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Le 4042 poesie in esclusiva dell'argomento "Famiglia"
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Contare ogni passo
punto della salita
partendo dal basso
come rosario di vita
rimembro divertito
il mio grembiulino
con sguardo stupito
fiocco d’asilo e cestino
dalla scuola elementare
alle medie quanta premura
con l’ alfabeto entro nel
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E sono ancora qui
a parlarti accanto
con la fronte ad orizzonte
digiuno
in questo mare di parole spente
come un anima naufraga
che ti cerca nell’aldilà perduto
e sono ancora qui
mio capitano
poco più in là
di dove m’hai
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Turan |
07/10/2015 10:55 | 430 |
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Senza più petali
in tugurio disadorno giaci.
Frantumi di vetro
trafiggono il deserto
inchiodandolo a muri di pietra.
Bufera di neve
perché mi hai travolto?
Nel delirio
labbra mute d’olocausto.
Nebbia
che il mio autunno
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- Non ci hanno mai abbandonato -
Sono lì a proteggere il nostro passo
a volte li senti mentre fremi per un timore
altre sono lì a consolarti da un dispiacere.
A volte ti donano la giusta forza
per superare un momento di dolore
altre già al solo
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Un destino crudele
che galoppava veloce al mio fianco
stravolgendo ogni cosa
mi aveva lasciata in ginocchio
Rivedo il viale di cipressi scuri
che come fantasmi spiavano
le lacrime mute sui volti
mentre andavamo io e altre persone
oppressi
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Pensami come vuoi... innocente, prudente, impaziente.
Giudicami come vuoi... strana, noiosa, divertente.
Gettami nella dimensione più primitiva,
lasciami da sola in mezzo ad una strada... o lungo una riva.
Vivimi come vuoi... alla follia
o
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julia |
31/10/2016 00:23 | 771 |
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Ti ho cullato come musica
calore nell'inverno della vecchiaia
mi conforta l'amore per te.
Figlio mio gioisci, preziosa vita
amato dalla tua umile madre
pezzo inconfondibile del mondo.
Cammina tranquillo sui sentieri
corri felice
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| Si el silencio hablara, madre de mi corazón
volarían las golondrinas en el amplio espacio
trinando tus dolores, liberando las mudas palabras
aquellas que no osaste nunca pronunciar
.
Y te abrazarían las flores con profundo
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Tra quelle corde
sempre tese
vivi intoccabile
difficile da scorgere
capace di annodare
e sciogliere
nel fremito di coscienza
il racconto silente
della nostra storia
il perché di una piega
ed ogni suo graffio
di quando il fuoco
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Sapessi figlia
mi vedi come fossi il re del mondo
tu credi sia un guerriero senza tempo
un uomo che non ha paura mai.
Sapessi figlia
io invece non son re proprio di niente
ho freddo ed ho paura in ogni istante
mi specchio e non vorrei vedermi
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Mi svegliava al mattino il profumo del caffè,
mi accoglieva il profumo della tua maestria,
profumo di casa, d’amore e di attenzione.
E tu vivevi il profumo della tua vita nella mia,
non mostravi mai stanchezza o apprensione
guidavi i miei
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Me ne andai
in un giorno qualunque
verso lidi senza mare,
solo profumo d'ammorbidente
a schermarmi dall'ignoto.
Ripiegai verdi colline
e consanguinee valli brulle
in un'età che prometteva
calici di champagne
e abiti di seta.
Assaporai
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Tu non sai che quando
ridi forte mentre dormi,
i demoni ai piedi del letto
si tappano le orecchie
e svaniscono in quel
buio felice e saturo
dei nostri abbracci.
Probabilmente astronavi
o eroi da colorare,
pulcini rossi o
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| Raccoglierò i cocci
del tuo cuore
li riunirò
lo renderò migliore.
Asciugherò la lacrima
che lentamente
scivola su di te
e bacerò i tuoi occhi
fino a che rideranno
al sole che sempre
è rimasto
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| Ora autunno piovoso.
Triste come avessi
sopra il cuore un drappo nero.
Mia sorella
non è nel cimitero,
è qui con me
e ne scandisco il nome.
