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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 361’098Autori attivi: 7’474
Gli ultimi 5 iscritti: Paolo Luxor - Concita Russo - Filicheto - Gianluca Battini - PostScriptum |
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Le 23178 poesie in esclusiva dell'argomento "Impressioni"
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Giganti fieri scaturiti dal mare
figli di un continente al centro del mondo,
indomiti e scaltri testimoni del tempo
hanno violato le terre più oscure.
Guerrieri invisi da dinastiche orme
a conquistare valli di gloria,
maestri di armi senza
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Tu mio tempo
che scorri saettando
come diana dall’arco d’oro
e che del vello di Giasone
vestisti il mio pensiero.
Tu che delle ombre
hai fatto un vessillo di pace
e dei canti di guerra
danze d’amore.
Tu che ormai
pur imperituro
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| Se quel sorriso
lo tari dagli orpelli
che lo fanno
atteggiare
alle occorrenze...
Ecco che cambia
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| Mostri di latta rombanti
nell’umida sera
sfreccian sdrucciolanti
tra specchi d’acqua scura
che moltiplicano
in lunghe scie rosse e gialle
intrecci di luci, scroscìi e paura.
Lucenti riflessi abbagliano
tra spruzzi e gocce acuminate
che
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| quando l’alba parve buona
si ravvisò la finestra di ombre
ricordi, sono quel che è il corpo
sepolti in liquidi nervi
di benda bianca per impedito slancio
d’accedere al ritmo del bisogno si mostrava
e la rosata mano?
lattiginò per
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Le luci un po’ ambrate
che si diffondono
fra i freddi sorrisi del nord
non scuotono il cielo
Ma rendono le nubi
un po’ inclinate verso l’orizzonte
specialmente quando il sole
inizia a tramontare
Le case hanno i mille colori
delle favole mai
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Delle foglie
che riempiono l’asfalto
di quel vento quasi freddo
che arriva al volto
nel paesaggio scarno
apocalittico e profetico
provocante
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Artigli di tigre
affondati nella carne viva della terra,
come graffi dolorosi
sulle sinuosità di monti e valli
crocifissi dalla follia umana.
Viscidi canali che vomitano fuoco
ed ingoiano piombo,
distinti solo dal colore delle giubbe
che
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Frammenti
graffiano occhi un po’ spenti
ma ancor t’accarezza il viso
quest’estate di san
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Stanchezza lascia il posto alla disperazione
quel condimento sempre fresco dove immergersi
affinché ogni suppellettile trovi spazio nel cuore
spintoni fanno a gara onde arrivare primi
un gran caos si delinea
richieste d’aiuto sul come fare
non
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Il desiderio,
gioco bizzarro
che al chiaro di luna
apre le porte;
Fiore
che non appassisce
e
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Non ci inquieta
la misteriosità: "L’anima pascete" disse Goethe
così narriamo d’acini, i profumi
di bacche sonnolenti - mignon d’argomenti -
e del metamorfosarci dentro, le frenesie.
Ignaro non è l’ascolto
di alterato logos - ah, l’Occidente -
in
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Lia |
01/11/2018 21:27 | 1013 |
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Rotola la nebbia
fra le frasche scure
e sorseggia il cuore
un raggio di sole maldestro.
Vola lontano
il pensiero del giorno
nuove rotte le nuvole
e le rondini seguiranno.
Suona nell’animo stanco
una melodia di foglie
che il cielo sonnolento
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Il vento di Novembre
portato lontano
ti vedo contento
rapito dal tempo
un sogno rimbalza
anima chiede perdono
Dio illumina il creato
un gioco per tutti noi
si fa strada una speranza
non sono fatto per litigare
perdono un nemico
foglia
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Mugola fuori il vento
da lontano in folate di mille parole in mille lingue
piange lui
il vento
Lagrima si strugge il cielo
L’universo
infuria
diluvia
Dell’arca non v’è parvenza
E i piccoli piangono
annaspano
muoiono
I potenti
di
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| Fiorisce,
come tremulo fiore,
questa nostra vita.
Essa è canto
d’acqua di fonte,
nella fanciullezza.
Cammina,
come fiume che scorre,
ripido o dolce,
poiché cerca
la sua Riva.
