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Le 6643 poesie in esclusiva dell'argomento "Donne"
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Dondolìo d’aromi
tra le ritmiche labbra
divorate di baci.
Inseguo
frenesie di crumble
e riflessi dorati
d’occhiate di ginestra,
in volo col tuo spirito
di maestosa poiana.
Plano sul tuo sorriso
e m’accogli,
fiducioso grembo
di donna
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C’è goccia che scivola sul petalo
di viola di margherita di rosa
ora senza sorprenderti trattalo
come una carezza maliziosa
mai fretta se vuoi che l’amore duri
segui sempre i sentieri sicuri
e risposte avrai nelle proposte
che con chiarezza
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Le donne sono a volte trampolini
di lancio per magnifiche scoperte
degli uomini che a loro sono inclini
e che hanno le menti un poco aperte.
Chi non le vede come manichini
soltanto, come bambole assai esperte
nel mostrare dei seni e dei
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Non ti ho mai raccontato
che nascondevo
le rose colte in riva al bosco
per poi gettare via le spine
Prima che tu arrivassi
a capire ogni cosa
al primo sguardo
dei tuoi occhi di mare
In tempesta al tramonto
quando l’orizzonte
è più scuro
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Così se ne andò
la ragazza dai sandali bianchi
e nessuno le chiese di restare,
neppure la custode
a cui era l’unica che sorrideva.
Così se ne andò e la strada
mai le era parsa più stretta
e mai più ingiusta
che in quel mercoledì in cui
fu
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Sono bella da impazzire,
ogni uomo me lo dice
e lo faccio ingelosire
per sentirmi più felice!
Sono donna dentro e fuori,
gli attributi son perfetti
ed ho tanti ammiratori,
ma respingo i lor progetti!
Sono giovane non voglio
impegnarmi
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Hai l’autunno sulla pelle
fata dell’ombra
che neghi le labbra
per stringere i polsi
In una morsa d’argento
che le tue catene
hanno segnato
più della luna nel cielo
Hai una lama sulle unghie
che graffiano via
i desideri e le sconfitte
i
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Tra pause di respiro
ti sussurra il vento di esistenze
celebrate nei bordi d’una strada
periferia d’un sogno.
Se l’ascolti in silenzio
percepirai lo sbuffo
dei racconti di cuore
e le storie di ieri
con Rosa Parks,
furtive occhiate
d’una
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Sui tacchi a spillo ancheggi sinuosa
alla carezza d’alito di vento,
lasciando scia inebriante ed odorosa;
per ogni uomo sei sospiro lento!
Sei donna sensuale e bene amato,
plasmò il tuo corpo, Dio, flessuoso e morbido,
con valli e curve da mozzare
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Per ricordare le tue mani
avrei bisogno
di un altro bicchiere d’incenso
e forse allora ingannerei
Il tempo che scorre impietoso
qui nel buio profondo
di questa stanza vuota
a danzare le ombre da solo
Rammenterei il profumo
e il respiro che
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Non so se sei andata via
per la polvere
sparsa sugli scaffali
o per quel poco legno
Ammuffito dai tanti anni
passati a respirare
le vetrine del centro
mentre io aspettavo
Che qualcuno si accorgesse
del dolore riposto
fra le ombre
in
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Forse mi dirai qualche parola
che ho dimenticato
stasera dopo il gioco delle ombre
nel vento senza pioggia
Forse mi aprirai le porte
di quella casa dove le lune
colorano d’argento i muri
nel gelo di qualche carezza
Ma io salirò le scale in
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Porti a spasso
la bambina che eri,
la nascondi alla piazza
dietro un makeup
di falena distratta.
Tempi
di ferocia e strabismo
e prospetti
di una vita
che incateni
alle gocce di pianto
da uragano d’estate.
Non c’è
algoritmo
che
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Così come ti vedo e come voglio
sopra la tela della indifferenza
dipingo il tuo contorto asservimento
col tocco di chi ha tre o quattro casi
segnati sulla strada per Damasco
e appena io rinasco
uso i pennelli che volevi tu
e col tratteggio lo
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Disegnavo cerchi
sulle tue labbra di carne
con le dita umide
di quella pioggia calda
Che non avvolgeva mai
la terra nel silenzio
ma scioglieva sempre
le nuvole d’oro
Tessevo respiri
lentamente come la sera
che scendeva piano
a sussurrare
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Ruvido sentore
quel silenzio,
resta
e la paura
di riascoltarne d’altri
con te,
quelli che non riesco
a chiudere per sempre.
