«Raccogliersi, raggomitolarsi, rannicchiarsi in posizione fetale, cullandosi, mettendosi al riparo dal terrore che l'attesa si trasformi in infinita, silenziosa, pietrificata solitudine.» |
Inserito il 13/12/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Attesa d'amore" di Gennaro |
«Eppure ci accorgiamo soltanto dopo, del bagliore che si è spento con lei... Eravamo convinti di brillare di luce nostra, invece era solo il riflesso della sua. Ora non rimane altro che attendere, nel buio, rannicchiati come quando crescevamo nel suo ventre, di essere nuovamente inondati del suo splendore.» |
Inserito il 13/12/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Mamma, ho paura del buio" di Sergio Melchiorre |
«Eppure quanto splendore, nelle notti stellate di Van Gogh! Lo stesso scintillante stupore delle stelle che illuminano certe notti invernali limpide e pugenti... Non dovrebbe mai cedere alla tentazione di chiudere gli occhi, il poeta, perché, quando meno se lo aspetta, il miracolo potrebbe compiersi...» |
Inserito il 12/12/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Dedicata a Van Gogh" di Sergio Melchiorre |
«Spesso ci si sente marionette, mosse dai fili di un burattinaio crudele che gioca con la nostra vita... Altre volte, invece, è ciò che muore, a sembrare un "palcoscenico senza vita". Ma è l'essenza della parola "amore", che deve sopravvivere, sempre, per ricominciare proiettati verso il futuro, oppure per recuperare una vecchia marionetta buttata in un angolo e dimenticata... ripararla, ricostruirla, offrirle la possibilità di riprendere a vivere, senza fili, perché possa imparare a recitare sul canovaccio della vita con una nuova consapevolezza: quella di saper amare.» |
Inserito il 12/12/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Gli uomini che ho amato" di Antonella Modaffari Bartoli |
«Perché questa rassegnazione? Perché lasciare che il proprio angelo si allontani? Perché attendere il passaggio tra la dimensione terrena e quella ultraterrena? Il tuo angelo custode non ha mai lasciato la tua mano e non ha intenzione di farlo, per non lasciarti qui da solo. L'angelo che ti ha scelto non tornerà indietro senza di te, perché il suo compito è quello di non abbandonarti. Il Signore lo sa... e aspetterà.» |
Inserito il 11/12/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Aspetterò che sorga il sole" di Sergio Melchiorre |
«La natura è indifferente ai tormenti degli esseri umani. Gioca e non si cura di conservarne i sentimenti, che affida al vento come un messaggio in bottiglia alla deriva tra le onde del mare. Non basta un pennarello indelebile a restituire consistenza ad un nome sussurrato tra le nuvole: ci vuole la volontà di gridarlo con tutte le proprie forze, per vincere il silenzio del cielo impassibile e riprendersi il diritto di vivere.» |
Inserito il 10/12/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Ho scritto il tuo nome" di Sergio Melchiorre |
«Ma vivere alla luce del sole costa tanto, troppo coraggio... Mette in luce gli occhi stanchi, la piega amara della bocca, i segni del tempo che scorre inutilmente, nell'ostinata persistente convinzione di aver fatto le scelte giuste... Allora ci si aggrappa ad una stella cadente, che tuttavia solca il cielo troppo in fretta per costringerci ad esprimere il desiderio che ci renderà, finalmente, liberi...» |
Inserito il 08/12/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "La notte di San Lorenzo" di Sergio Melchiorre |
«A volte la realizzazione dei sogni dipende dalla reale volontà che essi si avverino. A volte "l'oblio tritatutto" è solo un alibi per mascherare la propria mancanza di coraggio» |
Inserito il 03/12/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Incubi" di Sergio Melchiorre |
«Forse è lui ad aver chiuso la porta a chiave, lasciandola per sempre sul pianerottolo e trasformando così la sua pausa in un'assenza definitiva. Basterebbe avere il coraggio di abbassare la maniglia e permetterle di entrare.» |
Inserito il 02/12/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "La pausa di riflessione" di Sergio Melchiorre |
«Il silenzio, ha diviso queste due anime, che forse non hanno fatto in tempo a conoscersi... E tuttavia quanto amore, per questo padre che non si è accorto di un bimbo che lo osservava e non aveva il coraggio di gridargli: guardami, papà,io sono qui, non sei solo... ci sono io...» |
Inserito il 28/11/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Mio padre" di Sergio Melchiorre |
«E' la rabbia dell'impotenza e dei sensi di colpa: quanto orrore nel vedere una vita che si sta spegnendo, senza poterlo impedire... Quel cordone ombelicale, che non è mai stato tagliato, sta per essere reciso dalla Signora. Mamma, perché mi stai abbandonando? Mamma, perché ti sto lasciando andare?...» |
