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♦ Anna Grazia Di Martino | |
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Le 37729 poesie pubblicate in licenza Creative Commons
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La mancia ai malcapitati,
centesimi per il caffè
delle aurore che non hanno
notte.
La mancia ai ciechi,
spiccioli di rame
per la speranza,
indulgenza presto fatta
al mercato delle nuove virtù.
L’udito vorrebbe scorgere il
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E, con le briglie sciolte, oggi mi sento
cavallo un po' bizzarro, ma pur vero,
libero galoppo nei verdi prati
in sintonia con alberi e farfalle.
Piace spaziar nell'etere infinito,
dove pace e silenzio alberga ognora,
e poi seguire il fil d'un
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Il tempo aveva consumato la carta,
ingiallito il contrasto tra il bianco e nero,
cancellato rilevanti maliziosi dettagli
di un’antiquata fotografia d’autore,
ma non la toccante testimonianza
di un profondo affetto.
Ammirando la
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Lascia che il tempo trascorra insinuandosi
tra le nostre dita, lascia che il vento trasporti
dolci melodie in porti sicuri, cullate dal nero
vellutato dei tuoi occhi scuri.
Lascia che i pensieri come lunghe braccia
arrivino a toccare il cielo, ad
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Un soffio di vento, un alito,
su increspate onde scivola uno stanco volto,
tremanti dita hanno invano atteso nelle ore
quel refolo di brezza a liberare fragile corpo
col pensiero nei silenzi a rimuovere il rivolto
posto sui binari d’una immobile
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Nell'intimo morir dei sensi
travolto da misera passione
mi lascio acerbo cogliere sul fatto.
Immaginai il tuo corpo divenir colore
e poi profumo, distratta sensazione.
Dipinsi l'attimo su invisibil tela
ma ricordai l'istante,
un soffio al
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Servir copiosa
la pioggia infiamma
rimorsi della ragione
che ansiosa non riposa
Scusar il tempo
di soffrire
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La notte ama ciò
che può seppellire
ingoia tutto quello
che le ricorda il giorno
per non lasciarne traccia intorno
Ora vaga randagia con me
in luoghi abbandonati
fatti di momenti perduti
lì dove gli occhi dei miei
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Sabyr |
25/11/2015 08:59 | 2113 |
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Dimmi
sei più tornata sulla Futa
a guardare la rondine festosa
in un paesaggio antico a primavera?
E ancora in cuor ti scende il panorama
di mugellana terra verdeggiante
nel ricordo dei Medici passati,
Piero e Lorenzo in quel di
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| E quando pensavo alle conchiglie sull’albero,
la luna che d’argento accoglieva i rami,
perché i corvi mangiavano le voci.
E quando pensavo alle gazze ladre senza ali
spose dei falchi, promesse di prati gialli,
di girasoli bruciati.
E
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| Disperso abbiamo tanti pezzettini
di noi nel mondo, quando vagavamo
inconsapevolmente verso fini
che certamente non prevedevamo.
Ed hanno le persone solo una
immagine di noi, particolare,
quella di quei momenti in cui qualcuna
delle nostre
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| vola nel sangue della parola
l’anima gemmante
un’alba
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Non più passeggiar tra luci
riflesse in occhi sereni
o danzar tra folle felici
nelle bettole o nelle balere,
è tempo di cupa paura
e d’ali socchiuse al vento,
desolati viali d’alberi nudi
e lumini accesi nella notte.
Ogni lucignolo
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S'ode nell'aria l’intimo pensiero
che tutti ci accomuna; laceranti
ed eterni i mesti colpi dei Mori,
quanto i freddi schiaffi all'umanità
rimasti tra i resti di uno specchio.
Quello sfregio nel cielo m'abbaglia
come stilla apparir
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Eviterò
il calante assenso
ai margini del silenzio...
