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Le 6847 poesie in esclusiva dell'argomento "Fantasia"
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E’ scesa da non so dove un’idea
immagine continuo movimento
rapisce d’un tratto tutta la platea
della mente suo magico fermento
inseguo una parola che spinge
rastrella il raccolto del momento
che cela sentimento come sfinge
nella sua sbrigliata
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Vorrei risvegliare l’amore
negli animi freddi e delusi.
Vorrei dar la casa ai barboni
per farli dormire felici.
Vorrei che la gente malata
venisse assistita e curata.
Vorrei che per tutti gli anziani
ci fosse un po’ più di riguardo.
Vorrei
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Mio padre scrive storie,
la sera ce le legge,
mia madre, se lo ascolta,
a volte lo corregge.
Dimentica gli accenti,
s’inventa le parole,
ma lui non se la prende
e scrive ciò che vuole.
Fan ridere le storie,
riflettere e pensare,
alcune
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Va sciando sulla guancia,
certe volte fuoripista,
quando salta sulla pancia,
sembra un bravo discesista.
Fa lo slalom tra i bottoni,
poi raggiunge la cintura
finché arriva ai pantaloni
mezza asciutta addirittura.
Quando tocca il pavimento,
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C’era una volta
...o forse non c’era...
una principessa
con jeans e giarrettiera.
Durante il dì
suonava e cantava
lunghi sentieri di notte scrutava.
Bella era bella davvero
tutta truccata
avvolta in un mantello nero!
Ma quando il
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È accaduta, di preciso,
non so quando è capitata,
una cosa che più o meno,
mi son già dimenticata.
Ad un tratto o all’improvviso,
era ieri o il mese scorso,
persi tempo, persi il treno
o forse il filo del discorso.
Non so dirvi con chiarezza,
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Senza freni
la mia fantasia,
cammina sull’acqua
del mare calmo
segue una stella
che brilla e non brilla,
sembra che mi chiami,
vuole che l’ami
assomiglia tanto
alla ragazza di ieri,
che c’era e poi spariva...
e sulla riva mi appariva
la
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Venne il giorno che ti incontrai...
Sopra il sonno che difende i sogni
ti posasti,
col volto rigato dai colori del
mattino,
mi baciasti.
I lembi di cuori diventati
capricciosi,
si unirono,
tu nascesti come poesia...
Insieme partimmo alla
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Quattro merli ed un piccione,
che sia agosto oppur gennaio,
vanno a fare colazione,
nel cortile del fornaio.
Poco prima delle otto,
quasi sempre puntuale,
li raggiunge un passerotto
come un falco nel piazzale.
Tra pizzette e focaccine,
pane
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Così in quel Paese trascinato nel fango
con i pupazzi che parlano a comando
e gli ignoranti che biascicavano menzogne
si ritrovarono a ballare il ballo dei calabroni.
Sorrisero i potenti incapaci
dagli scranni del Grande Maestro
sciacalli che
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la stanza viola della mente
veste l’anima
del quadro in cui ti perdi
dalla tela vedi crearsi
iridescenze -e il sangue
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C’è chi si spaventa,
c’è chi non ci bada...
non capita a tutti
di perder la strada?
Un tizio una volta,
voltando qua e là,
si perse tre volte
a Volterra città.
Un tale a sua volta
volando su e giù,
si perse sconvolto
nel cielo lassù.
Chissà se
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Le folate del vento si susseguivano gelide
e frustavano i volti, tagliando loro il respiro.
La superficie del mare era scura,
e percorsa da onde schiumanti,
che andavano ad infrangersi agli scogli e al pontile.
Era deserto quell’ampio piazzale che
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lei immersa nelle righe
nere mentre il paesaggio
-alberi case- fuggiva
sbirciavo il titolo
era in inglese - un
mattone a vederlo
distolse altera lo sguardo
lei biondo- platino e sola
conciliava un sonnellino
ora il monotono
sferragliare
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tu nelle braccia di Dio
rapita nel sole
piccola Margot
tu rosa vestita per la vita
quella vita che
non ti fu dato
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| E fu silenzio.
Non v’era,
che qualche sussurrio,
tenue,
dei rami del bosco.
