Gronda la luse su le strade,
fiorisse rosàre de lanpadine,
se ilumina i oci, se piega i zenoci,
rumando nel cor par catar l’orassion
e coesta coa’n la ven, l’è confusa,
no’ l’è ciàra o picolo Gesù,
che te ne goardi, che te ne ‘scolti.
Fin a ieri,
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| Vi è nominato sempre un sostituto
e a volte un altro aggiunto,
ma il primo che sta a far se tutto è fermo?
Processo, qui ci vuol, vero processo
che faccia funzionar giustizia vera!...
”Fesso chi legge!” è scritto su di un muro,
ma legge è
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| Il tempo che passa
crea ombre e tenebre,
la mente mia vive nell’oscuro
che il sole non ha bruciato.
Con le mie forze
cercando la luce,
evito i troni cadenti,
mi siedo e aspetto
che passi la storia
e che questa approvi
tutte le mie
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| Natale,
festa del denaro
nel giorno che il Re
è nato povero,
in una capanna.
Sento la mia vita
che mi condanna,
ma io grido, tutto l’amore
che ho per l’uomo,
anche se ho le mani colme:
di dolci, di giochi.
Una cappa di luce
vedo e sento
che
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| Sminuzzate nelle trepidazioni delle suppliche
fatalità e urgenze schizzano velocemente.
Pagine
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| Seguo il tuo respiro
amo il profumo che hai
misuro i tuoi passi
sono nella tua ombra.
Ti voglio, aspetto solo
che ti volti e ti fermi,
ho con me le luci
tutte quelle della città
e la notte è sparita,
siamo già nell’alba,
l’alba di un nuovo
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| Una voce, a volte in punto di domanda
o un motto o suono a tutti ben distinto
mia snaturata chiocciola confonde
lasciandomi nel vago a tale inciampo.
Spesso succede e duro il chiarimento
con sforzo chiedo: “prego?” a chi mi arringa
ma in far
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| Sovente, andando avanti con l’età,
d’esercitar potere di attrazione
sentiamo un poco più necessità,
per rimanere ancora nell’agone
della vita, che presto se ne andrà
verso qualche mortifera regione,
che ormai tanti regali non ci fa,
che sembra
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| Natale. Quanta dolcezza
quand’ero io bambino,
con Giuseppe e con Maria
ed il biondo Bambinello.
C’era pure il mite bue
con il povero asinello
a riscaldar la grotta
per il troppo freddo e gelo.
Dall’alto poi scendeva
una radiosa
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| Vedo la luna
e più forte mi batte il cuore,
conto le stelle,
si accende la mia mente,
ascolto la campana,
mi passa Dio nel pensiero,
vedo una madre,
mi trovo figlio
di una terra che mi accoglie,
suono una musica,
le stagioni la cantano,
cambia
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| Da solo sul colle ti aspetto,
non cerco la luna,
né conto le stelle,
voglio le tue parole,
calde e sussurrate
come la fiamma dell’amore.
Ieri non ti ho vista
e domani chissà?
Se torni su questa
nostra bellissima strada.
Accendo un
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| Ti aspettavo e tu non c’eri,
il tramonto era fuoco,
il mio cuore per poco
non bruciava ed io morivo,
ma ora vivo e volo
verso te che sali
tutta rossa e profumata,
non perdiamo un solo attimo
che il tramonto vuol donarci.
Poi le stelle lo sanno
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| Il Paese
lacero e morente
questa sorte
non comprende.
L’umana viltà
irrompe
mischiando
il passato efferato
all’odierno esecrato.
Riformista o conformista
ignari serventi incapaci
annotati in un’unica lista.
Dietro le quinte
è il Potere.
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| De note me piàse goardar,
la luna ciàra del fredo genar,
éla la gode lassù tuta bela,
de vardàme le mane ‘n scasèla,
i’è frede ‘ngiassè coi diaoléti,
solita rògna de i poaréti!
E, no’ l’è fenìa, ghè le bugànse,
le ga ‘l colore de le marànse,
come
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| A vent’anni
avevano già due figli,
a trenta
erano vecchie madri,
di famiglie numerose,
a quaranta
mamme nuove e nonne
nella stessa stagione.
