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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 361’098Autori attivi: 7’474
Gli ultimi 5 iscritti: Paolo Luxor - Concita Russo - Filicheto - Gianluca Battini - PostScriptum |
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Le 23178 poesie in esclusiva dell'argomento "Impressioni"
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M’innamorai della notte
quel giorno che a flotte
le stelle stesero un manto
di fulgida luce d’incanto
si stupito nel buio rimasi
con il capo all’insù quasi
in estasi di siffatta beltà
che in terra simili non ha
m’innamorai quel giorno
d’una
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-ma è mia questa poesia?-
avviene che il sangue dirami
il suo flusso e il cuore
sia per un attimo terra
di nessuno
le immagini tornate alla
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Pensieri increspati
in labirinti bianchi
dove siede il silenzio
e rose nere
a tappezzare pareti
sfibrate d’attesa.
Oltre il
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Se piango esiste un motivo
versare lacrime non è ridicolo...
se parlo da sola e sorrido
-dinanzi l’anima-
giacché impossibile restar inerme...
Sì, piango e sorrido
urlo e non capisco
nei miei pensieri rime azzardate e scontate
come i giorni
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Da questo momento
conterò le gocce di fumo
discese dall’ombra
per mietere l’ultima sera
E non avrò altro che buio
fra le dita gelate
da questi giorni maledetti
di tardo autunno
Su questi liquidi oscuri
trarrò la mia forza
e non metterò
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Una silente armonia
scapeccia braccia
osannanti dei tigli
gli ultimi passeri
balzano di ramo in ramo
e fin su poderosi fianchi
coltre novembrina
lucida a specchio
e rende magico il laterizio
una calda luce
cattura lo sguardo
e fa
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toglimi il sorriso di dosso perché c’è poco da scherzare
il freddo nero sulla panchina
le mie gambe
le mie gambe nere
lo sai che non c’è sole a novembre
è stato un attimo di buio
lo sai che non c’è niente da dire
niente da fare
a
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Mela |
23/11/2018 22:30| 390 |
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E’ come scalare una montagna,
arrampicarsi,
con corda,
chiodi,
scarponi,
cintura di sicurezza,
avanzando lentamente
passo dopo passo,
mettendo bene i piedi
sopra la roccia.
La vetta è ancora lontana,
andare oltre,
anche con la tramontana,
ci
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Cos’è il dolore
se non un sordo rumore dell’anima,
trafitta da mille parole mute
che si nascondono nell’intimo pensiero.
Cos’è il dolore
se non l’insieme di sguardi
perduti nel tempo
che non aspetta, né chiede di avanzare.
Cos’è il dolore
se
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Forse ti ricorderai di me
per la pioggia che scende
fra i pensieri gelidi
che attendono l’inverno
E mentre le nuvole grigie
cadranno in un sonno
profondo come la morte
le cose passeranno da sole
Lentamente come i sogni
che scorrono al
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Tra la luce di un lume
e i miei occhi stanchi
certe volte piango
abbandonata qui senza cura
sospinta dalla brezza dell’animo.
Tutto rende arido
tutto deserto intorno
forma una barricata di tormento
eccolo un tuono nel cielo
si spacca un
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Il tempo passa inesorabile
come granelli di sabbia
in una clessidra.
Scivola
fra le dita.
Non si può fermare.
Ci sono attimi
che il tempo
non cancella,
restano scolpiti
dentro di noi.
Vivi lampi scintillanti
vibranti d’energia
lucciole
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| s’avvicina l’inverno e la porta resta chiusa
la luce riflessa sul vetro e noi, che ci abbracciamo nella solitudine
assopiti i sensi, abbiamo sentito l’eterno addosso
incarnato di bianco, come un cappotto che viaggia da solo
(se solo mi avessi detto
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Nel viavai di circostanza
s’adombra il velo ultimo
leggiadro
nel posare un fervore trasparente
Dolce allusione d’un trasporto
percepito vero
nell’attimo di torpore
risonante come l’eco d’un vento
Si cede all’ebbrezza delle mani
svuotate d’una
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Nella foresta tace l’usignolo
e nelle tane dormono le lepri,
nell’aere più non s’ode voce umana
e fioca luce effonde ogni finestra,
ove il corpo stanco trova ristoro.
La luna candida nel ciel sereno
guida nell’alta notte col suo canto
le
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Il cane abbaia nel van del focolare.
De’ passi sente, e sen va ad adirare.
