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Le 6858 poesie in esclusiva dell'argomento "Fantasia"
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Quando poi
la seduzione sono segno
- della sìnesi ho il consenso -
d’asincroni salini,
è l’alternarsi degli "ah" dei sensi
in babelici suoni,
prove di disappunto d’eco.
Appunto di questo dico, d’oggi
e delle parafrasi della controra
di non
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Lia |
04/07/2018 21:09 | 1038 |
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la poesia è indefinibile
fa tremare i polsi
è l’abbraccio di un albero
il sorriso di un bambino
la poesia
nasce dal sangue e ha dimora celeste
quando si
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non capirò mai gli errori grandi della vita
come sbagliare numero e parlare a lungo
con una donna che ha perduto un figlio in Argentina,
dimenticare le chiavi che aprivano la sua caffetteria di noie
nel mio elastico nonsense di ombrelli
piantati nel
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 | Le ammiro ogni mattino
stupende, maestose
son le mie belle rose
che adornano il giardino
Color salmone, rosse,
gialle e rosa, profumate
sono le più ammirate
da brezza lieve mosse
Hanno però le spine
che pungono salienti
come sono i
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| posizione fetale: ideale per lasciarti
abbracciare da morfeo - in una
sospensione lucente - la mente
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| C’è polvere lungo la strada
la polvere dei piedi dei pellegrini
scalzi e vestiti di sai unti e catramosi.
Qualcuno prega l’internazionale
un altro osanna il duce
ma tutti portano l’immagine del sacro
il profeta delle pizze di bufala e
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A questa mia grazia
mi piego
con occhi socchiusi
per cogliere tra felci
fiori di primavera
e aliti di vento.
È un paradiso
con porte chiuse,
solo uno spiraglio aperto
per far passar la luce,
una splendida fessura.
Anime angeliche,
anime
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si leva
da un’ alba rossa di passione
l’ afflato del cuore
quasi ad alleviare
-volo lieve di farfalla-
le brutture del
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Faceva molto caldo
le pecore brucavano
i corvi della diga
salivano alla montagna
ed io suonavo Bac
con il flauto mio di canna.
La ragazza sul balcone
mi guardava e sorrideva
il vento sollevava
la sua gonna gialla.
Quando il Dio venne alla
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 | Mi piace
l’azzurro del cielo
quando m’avvolge
e di seta mi sento vestire.
Mi piace
quando
il primo bagliore di sole
ricama di tenui colori ogni nuvola.
Mi piace
ascoltar sulle labbra
la dolce brezza che mi parla
col sospiro del nostro
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Vestita di sgargianti colori
canti gioiosa
tra papaveri in fiore.
Bella
nel tuo sguardo invitante
mi vesti di rose
mi profumi il sorriso
mi canti nel cuore
luoghi incantati
dove la gioia
fa l’altalena
con drappi di stelle
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E’ scesa da non so dove un’idea
immagine continuo movimento
rapisce d’un tratto tutta la platea
della mente suo magico fermento
inseguo una parola che spinge
rastrella il raccolto del momento
che cela sentimento come sfinge
nella sua sbrigliata
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Vorrei risvegliare l’amore
negli animi freddi e delusi.
Vorrei dar la casa ai barboni
per farli dormire felici.
Vorrei che la gente malata
venisse assistita e curata.
Vorrei che per tutti gli anziani
ci fosse un po’ più di riguardo.
Vorrei
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Mio padre scrive storie,
la sera ce le legge,
mia madre, se lo ascolta,
a volte lo corregge.
Dimentica gli accenti,
s’inventa le parole,
ma lui non se la prende
e scrive ciò che vuole.
Fan ridere le storie,
riflettere e pensare,
alcune
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Va sciando sulla guancia,
certe volte fuoripista,
quando salta sulla pancia,
sembra un bravo discesista.
Fa lo slalom tra i bottoni,
poi raggiunge la cintura
finché arriva ai pantaloni
mezza asciutta addirittura.
Quando tocca il pavimento,
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C’era una volta
...o forse non c’era...
una principessa
con jeans e giarrettiera.
Durante il dì
suonava e cantava
lunghi sentieri di notte scrutava.
