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Le 37666 poesie pubblicate in licenza Creative Commons 
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Il fruscìo del canneto
canta note d’aria e di vento_
sulle sponde del torrente
scivola
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E quando tutt’intorno
sa di chiasso soffocante
circumnavigo
i confini della solitudine.
Senza
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Scrivo se mai...
ce ne fosse il bisogno
per dire e ricordare
che nessun amore...
mai muore
vado oltre le vette
della
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giorni si dipanano
in geometrie ingannevoli
il maligno si cela tra le pieghe - tu
percorri lo scintillante sentiero
dove l’esistere
s’ imbeve delle
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La terra muta in tarda primavera
ma il sole la feconderà di più ancora
mentre un caldo vento quasi estivo
a Te mi condurrà vicino.
Fra profumati capelli di grano
ti accarezzerò il capo - piano -
incantato da riflessi - smeraldo cielo -
nei tuoi
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 | E mentre spargo sulla luna
rimasugli di baci raddolciti
s’addentra il piglio
nel viale deserto
per disperdere
sorsi
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 | Come Odisseo
sfioro colori
verdi e carezze mosse
che l’Imperiale Grotta
riflette e sparge.
Lento
approdo
fra garbate mani
d’un porto unico
e rispettoso
tra spiagge pallide
e Torrione ombroso.
Suggestive
rovine d’antica Villa
tra sgomento e
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Dolce sospiro
il viso solletica
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 | Non voglio fiori
sulla mia pelle
o nuova terra
da calpestare
ne’ calde brezze
da respirare.
Restituitemi
il bianco
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Apri la porta e fammi entrare
la tua fantasia mi aspetta
e il mio pensiero ti cerca
lasciati andare
ascolta le parole del cuore
il battito accelerato
e l’ansia che mi percuote
danza come ieri
offrirò le mie mani
mani tremanti, impaurite
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Muta la realtà che non ha fine
con note d’un piano e parole
combinate ad arte per l’unione
in poesia - chiave - nell’anima tua.
Insieme ad essa ti porterò oltremare
varcando orizzonti senza confine
su un alato cavallo ancestrale
e abbracciati
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La mia coscienza
sporca
parla flebilmente
ai riflessi della luce
che filtra sornione.
Nei ritagli
del tempo che scorre
inesorabilmente.
La mia
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ama passare interi pomeriggi
appollaiato sull’albero preferito
con la frescura delle foglie
dove nella pace gli nascono poesie
o si diletta a contemplare per ore
la lunga teoria di formiche amiche
che sanno dell’aria e del sole
non del peso della
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La fierezza si stancò della propria solitudine
e dell’arroganza con cui trattava la moltitudine,
la sua superbia oltrepassò ogni limite, allorché
divenne gelida, senza più cuore, colma di sé.
Una freccia scagliata dall’arco della saggezza
la colpì
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Chi so’ io? Io fui quer somaro,
che portò nostro Signore fra le palme,
senza compenzo de gloria né danaro,
drentro a le porte de Gerusalemme.
Tra le nerbate che me presi io
nel trasportare quer Santo alla Passione
e li osanna pe’ chi rippresentava
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Danni umani
mi dicevi andandotene,
io ti risposi:
"Lascia aperta la porta."
Ferito l’orgoglio
mi restava la speranza,
l’ho cullata nelle notti fredde,
riscaldata con dolci ricordi,
la lavavo con piccole lacrime,
l’asciugavo con visioni di
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Suprema in viola, predatrice
l’aura che offusca
quando passa sola in cammino
da altezze funamboliche d’odio
silente nel
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Lascerò forse un ricordo
disteso s’una spiaggia assolata
in balia degl’infiniti secondi
andrò via forse per sempre
abbandonando i miei sandali
sulla salmastra battigia
mentre la luna sarà sempre più pallida
portai la mano sul petto
per non
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Nella scenografia cadenzata d’andare
mediano alchimie di donna
impastate d’evocazione profonda
in una nicchia gravosa e
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Da sola smarrita nel mondo
che le chiese un pegno
per continuare a sperar
un sole riflesso nel mare!
L’ aurora tergiversa ad arrivar
se la notte non vuole finire
sfidando l’ordine e la luce
pur se Lei - meditando - tace.
Sulla soglia la
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Il mare è calmo,
la notte è nella brezza
la luna sonnecchia
le stelle sembrano assenti
ma io no‘! Io sono vivo
la mano
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Effonde un arpeggio celestiale
note colorate cobalto mare
intonate con toni di tramonto
in cui - io e Te - viviamo il mondo.
Lì si è smarrito il tempo
tra valli e cascate d’incanto
mentre in sella ad un cavallo
galoppiamo audaci il vento!
E
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Ho visto Parigi
sotto braccio del mio Gigi,
cercavo il tramonto
ho trovato il cielo solo,,
delusa ho scelto
l’amore del mio uomo.
Distesa sul verde
di un elegante giardino
ammirando le stelle
mi sembrava essere
sui miei veneti colli.
Profumava
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il noi è scalzato dall’io
l’altro neanche più lo si calcola
la sacralità della vita è una favola
le nostre menti che
per secoli d’arte e bellezza
hanno gettato al di sopra della notte
ponti di luce
ora annaspano in un vortice mortale
palpita
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Nella mia anima smarrita
si annida
un immenso buco nero.
Privo di
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Anche garbato
nello sgarbo momentaneo
sai contornarti
d’un fremito di grecale.
Ti rende davvero
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Angelica visione
è il tuo ciao nell’alba,
a me basta un raggio
della tua splendida luce
che mi accompagna
in tutti i
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Fioriti i verdi colli
invitano al passo,
io e te vestiti a festa
mano nella mano
viviamo l’ora
della grande bellezza.
L’attimo sublime
del sole che ci saluta,
della brezza che ci accarezza,
ed esplode il donarsi
che in noi due per sempre
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C’eri ancora
ieri
quando l’ultima trama di luna
imbastiva le ciglia
e appresso
nel sonno del respiro
che mangiava il
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Affida ogni tuo respiro
all’onda ridente del mare,
che con la sua brezza leggera
il tuo cuore accarezza.
Affida con gioia i tuoi sogni
all’aura dorata del vento,
che con dolce afflato li porta
nello spazio infinito.
E quando al mattino
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37666 poesie pubblicate in Creative Commons. In questa pagina dal n° 3571 al n° 3600.
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