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Le 37797 poesie pubblicate in licenza Creative Commons
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Lenta l’alba
scioglie la luce,
e fugge la notte
dalla mia strada,
lo spirito mio
quasi si abbaglia
in quei luminosi ruscelli
che silenziosi scendono
e mi donano leggera
una gioia che sa di infinito,
scelgo di fermarmi
appena oltre la
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Si illuminano
i miei occhi
nella sera del suono,
della stella che si ferma,
in una stalla si sente
a Dio un canto,
torno povero io
e sono a casa mia
quella che vidi
e che credevo
mia per sempre,
ma chi mi prese per mano
in altre dimore mi
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Si riposa la luna
nella sua veste di madre
là sui miei campi arati,
aspetta la mia semina
e mi lascia dormire,
lungo è l’inverno
il cuore si fa freddo
e lei questo non vuole,
così mi chiama
una stella cometa
che mi dia la strada
dove posso
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Dicembre
sei un mese triste,
la tua paura mi contaggia,
mi deprime e mi annienta,
sì, forse domani
una campana mi darà:
un ricordo di passione
che finirà debolmente
in un buio sentiero,
la luce che ti veste
lungo strade e vie
nelle tue
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Entro senza far rumore
nel Tuo pensiero
o mio attento Dio
e mi sento di casa
simile ad un viandante
che ritorna alla sua meta
e mi riposo
e mi disseto
e mi alimento,
godo la Tua presenza,
fuori più guerre
che incontri di pace,
perché non ti
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Svolta
ancora una volta
lo spirito mio
è davanti alla cappella
del Cristo cadente,
non c’è un bastone
che lo sostenga,
né una pietra
con la ghiaia impastata,
a fare tappo,
tutto lì trema
mentre lo sguardo mio
vola là dove
infinite
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Nel mio pensiero
si è seduto Dio
e al mio fianco
non c’è tempesta
ma, è sempre festa,
la luce si è fatta nuova
e la strada
non è più lunga,
il riposo della notte
è sedersi al banchetto
con Lui e la Sua storia,
non serve più
la mia memoria
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Cerco Gesù
in un presepe disfatto
me lo trovo intatto
come quello chiamato
dai lontani profeti,
mi curvo e aspetto,
mi batte in petto
un’esplosione di gioia,
ero io l’atteso
mi ero difeso
sentendomi sporco,
una luce chiara e fonda
mi puliva e
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Rumoreggia nella notte
la paura di domani,
guardo le mie mani,
penso a mia madre.
Ho nel cuore l’amore
e le mani lanciano l’odio.
Padre del cielo,
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Scendevo dal colle
nelle sere di maggio
adagio il mio passo
lasciava che il cuore
ti parlasse ancor prima
di vederti, di toccarti.
Nella bellezza ero avolto,
componevo i versi
che tu aspettavi,
sospiravo nei tramonti
che mi erano maestri
loro
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Ho chiuso il mio amore
a naufragar
nelle tue parole,
la notte non scendeva
ed il tramonto
ballava con i capricci
del sole,
l’estate mi dava
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Era vuota la sera
nessuna preghiera
la nonna dormiva
il tramonto chiamava
i bimbi erano sordi
nemmeno una rondine
finiva un sogno
eterno era l’uomo
così sembrava
ma non era vero
dalla finestra un vagito
era nata un bimba
e tutto, tutto
si
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Il sole sorgeva
la luce saliva
i buoi al zovo
io bimbo alla semina
il papà a l’aratro
il fratello alla cavezza
non era un gioco
si seminava il pane
lo diceva papà
il biondo frumento
verrà dopo la neve
al sol leone
non potevo cantare
i
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Incanto è il giorno
fra i fiocchi bianchi,
l’anima mia
di nuovo si veste,
leggere stoffe azzurre
la riparano e sposano
chiaro un pensiero
che si forma candido
appena
ogni mia immagine
cerca un’oasi
per poter lì invitare
lo l’atteso Spirito
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Là a est
già fili di luce
lascia passare
la notte
incurante
delle stelle
che ancora là
passeggiano
piovono versi
nella mente
che
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Sommerso
Gocce d’erba,
profumo di menta:
tutto è sospeso,
io sono contenta.
