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Le 230 poesie che partecipano al concorso "Violenza sulle donne" |
Violenza sulle donne (dal 01/10/2014 al 30/11/2014) |
Partecipano 2 poesie per ciascun autore |
 | Non conta più le volte
che ha provato a liberarsi
da quel legame maledetto.
Ma in lontananza,
lei, sente sempre il richiamo
del suo lupo, che ulula
come un dannato
cercando la sua preda,
e coi lividi nell’anima,
leccandosi le
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Cadono piccole gocce di rugiada
son nutrimento per il tuo fiore
o almeno è quel che pensiamo di vedere
senza capire l’altra faccia del dolore
cadiamo spesso in quest’errore
poiché volgiamo altrove lo sguardo
e poi come sempre in
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 | Da quella mela
al sole di Therak
raccatti amaramente
la tua pena
e l’uomo che continua la raccolta
si attarda ancora
e ancora a lacerare
la pelle
e la tua voglia di lottare.
E sulla pista ardente
della vita
si apre puntualmente
la
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E fuori il vento
incarna la bufera
e dentro il cuore afflitto
si dispera
e tu che sei
la rosa del mattino
ti accorgi
dentro e fuori
che l’oltraggio
si avvale della forza
e il tuo coraggio
non chiama
e non si affanna
per sedare il
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Eclissi
contorno familiare
al dondolio
si inasprisce
il legame d’amore
sullo scaglio di nervi
rose ferite
nel lancio di un sasso
strapparsi il cielo distante
trovare la dignità
nell’ astro brillante
sfumare
il mare di
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Ha un animo spietato
chi tenta di recidere quel fiore,
che spande ovunque germoglia,
il suo effluvio d’amore.
Eppure tu uomo lo fai,
perseverando diabolicamente,
calpesti, violenti, uccidi,
nella maniera più atroce ed incosciente.
Sarà troppo
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Credevi fosse un battito d’ali
un respiro di tempo appena nato
quel poco d’amore in cui confidare
luce
fiaccola
stella salvatrice
vestita a festa per la tua nuova vita
hai camminato risoluta
sopra petali di speranza e futuro.
Ora indossi
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Non sono un clown
solo una donna
oggi cerco di sorridere
anzi di sorriderti
ma il male e la ferocia
impediscono l'assurdo
vedo solo porte dipinte di nero fumo
pietre che rotolano sospinte da calci
immagini forti
parole sconnesse e
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Bevo lacrime amare
mentre la rabbia mi acceca
sento perfino il dolore
stretto dentro quel petto
che sanguina ricordi.
E odio quell'acqua
che si perde tra le gote
lesinando una realtà diversa
senza menzogneri sorrisi
che rapiscono
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Raggi d'aurora aspettando
lenta è la gelida notte
ad assorbire segni e lividi
da percosse che uccidono il domani
Vuoto è il buio dell'esistenza
allo stralunato volto insonne
che tra guanciali del dolore
negli abissi di Morfeo
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Come fitta nebbia s’addensano
nella fredda aria della notte i fumi dei botti.
Salutano il nuovo mondo
con l’inconfondibile profumo di zolfo.
Allegri scoppi ed echi ovattati delle voci
festanti coprono inconsapevoli la disperata supplica.
Il branco
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Mi fingo donna, stretta nel cuore
che ha chiamato sangue sulla violenza.
Osservando il silenzio dei miei passi
che non fanno rumore sull’erba falciata.
Aspetterò il tempo
che asciughi le grandi bufere
mentre volo sulla bocca
delle accese
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Specchi d’acqua e amate belle
dal vuoto riflettono la purezza delle stelle,
tramonto di vita, ricordo com’ero
pensieri vaganti aldilà del vero
Verso il nero, odio me stesso
puntando il mio indice veloce
colpevole e depresso esigo lo
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Stavano di vedetta i sogni
sempre attenti a non perdersi nel vuoto...
credendo in loro cercavi di riparare ai tuoi bisogni
eppure sai, a volte, sono poca cosa
Intanto mani lerce di potere
con violenza cancellavano la tua innocenza
per un pugno di
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Quando finirà...
Questo sogno nato al buio
dietro palpebre di luce.
Quando finirà...
