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Le 37754 poesie pubblicate in licenza Creative Commons
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Con rispetto ti mostro il mio dito,
quello medio,
con rispetto verso me stesso
rigurgito il tuo disprezzo
da poco prezzo,
accarezzo il gesto vellutato
dell’abbraccio sintetizzato
in un inverno viscido che
tende le sue braccia verso me,
con
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Il mare mi chiama
con la sua voce d'onda.
E mi ricorda la la mia vita
a volte calma,
altre volte in tempesta.
Io sono l’onda che si infrange
su uno scoglio
o che si distende
lungo la battigia.
Io sono l’onda
che si abbraccia alla
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Anna62 |
18/11/2012 18:38 | 1843 |
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Arrivare
oltre gli abissi
della disperazione
quando muta è la terra
e vuoto il mare
Perdersi
nel gelo chiuso
di arido deserto
senza più
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Non sempre la notte mette paura,
riempie gli spazi vuoti
che Il giorno produce:
si spegne la luce
e si accendono I cuori
sotto le coperte intrecciate
da solitari sentimenti.
Non sempre la notte da i brividi,
calmo, mi accingo
a sentirmi dentro il
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Dopo invettata
su per la vezzeggiativa altitudine
reatina – e la vetta un’arola in loco
per annullarsi in vuoti di potenza
ricordanze di demenza – m’accorgo:
ho scelto l’essere
Per noi nella mosca che viene
e m’accusa dettando con gli
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Oltre le pareti
la fine del canto
si dilegua
nell'ascolto di armonie intatte,
la fusione
dei desideri male camuffati.
La memoria in fuga
lungo questi tasti
si sofferma sulla nota sbagliata
avvolgendone il dolore.
Ad un passo
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Sui viaggi del pensiero
salgo con il mio peso
aggrappandomi alla storia
con un Dio che scopro nuovo.
Lento per la strada
mi affaccio fin dove posso
poi devo dirmi
il tutto è dentro di me.
Non ho più mia madre
genuina nella sua
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Aver sempre la gola umida
di sogni e speranze
Dell'amore abbeverarsi
nel dare- avere primigenio,
amniotico liquido per un'esistenza piena
Trovar voglia quotidiana
di brindare all'alba nuova
Sorseggiare vitali motivi
è il vero senso
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Vivere per amare
o solo respirare
vagare nelle nebbie dell’esistenza
nel fumo di una incertezza reciproca.
Vivere
o forse morire
camminando verso
un destino
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| L’arto scivola lento
in un unico vortice
tra i liquidi naturali
e il pensiero che corre
cavalcando la fantasia forgiata
di un luogo non più velato
nella folle ricerca della realtà
Vivo, la gioia di valli umide
tra calde umane
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| Dal freddo dei saluti mi riparo
con una sottoveste di carezze
Le facce lunghe fuori il finestrino
colorano
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| E poi cosa?
Cosa resta delle nostre fughe?
Se non piaghe carnali sparate al cielo
e tremule sbornie di sole in qualche orgia felice
L'avulso dei corpi,
infiammate sporgenze d'ignoto,
gementi d'impudichi sollazzi!
Gioia recondita al
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EnzoL |
17/11/2012 14:54 | 5233 |
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| Inchinandomi
al volere della vita
abbasso il viso.
Avrei voluto
fermare il tempo,
il nostro tempo
quando
i fremiti del tuo corpo
si tramutavano
in lamenti sensuali
e sentivo il fuoco che ardeva
dentro te.
Calde emozioni
che scivolano
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| l'essenziale
in caduta libera
prima che tocchi terra
ci siamo: la domanda è sempre quella
da dove - perché
io tifo per il canguro
la grossa coda su cui flette le ginocchia
avanti - sul crinale delle dune
un balzo due balzi
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Nell'incoscienza del silenzio ho perso il controllo delle labbra
mutilata dai gesti dell'animo
in un tempo senza nome sono chiusa
La voglia di Te ha sfregiato il mio corpo
ancora tiepido è il tocco delle tue mani
scivola addosso come
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| DOMANDA
Ha senso la vita?
