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Le 6643 poesie in esclusiva dell'argomento "Donne"
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Svanisce in scintillanti gocce,
il delicato candore,
irrimediabilmente leso
da sottile inganno.
Si tinge di rosso il giogo,
mentre uno sguardo fiero
vanta un ratto,
olocausto a malapena stemprato
da un’ultima coda di carezze
su un viso
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Ragazza nell’ombra
quando il sole ti sfiorerà
sarà solo per un attimo
prima delle mie carezze
Per poi finire nel buio
se le lacrime scorreranno
come ogni volta
che facevamo l’amore
Ragazza d’ambra
la tua pelle sarà segnata
leggermente dalle
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Ti avevo detto
che non c’era niente da dimenticare
e che le ombre dell’inverno
sarebbero arrivate anche per noi
Ti avevo sussurrato
che le notti sarebbero state lunghe
ma il tramonto era già qui
rosso come la pelle graffiata
Dalle tenebre e
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Quando pretenderai
le mie gocce di nostalgia
io sarò lì
a spargere le ombre
Sulla tua pelle ancora calda
di quel cuoio
che amavi indossare
ogni volta che la notte
Nasceva per noi
e poi moriva prima dell’alba
fra due ali di nuvola
portata
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Riflessi argentati nei capelli,
rughe sottili ad incorniciare un viso stanco,
accarezzi una foto,
antica ormai,
ingiallita dal tempo.
Affacciata ad un mondo che non ti appartiene più,
perché per te ha cambiato i suoi colori,
rivedi quella foto:
il
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Chiederò alle lucciole
perché sei andata via
dopo quelle notti tremate
nelle luci dell’inverno
Chiederò alle stelle
perché non sei più tornata
dopo le nostre mattine
accarezzate nella seta
Forse ora sarai felice
senza il tempo che scorre
con
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Intreccio
Il tuo sguardo
regina del passato
che oscilli vite
fra Orinoco
e le foci del Gange.
Occhi
profondi come spilli
di smeraldo
e ossidiana,
cingi
per me
la tua saggia corona,
prendimi il cuore
e consegna
le sue fibrillazioni
al
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C’era una ragazza
che si chiamava Cristina
e amavo il suo vestito
di velluto coi sogni
Le ho chiesto di darmi
una carezza al giorno
ma lei mi ha risposto
che sarei stato una nuvola
Una di quelle fantasie
che passano e lasciano
solo il vento
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La bellezza d’una rondine
veste la figur fanciulla
dell’alma tua gioiosa.
Il bacio al culmine
vola nel
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Ora sarai
sulle ali di petalo
appena sbocciate nella sera
e coglierai una foglia
Morta di nostalgia
con le ultime parole
pronunciate dolcemente
da qualcuno
Che non ha mai visto
i tuoi occhi brillare
nel buio profumato d’oro
di una stagione
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Passo più tardi
quando la sera si sarà fermata
fra le tue parole
come il sole fra i fili d’erba
E la strada che ora
mi fa sentire solo fra i sassi
si sarà aperta
nuvola al vento di primavera
Salgo più tardi
lungo le scale che
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Ricordo le tue carezze
in un sorriso
appena accennato
sulle lacrime della luna
E non dimentico i tuoi seni
danzare nel buio
mentre le ombre
piangevano un rimorso
Disegnato dal cielo
e mai svelato
a nessuno che non fosse
padrone dei
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Ha tuonato il cielo
sconvolgendo i passi frastagliati di una fitta radura.
Che sgomento,
ritrovarsi lividi e pesti di oscure tenebre!
Ha tuonato l’eco di un urlo lanciato al vento,
tra lamine d’argento che cadono ai piedi della terra.
Spezzati arti
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Sarai come le altre
che mi hanno lasciato sogni
solo per spegnere
le stelle al mattino
Mi darai qualche bacio
per poi pentirti
e soffiare il vento dell’addio
prima che il tramonto
Dia le sue carezze alla sera
e prima che giunga
la notte con
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Vaga
la tua idea
di sedurre la luna
e pena
quello sguardo di pietra,
contorno
dei tuoi occhi di freddo.
Chi ricorda
nel rivivere i giorni,
quanto patire
è stato prezzo
di volontà d’amare
contro i venti
e il cielo?