Tutto
si fermò:
gli usignoli, i cerbiatti, perfino
i pesci, nel fiume,
tacquero,
attoniti.
I bimbi
si presero la mano,
e furono solo
cerchi di luce.
E
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Sogno come una volta
con i girasoli
che danzano col vento
e l’erba è sempre alta
perché piove
da tanto tempo.
Sogno d’essere solo
a scavalcare un muro
e poi un altro,
ma dietro non c’è niente.
Mi sveglio dentro un sogno
e me lo tengo
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Somiglia ad un attore,
ma molto vagamente,
per dirla proprio tutta...
non c’entra proprio niente.
Sarà per un errore,
sarà che è il primo clone,
la faccia è così brutta
da far quasi impressione.
Pulisce il pavimento,
non russa quando è a
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I corvi sulla strada di Triora
attendono ancora
le ombre profonde
quando intorno si fa sera
E nessuno più comprende
i colori del giorno
il vento che chiedeva
una carezza impaurita
Le streghe sulla via del Lago
escono al mattino mentre
il
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Stanno in tondo, con la spada in resta,
ne ammiro tre: Sir Lancillotto, Sir Tristano e Percival,
han corazze, argentei elmi in testa,
speroni d’oro sugli stival;
Sono sempre capitavola ed amici,
mai in fondo all’ultimo posto,
quando hanno l’elsa
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occupi il bianco ai margini
dove apporre note
varianti
restano obliqui segni
come di ferite
su aborti di pensieri
è il vasto mare del
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la coda dell’occhio il gesto
come a voler scacciare una mosca
ed è un fuoristrada
a investirmi alle spalle
entra la luce
il cielo è
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Quella macchia di inchiostro sul foglio
è una rosa. Petali e sepali.
Corolla che si dilata ...
come quando la mano
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Sogno antico
Apre al ristoro
Uno scalpitar di cavalli
un via vai di forestieri
nella fantasia lontana.
Un urlo di cocchiere
che ferma la carrozza
in corsa.
Locanda di sogno
immagine di ieri e oggi
storia che cammina
nell’elisir d’un
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C’è una Luna nel pozzo
lasciata da donna distratta,
l’ha trovata un uomo rozzo
in un giorno di calma piatta.
Solo poche parole in tasca,
una virgola all’angolo dell’occhio,
sulla punta della lingua
un verbo senza senso,
di quelli dimenticati
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Cosa scruti lontano?
L’orizzonte non cela l’infinito
il giorno che nasce
muore ove tu non vedi.
L’infinito è qui
ai tuoi piedi.
Il tuo sorriso
è un’increspatura
che cela l’inganno
a te stessa
eterna silente creatura.
Il tuo cuore di
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Si diceva frutto acerbo ma del marcio aveva dentro
nella mistica paura di mostrarsi e di parere
vecchio e glabro e nascondeva quella faccia giusto al centro
e negava al suo destino d’esser ladro e faccendiere.
Si tacciava per pompiere ma affrontava
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A quali culture ascrivere il pensiero...
al binomio mostro- essere umano
coniugando il rabbioso abbaiare
o la feroce forza leonina
all’enigma d’uno sguardo d’uomo
o forse all’intricato mistero
d’una donna sul corpo d’animale
e ad esser completo,
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| Quando posso
rido fino all’osso
mostrando il finto volto
del tutto disinvolto
nel salto dentro il fosso
e il suo pirata rosso
intento a rotolarsi
in mezzi ai panni sparsi
tra Marx e il mattino
col tardo biancospino.
Quando rido
non lo so se
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E trovi la mia penna più segreta
il cielo nero blu di cioccolata
un sogno carezzato ed ininterrotto
la dea bendata
uguale proprio a me
che apre gli occhi e ti sorseggia un tè.
E trovi un vecchio volo in cartapesta
i tre monelli in basso
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Sfinge scalfisce
coscienza umana
d’un mondo lontano
ove popoli e regni hanno
visto lo splendore del tempo.
Dal seducente sudore
inciso ad ogni pietra
da secoli
fioriscono le rose.
Al calar della sera
una soave musica
carezza la
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6847 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 571 al n° 600.
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