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Le 37666 poesie pubblicate in licenza Creative Commons 
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Lascio la luna e le stelle,
i profumi dei petali rossi
là nel giardino dei riposi,
per scegliere l’irto colle,
là forse Dio mi è chiaro.
Ho pesi che trascino,
lassù si faranno leggeri,
oppure rotolando
mi riporteranno a valle?
Nella mente mia
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Asciughi lacrime innanzi al mare
con la sua brezza ma uguale è il sale
che ai giorni ha dato sapore
d’una vita intrisa nell’Amore.
Già sai di non riuscir a dormire
senza potermi ancora accarezzare
nel sogno ove stelle ci vedranno vibrare
più di
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Si uniscono sogni
nel mio letto disfatto
in questa notte di vento
da solo sogni coltivo
e vivo il giorno passato
sul mare, là, lontano
dalla sabbia di fuoco
dove tu te ne stavi all’ombra
di un colorato ombrello.
Ora, quasi piango,
tu mi passi e
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Vola pensiero mio,
va nelle grandi valli,
sali sulle bianche vette
e scendi come l’acqua
rumorosa e pericolosa,
poi, come lei, fatti dolce
prima di abbracciare
l’immenso mare,
nella tua discesa
quanti cuori hai incontrato?
Quanti bocche hai
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So già cosa mi vuoi dire
piccolo figlio mio
da me divinamente creato
con disegno d’Amore!
Ma esiste anche il male
che altri miei smarriti figli
non hanno voluto allontanare
dalle loro anime ora oscure!
Non smetterò di versare
lacrime di luce per
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I miei ricordi sfrecciano
come rondini nel cielo.
Grovigli di nostalgia
calpestati dal tempo.
I miei ricordi sfrecciano
come famelici corvi
nell’empireo opaco
della mia malinconia.
Mi hai lasciato la mano
e mi sono perso nel chiarore
dei
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Dilegua ormai la nebbia della valle
e il canto s’ode nell’aer d’usignolo,
la corolla apron nel giardin le calle
e dal mare un gabbiano s’alza in volo.
Le lepri si rintanano nel bosco
al lamentoso canto di civetta,
e il ciel diventa azzurro ch’era
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Non ti capita mai di sognare
una bimba sola sulla via a lacrimare
mentre tu prima passi ma poi torni
per poterla abbracciare?
Il momento d’agire è ora
non indugiare ancora
ascolta nel profondo la voce
e nel cuore avrai pace!
In ognuno di noi c’è
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- Copro le nudità del cielo,
con un dito rubato, tagliato, alla luna,
si accorre a spegnere la luce,
si corre a guardare il buio-
Il cielo è una dama dalla veste sottile, ha gli occhi
dipinti di kajal, è una linea sottile e nera e a
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Nel casolare
ombreggiato dai pini
passai la giovane età
raccolsi
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Raggi di luce
ci accompagnano
nel lento tramonto.
Il tuo viso si colora,
si accende l’amore
ogni giorno sempre nuovo.
Ti cerco e ti voglio,
nel sole che si addormenta
steso sull’acqua
e tutto si infiamma
a partire dai nostri cuori.
Cornice al
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alla sua morte per fucilazione
anche le chitarre emisero lamenti -
a un ordine dei generali
dalle loro bocche uscirono insetti
bibliofagi
a divorare pagine e pagine
di versi sparsi per il mondo
ma lo spirito del popolo è vivo
la memoria è vasta
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Passeggia l’artista
nel cuore dell’autunno,
si infiammano i colori
davanti ai suoi sguardi.
Ha il buon giorno dal bosco,
il prato, suo tappeto si fa
e la siepe vestita a nuovo
per mano la prende.
L’estro la veste
con tocchi geniali
e la
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li vedevo salire dal mare
dal grande mare aperto
i miei morti che dispensavano sorrisi
era esplicito il loro invito
lo si leggeva negli occhi forti
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Quando si è innamorati, si cammina
con il naso per aria, ed ogni cosa
assume la sembianza sopraffina
di persona per noi meravigliosa.
Ogni nostro pensiero s’incammina
verso quella fattezza sì preziosa,
che vale più d’un re o d’una regina
e
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 | La storia è nota a tutti
ma pochi a ricordar come eravamo.