Ma forse egli è il padron che eroico torna
dalla caccia; e gli porta un paio di corna
di cerva. Ma il padron sen va spirare.
L’ha colpito nel cuor il forte e
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| Sicilia aggrovigliata di spine
giace nella tempesta
di pungenti rovi,
piange i suoi figli
sepolti nel silenzio
senza luna e senza sole.
Aspetta l’illusoria alba,
invoca la vita che non c’era,
stringendo nel cuore
ruvidi granelli di
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| Le persone più grigie, le normali
esistenze saranno cancellate
nei ricordi dal tempo, che passate
storie tramanda solo eccezionali.
Soltanto grandi beni e grandi mali
si contendono aree riservate
di quella nostra mente, in cui agitate
si muovono
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Sono stanco degli addii
non voglio più ricordare
l’ultimo tramonto
né le nubi del crepuscolo
Sono stanco dei silenzi
quell’assenza di parole
che fa da preludio al mare
ed alle sue tempeste
Mi arrendo ai giorni
nati quasi fossero vendette
di
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Non è l’assenza della luna
amplificatrice d’emozioni
ma è voce del tuo cuore
che m’insegue e perdura.
Non è notte delle stelle ...
se guardo il cielo di esse
non ce n’é neanche una!
Ma ti sento vicina più che mai,
adesso, e nel notturno
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Ghermisco
questo mattino di luce
come fosse l’ultimo giorno
di sole splendente
prima del gelido inverno.
Gravida è la primavera
negli angoli bui
del pensiero in tensione
oltre la pelle
vibrano i colori
di una pace evidente
una danza di
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Ciò che più mi sorprende
in certi giorni grigi e freddi
è quel vago sentore di pioggia
che si avverte in ogni dove
e fuoriesce lentamente
dai cumuli di foglie inumidite
adagiate sul selciato
o sparse lungo i viali alberati
come ruvidi sentieri
di
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Scende come me talvolta a sera
incerta la visuale come passi
nei pensieri meno chiari ad ieri
le case qua e là un po’ sfuocate
sono tra le chiome imprigionate
uggiose di coperte grige nere
le colline pregano un silenzio
di soffici distanze
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| Il mio viaggio
è ancora su quel treno
che vide passare
come soldatini
in fila indiana
tutte le stagioni.
Segmenti
di biancoazzurro
tra il dorato dei fiori,
prati verdi, i boschi
di funghi e rugiada
e le luminose stelle...
Piccole
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| Amarilli è il tuo nome,
bocciolo di rosa, docile biancospino,
rondine che fa sempre, puntualmente, primavera.
Sono i tuoi sguardi, Amarilli...
sono i tuoi sguardi, acerbi,
che profumano di papaveri
e rosse margherite bagnate dalla
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| chiamerò ombra il pane dorato,
il vino che rientra nel pergolato secco
l’altra meridiana;
ombra l’incendio invisibile,
la campagna che vi risucchia minuscoli e belli.
Io sono quello che guarda i fiori,
il cane che cerca tra i resti della donna
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| Un brivido percorre il passato
quando in quel Noi
si specchiava il proprio vivere
ciuffi al vento seguivano
collaborando a farci sentire ribelli
musica d’altri tempi
ormai accucciata in un angolo
ritorna facendosi largo nel cuore
cercando quei
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E’ sto col tempo
oppure la intravedo
nel grande intreccio dei passaggi al nord
di questo scontro vivo e manovriero
mentre sorride solo cento volte
con la sua faccia candida e vermiglia
contenta di donarmi la pariglia.
Ed io la sento
la seguo
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Crepe taglienti nello specchio,
insolite alternative agli stupori
iridati.
Spezza lo sguardo la riga del tempo,
cinica smorfia ruga in bianco e nero.
Sui confini laceranti
lucido pàtine.
Strofinare ingannevoli percezioni
è facile come
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Lui nero merlo canterino
a raspar tra le foglie in giardino
lei, la bruna merla, dal muretto
spicca il volo fra i cespugli in fiore.
Lui alzando il capino
mentre si gusta un vermetto
vedendola tra i rami far capolino
inizia rapito da estasi
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Un soffio lieve come l’idea dell’anima
scolla pellicole d’anni ispessite
e di loro i pulviscoli
sul riaffiorato cilindro dormiente
fra poesie di Borges,
indagini di Conan Doyle e
inquisizioni di Evangelisti.
Eccomi a scrutare ancora
granelli di
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23178 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 2431 al n° 2460.
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