«Questa è la Poesia dell'Aquila "Jeannine Gérard", che si eleva oltre l'immensità degli orizzonti di un'Africa indovinata, immaginata e ritrovata nei suoi soli e nelle sue lune, le praterie, le savane, le cascate immani e gli interminabili fiumi, i canti e le danze dei guerrieri nobili e invitti Masai figli degni di un continente ancora splendido e incontaminato... Fra i suoi versi un'indomita, sconvolgente bellezza e l'infinito amore per una terra vergine che deve tornare ad appartenere soltanto a sé stessa e a chi più profondamente la interpreti e ami... Testo luminoso, schietto, fortemente evocativo e coinvolgente.» |
Inserito il 20/02/2011 da Ferny Max Curzio alla poesia "Kénia " di Jeannine Gérard |
«Jeannine, vittima o gaudente dei suoi ricordi? I momenti splendidi d'un eterno Amore, che si ravviva ancora dai sensi sollecitati ben oltre il tempo... quel profumo dell'estasi di lui e la gioia tutta di condividerne. Ma ora è solo sogno, che non lascia tuttavia impietriti per il freddo; piuttosto ci scioglie di sentimento come le lacrime che fanno bene e male, e ci offrono pure il senso dell'assoluta importanza della ns. storia... di quanto sia valsa veramente la pena di vivere ed amare. Eros e Amore in versi dolcissimi e di grande espressione formale.» |
Inserito il 16/02/2011 da Ferny Max Curzio alla poesia "Toi... Moi... Nous!" di Jeannine Gérard |
«Un sussulto di gioia ad ogni sguardo sulla beneamata Napoli, patria ormai sua a più che legittimo titolo. Ed una punta poi quasi di rammarico, perché vorrebbe subito condividere il suo stato d'animo con tutti. Ma ci riesce perfettamente, la ns. Jeannine, nella sua apoteosi del Sole e della Musica, che inondano questa perla del Meridione benedetta da Dio come un fenomeno irripetibile fra i tutelandi beni dell'Unesco. "Certo che sì - pare che gridi - siamo fortunati... e venite a Napoli, ci sono anch'io!". Bellissimo testo solare evocativo d'una commozione straordinaria. Grazie, Jeannine, era ora che t'aprissi anche tu a un po' di felicità senz'ombra alcuna.» |
Inserito il 12/02/2011 da Ferny Max Curzio alla poesia "Le trésor de Naples" di Jeannine Gérard |
«Conosco la splendida persona che qui si racconta in versi di delicata fattura. Or ci magnifica con vivida partecipazione quei momenti che restano più impressi nella vita. Il viaggio a lungo agognato, l'anniversario del suo matrimonio, l'abbandono di due cuori innamorati ancor smaniosi di reciproche tenerezze... Grande l'anima di Jeannine, che ci fa inebriare col suo francese e i suoi versi... come non meno coi suoi dipinti e disegni. Non si può che esserLe riconoscenti.» |
Inserito il 12/02/2011 da Ferny Max Curzio alla poesia "Noces d'argent" di Jeannine Gérard |
«È come rintracciare alla radice un'anima che si racconta, fra le pagine di un libro tutto interiore, senza trucchi od orpelli, ma anzi capace di irresistibili suggestioni. Una grande anima di donna, sorella ns. d'arte e di cultura, con alle spalle tanta sofferenza, e tante gioie... che ama disvelarsi, lasciando altresì che le emozioni la sorprendano, onde i suoi versi possano risplendere dell'essenza d'una creatura innamorata dell'Amore, e del divenire della vita, con le sue luci od ombre, ma senza mai mentire o esagerare, attraverso una musicalità eccelsa, che affascina il lettore e lo coinvolge, sempre di più... Un testo magnifico di e sulla "Poesia", con la maiuscola.» |
Inserito il 07/02/2011 da Ferny Max Curzio alla poesia "Les pages du cœur " di Jeannine Gérard |
«Tristezza senza fine in questi bellissimi versi. Bellezza senza fine in questi tristissimi versi... No, non è follia desiderare d'essere amati e amare.» |
