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Le 1550 poesie in esclusiva dell'argomento "Fiabe"
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| Spoglio
del muto orgoglio del vano
la soglia varcando
di empirei cancelli
dove
Tra i flutti della vita
echeggia eterna la speranza
in morbido ondeggiare
rincorsi i giorni
perduto negli occhi
di infiniti tramonti.
Nei caldi brividi
Di
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| Eccolo, il Mare della VERITA'.
Scure e tempestose sono le sue acque.
Tetri e inesplorati i suoi profondi abissi.
Impenetrabili e torbide le sue nebbie.
Orribili e arcani mostri ne abitano i più segreti anfratti.
Vascelli e barche mai vi
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| S'è alzata la nebbia, stanotte,
sulle rive del lago di Avalon.
Giace laggiù l'amore mio,
che i remi condussero,
ad accompagnare il sonno di Artù.
Nella barca l'adagiai,
avvolgendolo
col trasparente respiro
delle
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| ho la coda come un gatto
nei fumetti tutto matto
nei libri prepotente
per i bimbi divertente.
ho il pelo poco folto
che mi copre tutto il corpo,
sono astuto di natura
mangio polli e non verdura.
con la luna me ne vanto
d'ululato io la
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| Orbata
del suo splendente
amato sole,
la fulgida luna
affranta dal dolore
pianse,
e le sue lacrime
divennero
le sue eterne
fedeli ancelle,
le luminose stelle.
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Fiaba questa per chi ascolta
che inizia con "C'era una volta"
un giovane principe assai bello
che viveva nel suo splendido castello.
Tra sfarzi, ricchezza ed allegria
passava giorni in compagnia
di giullari, artisti e cantastorie
tra
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Ti rapì il Silenzio,
innamorato delle tue
parole,
chiuse le porte al
cuore,
e il Buio ti coprì
col suo
mantello.
Prigioniero
nella sua dimora
tu...
Anima sola!
Volli chiedere al
Vento
di portarmi in
Cielo
a spiar da
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V'era tempo addietro una damigella
che, figlia di defunti mercatanti,
vivea quale solinga colombella
e, sebbene amena, fugava i vanti
che altre belle dame poteano mostrar
in quella Venezia settecentesca
che di cortigiane volea pullular
con ria
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Luna piena di fronte allo specchio
rifulgeva di luce abbagliante.
Dal riflesso nel cielo vedeva,
un’ombra pallida, opaca, terrosa.
Era convinta di essere sole,
luna narcisa, frivola, vuota.
Quella smorta figura laggiù,
di luce riflessa risplende:
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Un imperator del grande oriente,
fra grandi agi, ricchezze e nulla fare,
diede l'incarico al primo ministro
la giustizia amministrare e gli disse:
"Sii severo con questa banda d'ignoranti e lestofanti,
perché sai, io non posso,
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| Sola
gelida e immota
la tristezza esaltava il suo pallore
nel fitto buio pianse
quel suo ardente amore
irraggiungibile
e bramato
che inestinguibile, di fuoco e luce
era la vita
e lui
solitario emblema
di splendore
quelle amare lacrime
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| amore mio piccino
guardami negli occhi
vieni vicino
se li tocchi
li sentirai vuoti spenti
la mamma è malata
e per tornar un giorno lucenti
le nuvole formeranno una cordata
per raggiungere il sole
e farmi riposare in pace
ma l'angelo che
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Midesa |
04/01/2010 17:24 | 3871 |
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| Per strada un fiore
parla al viandante attento.
la sua voce è di simboli
e le sue parole di numeri.
Ogni cosa intorno a Lui,
dopo l'ascolto,
perde forma materiale
e un sogno verbale
diviene la nuova Verità.
Ed egli
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| C’era una volta Fata Morgana,
che aveva smarrito di vita ogni brama.
A piedi nudi il deserto volle affrontare,
in cerca di un pozzo, per riposare:
la ragione e il suo nome voleva annegare.
Quando, infine, esausta li vide,
di ogni suo velo si volle
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| Qualchedun disse:
"L'occhio vuol la sua parte".
Ma questo è solo un detto
per chi, della bellezza,
fa dell'essenza, effimero, il diletto.
Così la Bella, dapprima spaventata,
s'accorse che amor l'avea mutata!