Graffito nel sentimento
orbito nel dissenso
dentro l'amorfo gelo
e residui di veleno
nell'infinito eco
risuona amaramente
nessuno lo ascolta
lasciandomi annegare.
Rimango in
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| Pace n’do stai, fatte vede
ce sta n’casino in giro
che nun ce se crede.
N’do stamo annà?
In tram, in bus e n’metro,
co sto timore
che come na mignatta
te s’attacca dietro.
Tu cerchi da reagì,
de sdrammatizzà,
ma
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| Su di te si sdraiano
tutti i miei pensieri
che formano
un verde cespuglio
di nuovi boccioli
lentamente si apriranno
uno dopo
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Non smettere di brillare stella di pane
saziami dello splendore d’una lanterna
che fa luce sull’odio delle tenebre
le mie, le tue, le nostre
furono le nostre spine
dove ci adagiammo martiri
vestali d’un amore nutrito
da cuori trafitti su are
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Cinguettano festanti
nella foresta ombrosa
ove la luce filtra
tra verdeggianti foglie.
Fringuelli ed usignoli
rincorronsi tra loro
per poi fare ritorno
nei loro nidi ascosi.
Ed è un viavai continuo
di bruchi e cavallette
e tant'altri
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Le mani ferme alla pancia tremante,
ansimi di vita che carpiscono
al tempo qualche parola
di troppo sul futuro.
Baluginio stravagante di prismi e colori,
l'amore,
che al fioco fuoco della vita
porta calore.
Strade che portano alle città
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Ho lasciato la terra del sole
e l'acqua ha il sapore del cielo,
il sorriso è quello dell'universo
ho domato il mio spirito
adattandolo alla sua anima,
con lei mi sono sentito
un bocciolo che si apre
ad ogni sua stagione
lei,
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Un concetto vagabondo si è perso nell’aria
voleva dire e non dire – si è smarrito...
le biscrome nel cassetto
sconfitte dalla ruggine non cantano più
ma le storie dimenticate aleggiano silenti
in quel mistero di buio
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Con braccia di nebbia e plutonio
tu li levasti come l'ombra:
la casa inghiottita dal buio,
fu fame che spoglia e s'avventa...
Nel calmo rollio delle
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Silenzio assordante
le labbra tue san solo pronunciar.
Voce afona dal cuor tuo non sento
indifferenza è ciò che resta di vana promessa.
Devastata dalla tempesta
di giorni muti
come albero abbattuto dal vento
mi arrendo
né motivo né colpa
a
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La nebbia fumosa tutto avvolge e spegne,
sale umida infradicendo strutture scricchiolanti,
invade questa stanza e mi fà sentir sperduto.
La nebbia, scheletrisce gli alberi spogliati
all'improvviso illuminati da auto- a- fari gialli
dei
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Menti perverse recidono boccioli di rose
Estirpandole dal giardino del Signore,
Nefasti si nascondono nell’ ombra cercando di
Trovare angeli da sconsacrare, togliendo loro
Innocenza, ingenuità, trasparenza,
Purezza, ferite gratuite inferte nel
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Quel pennino dal fin tracciato
scrivea d'amor a vuoto
con due punti e l'interrogazione
fu entusiasmo o legittima passione?
Così mi par l'amore
descritto sul selciato
imbevuto nell'inchiostro
di quell'attimo creato.
L'esclamativo
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Respiro di nostalgico dolore
arranca nell’etere
a catturare domestico calore
Piangono le stelle aggrappate alla notte
inneggiando preghiera in un tempo distante
che fidando la vita a destino crudele
inflitto ha la morte ad anime
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Non importa
di quanto la tempesta
facile inghiotte
speranze
Non importa
di quanto il ponte
inganna
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Non mi abbandona mai
quel pacato dolore, quel
sottile rimpianto, per un
amore perduto.
Non mi lasciano i ricordi
dei giorni felici, di quelli
amari, dei giorni di lunghe
attese.
Era la vita che bussava al
mio cuore e all’anima, che
mi dava
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