Tutto è sommerso
nel dire
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Il corpo mio detesta
la poesia della notte fonda,
rottola nel letto disfatto,
mentre ancora
punge la voglia del sono.
Il tempo e la storia
stanno alla finestra,
con le spalle alla luna,
sussurano nutriti versi
ad un vate, che
disteso se ne
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Le strade abbracciano muti miagolii
e gli alberi immobili
stringono a sé parole non dette,
e, testimoni, osservano le ali
di angeli caduti,
angeli senza luce
che nascosti
-in segreto-
hanno, sì, una scintilla
da proteggere tra le mani
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Uomini
di ieri e di oggi
se ne vanno curvi
sotto il peso del vivere
cantano
trattenendo le lacrime
ridono
castigando il loro cuore
si sposano
e diventano padri
infrangono
le leggi dell’umana storia
che fa la guerra
mentre insegna la
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C’è un libro,
un libro piccolo,
che ride su uno scaffale.
C’è una stella,
una piccola, dietro alla luce
di un lampione pieno di vento,
-cielo spento-.
C’è una voce, che non parla,
si nasconde dietro agli occhi
della sera, dietro ai suoi scuri
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Su questa nostra terra
madre di tutti gli uomini,
tutti cercatori
di una pace futura,
ma sempre pronti
a fare una guerra.
Stagioni madri
di popoli guerrieri
tormentate da conflitti
sempri più devastanti,
a loro non resta
che sognare un
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Una chioccia di pulcini
tutti piccoli con una madre
là sul verde prato
crescono sotto sguadi sicuri
protetti da ali di chi
la vita le ha donato,
ma appena la stagione
quella che tutto matura,
sia la madre che i figli
sono uguali e molto
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Quando le sere
si inchinano ai tramonti
e le stelle di corsa
aprono le finstre
il cuore mio
cerca lassù il suo Dio,
una preghiera
sconosciuta ma sincera
balbetta la mia lingua,
la brezza si siede
appena davanti a me,
io mi aspetto Lui,
ma poi
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Semino le paure
dello spirito mio
e nasacono gigli
nei burroni della storia,
non ho memoria
di un sogno così,
si abbassa una stella
mi sembra un aiuto
che la Crezione tutta
vuole darmi.
Mi aspetta l’alba
con una nuova luce,
e lo spirito
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Sulla piazza del tempo
ho cantato
alla storia dell’uomo
che casa non aveva,
aveva sì
un cielo stellato
una mente per pensare
un corpo per amare,
sempre nuove albe
e invitanti tramonti,
ma non aveva un padre
che da lassù lo ascoltasse
e, nel
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E’ l’ora del sonno
e in me nasce
una sorgente
che vuol farsi
una fontana di luce,
e cerca stelle
e cerca vento
poi cerca la storia
questa gli regala
una luce sconosciuta
nata sulle sconfitte
che hanno sostituito:
brutture con bellezze,
e
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No la luna no,
ma i tuoi baci sì,
rubali, svestili
e rinvesteli
ma dammeli,
non contarli
stendeli fane un fascio
e spalmali lentamente
sul mio
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La luna si siede
e parla con me
mi chiede di Dio
io gli rispondo,
ma tu sei più vicina
parlami tu di Lui:
"Ma io poco lo consco
parla solo
con chi ha il cuore,
ed io un cuore non l’ho,
vorrei tanto averlo."
All’ora io gli rispondo:
"Dio è
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Perché il mare è madre e padre.
Perché la donna danza
sussurrando con la voce arcaica
del cielo quando cadde sulla terra,
i bisbigli degli angeli dalle ali bruciate,
le parole appena scandite delle fate dimenticate,
le sillabe appena pronunciate
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Adoro le stelle
nelle notti di luna
rasento il ruscello
che non vedo
ma sento il suo sì,
lo faccio mio, mentre
abbraccio la tua vita,
sei tutta un dono,
silenzioso il tuo cuore,
mi tiene stretto,
l’incanto della notte
mi annienta
in un mare
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