I primi figli, con onore
appartenevano al re:
soldati, minatori, marinai,
ignorando le paure
delle
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Bimba riposa serena
tra bianche lenzuola
il capo posa appena
s’un cuscino viola...
...nuvole candide vanno
nell’azzurro del cielo
cambiano forma e stanno
appese ad uno stelo...
...petali rossi cadon giù
su monti di glassa e panna
su laghetti
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Rubo il profumo
alle rose di maggio,
assaggio il cibo
delle amiche fate,
mi stendo sul prato,
falciato è il fieno,
bianche le nuvole
si rincorrono lassù,
quaggiù io le vedo,
le amo, ma spariscono.
I fringuelli giocano
sui salici
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In silenzio tutto s’ascolta
tutto s’ode in gran segreto
basta restar zitto e muto
e le parole di volta in volta
t’entrano dentro silenziose
senza
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Alta è la notte
lassù nella neve
aspetta la luna
carica di sogni per me
io sono qui
e vedo lei
che sale da laggiù
veloce la sua luce
mi cerca e l’aspetto
ai piedi di un sogno
mi sembra essere
in una culla
fatta per noi
dall’infinito
un
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| Quando il ricordo
s’imbatte nella nostalgia
sembra spegnersi
ma torna sempre
al punto
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| Guarda al mattino l’aurora
quando rischiara già il cielo,
poi che è caduto ogni velo
del buiore della notte.
Osserva il sole che avanza
nel suo cielo indisturbato,
ma non restare turbato
dal bianco suo splendore.
Mira il vermiglio tramonto
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| Copertoni e fusti
la vampa
è rovente.
Sporco ed acre
è il fumo
nelle strade infuocate.
Morirò
da
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| Nelle lunghe sere
dell’inverno di guerra,
quella madre curva
non aveva più lacrime.
Un figlio, due figli, tre figli
e nessuna lettera,
nemmeno una notizia
rubati i sogni
al loro posto
le ultime lacrime
della madre abbandonata.
Là nella sperduta
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| Come l’azzurro del cielo
sono i miei sogni,
simili ad un mare calmo
che non riesco a viverlo,
ma niente c’è di più grande
nelle mia vita, di sognare
e nel mio sogno ci sei tu:
donna dai mille volti.
La montagna bianca e pulita,
mi porta il tuo
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Vive nascosto
da occhi indiscreti
in un posto
ove i suoi segreti
nessuno mai
riuscirà a svelare
giacché sol guai
potrebbe passare
stargli lontano
conviene a tutti
il tipo è strano
non scende a patti
di poche parole
e di brevi cenni
sa quel
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| In chiesa ancora entrare, a far che cosa?
Son riti triti, miti ormai sfatati.
forme apparenze. icone sorpassate.
Sommo rispetto a nostra ed altre fedi,
ma più saper ad uomo mai s’è dato
né a deperir di vita che consegue.
Gioiosi santi celestiali
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| Non dovrebbe buttare mai niente,
lo scrittore, dei suoi vecchi appunti,
per poi essere sempre presente
al passato in cui cerca gli spunti
per rivivere qualche frangente
della sua gioventù, quando i punti
mai metteva a vicende, e da mente
i suoi
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Le pesanti palpebre socchiuse
fan passare a stento la luce,
poi il buio colma ogni cosa:
la piccola morte ove conduce?
Nella via di mezzo, confuse
son le idee tra nebbie e foschie,
i rimorsi si fan incubi, è rosa
lo sfondo incantato delle
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Sonàa le canpane
su i prè fiorìi,
’l sol el paréa
fermo là sora ‘l monte,
mi e ti soli soléti
faséimo piena la belessa
ne la festa del’april.
Le nostre parole,
donè al vento,
le bele caresse,
i éra robè dai profumi,
’nvesse i sì,
i éra par mi
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Sarà la sera
che si fa lunga,
oppure la notte
che tarda ancora,
ma i tuoi occhi
sempre più belli,
mi danno già
l’alba di domani.
E le stelle
si fan vallette,
mentre le ore
mi sono attimi,
e la luna
è una carrozza
con le finestre
bene
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