Inserito il 08/11/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "La morte in diretta" di Sergio Melchiorre |
«La caduta del muro sembrava aprire ad un nuovo futuro... Purtroppo, a distanza di vent'anni, restano ancora tante barriere da abbattere, ma noi non perderemo la speranza...» |
Inserito il 07/11/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Il muro di Berlino" di Sergio Melchiorre |
«A volte tornare in una città amata è una pugnalata al cuore. Più la si vede cambiata, diversa, estranea, più ci si accorge di amarla disperatamente. E' la metafora della vita. Rimpiangiamo gli anni della nostra gioventù: i primi amori, i primi sogni, le prime battaglie e gli ideali, che sembravano sul punto di realizzarsi. Poi tutto, a poco a poco, ingrigisce, si affievolisce, si ricopre di una patina polverosa e la nostra vita diventa qualcos'altro, come una squallida area di parcheggio... Ci trasciniamo in una ripetitiva sequenza di azioni, intrecciamo rapporti fotocopia, stereotipati e senza passione, rassegnandoci al passare del tempo...» |
Inserito il 05/11/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Piazza Verdi" di Sergio Melchiorre |
«Non era la valigia dell'emigrante, piena di sogni e di dolore. Come un tumore, si annidava nel cuore della civiltà, pronto a violentare, di nuovo, dopo Milano, un simbolo di libertà. L'Italia intera non ha avuto paura: ha difeso la sua democrazia, rispondendo alla morte con l'orgoglio dei padri della Resistenza.» |
Inserito il 04/11/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Quella valigia nera" di Sergio Melchiorre |
«La vecchiaia, descritta nel suo aspetto più devastante: l'immobilità di una sedia a rotelle, il progressivo, inarrestabile deterioramento fisico. Rabbia, invidia, ma anche dolorosa consapevolezza, negli occhi di vecchiaia che osserva gioventù giocare... Chissà: forse è meglio morire giovani per non subire le ingiurie del tempo e mantenere intatti i propri sogni?» |
Inserito il 03/11/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "La maledizione" di Sergio Melchiorre |
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«Pessimismo devastante, che sembra non trovare alcuna via d'uscita dallo squallore di un amplesso che non ha più nemmeno la connotazione della carnalità. Si percepisce nettamente l'odore acre, metallico delle rotaie, mescolato alla putrefazione di una natura che accompagna l'agonia di un mondo che si è arreso alla morte di ogni sentimento.» |
Inserito il 01/11/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Sesso a pagamento" di Sergio Melchiorre |
«Spesso viviamo di rimorsi e sensi di colpa a causa di eventi che non sono dipesi dalla nostra volontà. Ci sentiamo impotenti, paralizzati da un dolore sordo, responsabili di azioni che non siamo stati in grado di capire. Se avessimo avuto la bacchetta magica per impedirle, o per modificarne l'effetto, o, ancora, per tornare indietro... L'immobilità di quel "se", divenuto un chiodo fisso, imprigiona l'autore ad un passato ormai immutabile, in una sorta di castigo che gli impedisce di meritarsi la gioia di vivere. Quanta devastante disperazione...» |
Inserito il 25/10/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Sei andato via senza salutare nessuno" di Sergio Melchiorre |
«Nascere, morire: è un attimo. Non si sceglie di nascere, ma si può decidere la propria morte, perché spesso vivere assomiglia tremendamente al nulla del non esistere e la natura è indifferente allo scorrere del tempo. Assiste impassibile, con lo sguardo indifferente di una donna che osserva e non osserva, alla scelta di un uomo: varcare la soglia, illudendosi che le gocce di pioggia siano lacrime di compassione. Questa via di fuga è definitiva, ma è un atto di supremo egoismo. Ci vuole più coraggio a cambiare il profilo delle cose, che a spegnere l'interruttore della vita per mancanza di ossigeno.» |
Inserito il 12/10/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Il suicida" di Sergio Melchiorre |
«Come un corpo devastato dall'enfisema anela all'ossigeno, così l'anima di quest'uomo è alla ricerca di una tregua, che possa alleviare un'angoscia che sembra non avere fine. La città è deserta, assolata, forse straniera e inospitale, tuttavia, questo è un grido disperato della vita, che si ribella al deserto dei sentimenti. La vita, che, nonostante l'apnea, non vuole arrendersi alla morte.» |
Inserito il 09/10/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Odore di asfalto" di Sergio Melchiorre |
«Una giovane madre, forse lasciata sola, forse abbandonata, forse lei stessa bambina non amata, donna violata, vittima di un mondo superficiale e crudele. Solo i raggi del sole mattutino scaldano il bimbo, che aspetta... forse di rinascere. Nemmeno la Morte può uccidere la Speranza...» |