E nello
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| Dello Ionio l'acque
sono ancora in ricordo
d'Io le peripezie,
ché Giove libertino
ella soggiogò, in velata nube
ad appagare i desideri suoi amorosi
Invano, misero Dio credé
di trar inganno in Giunone,
allorché ella
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| Sulla foglia d'un limone
ci sta sopra un formicone
che con aria da padrone
l'annusava e si beava.
Una mosca del quartiere
vi posò per poter bere,
ove rugiada ancora appesa
l'arsura le disseta.
Ma,
in men che non si dica
gli
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| La bimba viziata,
dagli occhi di mare,
giocava coi sogni
nel giardino del reame.
Scalzi, i suoi piedi
danzavan tra i fiori,
ai quali narrava
di fate e di gnomi.
Un giorno si accorse
di un bimbo spaurito,
nascosto e tremante
tra le rose del
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| A mille ce n'è
nel mio cuore di fiabe da narrar
(da narrar).
Venite con me
nel mio mondo fatato per sognar
(per sognar).
Non serve l'ombrello, il cappottino rosso o la cartella bella
per venire con me:
basta un po' di fantasia e di
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| in un batter di ciglia realizzai che il mio animo era lontano parente di norma
norma la normale la madre della normalità dai sette figli grassi tutti normali
guardavo quell'orologio obsoleto a cucù da svariati cicli buio luce luce
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Lacrime caddero.
Oceanica pioggia su di te,
piccola com'eri!
E poi voler volare
il mistero scoprire di
tanto dolore...
piangeva un Cuore
di Piombo,
dentro ad un abito d'oro!
Felice più non era
or che vedeva
l'indifferenza che
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| Ti sogno dietro il telo
Ricordo il profumo della tua ombra e del controluce
Della candela che illuminava i tuoi contorni
Sognai i tuoi baci mentre mi accontentavo dei tuoi sospiri
mentre dormivi vicino a me fanciullo,
che ancora per gli altri non
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| sento di aver raschiato ancora un altro barile
delle acciughe oramai solo il fetore insopportabile
eppure voglio con i miei occhi ricontrollare bene
infilo la testa all'interno del barile ignaro del suo ospite
un gatto coi i baffi più
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| V'era tre secoli addietro un corsaro
che, nel regale nome d'Inghilterra,
solcava il caraibico mare avaro
in cerca di bei bottini e di guerra.
Ei era giovine, nobile, e sapiente.
L'indole sua era sì calma e tranquilla
ch'assai lungi da
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| Dividevano un sogno
ma parlavano d'altro
sperando in segreto che un giorno
accadesse un evento
un prodigio un nonnulla
capace di farli trovare.
E accadde un mattino
che i loro sentieri si unissero
come d'incanto in un unico fiume
trascinandoli
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| Soffiava la notte oscura.
Dal mare alla terra
inondava per vie strette e buie
fin dentro le mura ad avvisar
del pericoloso mare.
Fuori corsero le donne
fin sul molo stavano
l'orizzonte a guardar.
Sol una corse
sull'alta scogliera
a
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| Sorgon le Stelle dal sito d'Orione
a punteggiar l'immenso manto astrale
fari fedeli nel buio della notte
per gli esseri viventi e i naviganti
sapendo di affrontare il freddo e il gelo
s'accendono a migliaia tremolanti
colmando di bagliori tutto
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Ozan |
01/12/2009 20:55 | 1523 |
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| Il lupo, per tutti è un animale
cattivo
nessuno, si è chiesto, il vero
motivo
racconti perduti nel tempo, accanto
al focolare
favole narrate, per bambini da
addormentare
ho visto un lupo, oltre le verdi
pianure
dormiva disteso, occhi
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| Quattro sorelle ardite e belle,
per pargoletti assai biricchini,
fecer teatro con i lustrini.
Ad una ad una, un dì, esordendo,
di sè fecer mostra, in cuor sorridendo:
Io son l'Autunno! Bimbi miei belli!
Spazzo le foglie dagli
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Nell'aere
note accese di dolcezza
sinfoniche armonie di leggiadria
carezzaron dormienti odi di distratti
color che di musica non vivevan
morendo nel silenzio
dell'infelicità.
E un concerto accese
fiaccole pria spente d'ardore
bastaron
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Quel giorno il Sole all'ora sua consueta
posando i raggi al limitar del Mondo
pronto a indossar le vesti del Tramonto
il buio ad aspettar di Notte quieta
vide spuntar l'Aurora fresca e rosa
con manto brumo a corona come sposa.
Brillò
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Ozan |
21/11/2009 18:39 | 1492 |
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1550 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1351 al n° 1380.
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