Bella era bella davvero
tutta truccata
avvolta in un mantello nero!
Ma quando il
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È accaduta, di preciso,
non so quando è capitata,
una cosa che più o meno,
mi son già dimenticata.
Ad un tratto o all’improvviso,
era ieri o il mese scorso,
persi tempo, persi il treno
o forse il filo del discorso.
Non so dirvi con chiarezza,
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Senza freni
la mia fantasia,
cammina sull’acqua
del mare calmo
segue una stella
che brilla e non brilla,
sembra che mi chiami,
vuole che l’ami
assomiglia tanto
alla ragazza di ieri,
che c’era e poi spariva...
e sulla riva mi appariva
la
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Venne il giorno che ti incontrai...
Sopra il sonno che difende i sogni
ti posasti,
col volto rigato dai colori del
mattino,
mi baciasti.
I lembi di cuori diventati
capricciosi,
si unirono,
tu nascesti come poesia...
Insieme partimmo alla
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Quattro merli ed un piccione,
che sia agosto oppur gennaio,
vanno a fare colazione,
nel cortile del fornaio.
Poco prima delle otto,
quasi sempre puntuale,
li raggiunge un passerotto
come un falco nel piazzale.
Tra pizzette e focaccine,
pane
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Così in quel Paese trascinato nel fango
con i pupazzi che parlano a comando
e gli ignoranti che biascicavano menzogne
si ritrovarono a ballare il ballo dei calabroni.
Sorrisero i potenti incapaci
dagli scranni del Grande Maestro
sciacalli che
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la stanza viola della mente
veste l’anima
del quadro in cui ti perdi
dalla tela vedi crearsi
iridescenze -e il sangue
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C’è chi si spaventa,
c’è chi non ci bada...
non capita a tutti
di perder la strada?
Un tizio una volta,
voltando qua e là,
si perse tre volte
a Volterra città.
Un tale a sua volta
volando su e giù,
si perse sconvolto
nel cielo lassù.
Chissà se
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Le folate del vento si susseguivano gelide
e frustavano i volti, tagliando loro il respiro.
La superficie del mare era scura,
e percorsa da onde schiumanti,
che andavano ad infrangersi agli scogli e al pontile.
Era deserto quell’ampio piazzale che
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lei immersa nelle righe
nere mentre il paesaggio
-alberi case- fuggiva
sbirciavo il titolo
era in inglese - un
mattone a vederlo
distolse altera lo sguardo
lei biondo- platino e sola
conciliava un sonnellino
ora il monotono
sferragliare
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tu nelle braccia di Dio
rapita nel sole
piccola Margot
tu rosa vestita per la vita
quella vita che
non ti fu dato
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 | E fu silenzio.
Non v’era,
che qualche sussurrio,
tenue,
dei rami del bosco.
Tutto
si fermò:
gli usignoli, i cerbiatti, perfino
i pesci, nel fiume,
tacquero,
attoniti.
I bimbi
si presero la mano,
e furono solo
cerchi di luce.
E
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Sogno come una volta
con i girasoli
che danzano col vento
e l’erba è sempre alta
perché piove
da tanto tempo.
Sogno d’essere solo
a scavalcare un muro
e poi un altro,
ma dietro non c’è niente.
Mi sveglio dentro un sogno
e me lo tengo
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Somiglia ad un attore,
ma molto vagamente,
per dirla proprio tutta...
non c’entra proprio niente.
Sarà per un errore,
sarà che è il primo clone,
la faccia è così brutta
da far quasi impressione.
Pulisce il pavimento,
non russa quando è a
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I corvi sulla strada di Triora
attendono ancora
le ombre profonde
quando intorno si fa sera
E nessuno più comprende
i colori del giorno
il vento che chiedeva
una carezza impaurita
Le streghe sulla via del Lago
escono al mattino mentre
il
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Stanno in tondo, con la spada in resta,
ne ammiro tre: Sir Lancillotto, Sir Tristano e Percival,
han corazze, argentei elmi in testa,
speroni d’oro sugli stival;
Sono sempre capitavola ed amici,
mai in fondo all’ultimo posto,
quando hanno l’elsa
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6858 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 571 al n° 600.
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