 | Chiudi gli occhi,
si può essere altro senza essere altrove,
afferriamo il cielo senza scostarci
dalle ombre, seppur ci toccano.
Questi vetri sembreranno evanescenti,
e resteremo stretti a noi,
anche se slegati, ovunque da qui
o anche in questo
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 | Stemperate visioni di luna
nella turbolenza d’assorti pensieri.
S’inarcano
sullo spiraglio sensuoso
d’un balenio
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| Amo la luna,
ma aggiusto la terra,
trancio le catene
delle gabbie e dei cancelli,
lavo il mare e la sua faccia,
spengo il fuoco
che brucia il bosco,
pianto l’albero da frutto,
lo coltivo e lo amo
come amo la mia vita.
Costruisco versi di
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A nero lavoratore
più al sud è normale
spesso ti senti dire
da imprenditore vile!
Piaga terzo millennio
perpetuo patrocinio
ove sfruttamento
è pubblico dominio.
"Ti pago per quanto lavori!"
vieppiù salari irrisori
calpestanti dignità
dilagante
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Andavano una volta via i peggiori
dal Sud, magari mafia ad esportare
in America, e invece ora i migliori
abbandonano il
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 | Se pur fosse soltanto
un’effimera fioca luce
ad apparir d’incanto
tra pensier che adduce
a tristezza d’animo,
o fosse vano tentare
d’uno
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Note riflesse spartite col vento
toni infiniti accordati d’eterno
trascendentale
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Se ne va, lentamente
una bellissima primavera,
senza bimbi che la cercano
priva di mamme che la cantano,
l’aspettava tutta piena
incantata la mia valle.
Se ci sono i sorrisi,
non si vedono, e le canzoni,
si sentono rinchiuse,
L’acqua dalle
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Un giorno, chissà...
forse riconoscerai il tuo sorriso
quel sorriso scolpito tra le parole
con il colore dei tuoi occhi
due diamanti preziosi e ben nascosti
al riparo dalla Luna e protetti dal Sole.
Chissà... forse un giorno troverai la
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Avverto fluttuare nelle vene
inchiostro blu notte
cagionando confusione alla sorte,
realtà e fantasia fanno a botte!
È sempre una che vince
se averti qui serve illusione
- pathos - trascendentale poesia
fervida immaginazione!
Sarà mentecatta
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Serena la sera riposa,
colora di rosa i prati tutti,
io estroso cerco
di conquistare il tuo cuore
che se ne sta, solo,
a rincorrere tramonti
sul colle che sta davanti.
Prego in cuor mio le stelle,
che si affacciano
alle finestre del cielo,
poi,
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Di fronte ho il mare, il suo impeto,
quasi come la mia anima adesso,
abbagliata da indefiniti colori.
Guardo laggiù, una linea sottile
che confonde il grigio ed il blu,
tenue confine tra essere ed esistere.
Io e me stesso non siamo uguali,
come
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Volavano desideri
ieri sera sul tramonto,
erano quei fasci colorati,
che si scoglievano
là dove l’acqua,
dell’amato nostro lago,
tocca il cielo.
Io e te seduti, soli
sulla riva alberata,
ascoltando il fruscio
delle nuove foglie,
abbiamo colto
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Note ritmate dal vento
alitano sentimento
cascate di sogni
sorgente nei templi.
Impensabile utopia
ciò sentita mia
ai confini d’un mondo
ove giungo ardendo!
Tuoi occhi l’incanto
sugellanti momento
riflesso eterno
per quel che verrà.
Forse ti
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Ed io trascorro i giorni a me davanti,
col guardo mio rivolto verso il cielo,
che da tempo con nuvole infestanti
grandine sol porta, con vento e gelo.
Ma quando a notte tornano gli istanti,
che la luna nasconde col suo velo,
penso a coloro che, di
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"Warrior Princess"
così chiamata da papà
votato a salvar vite umane
pur se tua non riuscirà.
