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Le 37734 poesie pubblicate in licenza Creative Commons
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Abbraccio forte i sogni
la notte, quando ho paura
e tremo tutte le volte che osservo
quella scia sbiadita di colori
lasciata dal tempo
corrode assai in fretta la gente, le città
e tanti, tanti son lì ad innamorarsi
e tanti, tanti
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| Travalica soffi di vento, scolora rancore,
non crucciarti dei rossi tramonti persi,
delle aurore vermiglie rimaste impigliate tra
insidie disseminate nel tempo.
Deponi l’ascia di silice, lascia che la luna illumini
i volti, leviga rughe di screzi
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| Si diradano le ombre
mentre avanza la tua luce
è la luce del desiderio
che si veste del tuo corpo.
Io a te mi accosto riverente
come un'ape dentro al fiore,
mi nutro e trovo gioia
di te faccio il mio tesoro.
Nessuno mi può
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| Sguardo perduto all'orizzonte e lento il passo
l’antico sentiero
la mente percorre -al riparo di voci-
a chetare l’inganno
Ma umani spasmi
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In memore risalto, s’elogia il maestoso ingegno
lei, maestra di filosofico, magistrale linguaggio
nello spazio matematico del calcolo saggio
emersa tra le poche donne ad esserne degna.
Insigne pensiero di straordinaria saggezza
donna virtuosa,
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| Si smorza gradualmente
finanche l'ultima fiammata
che ardeva con passione
nel vulcano della fantasia,
domina buio tutt'intorno
ove c'era un bel sentiero.
Con ostinazione scandaglio
il mare della realtà,
più non scorgo
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| Sei comune
prendine atto.
Sei anche unico
ma già lo sai.
Sarai sempre
d'ognuno un po'
ma in pieno
nessuno mai.
La tua storia
non è novità,
la tua sfida
l'han vinta già!
E' comune il tuo volto
nelle sue
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Accadde che la vita cambiò strada
e c’era da attraversare l’oceano,
prima dell’apocalisse tanto annunciata,
prima dell’inverno che gela le mani,
nessuno capì quale fosse il futuro,
se ci sarebbe stato ancora domani,
adesso bisognava
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Come è bello stasera
il sole al suo tramonto.
Oltre le alte cime dove
si va a celare.
Il giorno ormai è finito
la luna già risplende su
quel cielo infinito che
s'ammanta di stelle.
Ma tu più non ci sei,
sei
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E tutto così strano
il bambino che piange
i cani che abbaiano
e quell'ultimo
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E se morrò
vorrei conoscere il mondo
al contrario,
guarderò l'irruenza del mare
che non imbraccerà più la forza
per conquistare la sponda,
ma lo farà nel dolce adagiarsi.
Ascolterò il clangore del vento
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Caldi sono i raggi
lungo la spiaggia
laddove sento il sollievo profondo
lambire blandamente la pelle
quanto una raffica di vento impalpabile
vestita della bella stagione
immergo le ali della chimera
mi tuffo in questo mare
dove arguisco l’amore
e
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Ansimante,
lieve come alito di moribondo
tremante, d'esito incerto.
Girovago vagone
vacante in binari d'argilla umida,
invertebrata come schiuma marina
ch'erode gommoni scheggiati di vana speranza.
Sogni e fantasie,
farfalle d'uomo
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| Rattrista
la polvere sul davanzale,
nessuna voce
s’affaccia al giorno,
la valigia è una menzogna,
e le
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Polvere asmatica sulle orme del destino
fantasmi i dannati al vento
nessuna meta su sabbie roventi
disorientati vagano su perdenti orizzonti
Solo gambe squarciate
tra granelli come lame di coltelli
e vento che sfreccia su visi palladi
son
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Sogni creati per bere
note di fresche
e limpide armonie.
Il pensiero che,
s'abbandona fiducioso
ad un trasporto inatteso
di note distratte
e di lune perlacee.
Giochi d'acque briose
che traslucide picchiettano
ai vetri freddi della
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Vola la mente
e vaga nello spazio più infinito
come gabbiano dall'aria sospinto;
leggero, un carezzevole fruscio
fa delle foglie lieve sinfonia,
mentre solista, stridulo concerto,
una cicala intesse... non veduta
e ravvivando l’assonnata
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Vuoto vado vagando
senza uccelli è il cielo
solo nuvole nere
mi accompagnano.
La luce manca e mi manca.
Quanto pesano le mie scarpe
pesano come i pensieri
che si sovrastano
dall'alba al tramonto
e in me non riposano.
La stessa
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Come te, che mi passi davanti,
mentre bevo un tamarindo,
sbattendo di qua e di là il taffettà della tua
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Era la voce del mare che
parlava al mio cuore, era
il soffio del vento che
portava carezze di pelle.
Erano i colori d'estate che
parlavano di fiabe, illustrate
col rosso magenta.
Mentre girava impazzita la
banderuola del tempo, e il
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'N 'omme
â femmena soja
dicette
Je senza 'e Te
nun pozzo
campà cchiù
Tu sì
'a meglia cosa
ch'aggio avuto
da che nascette
fin'a mmò
Po'
me songo evoluto
cu' 'o penziero
'e
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Ancor non comprendo
misterioso amor che ti arde dentro...
vibra e danza
il tuo docile cuor
a distanza lo sento
cade, si rialza
tra incertezze e speranza
urla incompreso
sentimento puro
a testa alta non s'arrende
mai irruento
fragile
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La chimica, la fisica, le scienze
spesso un cavallo scomodo cavalcano,
poco paziente con le deficienze
di chi all’equitazione non è avvezzo.
Eppure basterebbe un po’ cambiare
quell’arido linguaggio sussiegoso,
rendendolo a poesia più
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Senza fretta passa il giorno
e silenziosa si fa avanti
l'ora tanto attesa,
l'ora del mio amore
come un figlio che nutro
così è il momento che aspetto,
quante frasi ho preparato,
tutto ora mi esplode.
A porta chiusa già
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| Anima e corpo, bene e male, scorrere, ricercare
sul crinale di salite erte e spigolose, scoscese
discese che s’alternano a forme di vissuto, non
condiviso.
Dualità ancorata sofferta, in ciò che emerge, in
ciò che il senso
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| Mi chiede un giovanissimo mio amico
un consiglio su come aver successo
a scrivere poesie, ed io gli dico:
“Devi portarti
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Una emozione a filtrare senza voce,
il veder baciarsi anime franche,
abbracciarsi teneramente... finanche
con lacrime sincere a scendere in sottovoce.
Un sorriso s’erge in accompagno
l’essere partecipe di così bella visione
un’isola felice,
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Vorrei, se fossi, allora forse.
Talora mi domando
indisposta verso il mondo
se io non sia solo
un groviglio di pretese
con offese ricambiate
dalla vita un po' più equa.
Sono l'uno e non l'altro
nell'insieme d'un corpo
insulto
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dò i miei "occhi" a quel che passa
in questo scorcio di tempo che mi resta
d’intenerimento
la stessa
luce la losanga
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| Sì
no
forse
sono in pausa e/o in ferie
c’è differenza e sostanziale
lo abbiamo deciso
di comune accordo
è stato facile
Io camminerò sulla muraglia
in solitudine
Tu farai lo stesso
partirai da est presso il Mar
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