E quale sogno
s’è
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Chissà se ora
avrai trovato il mare
fra le tigri di carta
che amavi ritagliare
E se la strada
sarà meno scura
con tutte quelle luci
che avrai acceso
Io ho trovato
le parole che non sapevo
pronunciare fra le righe
di luna sdrucita
Chissà
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Sorridi
acerba melagrana
e affronti le tempeste
mentre le scrivo
tra giornate di sole
e serate
di nero maestrale.
Semplice
come svaghi
pensieri e vita
sviluppando
riflessi di colore
e parole
che avvolgi,
infinitesimali,
fra esplosioni
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Me ne sono andato
con qualche granello di polvere
e con le mani addormentate
dalle troppe carezze
E sono rimasto in silenzio
per giorni e giorni
senza ascoltare il vento
che mi parlava ancora di te
Mi sono vergognato
per non aver pronunciato
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Ricordo indelebile
scritto nella mente e nel cuore
meraviglioso momento
ancor ti avevo nel mio grembo,
tu sgambettavi
ed io sorridevo,
pensando al lieto evento.
Quella mattina
il cielo era ancora scuro
nel freddo Dicembre
avvolta nel
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Seduta a visitare
i passati remoti,
visioni e incanti
nel suo volto confuso,
e romanzi di vita
come impietosi segni
di pensieri al sembiante.
Lieta
si finge
struggente nostalgia,
figlia d’un rimpianto,
madre
di un disinganno,
e
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A vent’anni
avevano già due figli,
a trenta
erano vecchie madri,
di famiglie numerose,
a quaranta
mamme nuove e nonne
nella stessa stagione.
I primi figli, con onore
appartenevano al re:
soldati, minatori, marinai,
ignorando le paure
delle
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Dopo quella svedese, fu Marlene
ad eccitare, dallo schermo, i sensi
di me ragazzo un po’ più grande, quando
determinatamente s’affacciava,
con vigore maggiore, l’esigenza
di un godimento un poco più carnale.
L’algida lontananza della
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Sentivo solo un respiro
di notte
quando la luna era nascosta
dalle nuvole
Appena prima dell’alba
mentre i pensieri
danzavano il vento
sui tuoi seni addormentati
E non ti avevo chiesto
dove morire
se fra le ciglia socchiuse
o sulle spalle
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Ora sarai contenta
di non dover piangere
le poche risposte che ti davo
durante i fine settimana
E non attenderai le feste
per essere felice
fra una nuvola e l’altra
sulle vane amnesie del vento
Ora sarai più serena
ed i conflitti
saranno
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Nelle lunghe sere
dell’inverno di guerra,
quella madre curva
non aveva più lacrime.
Un figlio, due figli, tre figli
e nessuna lettera,
nemmeno una notizia
rubati i sogni
al loro posto
le ultime lacrime
della madre abbandonata.
Là nella sperduta
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Bella
che baci come Dio
e sorridi
sopra l’ipotenusa
delle tue sconvenienze,
raggiungi
il mio vizio in penombra
ballandomi un bolero
tra bettole
e santuari di vita.
Sei cuore
di filigrana blu,
inesausta la bocca
di sole,
tra
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Occhi di cielo
e un manto fragile
a coprirti l’anima,
edulcorata dal lieve passo.
Svelta,
rincorri il tempo che avanza
incalzando
sul dorso piegato,
sopra il capo ceste intrecciate
contando gli anni compianti.
Verdi campagne di rovente
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Passami le promesse
quelle che non hai riposto
fra le scatole vuote
di questa vita così felice
Che non nega sorrisi
a nessuno se non al vento
e a qualche sguardo passato
dimenticato sui sassi
Parlami dei silenzi
che mi regalavi al
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Ti ho vista uscire
dalla siepe grande
leggera come una farfalla
che accarezzava
forse sì o forse no
le margherite e i fiori tutti.
Ridevi, sì ridevi
davanti a la fontana
e l’ascoltavi, quasi a decifrar
le lente sue boccacce.
Avevi in una
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Cresciamo
note di pietra
scolpite da un’angoscia
e abbracciamo
dolori in carne e ossa,
lacrime di ossidiana
dietro un vento
importuno.
Parole
scarnite
da voci fuori campo
avvolgono
sofferenze
e gesti
di proscenio,
annusando la
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Ad eleganza statuaria vai ad
inseguir la vita e vivici pensieri ad aprir al tuo pensare.
Prezioso zaffiro a splender nell’universo ove
dir donna equivale ad unicità ed originalità individuale...
Donna dinamica e sensuale
donna effervescente in
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6643 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 421 al n° 450.
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