Inserito il 06/02/2011 da Ferny Max Curzio alla poesia "Blessée à mort!" di Jeannine Gérard |
«Altro splendido testo ove la Gérard sa esprimersi Autrice sensibile e non monotematica. Il suo sguardo spazia all'intorno per compenetrarsi in amore e dolore dei motivi propri della società e della storia. Non solo quindi le elegie fumanti dei profumati incensi della passione d'amore... Jeannine è nel reale a pieno titolo e ne gode e ne soffre. Certamente non confina al "sé" le occasioni dell'arte, ma va oltre e con più che lodevoli risultati.» |
Inserito il 31/01/2011 da Ferny Max Curzio alla poesia "Les veuves noires " di Jeannine Gérard |
«E' un messaggio al padre in differita, sulla toccante elegia degli affetti negati... Da quell'angolo del proprio cuore ancor preda d'un vuoto pauroso, anzi di una voragine di desolazione lasciata dal papà mai ritornato. Forse comporre un testo simile, in cui si traduca altresì la ribellione al destino che ci ha così crudelmente segnati, può divenire di per sé balsamo a tensioni e ferite, soprattutto quando il tempo ha separato i protagonisti del dramma con una ormai impenetrabile cortina. La poesia allora si fa sfogo e grido spesso a scompaginare le righe, ma non mai per Jeannine, che sa invece tutelare metrica e bellezza delle sue frasi con perizia magistrale. Altri forse si sarebbe perso, Lei no... quasi una magìa.» |
Inserito il 18/01/2011 da Ferny Max Curzio alla poesia "Mais... "m'as tu jamais aimée"?! " di Jeannine Gérard |
«Inarrestabile marea la gioia di godere e amare. Onde che assieme fondono il corpo nello spirito. Emozioni, che cantano e decantano verso nuovi scenari ove la gioia è regina al Fonte dell'Amore. Imprescindibile lettura il testo italiano dell'A., anche quando mera traduzione, che qui tuttavia mi pare a pieno merito poesia. Non mi dispiace l'erotismo di Jeannine, così caldo e impetuoso, perché sempre si suffraga di grazia e di fascino sublime, sia sul piano umano che estetico. Insomma piccoli capolavori le sue scritture capaci di coinvolgere anche un astemio in una allegra bevuta, senza danni collaterali, che ristori sì il corpo, ma soprattutto faccia bene allo spirito.» |
Inserito il 19/12/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "Vertigineux délire " di Jeannine Gérard |
«Quando l'unico "colpevole" è il desiderio d'amare ed essere amati, come si fa ad accusare chiunque altro d'aver rubato i ns. sogni? Il messaggio di questa meravigliosa poesia sembra essere infatti un "j'accuse" a un fantomatico "voleur de rêves" calato dall'Autrice in un ruolo decisamente problematico. La responsabilità enorme di farla felice attraverso l'Amore... Ma non è piuttosto in noi stessi che bisogna cercare amore puro e salvezza, come vere chiavi di una felicità tuttora possibile? Forse immergerci nel battesimale di uno spirito nuovo d'amore, ce ne farà cogliere tutte le verità e le guarigioni... Forse l'unico modo ch'io conosca per uscire da qualsiasi impasse sentimentale e/o esistenziale.» |
Inserito il 11/12/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "Voleur de Rêves! " di Jeannine Gérard |
«I Natali dell'infanzia... come un film della memoria, che si fa racconto poetico, forse accorato, ma la poesia anche aiuta, trasfigura e sublima le celle dell'anima contemplatrice, per farne assoluto miele. Un altro capolavoro. Ho ripercorso i miei, di Natali, coi ricordi più belli... e tanta nostalgia. Pur sempre una catarsi, ed un appuntamento, perché so che in un altrove, certamente migliore, io rivivrò ogni momento accanto alle persone che ho tanto amato e adesso non ci sono più. Merci Jeannine, une autre fois encore...» |
