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Le 846 poesie in esclusiva dell'argomento "Festivita'"
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Vieni Signore Ti aspetto
con amore, m’ inchino
al Tuo cospetto con
costernazione
Tu sai quanto dolore
ripongo nelle pieghe del mio cuore,
una parte di me non c’è più,
Ti prego pensaci Tu
La mia anima piange non
ha più la sua metà,
donami
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Un bimbo nacque
tanto tempo fa
La sua novella
il cuor ci scalderà
Venne innocente
in un mondo infame
che del messaggio
ora ha più che fame
Imperterrito
imperversa il male
la gente non sa più
cos’è che vale
Si vive e
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| Tu che con immenso amore
racchiudi i pensieri di chi si
confida per alleviare il dolore.
Tu che con il tuo stupendo portamento
ci insegni ad essere umile e non pretendere
ciò che il cuore può donare senza presunzione.
Come il sole che ci regala
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| La luna e le stelle ci sono compagne
lungo il cammino per giungere alla capanna
tutti con il sorriso nessuno che si lagna,
cielo è terso e la vista non s’appanna
che non vi è nebbia ma tanta luce
per accogliere il Bambinello con gioia
sulla
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Volano passi su pozzanghere
di marciapiedi infreddoliti
scroscio di pioggia
scioglie neve in multistrati
sui cassonetti differenziati
sconessi.
A dicembre tutto prende sonno
dalle colline al mare
il silenzio si fa sentire, ma, nel cuore
dove
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Andare senza meta e in libertà,
cantare un motivetto che ti piace,
rincorrere il tuo cane che ti sfugge,
ogni vicolo, strada, perlustrare,
sentir la gente insieme parlottare,
trovare un regalino da comprare.
intorno quante luci di Natale,
c’è solo
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Luci fioche diradano nella nebbia
campi stinti di luce gridano al cielo
tutti i profumi svaniti di giorni trascorsi.
Le strade sono passi perduti
E vecchie luminarie come neon
Illuminano la città cambiata e disadorna
Di quei volti che erano i
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Cori e residui di preghiera
finché in cuor giunse la sera,
fiori e una luce al dì gli portai
ai tuoi luoghi mai visti sostai.
Ricordi apparire di terra eterna
tra i loculi bianchi o sottoterra,
Tu, che avviato con la lanterna
in una notte la
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Oh Trieste! oh melliflua, eterna fiamma
di vecchi ardori! oh riposo perenne
per gli ignoti guerrier! Tomba insepolta
consacrata a’ le lagrime de’ vedovi
cuori! Oh Trieste, città mia fatal!...
Quanti fiori si posano su’ tuoi
sassi di marmo ireneo e
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Non venite a me in questo dì.
È la festa dei vivi. Siatene degni
con un un gesto d’amore verso chi
in terra soffre, verso chi spera
ma in cuor suo sa d’avere poco tempo
Ho sentito Tizio che rivedendo Caio
e rallegrandosi dei tempi
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Nessun ladro mi ruberà
la mia festa, la festa della vita.
Mi è stata data nel pianto
ed il sorriso per mia madre
è arrivato dopo il mio.
Guerra, violenze e morte
erano appena fuori dalla corte,
il cielo si era chiuso,
settembre era senza
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Ingrossano ancora il mio cuore
i ricordi delle domeniche passate:
il vestito bello, le scarpe lucide,
la brillantina sui capelli
e poi tutti in fila ai vespri.
Ascoltare canzoni sacre
e cantare al Dio della gioia.
Poi, la piazza, le belle
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Sulla piazza della festa
odora il vino santo
che per la gioia che porta,
si mette in testa un cerchio
si dice che è di mamma botte,
ma lui già si sente grande
e di far miracoli ci prova,
agli occhi dona luce sconosciuta.
C’è chi canta e si
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Giovane è il primo vino
che profuma la mia via,
passeggio e lo vivo
mentre ancore bolle
dell’altro più dolce.
Mi lascio incantare
da un ricordo di un sogno,
ero uomo, oppure no?
I baffi erano la stima degli altri,
così il bicchiere si riempì a
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Su nidi di case adornate
da acque d’azzurro cristallino
s’affievolisce l’onda opprimente
della calura estiva
e già s’ode un fermento
gli animi a rallegrar
nella popolare festa dell’uva.
