«Il mefitico olezzo ancora vaga per il mondo. Si è insinuato nelle democrazie deboli e paurose, si sta diffondendo nel malcontento alimentato ad arte da chi vuole comandare il mondo, sta contagiando anche i giovani e i bambini, che stanno crescendo ignorando la Storia, che viene loro taciuta e nascosta da coloro che avrebbero il dovere di raccontare... La malabestia sta tornando... Stiamo in allerta, non abbassiamo la guardia...» |
Inserito il 18/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Mon amour" di Barbara Golini |
«"Mentre correvi sopra i chiodi..." Oniriche visioni velate da una sottile e bruciante malinconia... Un amore che diventa reale soltanto sulla luna... Troppo, troppo lontano...» |
Inserito il 18/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Quel giorno io ti amai" di Frammentodimare |
«Maledetto il poeta bugiardo e disonesto, che inventa endecasillabi e rime baciate soltanto per mero esercizio di stile, fingendo sentimenti che in realtà non prova, se non il compiacimento nell'ascoltare la propria voce declamar quei versi che tanto affascinano le platee di gonzi e perdigiorno, che amano esser turlupinati, in cambio di commozione a buon mercato. Maledetta sia io stessa, per appartener all'odiata specie...» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Poeta maledetto (a C. Bukowski)" di Grazia Longo |
«Purtroppo ci sono molte persone che vivono di concetti astratti, filosofeggiando, ascoltandosi parlare, innamorati soltanto della propria voce e delle proprie elucubrazioni... Nel frattempo la vita e le persone continuano a vivere accanto a loro, qualche volta li urtano, li sfiorano, ma, ahimè, restano nascosti dietro la coltre di fumo di mille sigarette.» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Come il fumo di una sigaretta!" di Carlo Fracassi |
«... E a volte la lontananza può non essere fisicamente, concretamente reale, fatta di km di distanza. Le lacrime di mia madre erano per me lontana... a pochi metri dalla sua stanza... dal suo cuore, che si atrofizzava sempre più, nell'attesa di un mio sguardo, di una mia parola, di quella carezza che ha aspettato invano fino alla fine...» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia ""A Siddharta"" di Nadia Mazzocco |
«A volte si vuole essere buonia tutti i costi, perché ce l'ha insegnato la mamma, ce l'hanno ripetuto a scuola, a catechismo... Lo dicono proprio tutti: "Volemose bene" Così, in buona fede, ma forse senza capirne realmente il significato, si distribuiscono pillole di bontà, farcite di cioccolato. Ma che vuole quel cane che ringhia? Forse ha capito che la nostra generosità è soltanto di facciata? Va bene, approfittiamo della sua distrazione e riprendiamoci i nostri "bon bon". Nel frattempo cercheremo di imparare seriamente il significato della "concordia"...» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Non c'entra niente" di Giorgio Lavino |
«Percepisco il taglio sottile dei rasoi, di quegli stessi rasoi che hanno devastato anche l'anima mia, che ora ammutolita giace riversa nel lago del suo stesso sangue. Chissà dove vanno le emozioni, quando si allontanano dal libro dell'amore... Ci sarà, forse, un pietoso limbo che le possa accogliere e rifocillare... in attesa di trovare un nuovo cuore da riscaldare?» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Sfumature peregrine" di Lina Sirianni |
«Attendo anch'io la notte, per ritrovarli tutti, persone e luoghi... E a distanza di tanti anni, nel dormiveglia che precede il sonno/veglia confondo ancora, a distanza di trent'anni i rumori di oggi con quelli di allora. Questi versi sono un incanto, rugiada che rinfresca e disseta, brezza che spazza via le nubi per ridonar l'azzurro al cielo!» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Nuto e Aiace" di Francesco Fabris Manini |
«Io guardo il mondo dalla finestra della mia prigione, nella quale mi sono autocondannata per non voler più tornare a casa sudicia, insanguinata e pesta. Una prigione dorata, ovattata, dalla quale osservo... e da cui, qualche volta, ma solo concedendomi brevi licenze per buona condotta, esco, scortata dal mio disincanto...» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Diversamente Sola" di Antonella Bonaffini |
«"Ne valeva la pena?" Mi sono fatta anch'io tante voltequesta domanda eppure ogni volta ho risposto sì! Soprattutto quando ho sofferto tanto. A volte ho creduto di morire, dal dolore, ma non avrei potuto rinunciare a vivere quell'esperienza, anche se negativa. Dovevo provare a guardare in faccia il male, per capire il bene, farmi bruciare dal fuoco, per apprezzare il ghiaccio, farmi stordire dall'urlo, per accettare il silenzio... E confesso che, ma non capisco perché, qualcuna di quelle esperienze negative, purtroppo la rifarei... Forse in me l'amore non è ancora morto, ahimè...» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Palabras inconclusas" di Arelys Agostini |