Questo fiume lungo- amaro
Dove la vita corre d’odio
E nei cuori di cemento si rallegra
Mentre il sole,
Dentro gli occhi dell’amore,
Lentamente
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All’ombra delle sue parole
i sogni tremano
sconsolati cedono
all’emozione umida
l’orgoglio di una lacrima.
Un giorno era Amore
oggi pena invecchia il cuore
accartoccia labbra nel pudore
e lividi blu sotto occhiali scuri.
Ancora
pietosa la
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 | daga carnale
rimescola feroce
con ruvidezza
come artificiosa ondata
e sente lo spasimo
ch’esplode nel suo ventre
s’insinua tra le pieghe
dell’Anima artigliata
e sul suo corpo
difeso inutilmente
s’imprime l’animale
che d’oscene brame
la
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Jibi |
05/10/2014 10:28 | 3086 |
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| Quel cuore l'aveva sfiorato
si oppose al suo implorare
ma l'inverno venne a ghiacciare
quel corpo fragile
una mano ignobile
sciolse la propria
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| Era buio quella sera
notte alta avvolgendo respirava
in quel tepore che solo tu provavi
lontano una marionetta barcollando avanzava
calamitati occhi catturavano
improvvise chele immobilizzavano
dall’inferno una voce saliva
in preda ad un
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 | Un lamento straziato
lontano nel buio
oltre la siepe...
in fondo al dirupo
tra aguzzi crepacci
una pozza di sangue
apre una ferita
sul molle terreno,
nella voragine del buio
precipita
un corpo indifeso
colpito a morte.
Lama di vento
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| L'amore sentimento nobile
dono del cielo se corrisposto.
Per amore si rinuncia a se stessi
ogni gesto è per
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 | Ti guardo,
fra i tralicci di un pensiero arruffato,
vittima del dissapore.
Tu mi guardi
come cavia che si snoda,
su di una ruota
che ciondola inchiostri di parole.
Che penetrano fino allo spasmo
Ma io risorgerò
come alba al
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Oltre ogni limite, ti conduce amore,
acceca gli occhi e chiude ogni ferita,
bruciata da un infame inquisitore,
che ti crede sua proprietà acquisita.
Quante volte il cuore ha perdonato
la fuga di una carezza dal tuo viso,
la nobiltà violata, o
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 | Un lietmotif di note stonate
le sue urla conficcano il cuor tuo
rimbalzando nella mente
incastonandosi come diamanti alle pareti dell'anima
e all'album dei tristi ricordi
Con mani sudice imbratta
di nero l'anima e di violaceo la pelle
-un
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Esile dolce delicata, fiore profumato troppe volte
calpestato, destinata a regalar la vita, che spesso a lei
vien negata.
Pesanti macigni sulle spalle, porta con dignità, solo
rughe del volto lasciano traspirare sofferenze gratuite,
inferte
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 | Ha gli occhi arrossati
consumati dal pianto
e sulla guancia un'impronta
che fatica a sbiancare.
Non dice non parla
vergogna e paura
i suoi sentimenti.
Ancora non sa
di non essere il malvagio
ì legacci son stretti
la mente serrata.
La
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 | Cruda è l'impronta che lascia ferita
e vai tiranno e spergiuro a mordere una vita,
tu che nel tempo alberghi in bambagia
difronte all'obbligo sei una pila scarica.
L'altra è vita libera nel ridente prato
e svolazza graziosa su petali
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Vieni, dai seguimi
poggia i tuoi passi nelle mie orme
e non tremare quando sentirai
lo spezzarsi di ossa di scheletri sepolti
sai... non ho mai posseduto un armadio
e poi, mi serviva il letame per concimare la mia vita.
Vieni, dai
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Lei sedeva all'ultimo banco
la gonna jeans lunga e stretta
e i capelli legati
lei la bambina rom
aveva lacca sulle unghie
e disegnava farfalle.
Ma i signori
della via degli ulivi
dicevano che i figli
dei signori
non si mischiano con gli
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Ed il cuore si fermò
quando ti vidi piangere,
tra i sorrisi d'indifferenza
che non compresero quanto
il tuo dolore fosse grande,
un fiore spezzato
tra le pagine strappate
dove prima
nell'emozione leggevi poesie.
Ehi tu,
ora che hai
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230 poesie proposte per questo concorso. In questa pagina dal n° 151 al n° 180.
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