Biondeggianti graspi
pendono al sole da vetusti
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Lacrima la parola qui nell’aria grigia
tra il fragor dei botti e le campane a festa
Tuona. Zittiscono i nidi tra le chiome
e il vento impera. L’anima sperduta
sta come sul filo e spera che s’acquieti il cielo
e sogna l’alba a venire, al canto delle
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Non ho guardato il cielo.
Son bugie, le stelle cadenti.
Sono solo sassi che bruciano
e si spengono in un attimo.
Un mio desiderio
merita
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| Semplicemente come tu articoli
le labbra
Al modo della lingua,
al vezzo della pelle
quando le dita trattengono
A colare la luce
Dove la guisa si trattiene
sgombra, ed i calzari scordano
misura e contrappeso,
li al balcone rimani
ad
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| Ancora ricorre quest’anno
la festa del grano,
l’ennesima insieme ai coloni.
È storia, è rinnovo di miti, di saghe,
con riti profusi nell’arte, son celebrazioni,
e al cuore rivolto al passato
ritorna il ricordo delle altre edizioni.
Ricordi,
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| La festa
della mamma
di una volta
era per la famiglia
riunire
e per voler
di anime in rivolta
per mare e monti
si fece sentire.
Per dare gioia
a quei lavoratori
e alla mamma
della casa padrona,
nata per coltivar
giardini e fiori
e aprir
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| Tripudio di colori sono occhi
di Madre,
specchio riflesso nel lago
di Maggio,
rosa dipinta sulla tela della vita
donata a Te ...
oggi ch’è la tua festa.
Profumo d’amor spandi nell’aere,
musa del tempo che sguardo
incanta,
edera di strette mani,
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| Ieri all’alba
come tutte le mattine
il padre guardiano
ha aperto il portone
del convento francescano.
Stava per rientrare
quando si è ricordato
la tradizione di pasquetta
che comporta
effettuare un giro fuori porta.
E allora in tutta
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Santo Sei Tu Signore Dio Altissimo
Dio degli infiniti universi.
La tua Potenza
sovrasta la vigoria di ogni veemenza,
che al sentir del Tuo Risveglio,
diafano e inerte soccombe e fugge.
Prosperità ed effimere ricchezze
del contingente mi si
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Mi ricordo una Pasqua da ragazzo
passata nel Mugello un dì lontano,
non s’era ancora in questo mondo pazzo
che vuol dovizia... e un pasto luculliano.
La Messa ci attendeva la mattina
in un giorno radioso senza resa,
l’uova assodate, fresche di
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Siam pronti ad aprir le finestre
la primavera è già arrivata
Vento di polline sui prati fioriti
sbocciate son margherite di glicine
sognar una nuova e fresca alba
uomini di ogni colore e razze
Conigli pulcini ed agnelli
si fan festa tutti
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Donne: dove correte
così guardinghe
ancor prima che l’alba
i passi vostri rischiari?
Gli aromi che con voi portate
sono per quel corpo
allo stremo ridotto,
prima dal flagello,
poi dalle spine,
dal sonno, dai chiodi
ed infine
dall’inutile colpo
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Buona Pasqua
a tutto il mondo!
Questo è l’anno della svolta,
odio e lotte son lontani
e nessun più si rivolta.
Anche con
l’acqua alla gola,
tutti insieme in barca rotta,
senza né voce e né parola
ognun prega il suo Dio e lotta...
Mentre
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Splende sul lago l’armonia dei monti
sotto un sereno e soleggiato cielo
che non scalda però questo gran gelo
per il quale davvero non si è pronti.
Imbiancato di neve è il Limidario
e c’è un bel bianco pure in vetta al Lema,
per il freddo anche il
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Primavera e poesia magica euritmia
due sfide al paradosso
che mettere da parte io non posso
in questo incontro d’arte e fantasia.
Primavera e poesia mistica allegoria
onde di un mare mosso
tra i gorghi di un mistero eterodosso
trafitto da
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Nàcchere, chiàcchiere,
màschere pàllide
pàvide álighe
occhi di cèrula
lince di fèmmina,
ròridi cèspiti
sguardi di trèmuli
canti di cèmbali
danze selvàtiche,
càlici orgiàstici,
piedi che dànzano
stretti tra cèleri
sete di mìstiche
calze, urla
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Chi più ne ha
più ne mette
di maschere belle e brutte,
chi si dedica alle tette
e chi a banane asciutte.
E ovunque fanno a gara
chi ha il carro più squillante
con Politici in bara
e chi a letto con l’amante.
E in Brasile il carnevale
è per
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846 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 271 al n° 300.
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