Pomezia oggi ha ottant’anni.
Son pochi e tanti:
se bimba o grande
dipende dalla mole dei ricordi.
È giusto ricordar finché si è in tempo
con tre generazioni quasi in campo,
e i più
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Il crisantemo non recita salmi,
distribuisce odore e appassisce,
nel vaso rimane lo stelo secco
e l’intenzione così svanisce,
il crisantemo rompe gli indugi,
ancora nel campo sfiorisce,
forse sarà una mano fugace
forse il sole caldo lo ferisce,
il
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in questo giorno stordito di luce
il mio lavoro incessante
di sole
per gli ultimi
i senza voce
i perseguitati che Lorca cantava
per i bambini scandalizzati
dal prelato
-meglio per lui dice il Vangelo
legarsi una pietra al collo
il mio è
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Ombre lunghe leniscono le pene di creature stravolte
che si agitano nel cosmo mentre la fatica di membra
contratte evapora tra le novole sfilacciate.
Sei cara quando la quiete scioglie lo spirito
raccogliendo l’amore nell’ampolla del
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Il fine ultimo della vita
naviga nel mio pensiero
simile al una grossa nave
a notte fonda
nel’oceano in tempesta.
Non mi uccide questo peso,
né mi alleggerisce il domani,
mi sento spoglio: nudo,
privo di sole, luce, ed un letto.
Sento la mia
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Vado lungo i sentieri dell’esistenza,
mi trovo solo e di speranza senza,
amo gli anni passati, svogliati,
sola, la gola mia si saziava
e volava la mente in...
mondani rifugi rupestri.
Ora, una pace non piove,
il cuore più non duole
per le
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Delusa speranza.
Giovane, un giorno ti ho amata.
Facevi parte della primavera.
Oggi,
oltre questa pioggia ostinata
che denuda gli alberi,
riscopro silenzi
che non so più leggere.
Sei enigma,
inesplorata forma dell’inatteso,
ripido bordo di
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 | Ci si sfinisce a volte
cercando di reinventarsi
alibi d’infinito e nuovi bisogni
forse il primo passo d’addio
alla meraviglia irripetibile di questo esistere...
Una corda a nodi grossi mi aiuta a salire
l’ enorme pietra rotonda
fa scivolare
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Brividi travolgenti d’emozione
per averti sol potuto abbracciare
nella strada d’un mondo distratto
ove avveduta ti sei concessa al tatto.
Ma vorrei baciarti la fronte
- giorno e notte - ogni istante
poco prima d’iniziar a sognare
forse noi amanti
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Salta la rana
da un sasso giù nel fiume
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Hai combattuto
per un fazzoletto
di libertà.
I tuoi ideali di lotta
erano racchiusi
nel simbolo di pace
disegnato sul calcio
del tuo mitra.
Sei caduta
sul sacro suolo siriano
con lo sguardo rivolto
al nemico.
Il tuo martirio
sarà
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Coloro un mio pensiero
e si fa subito desiderio,
levati il mantello
il tuo cuore me lo sussurra,
non aver paura
io mi faccio calore
e tu mi abbracci forte.
E’ bello nell’inverno sentirsi:
una fonte che sgorga nuova
una scintilla che
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 | Salmastra laguna d’odori acri e forti.
Casoni di palustri canne
e procurato legno.
Poesia d’un fiume padre
barche pescatori e reti
fra la nebbia in movimento
mischiano la terra al mare
al sole al temporale.
Sbolle lì
nel ventre
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 | Seguo con un dito
il vetro bagnato del tuo volto
perso amore
tra i violini antichi.
Le tue parole sul piano
trovano solo tasti neri
scordando lo spartito
scritto a quattro mani.
Non c’è musica peggiore
del silezio di orecchie sorde
tra
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Tra minuscole zagare
appese alla notte,
lo scintillio di stelle
solivaghe nel cielo,
il canto del cuculo
alla luna che muore
dietro le colline
ricoperte dagli uliveti
ed il cuore spera
che presto il primo sole
rischiari e riscaldi
il frutto
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37666 poesie pubblicate in Creative Commons. In questa pagina dal n° 3241 al n° 3270.
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