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Le 37667 poesie pubblicate in licenza Creative Commons 
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stato d’ incantesimo
inventarsi un cielo
delirio che
sanguina luce
l’ anima travestita
a farsi
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Giorno fatidico
scandito da ore
governanti
l’attesa scadenza...
danzare fa
gli spiriti
liberi dalle catene
di tale
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soli -null’altro
che sole
nudità della notte
(nullità)
null’altro: fili
legati a un punto che si sposta
si arrovella
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Oggi il grecale mi ha portato la tua nostalgia nella barba
negli occhi umidi di sbronze
per irridere la tristezza che morde
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Fosche nubi
appaiono spesso
nell’umano cammino...
il tempo scandisce
un ritmo fedele
al mistero della vita.
Di
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Rimbalza l’alba
e noi due siamo ancora
ospiti dell’amato monte,
senza tempo
è stata la nostra notte,
ora accaldati scendiamo
dai raggi caldi di quel sole
che
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Tra poco si addobberanno le strade
i panettoni sono già sugli scaffali
tutto muterà in fermeto per un giorno assieme
ma noi non ci saremo
io non ci sarò...
a far luce con voi
scaldare la terra
far crescere le piante
scorrere i
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così esiste la parola
nutrita del sangue degli dei
prende il largo quello che si dice
afflato o musa ispiratrice
alla
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Scende silente e placida la sera
con l’ombre sue che avvolgon la Natura
d’una fragranza al par di primavera,
quando più dolce è l’aria e ancor più pura.
E mi prende melanconia più vera
come fresca aurora sulla radura,
a rinverdir di me l’età
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Fischiava il vento,
ed era una venta,
così diceva il nono,
e continuava,
mai fidarsi delle vente,
per tre giorni sono dispettose,
poi si calmano
e vanno a dormire,
ritorneranno,
fra un’anno circa.
Oggi invece il sapere,
buono e tanto
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 | una bonaccia di periferia
suona dai mantici d’autunno
verdemarcio estuario tutte le foglie
a frotte sul tendone
fradicio
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| ti senti altrove e il più
delle volte fuori dal coro
ti chiedi se -nell’ordito della vita dove
si spezza la parola- ti sei perso
qualcosa - vorresti allora
rovesciarti come un guanto
riconoscerti come il
fuori del tuo dentro
aprirti a un’
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Non c’è nulla per soffrire
solo la terra che trema sotto il cuore
Una nebbia nella mente
cercare le tue labbra
Le guance come un vetro
occhi
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Triste s’annuncia
In un dolore intimo
Al freddo ultimo autunno.
Morte ti vive dentro
E dura come pioggia
Rumore di
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Sarai figlia che mai finiremo di cercare
anche se nessuno ti ha trovata
prima che ti spegnessero la vita,
da sola, stellina non amata.
Ma cosa poter dire alla tua sorellina
che a casa non ti vedrà rientrare
mentre chiederà di saper dove sei
e il
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Ho paura del buio
quando non odo più
la tua voce.
Non lasciarmi la mano
perché soffro di vertigini
quando non respiro più
il tuo effluvio.
Ho paura
della solitudine.
Le ombre della notte
ampliano la mia sofferenza.
Non lasciarmi la
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tu germinale
pergola di braccia
tu dell’ombra a
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Lavo la luna
ne la possa granda,
la méto a sugar
là sul Carega
me lustro i oci
par védarla mejo,
me sfregolo le mane
da la contentéssa
la so belessa
pari no’ la ga,
se sbassa le stéle
par amiràrla ben
grosso ‘l me cor
fermo no’l
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 | È difficile vedersi a Milano
è grande la piazza
eppure so che ci sei.
È vero c’è tanta gente
è giorno di mercato
passano i campagnoli
con i loro cesti di verdura
le uova delle padovane
le verze lombarde.
Non hai sui capelli
il fazzoletto
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 | Risento il ruscello
scorrere timido
e a sfogliare il mio ieri
mi perdo.
Sembra sporgersi al cielo
il suo
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| il viso tuo in penombra è come un prato
dove ha attecchito a cumuli dispersi
la luce della neve che ha spogliato
il
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| Dei vini di Sardegna sei l’emblema
tu, Cannonau, vincente, troneggiante
su tanti altri vitigni, nel sistema
vinicolo italiano ben trionfante.
Risolve un tuo bicchiere anche un problema
che il bevitor credeva assai angustiante,
sono le rosse gocce
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| non è che fumo
il tuo riflettere se
al tuo (d) io t’ inchini
l’interpellarti cade nel vuoto
come un assordare di
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O Roma che d’aureo scettro
fosti fregiata
infrangono il silenzio le tue gesta
che nella leggenda scolpirono
superba grandezza.
Tu che dalla lupa capitolina
sui sette colli con possenti braccia distese
ergesti il tuo nome,
calpesto le tue amate
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Intrisa di latte e zucchero
è la sua cintura, forte come pietra
calcarea e morbida come alghe
del mar. Nei viottoli
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Magari è solo un’ancora di pace
insonne protensione al circolare
gravida notte spesa nel vivace
lenito àmbito, mai
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 | Cavallo d’acciaio ed uccello di fuoco
nei film che vedevo degli indiani
con l’uomo al galoppo, nel ventre
o in volo tra le nub nel cielo distante
cocuzzoli e marosi valicando.
Ma un fischio od un rombo assordante
è il suono nel muover
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 | Sta in aria di miceli
settica lontananza
di entelechia sgranata
-e non sgomento-
per occhi penzolanti
dov’è la noia che
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| anse d’ ombre
notte bevuta sudata notte
un grumo di sangue la parola
nel bailamme l’anima dissolta
sogno
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| Lui aveva la testa tra le nuvole
però non credeva più alle favole
così un giorno prese la sua chitarra
e partì per combattere la "sua" guerra
Cantava le storie smarrite nel vento
"per chi non le capisce sono un lamento"
e non denigrava nessuna
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37667 poesie pubblicate in Creative Commons. In questa pagina dal n° 4501 al n° 4530.
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