«Forse perché apparteniamo ad una cultura nella quale ci hanno insegnato a non buttare via niente... perciò prendiamo ago e filo e continuamente tentiamo di rammendare, rattoppare, ricucire, ostinandoci a voler recuperare a tutti i costi anche quelle vecchi abiti ormai così lisi da essere diventati trasparenti. E' senz'altro più facile buttare nella spazzatura e comprare qualcosa di nuovo, ma a volte, miracolosamente, il rammendo riesce...» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Quasi" di Kiaraluna |
«"Anche il giorno s'innamora..." Non c'è gelosia, ma compiacimento nelle parole di quest'uomo innamorato che accetta di condividere la seduzione della sua donna con il dio Sole, che governa le luci del giorno. Intanto i baci guidano il cammino nel tempo e oltre il tempo di questo sentimento che non conosce fine.» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "I miei baci si perdono" di Moreno il Duca |
«Io sono ancora in attesa di vedere... di sentire... Però non dispero. Forse non è ancora arrivato il momento giusto, forse dovrò superare ancora qualche prova... prima di avere l'illuminazione. In questo, per il momento, io ho fede.» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Sempre con me!" di Berta Biagini |
«Portare il sole è donare luce, speranza, energia vitale, fuoco di passione, calore d'affetti... Il viaggiatore con molti amici, deve partire con una valigia molto capiente...» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Ad un'amica cara" di Daniela Pacelli |
«L'accordatura è un'azione molto delicata anche per un solo strumento, ma accordare tutti gli elementi di un'orchestra perché possano suonare in sintonia gli uni con gli altri, è impresa davvero impegnativa. La nostra vita dovrebbe essere come un clavicembalo ben temperato, sul quale ogni corda pizzicata corrisponde ad una nota melodiosa, radiosa, armoniosa... Ma l'eco di altri suoni ci porta un suono scordato, disarmonico, stridente... Quanta delusione l'amore non ricambiato, che ci costringe al silenzio di una pausa... ad libitum... Sento questi tuoi versi sulla pelle come un doloroso ritratto di me stessa...» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Concerto in sconcerto " di Clara Gismondi |
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«A volte, purtroppo, non è l'insoddisfazione, a dirottare l'attenzione delle persone sulle cose insulse, ma la solitudine. Conosco molte donne anziane e sole che passano molte ore nel bar sotto casa mia, giocando alle slot machines. Figli e nipoti non si occupano di loro, si sentono inutili, benché ancora "in gamba". Allora occupano il tempo sognando di sbancare la macchinetta...» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Scontento" di Silvia De Angelis |
«Ho sempre amato l'acqua e lo dico sempre. La melodia della risacca calma i miei incubi, soprattutto quelli notturni e mi permette un passaggio dalla veglia al sonno meno traumatico. Così cullata dalle onde del mio lago mi abbandono al silenzio della notte, che non mi fa più paura.» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "E se non ho nulla da dire" di Dalassa |
«Metamorfosi di un sentire vicino al mondo animale minuscolo, questa bimba che vive in noi, ma che cerchiamo spesso di tacitare, di ridurre al silenzio. Si mimetizza e tesse la tela, per accalappiare i nostri pensieri. Ricama di notte la grezza coperta e cede di giorno preziosa trina di cangiante seta. Penelope dei nostri sogni, la poesia. Giorno dopo giorno regala emozioni in cambio di un po' di ospitalità.» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Simile ad una bimba è la poesia" di Citarei Loretta Margherita |
«Come non condividere? Io li vedo tutti i giorni all'opera, i ragazzi, con quei pantaloni a "culo basso" che sembrano dover cadere da un momento all'altro... E ora ci si mettono anche i piccoli, sì: proprio i miei marmocchi!...Ai quali, senza tanti complimenti, anche stamattina ho dovuto tirare su i calzoni!» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Multatis mutandis" di Angela |
«Perché la fine di un amore deve essere sempre così dolorosa? Ho provato a staccarmi dall'albero come una foglia d'autunno, ma continuo ad ondeggiare ai suoi piedi e non c'è vento di tramontana o di scirocco che riesca ad allontanarmi da quel prato. Cosa non ha funzionato? Perché non sono rinata lontano?» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Lontano, dal cuore" di Maria Grazia Vai |