Inserito il 09/12/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "Les ruines au cœur" di Jeannine Gérard |
«Solo questo però... che dovresti ammetterlo una volta per tutte, di riuscirci meravigliosamente col filtro dei tuoi splendidi versi a edificarti uno scenario ben più luminoso e diverso. Come ci si può arrendere quando si hanno a disposizione i tuoi mezzi, quando la scrittura si fa catarsi e mito? Ah, la mia inguaribile romantica!» |
Inserito il 28/11/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "Ne riez- pas! " di Jeannine Gérard |
«Un tremante sospiro sui momenti d'amore e vita capaci d'inferire le emozioni più intense... Come, tutto è perduto? Non certamente con un foglio sottomano, a scriver dei ns. ineffabili sogni. Più d'una visione poetica, il testo scorre fra grazia e maestria, trasfigurandosi infine di sovrana coscienza, ai limiti dell'escatologia, sulle dolorose necessità e impotenze della sorte umana. La riflessione di Jeannine appaga la gioia e la tristezza, ad un tempo, del vivere la vita che è un po' di tutti. Versi come e più di sempre splendidi.» |
Inserito il 28/11/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "18 ans!" di Jeannine Gérard |
«A braccetto con la sua pittura la poesia "storica" di Jeannine. Fra citazione erudita e commossa rievocazione umana, il testo gode altresì dell'effetto di un senso profondo della frase musicale. Davvero una "memoria memorabile", che addita nuove strade, ben oltre il soggettivismo, l'esistenzialismo, lo psicologismo, e gli altri sterili abusati "ismi" di tanta poesia "contemporanea"... Questa Autrice di statura enorme, ma dalla voce semplice e luminosa, non sarà mai apprezzata abbastanza per via delle deviazioni intellettual- estetizzanti d'una massa d'indaffarati che presumono, loro, di fare poesia...» |
Inserito il 23/11/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "Abandonnée des Dieux " di Jeannine Gérard |
«Immancabile tassello dell'universo lirico e drammatico dei poeti, il "clochard" in effetti incarna una porzione dell'anima d'ogni uomo, che sia permeabile alle realtà fuori e soprattutto dentro di sé, che veda con orrore e compassione a un tempo la vicenda altrui, che potrebbe essere la propria... E forse lo è! Chi non si sente almeno una volta sgualcito e ripudiato dalla vita, ridotto, sia pure in soggettiva, come il povero barbone così efficacemente descritto nel testo? L'Autore qui è artista e creatura, insieme, che si pone di fronte alla tragedia e al mistero di altre creature senza riuscire a dare una risposta di salvezza, ma solo di commossa partecipazione... al contrario di quella società "civile", che invece le ignora.» |
Inserito il 14/11/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "Le clochard" di Jeannine Gérard |
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«Nessuna festa dura in eterno, almeno qui sulla terra... Così anche il volo dell'albatros ch'era compagno al tuo cuore, si schiantava improvviso e tu da allora disciogli elegie ed energie, di lacrime e versi stupendi, dolcissimi e veri, che ci consegnano il senso di sentimenti immensi come della tua grande anima di donna e d'artista... grazie Jeannine, nel momento del ricordo accorato della felicità lasciata alle spalle, grazie ora più che mai.» |
Inserito il 11/11/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "En un sanglot" di Jeannine Gérard |
«Soave metafora del bisogno d'amore, che attraverso il sogno ci permette di volare su di una lacrima a ritrovare volti e cuori, soli e fiori, come farfalla che si posi a suggere quel nettare ancora, che col tempo ahimé par diminuito di sapore...