Vigile del fuoco sua missione
vocazione a patti col morire
dolor per lui vederti dipartir
più atroce che padre può subire!
Nasino t’accarezzava
così
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Era fiorita la valle tutta,
la campana chiamava,
era l’ora del vespro,
l’attesa per me era finita.
Sette lunghi giorni,
con i vestiti stracci,
solo i volti erano belli, il tuo,
incarnava la primavera
e questa aveva fatto fiorire
il mio giovane
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Uno stormo di storni
ondula il cielo,
mentr’io m’accingo
a socchiudere gli occhi,
un brivido lieve
m’avvolge la pelle,
un sentir nel cuore
la loro libertà:
è il palpito dell’infinito
che in un solo istante
tutto il mio essere
d’energia fa
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che oggi l’argine sia
lunga finestra che si sposta
questo continuo perno
tradisce giochi d’angoli
dentro l’aprile dalla
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Una mattina ci siam svegliati
misteriosamente catapultati
con sonno profondo
entro incubo del mondo!
"Coronavirus" l’invasore
spietato invisibile orrore
ci ha tolto libertà
finché non si sconfiggerà.
Contagiati in corsie d’ospedale
eroi camici
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 | Domani ascolterò il silenzio
nel suo quieto esistere
con un sentire nuovo.
- Mi sembrerà diverso -
Lo stringerò tra le mani
come un monile
dimenticato in un cassetto.
- Ricucirò il cammino di voci assenti -
Aspra e ostica,
dal sapore
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 | Mai scelsi fino in fondo questi o quelli,
delle mie facoltà volli esser fiero.
Confusa l’alternanza in cui sceglievo:
trovai del marcio in bianco, rosso e nero.
Distinguo, ebbi, riserve e a volte stasi,
cercando ancora errai, ma in buona
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| Era il pittore del futuro,
fermava su tele fresche
il bel paesello, Cerro.
dell’incantato bel paese
conosceva le sue contrade,
le chiesette e gli altarini
che abbellivano strade,
fontane e posti di ristoro.
Oggi, era finita la guerra,
domani,
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Fammelo decantar
- testimone il mare -
mia parte migliore
sussiste se esisti Tu.
E non vorrò più
che Te sul mio petto
poesia sul tetto
d’un
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Ti ho rivista dopo un anno
Sole d’agosto
Asfalto bollente
Finestrini Aperti
Capelli rossi al vento.
Mentre ti guardo,
s’inseguono i pensieri...
tra le curve del passato.
Poi il passato,
Mi sorpassa...
Ricordandomi chi sei...
Quanto male
che mi
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Oggi l’alba silenziosa
un luminoso giorno
dolcemente mi ha portato.
Parole di vento,
mi vengono da lontane vette
soleggiate e imbiancate,
mi hanno acceso
una forte voglia di vivere
che mi esplode
in queste ore
che mi sento, da solo
sperduto
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A osservatore disinteressato
sembrano tante donne tutte uguali,
così tante città, ché non ha amato
mai costui città e donne eccezionali.
Ha sguardo egli ben disimpegnato
per le bellezze, alquanto originali,
del suo interlocutore, sì impegnato
nel
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Artemide rischiara i boschi e le foreste,
quando a notte tutto dorme e tace,
quando le ombre sembran si funeste
seppur immobili e immerse nella pace.
I raggi d’una luna enorme fan luce
anche tra gli arbusti e le fitte foglie
in questo silenzio che
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Salivo di corsa sul colle
e là guardavo il piano,
la città si abbelliva
guardandomi, aspettandomi,
ne godeva il mio pensiero,
ristretto in un spazio, bello,
ma troppo stretto.
Mi facevano festa
alte le allodole nel cielo,
libero dalle bianche
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Stelle a farmi sognare
pur se più non ci sei
a colorar pagine vuote
d’istanti che sempre vorrei!
Nell’aria tuo profumo si miscela
all’essenza soave della primavera
sperando poterti ancora incontrare
e forse, chissà, riconquistare.
Luna stasera per
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