«Salire... con cautela... ansimando... a volte il sentiero della vita improvvisamente si restringe, il sottobosco si fa sempre più buio e l'erta sempre più impervia. Con il cuore in gola continuiamo, tuttavia, a salire, perché lassù, ne siamo certi, brilla ancora il sole.» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Verso l'eterno" di Gabry Salvatore |
«"Voglio sporcare le mie mani con la creta del tuo cuore..." Sento le mie stesse dita nervose muoversi nel simulare quel plasmare della rossa terra, a cui dare vita come fece Dio quando creò l'uomo... Nello stesso modo si costruisce un amore. Oh sì, un corpo nudo si può amare, ma con l'andare del tempo sfiiorisce... Il cuore di creta, invece, continua a vivere esattamente come il giorno in cui fu plasmato, con tutto l'amore delle mie dita, che l'hanno creato.» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Non posso amare di te il nudo corpo" di Carmelita Morreale |
«Coloro che ho amato tanto non ci sono più e ormai sono una pianta senza più radici. Nella mente e nel cuore un tumulto di parole, che vorrebbero uscire ma non ci riescono, non sanno come fare a spogliarsi di tutto quel dolore che ancora provo per essere rimasta qui da sola. Per questo motivo mi sono commossa tanto leggendo questi tuoi versi dedicati alle persone che sono ancora lì con te e che ti possono donare ancora tanto amore. Grazie!» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "L'aurora ha il nome del cielo" di Giorgia Spurio |
«Quel frutteto... Magico luogo in cui si compiono gli incantesimi di una complicità che si costruisce con il tempo, consolidando un sentimento destinato a durare a lungo, impollinato dalla gioia, che, come una bacchetta magica, dispensa colori, aromi, sapori.» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Pensieri spettinati " di Raggioluminoso |
«Chissà perché ho pensato subito anch'io ai rospi delle fiabe! Di solito è la melensa principessa che "!" bacia il rospo di turno e lo ritrasforma in principe. Uff! Tu mi hai suggerito una chiave diversa di lettura, più intrigante e sottilmente ironica: alla fine della giornata, una coppia di rospi, dopo aver svolto il noioso lavoro nella fiaba di turno, se ne torna a casa e solo allora, baciandosi e amandosi con tenero trasporto, si trasformerà in ciò che realmente è... Ohps! Mi sono lasciata trasportare dalla fantasia... Scusa, ma è colpa tua!» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Forti sensazioni" di Aldo Bilato |
«Ebbrezza e Follia si amano in modo così passionale ed intenso da lasciare il mondo a bocca aperta a spiare dal buco della serratura, nella speranza d'imparare a lasciarsi andare a quell'irrefrenabile voglia che incolla, lega, cosparge di miele...» |
Inserito il 17/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Una notte di me e di te" di Rita Stanzione |
«La solitudine è una mancanza d'identità. Si è quasi tutto e quasi niente. Volo interrotto in un tempo che appare perso... Un fruscio, che nel silenzio rimbomba ad assordare i timpani... Vivo in apnea da quel giorno in cui quasi morivo per amore, o forse sono già morta? Non vedo quasi più nemmeno la mia ombra...» |
Inserito il 16/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Il mio sommesso dire" di Dalassa |
«Eppure non è proprio così... Dietro l'apparente noia o indifferenza, i giovani nascondono profonde fragilità. I miei scolari sono ormai in quinta, scalpitano, perché quel banco di scuola primaria sta loro troppo stretto. Si sentono ormai grandi, hanno voglia di spiccare il volo... e noi li lasceremo andare, naturalmente, con orgoglio, ma già ora, anche se manca ancora qualche mese, sento la loro mancanza... benché fisicamente siano ancora qui. So per esperienza che torneranno, prima del prossimo Natale, verranno a rivedere la loro vecchia scuola e quel banco... ormai occupato da qualcun altro, li farà arrossire e sciogliere in un furtivo pianto.» |
Inserito il 16/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Lo Studente" di Claudio Giussani |
«Taglio netto e sottile della lametta, che recide i giorni senza slabbrare la ferita, mentre un gesso stride sulla lavagna della nostra vita, piena di parole inutili che nessuna analisi grammaticale può spiegare. Esco sbattendo la porta senza battere ciglio lascio me stessa lì, a morire dissanguata.» |
Inserito il 16/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Resilienza" di Aldo Bilato |
«Il languore del fuoco, accanto al quale bere quelle due dita di bianco, aspirando il fumo di una sigaretta, tiene lontano il frastuono del mondo. Qui restano i ricordi dei due amanti, che, al calore di quella fiamma, miracolosamente riprendono forma.» |
Inserito il 16/03/2010 da Nemesis Marina Perozzi alla poesia "Ti ho acceso una sigaretta" di Francesco Fabris Manini |
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