Nostalgica, teneramente evocativa e struggente, anche a cagion della musica dall'arpeggio limpido e intensamente melodico. Grazie di esserci.» |
Inserito il 25/10/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "Dans ta bouche " di Jeannine Gérard |
«Immensa, fragorosa, come la risata che ci hai regalato; D» |
Inserito il 25/10/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "Povero San Marino!" di Luciano Tarabella |
«Presenza non fisica, ma virtuale... il pensiero di Te, già il solo sapere che esisti, mi è di conforto e mi fa addormentare tranquilla addolcendo le mie ansie. Come una mano protettiva che rimbocchi la coperta dell'amore, salvando la ns. Jeannine dal freddo e dalle asprezze delle sue solitudini, i sentimenti son qui decantati con meravigliose parole e i più soavi contenuti. Non si potrebbe concepire un testo più suadente per descrivere i vantaggi di tale sentimento così splendidamente vissuto da un'anima che si conferma ancor più autrice d'indiscutibile spessore.» |
Inserito il 23/10/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "Merci d'exister, "Pensée!"" di Jeannine Gérard |
«Con l'autunno, i primi freddi e le giornate uggiose sono lo stimolo naturale ai ricordi del tempo che fu, e che ci segnò in modo indelebile di un dolore che mai ci lascerà durante il ns. viaggio... Desidereremmo anche reagire, continuando a sognare, ma sappiamo che il destino è segnato. La strada ci porta verso i limiti della speranza. Eppoi, chissà... Ottimo il Mattino di Grieg per sottofondo, con la sua struggente carica di vitalità e insieme di malinconia, come del resto è il cammino d'ognuno di noi. Elegante ed espressiva la bella lirica di un'Autrice, che ormai possiede entrambi gl'idiomi con naturalezza e prestigio.» |
Inserito il 11/10/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "Nous!" di Jeannine Gérard |
«Un dolore inaccettabile sul piano umano, tanto più per chi non crede. Solo che è proprio questo che dovrebbe cambiare: il piano di riflessione. Perché "sub specie aeternitatis" tutto diventa più comprensibile e, forse, meno doloroso...
In fondo la morte è solo un passaggio, in una concezione religiosa, la fine di una dimensione, necessario per aver accesso all'altra, più sicura e desiderabile, che è per il cattolico data dal binomio vita eterna = paradiso.
Il testo val bene una messa, direi parafrasando altri. Bene sul versante compositivo. Utile su quello cognitivo... meno, credo, ma cmq efficace, su quello lirico ed emozionale. Una poesia da leggere e apprezzare senza remore di sorta.» |
Inserito il 27/09/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "La Posta del Cuore" di Anna Maria Scamarda |
«Un certo effetto anche per Lui. Chissà, forse come lo svegliarsi il giorno dopo alla vita... ancora al suono della voce di Lei. E' davvero un bel testo, luccicante di tenerezze e d'eleganza, che si legge d'un fiato.» |
Inserito il 11/09/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "Ma voix t'apaise?" di Jeannine Gérard |
«Niente paura. Il sapere di non sapere è già lo spunto migliore per l'acquisizione di una consapevolezza minima decente. Ciò secondo Socrate. E Jeannine non scherza quando risolve in poesia il suo pathos esistenziale di creatura al cospetto del mistero eterno del creato e del suo Creatore. Direi però che la soluzione ce l'abbia già in mano e ne dà prova facendo commuovere tutto il suo lettorato d'amici assidui. E' appunto in quella lacrima della sua più viva sensibilità fra "il rossore dell'alba" e la certezza che Dio abbia fatto bene il suo universo. Nell'emozione da bersi giorno x giorno e non in 1 sol sorso, stupefacendosi dell'Infinito come del dover rinunziare a sapere, ahimé, 1 po' di più almeno di sé stessi... lei è tutti noi!» |
Inserito il 09/09/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "Qui suis- je?" di Jeannine Gérard |
«M'ha colpito la nota. E' vero che esser donna in quei paesi è già una menomazione, per noi davvero inaccettabile. Ma anche per loro, nonostante così diversi da noi, perché un soffio di libertà e di modernità l'hanno pur vissuto prima dell'avvento dei massimalisti islamici. Eppoi, queste due righe, così essenziali, che gridano e grondano d'innocenza e sofferenza, Dio mio come sono belle! Brava Triste, ora e sempre di una sensibilità e profondità eccezionali, sposati a un poetare incantevole... da lasciare il gusto e il valore della lettura anche dopo tanto tempo dalla chiusura d'una pagina di riflessione della caratura di questa...» |