Insieme a lei
l'infanzia che trascorsi
mi porta dei sorrisi
e dei
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Rossi d’uovo e pioggia di farina
il piano in marmo a neve e mani aperte
così s’imbrattano le ore a far dorare
il disco delle mele disposte a raggiera
e quell’odor di zucchero e ricordi piena l’aria.
Sa di casa e di pioggia contro i vetri
di
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ed è di allora il tempo
ricalcato sugli strati della pelle
avvolto, tra le maglie strette di una sciarpa:
te lo ricordi il bianco
quel giorno di febbraio, ed il freddo?
La finestra, il dono della neve
io e te nella cucina, tra il caffè
-
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Nebbiosa fredda giornata novembrina
profondo il silenzio, pure l’aria è muta,
sorgono all’animo ricordi e poi pensieri
nascono qui in un nascosto camposanto
di campagna dove il sonno dormono
eterno quei ch’alla vita mia diedero
un dì
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Dai miei occhi precipita il salino
che origina il glauco guazzo
ove prono e arreso mi pongo
mentre le dita percorrono grevi
i senili solchi che oggi mi scavano il viso
Ho sfogliato le mie rughe a una a una
facendo della memoria l’aratro
e
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| Un ciel peut- il retenir ses larmes?
Parfois la mer le lui demande.
et le ciel le voudrait bien,
mais déchiré au plus profond de lui même,
il cache sa face,
dans le creux d'un nuage,
et déverse d'un trait,
tout le flot
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| il ritmo delle tue parole
spiattellato
all’ombra di un davanzale
rumina
nella dispersione
cruciale
fra rumori e sporcizia
franando
sui miei fondali
con mestizia
le parole di un padre
risuonano minuzie
inezie
di fronte
a surreale
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| M’appresso solingo
per ritornar alla dimora,
oriento la mente
all’adorata prole
bramoso di saper ella dov’è,
Chiesi...
Accennando un sorriso
nell’affermar che era
il solito scorrere del tempo tra noie,
affanni e
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| Sorelle unite
da patto inscindibile,
custodi del fraterno affetto
conciliante.
Sangue dello stesso sangue
imprime
un marchio
nel profondo dell'anima,
simile goccia d'acqua
pura e limpida,
fonte dell'essere
in cui mi specchio.
Amica
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Io e Lei,
occhi negli occhi,
per attimi infiniti
ad incrociare il cuore,
attimi
che racchiudono un mondo di non dette parole,
Lei mi guardava così quand'ero al seno
e adesso, per quel che può mi guarda uguale,
ieri era il mio cielo
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Tira di qua
molla di lá,
questa corda
quanto reggerà?
Gli anni sfilano
e si ammucchiano
come i granelli
di sabbia del
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Pollicino, Pollicino
così tenero, così carino
urli, strilli, ti dimeni
poi l'abbraccio della mamma
t'induce a far la nanna.
Lenta dondola la culla,
dolce suona un carillon
hai una mano sul visino
un piedino
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Avrai rimpianti
un giorno
quando
forse capirai
anche se più
non sarà quello
il tempo
per scusarsi.
Credimi,
nessuno ti chiederà
parole
che contemplino
rimorsi.
Retrogusto amaro
di addii
senza voce,
un
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Nel procelloso mare d'occidente
sarò il vostro faro figli miei.
Marinaio impazzito
che smarrì la bussola
tra i minacciosi flutti
in una notte di libeccio.
Non temete
osservate il faro
ergersi maestoso
sulle sicure rocce.
Le
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Osservo le tue manine che sguazzano impertinenti
nei mari azzurri, mossi e divertenti.
Dal tuo viso sorridente
gli effluvi d’amor per chi ti sta intorno
sono il regalo più bello
che può ricevere il mondo.
Nel profumo dei tuoi capelli
dormirei,
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| Vorrei poterti veder crescere,
incamminarti nella tua strada,
divenire un uomo,
un padre,
e poi,
poi vorrei che rallentassi,
dandomi il tempo di riprender fiato
per poterti ancora seguire,
ma non troppo.
Vorrei poter vedere i tuoi
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| Se prendi le mie mani,
se guardi i miei occhi,
se senti la mia voce,
ti rendi conto di quanto
mi sento solo e fragile,
senza una carezza della sera,
quelle preoccupazioni che
solo tu mi donavi.
Quella sedia dove ti sedevi
quando alla sera eri
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4042 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 871 al n° 900.
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