Eccomi notte
a misurarne
con maestria di poeta
i rintocchi
e i sogni,
a dipanarne il senso
che mi attraversa
e mi
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Il fuoco che avevi
sul davanzale
non mi permetteva di sognare
i tramonti d’inverno
Perché la luce era troppo
forte per consentire
ai miei occhi
di godere delle ombre
Il calore che avevi fra le cosce
contrastava con il gelo
di quella stanza
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Se pronuncerai
una sola parola
io sarò nella sera
ad attendere le ombre
Non avrò paura
perché so che la strada
divide il nostro cielo
ma non il desiderio
E fra una pelle e l’altra
c’è solo lo spazio
di una carezza
percorsa piano
Senza la
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Semplicemente
non ero abbastanza forte
per sentire i tuoi respiri
quando tornavo
Dai miei viaggi senza meta
e nelle carezze
cercavo solo le ombre
per oscurare il cielo
Curiosamente
non ti ho mai dimenticata
e se tornerai
fra i miei pensieri
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Sopravvivo
alla morte
di parole d’amore
e di gesti;
restano
sillabati brandelli
dal dolore.
Rovisto
tra pensieri distratti
per ridargli fulgore;
li serbo
in teche di cristallo
e brucio loro
grani
di incenso e riflessione.
Poi
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Quando sei ritornata
io non sapevo
se accarezzarti o mandarti via
perché il buio si era aperto
Ed ero stato troppo male
per abbracciarti ancora
e dimenticare i giorni
che avevano ferito il vento
Quando mi hai parlato
io non ascoltavo
e
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Pulsioni prese in un vortice
sono frammenti
di un desiderio sublimato.
Si passano stadi celeri mutevoli
impercettibili allo specchio
attraverso eclissi e lune nuove.
Riecheggi di intimità scordate.
Al vaglio essenze antiche
sospingendo i sogni
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Quando sei andata via
avevo polvere
sulle pareti un po’ sporche
e luce nelle cantine
Dove nascondevo conflitti
e mattine in trionfo
verso le stelle
accese per caso al ritorno
Quando te ne sei andata
ho spento le nuvole
e rifatto il
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Grida disattese nel deserto maledetto
si ergono tra demoni con unico precetto
di calpestar selvaggiamente ogni fiore
qui forse nato o giunto per errore.
Orrore il capolinea d’ogni rosa,
schiave in fabbriche prive di posa,
povere e soggiogate dal
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 | C’è un posto
nella bidonville
la Casa delle fate;
lì Jade
s’è fregata la vita
tra estasi di sé,
fumo e clienti
di straordinaria voglia.
Sogni v’ha perso
a trascinare
quel mucchio d’ossa
in fuga
sotto un cielo
di rabbiose stelle.
Vedi
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Ti ho sentita pronunciare
riti di carne
sull’altare nero
mentre le ombre languivano
Ti ho vista pregare
in ginocchio
le stelle consumate
di una notte senza dolore
E non avrei mai
interrotto le tue carezze
senza prima graffiare
la pelle con
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Dopo che avrò finito
di danzare fra le ombre
potrai mostrarmi
le tue carezze nel buio
Dove un gesto
può diventare dolore
o il piacere
da non rivelare mai
Nemmeno fra le nuvole
che piangono vergogna
o lamenti silenziosi
fra le vie del vento
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Hai dimenticato
di spegnere la luce nel cortile
e ora si vede
la sera piangere di nostalgia
Perché in questi cassetti
ci sono ancora sogni
che il vento
non ha portato via
Hai abbandonato
la polvere sopra ai mobili
e nessuno ha pensato
di
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Parole
di libeccio
e umori di tè verde
si perdono
nella gola di sabbia
del tuo venerdì Santo.
Poso
il viso di sangue
sul muro
della casa violetta
e ascolto
quel ruvido parlare
di travertino
evocare passioni
tra sogni
e vivere il
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Partii e tornai da sola,
nessuno mi portò la valigia
e nessuno si fermò
a sussurrarmi
che tutto è niente.
Al di sopra delle nuvole
vidi le lacrime di
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Forse non basta una parola
per ricomporre immagini
distorte e scavare nelle incrinature.
Non è curiosità ma consapevole sostanza,
quell’esserci in un’impronta del pensiero.
Ora possiamo condividere i silenzi
e comprendere l’amarezza di ogni
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6643 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 481 al n° 510.
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