Inserito il 09/09/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "Sakineh e le altre" di Triste |
«L'autrice ci dona un sé agitato da crisi notturne. Un quadro intensamente emozionale e poetico, fra l'altro a luna complice splendente, da cui subito si confessa tuttavia incapace di trarre l'indispensabile aiuto... Il pathos cresce da un sottofondo Brel sussurrato da un Battiato persino più convincente, per quanto insolito. E infine esplode, col riconoscimento dell'ineluttabilità dell'errore, che anzi quasi si desidera e ricerca dietro la bellezza d'un sogno... M'è piaciuta molto.» |
Inserito il 06/09/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "Neanche la luna" di Nutellina Cinzia Pallucchini |
«La sensazione è quella di un'occasione persa. Ma all'Amore non si comanda, se è così che doveva andare. Eppure il poeta, più dell'uomo, ci ripensa e vagheggia... chissà poi se davvero è così che doveva andare. Uno stile insolito, con vibrazioni e schema propri, ma ricco per sostanza e sfumature, da pensare e ripensare, come gli amori forse per sempre andati, ma mai dimenticati. Grande occasione di conoscenza dell'uomo Pino, e del Poeta, ma anche, se si preferisce, un ottimo testo da non perdere...» |
Inserito il 29/08/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "Non c'era nessuno" di Pino Penny |
«Una "breve" semplice, ma zeppa piena d'ironia, auto ed etero si capisce, com'è nei saperi di un'Autrice ormai al di sopra dei facili clichés. Jeannine è tutto ed il suo contrario. Pronta a farsi scannare per i figli o gli amici, ma anche a non prender nulla troppo sul serio... o al contrario, fino alle conclusioni estreme? Bòh! Cmq da leggere sempre, come anche qui che fa vibrare corde meno sentimentali, ma solo in apparenza, perché la verità è detta pure in nota: Lei è per l'amore, e questa sua è un altro dono del suo cuore immenso... grazie, JiGé!» |
Inserito il 21/08/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "Envie d'aventure?" di Jeannine Gérard |
«Non più elegia dell'Amor perduto, ma vita e partecipazione al mistero della Natura in rigoglio. Fuori la Primavera ci suggerisce l'incanto, anche se "muta d'Amore"... Qui Jeannine però non si rassegna al vuoto ed al pianto. Ella evade coraggiosa, col suo Cuore... lo rilancia al riscatto e alla salvezza mercé la speranza che non muore. E così Lui, l'Amore, cui l'ode sublime è dedicata, prima o poi la riprenderà fra le sue braccia, vinto da tanta irriducibile voglia di bellezza e di gioia di vivere... L'ennesimo assoluto capolavoro, fra classico e moderno, con una grazia che rapisce ed estasia nei numeri metrici e nell'eleganza d'un lessico felicissimamente posseduto. Grazie di cuore.» |
Inserito il 02/08/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "Languir en vain!" di Jeannine Gérard |
«L'intento descrittivo è in realtà solo un pretesto per lanciarsi nel suo mondo di fate e di desideri felici... E' la natura che si spettacolarizza e si commuove insieme a Lei, l'autrice di questa coinvolgente "pastorale" dai suoni, colori e profumi della primavera al suo culmine, ove tutto si fa dolcezza e magia. La chiusa serve a coronare d'un soave epilogo l'intero brano, col lieve, quasi accorato richiamo alla realtà degli amori appassiti come le turgide rose inchinatesi al passaggio della ns. Jeannine, sognante viaggiatrice di un poetico, naïf e fortemente suggestivo "Paese delle meraviglie", così mirabilmente offertoci con quest'ultimo suo bijou.» |
Inserito il 25/07/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "Murmures d'amour" di Jeannine Gérard |
«La prima parte descrittiva è seguita da un corpo non di livello eguale, ma la chiusa, del resto sviluppabile come uno "sliding doors" sol che l'Autrice lo voglia, è fenomenale... Chissà, forse proprio per la dedizione ad un destino schiavo della forza altrui, e quindi senza speranza. O c'è del masochismo latente ed io non me ne sono neanche accorto?» |
Inserito il 18/06/2010 da Ferny Max Curzio alla poesia "Sbagliata" di Anna Elvira Cuomo |
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