Inserito il 30/09/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Sono nato morto" di Sergio Melchiorre |
«E' il canto della vita, che si contrappone al "silenzio mortale". E' la caparbietà di continuare a colmare vuoti, coltivare giardini, sognando colori e profumi. Grande forza in questa creatura, che risce a strappare sorrisi a volti di pietra... Sicuramente, prima o poi, dal suo cullare, rinascerà un bambino...» |
Inserito il 30/09/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Invano" di Grazia Longo |
«Non possiamo sederci in riva ad un fiume ad aspettare che passi la Rivoluzione. Rischiamo di rimanere in attesa per tutta la vita, senza aver concluso niente. Spesso la Rivoluzione si manifesta attraverso le piccole cose, quelle quotidiane, impercettibili, che però sono in grado di cambiare la mentalità dei popoli. Ascoltare un po' di più, indossare qualche volta i panni degli altri, scambiarsi i ruoli, tornare sui propri passi, fare autocritica, non vergognarsi dei propri sentimenti... La vera Rivoluzione è continuare a cercare la verità, anche a costo di cambiare idea, o di difenderla a qualunque prezzo, se ne vale la pena. A questo punto, possiamo tenere la televisione accesa: se teniamo sempre alta la guardia, non potrà farci alcuna paura» |
Inserito il 27/09/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Il giorno dopo" di Sergio Melchiorre |
«Amare troppo diventa atto di follia, sadico divertimento di una divinità distratta e perversa... Allora ci si chiede: perché? Forse è questa la condanna? Dunque l'amore non è un dono, ma l'estrema punizione dell'anima umana.» |
Inserito il 23/09/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Preghiera Blasfema " di Grazia Longo |
«Anche un predatore, dunque, può suscitare compassione. Quella "cum- passio" che provoca nell'autore il desiderio di condividere il dolore con questa creatura che ha perso il suo amore. Chissà, forse si trattava di uno splendido esemplare di falco femmina, a sua volta predatrice, con la quale formava una coppia regale, signora e padrona dei cieli e della terra. Tuttavia, chissà perché, mi piace immaginare che si trattasse di una delle tante prede, che i falco sbranò prima di rendersi conto che quel desiderio di possesso era amore. Ora non gli resta che la pazzia, a fargli da compagna di solitudine.» |
Inserito il 21/09/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Il falco" di Mp Luciani |
«Amore senza tempo, amore oltre il tempo. Solo gli occhi di un innamorato d'altri tempi riescono a cogliere il mistero dell'eternità. Dono raro, che oggi gli uomini non possiedono più: sfogliano frettolosamente e con distrazione il libro del cuore, poi lo gettano nella spazzatura, annoiati, pronti a sfogliarne subito un altro, con la stessa ingordigia, ma senza assaporarne alcuna fragranza.» |
Inserito il 19/09/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "All'amata" di Michele Prenna |
«"...E Dio creò l'uomo a sua immagine e somiglianza..." Può, questo mostro orribile, essere la creatura di Dio? Ora tace, la divinità. Forse si chiede in che cosa ha sbagliato, oppure si vergogna e ripudia questi suoi figli crudeli, dimenticandosi di averli creati. Quale padre può assistere in silenzio a tanto orrore? E se un Padre non fosse mai esistito?» |
Inserito il 19/09/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Fazzoletto bianco" di Mp Luciani |
«La vita che nasce, nonostante tutto, anche in tempo di pace, quando la violenza è quotidiana e serpeggia, invisibile, nascosta, camuffata da amore, spesso all'ombra di una famiglia. Quanto eroismo, nell'accettare di far nascere un bimbo, senza sapere se diventerà a sua volta vittima o carnefice.» |
Inserito il 18/09/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Angoscia di donna" di Sergio Melchiorre |
«La notte amplifica ogni sensazione, ci fa impazzire, come il suono assordante della goccia, quando ritmicamente cade da un rubinetto che perde. Il silenzio e il buio, scandiscono il vuoto dell'abbandono, esasperando l'angoscia della solitudine. Tuttavia, anche nell'anima più ferita, si nasconde una scintilla, debole eppure tenace, che improvvisamente, come un messaggio subliminale, proietta sullo schermo nero l'immagine colorata di un giardino. Chissà che non riesca a farsi strada, convincendo quest'anima dolente a volgere, finalmente, lo sguardo altrove per ricominciare a vivere.» |
Inserito il 13/09/2009 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Il profilo opposto di una notte" di Tiziana Mignosa |
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