Inquieto,
si sporca d’erba e fango.
Ma,
nel
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| Talvolta avverto
richiami d’altri tempi:
lontane risonanze
scolpite
e relegate nell’intimo.
S’insinua sovente
nel vespro, una letizia
insolita e arcana
scuotendomi all’istante,
mentr’io m’avvio
per sentieri scoscesi
verso albe
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| In balìa delle acque incerte,
ora sul mare in quiete,
ora sul mare che si arriccia
arrivavano in tanti
lungo l’ambrata battigia.
Portavano negli occhi
non la gioia fervida
che apre i cinque sensi
ma il terrore che s’insinua,
blocca l’anima e
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Anche oggi il Sole esce di scena,
cadon fitte gocce di ricordi, piove...
Amo affidarmi al pianto celeste
che si accinge a diluir le sfumature
sui colori dell’aurora: Rinascita.
Lento è il giorno che disegna il sorriso,
irreale è la brezza che
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Mi sembra di sentir tra le rovine,
piccoli passi a ridonare voce,
le stesse grida, ferme, in un confine,
come un lamento che non trova foce:
Oh grande Giove dall’immensa stirpe,
ferma quel fuoco sacro che ghermisce
senza paura di accecare il
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Scende silente e placida la sera
con l’ombre sue che avvolgon la Natura
d’una fragranza al par di primavera,
quando più dolce è l’aria e ancor più pura.
E mi prende melanconia più vera
come fresca aurora sulla radura,
a rinverdir di me l’età
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Goccia a goccia picchietta sul cuore,
con frastuono e non lieve rumore,
così assembla, così addensa e poi scorre,
limacciosi quei rivoli a terra.
Piange il ciel a singulti e a dirotto
squassa i nembi quel lampo di botto,
trema l’aria mentre
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Vivì |
29/10/2018 10:15 | 1047 |
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| Son tristi le stazioni quando piove all’alba.
Financo i soliti volti del primo mattino
assumono le tonalità di un giorno
che sembra voler rallentare il suo nascere.
Schizzi di pioggia
che il vento dispone sui finestrini dei treni
odore di acqua
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Di là dal bosco
c’è un Sole moribondo
e il suo ultimo concerto.
Finale animato
da foglie in azione,
rosse, brune e gialle
improvvisando
un girotondo in plauso.
Musica variopinta
si diffonde
quando la sua orchestra
dirige senza
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Ascoltarsi
nel profondo silenzio
di una stanza vuota,
con la luce tenue
che avvolge i pensieri
e la vita che rallenta.
Attendere
la fine e l’inizio del tempo
come se non ci fosse un passato,
né un presente
e il futuro
non fosse altro che
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| D’aria un po’ fredda
e di foglie
lieve il fruscio
e sul viso
come un sorriso,
la carezza del sogno.
Rotolano i colori.
Si aggrappano
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| Monastero in pietra
aggrappato alla roccia svetta imponente
sopra paesi e il mare distante.
Non segna più gli anni il suo campanile
non più litanie, disperse per sempre,
solo ricordi e memorie
portate da vento immortale.
Ogni volta ammiro la
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La brina al mattino
imperla le rose
quando il sole s’innalza
La notte la nebbia
s’inoltra nei sogni
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Il tempo è la trappola dei sogni,
è uno specchio spesso
dove il desiderio si riflette
senza poter accedere
alla magia del compimento.
Il tempo è una prigione
con sbarre di giorni,
con gendarmi chiamati mesi,
generali, chiamati anni.
L’attimo è la
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O Roma che d’aureo scettro
fosti fregiata
infrangono il silenzio le tue gesta
che nella leggenda scolpirono
superba grandezza.
Tu che dalla lupa capitolina
sui sette colli con possenti braccia distese
ergesti il tuo nome,
calpesto le tue amate
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S’espande nel ciel
quel tocco magistrale
velando d’indaco
e spicchi cardinale.
Languide si susseguono
le rimanenti ore
nel preludio melanconico
che spinge verso sera
...ancor cupo quel calar dell’ombre,
come orde bislunghe
nel ciel che antico
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Vivì |
13/08/2012 06:46| 3566 |
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23178 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 2491 al n° 2520.
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