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Le 37666 poesie pubblicate in licenza Creative Commons 
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La Biéta l’éra me nona
siora o paorétra mi no’l so?
Ma la gavéa du cansiréi
che iéra de na sioréta.
Col bolin i gh’éa su disegnà:
uno ‘l sol che léa su
e l’altro ‘n sol ch’él va zo.
Coalche nebiola l’éra nel cel.
Uno ‘l ghéa ben bolinà na vigna
e
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Inseguo invano il vento
per rincorrere l’eco
dei tuoi passi silenziosi.
Sento ancora il mormorio
delle tue parole.
Sussurrate
alle foglie morte.
Sei andata via prima
che io riuscissi
ad accarezzare il tuo sorriso.
Ed ora aspetto
che
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Si stende la luna
sul mio colle argentato,
ha lo sguardo,
del mio desiderio,
voglio portarti lassù
e lassù voglio amarti
trasportati dal vento
in braccio alle stelle,
poi aprire una pagina
del libro della vita
e scrivere versi
versi di
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la normalità non esiste: la vita
è una continua sorpresa
in luce- ombra navigante nel sangue
saltate le coordinate
-farfalle di fumo- niente
di più
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C’è mestizia
nelle viscere dell’anima
a raccattare perché
senza risposte
e dove e quando
la follia d’una vita
ha ancora sogni.
Assopita
nel volto ingrigito dell’attesa
rivedo il tempo.
Volto le spalle,
nascondendo il viso al ricordo,
e
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Grida disattese nel deserto maledetto
si ergono tra demoni con unico precetto
di calpestar selvaggiamente ogni fiore
qui forse nato o giunto per errore.
Orrore il capolinea d’ogni rosa,
schiave in fabbriche prive di posa,
povere e soggiogate dal
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I me scarponi
de coan’ séra alpin
ghe iò ‘ncora sul granàro
e i ga l’udor del vin,
ne la caserma
là ‘ndo ò fato ‘l soldà
gh’éra l’usànsa
de bearar ne i scaroni
col vin, la pianta del pié.
Solo i congedanti
i gh’éa ‘sto prevelejo,
e mi,
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A volte mi abita la strage
così elargisco falsamente candida
a piene mani, argomenti cupi
e attendo repliche vacue, virtuose
da scuotere come uno straccio.
Perché, perché lo faccio?
Forse per ascoltare smentite
conferme o fiammate
soavi
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Al tramonto finiva il concerto
saliva l’amore
si abbassavano le stelle
si fermava la luna
il mio cuore di ghiaccio
si scioglieva in zucchero
addolciva noi due
per la festa della notte
eravamo noi gli attesi
indifesi e insicuri
siamo stati
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Guarda la luna stasera
colma com’è di candore,
come passa tutte le ore
vegliandoti su dal cielo.
Da lassù ella risplende
come una lampada accesa
e senza alcuna pretesa,
poi che lo fa con amore.
E tu non spegnere mai
la luce d’alta
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In mezzo ai campi, tra gli alberi -
ai confini del mondo,
dove terra e oceano confluiscono
ti ho raggiunta.
Appoggio
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Il bene d’una figlia
- per il suo papà -
è trascendentale!
Disegnerà una porta,
sfiorandolo la prima volta,
oltre l’orizzonte dell’amore.
E un sentiero di
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Evoluzione nella cabala della mente
quando nella piazza immensa
riappare
trasparente
la memoria della vita.
Scalpitano
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El tabàro de me nono,
dopo la so morte
l’è sta tirà a sorte
come la tunica del Cristo.
’L ghéa ‘bel coleto
de velùdo ciàro’
el m’éra tanto caro
che lo voléa par senpre,
ma la fortuna òrba
la ghe l’à dato a me sia,
a ela no’l ghe piaséa
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 | Nel giaciglio di silenzio
d’un soffio settembrino
mugolano
sobrie disarmonie di foglie
dissonanti da succosi acini
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Colora mondo
fatina dell’incanto
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L’amore è una scintilla,
si accende con due sguardi
e subito diventa fuoco
che scalda il cuore e la mente
per costruire valori.
La sua stagione preferita
è quella che ruota sui vent’anni,
e subito si fa calore vivo
per entrare nel giardino della
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Ogni foglia, sai, nasce a primavera
e coi raggi del sol si nutre e cresce,
frescura dona al viandante stanco
e d’albero protegge fiori e frutti.
Ma quando arriva l’autunnal rigore
la foglia dal suo ramo s’allontana,
il vento pria nell’aere la
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Se più non piove
solamente
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Sapessi come batte forte
il mio caldo cure
quando tu mi sei lontana,
mentre se mi sei vicina
lui balla un po’ più alto
dei fiori del prato
e su lentissime onde
si culla in una felicità
che mi era sconosciuta,
ed io ero solo
e non ti
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Vorrei sostenere
il cielo che crolla
sotto i detriti
della mia
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Fugge la sposa
dalla chiesa
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 | Inghiottendo ipocrisie
galleggerà l’ombra spezzata
dal fiume all’erba?
Quanto tempo servirà per alzarsi
uccidere, misurare tracce e distinguere
i morti soffocati dagli annegati
fra sabbia, insetti, e giornali?
Quanto per sognare voli
quanto per
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Trascende il momento
per darti voce dentro
viva nel profondo
da prima che nascessi,
auspicando non deludessi.
Ma da dove ricominciare
qualora mi celassi la via
per poterti spogliare
con estasiante emozione?
Una lacrima lambirà
quando mi
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M’allontano
dalla fluidità del codice comune
addentrandomi
in movenze estranee
alla levità
d’uno sciame qualsiasi.
E
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Il fruscìo del ruscello rimbomba
nella vallata colma di felci,
un vetusto carrubo adombra
alcuni pargoli gioiosi e felici,
nel mio cuor rimembro ancor
i bei tuffi nell’acqua fresca
e l’eco delle risa e l’odor
della rosea buccia di pesca,
perduti
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 | Scende la sera
sul volto spento delle stelle.
Una mano ritorna
e non so dove sia
quell’ultima sigaretta
spenta e poi fumata.
Ero io a voler fermare il tempo
ma s’allontanava,
vago nel suo esistere,
nel suo andare.
Non eri ad aspettarmi.
Non
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| Potere respirare la frizzante
arietta transalpina, parigina,
un pensiero concede più brillante,
a intelletto intuizione sopraffina.
Chi quell’aria leggera ed ammaliante
ha inspirato nei secoli, la china
percorso ha di un’idea sì affascinante
che
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Nell’empatia spirituale
con eteree semplici parole
comunicherò all’anima
sensazioni di vita fatale
cercando non solo d’ascoltar
ma sentire il Cuore
che non ascolta la ragione
e il suo filtro razionale.
Sento grida d’afflizione
di nostre fragili
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La notte non mi chiude
i cancelli del pensiero,
né soffia il suo vento
che compone poesie
che mi disturbano la mente,
così io vado libero,
silenzioso e leggero
fra gli spiriti che sciolgono
gli echi della lontana storia.
Remote figure
per le
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37666 poesie pubblicate in Creative Commons. In questa pagina dal n° 3331 al n° 3360.
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