PRIMO INTERLOCUTORE
Sì, la vita ha senso,
altrimenti che senso avrebbe?
SECONDO INTERLOCUTORE
No, la vita di per sé non ha senso,
sei tu che puoi dar senso alla vita!
CONCLUSIONE
La vita mi fa un
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Lungo il fiume della vita
ritorto in un intricato
filo di Arianna
Mi lascio travolgere
Da refolo di vento
Che attraverso
stagnante fanghiglia
che l’aria opprime
mi conduce nell’alto
di un cielo libero da affanni
dove nell’ascoltare
il
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Ho pigiato tasti nelle pagine del sentire
per incantar cercate immagini vedenti,
nulla ho lasciato nel viaggio al divenire
e ho menzionato l’esistere al vincente.
Ho intinto con la penna il fiorire,
fiordi a colorar di bianco splendente,
tanto ho
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| Sei volata via
dalle mie mani
socchiuse
come un gabbiano
spinto dal vento
che sferza l'oceano.
E non ho fatto
niente
per trattenerti.
Sei andata via
ed ho pianto
in silenzio.
Ora
sono in balia
delle onde.
Cerco
disperatamente
di
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| Gli amori di frassino e velluto
solo soffici e leggeri come sfoglie leggere
di patatine salate.
Questi amori stanno sui tramonti
sugli arcobaleni
stanno sui confini di oceani piatti
dove saltano le balene.
Gli amori di frassino e velluto
non
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Tra crogioli di amarezza
l’uomo sfidò la fabbrica
consueti valichi.
Scoccò contesa
lavor dolente
nel niente del soggiorno.
Gridò sirena
aumenti occultando
nel morente orgoglio
e rimpianti cantare
l’ ostile
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Accarezzare nuvole di passaggio
l’aria respirare con obliate parole
le cicale ad accompagnare sono musiche
su strade impolverate dal destino.
In affaccio contemplare l’orizzonte
il sole a calare dietro le montagne
una brezza a scendere per la
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Quante lacrime si versano sulle amarezze,
e quante parole ti escono di getto e non fatichi mai a cercarle.
Ti travolgono
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Canto l'amor ch'oltrepassa i confini
degli anfratti inesplorati del mare
canto l'amore che nasce con l'alba
e s'inabissa nell'ombra di notte.
Allora vieni a me mia rosa aulente
a paludar di nettare il mio viso
ch'abbacinato dal sol dei tuoi
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Cercami
tra i tuoi odierni pensieri
ed anche in quelli di ieri
Tra le nuvole multicolori
di un infuocato tramonto
o negli occhi di chi ora ti è accanto
Cercami in un sogno
o nei cerchi fatti da un sasso
gettato nell'acqua di uno
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| In questo spazio immenso,
vuoti incolmabili
e attese vane.
Anime sospese,
cuori che dirigono mani
a cercare un profilo amico.
In questo sterminato spazio
siamo tanti destini che si cercano
E, a volte, accade di incontrarsi,
ma più spesso
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Anna62 |
16/11/2012 01:38 | 1402 |
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Immobile, delicata, come statuina di
porcellana in teca di cristallo, si sposta
sinuosa sulle ali del pensiero, in spazi
remoti e mai cancellati.
Memore di gioie e dolori risale il dorsale
del cuore, per rincorrere quello che un
tempo chiamava
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dubito d'esser vivo
depongo armi giornalmente
lotta impari con la
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Non conosco
le sillabe del tuo nome.
Mi perseguita
cancellando ogni altra bellezza.
Cosè mai il passato
per noi gocciole
in caduta
verso un oceano?
Neppur la rabbia del temporale
travolge questa visione.
Il risveglio
oltre
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Due cravatte
vissero nel mondo infranto
come fosse un cappio al collo
perché la gente non chiude gli occhi
anzi, li apre ancor più
e giudica amaramente.
E negare l’evidenza
non possono far altro
quanto bella sarebbe
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