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Trovati 1032 commenti di Antonio Terracciano

Commento n° 162
«Il cammino comune (almeno in quella terra), pur auspicabile, sembra difficilmente proponibile, se già gli Ebrei stessi avevano (ed hanno) ben novantanove nomi, mi pare, per invocare quel Dio il cui vero nome era impronunciabile!»
Inserito il 07/05/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Giudea" di Piera Dunoyer  

Commento n° 161
«Questa forte ed intensa poesia, che approfondisce il concetto di "barbone intellettuale" così ben spiegato da Lorenzo Crocetti nel precedente commento, chissà, forse per il titolo in francese, mi porta automaticamente a ricordare, e quasi a canticchiare, quella famosa canzone di Léo Ferré, "Avec le temps", in cui il poeta- filosofo- cantautore transalpino affermava che "avec le temps tout s'en va" e che "avec le temps on n'aime plus" .»
Inserito il 07/05/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Clochard " di Rasimaco  

Commento n° 160
«Anche se dormii in albergo, anch'io ho il vivo ricordo di un viaggio giovanile da Napoli a Trieste, fatto da solo con una "Citroen Dyane" affidabile fino a un certo punto. Il fascino di Trieste (allora più di adesso, credo) consisteva soprattutto nel vedersi arrivati alla fine del mondo in cui allora vivevamo, al di là del quale (a due passi) la Jugoslavia comunista era sinonimo di misteriosa diversità, fonte di attrazione e di timore dell'ignoto allo stesso tempo.»
Inserito il 03/05/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Viaggio a Trieste " di filiberto  

Commento n° 159
«Forse sbagliando, in questa elegantissima poesia leggo anche un'allusione: quanti "gatti neri" umani, per un motivo o per l'altro malvisti in società, sono costretti a crearsi un'aria burbera e antipatica che non è loro congeniale, soltanto per ottenere un po' di rispetto, e finiscono col curare esclusivamente i loro interessi, dato che sono tenuti alla larga dal resto del mondo?»
Inserito il 28/04/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Il gatto nero" di carla vercelli  

Commento n° 158
«Avevo già espresso il concetto in una delle mie prime poesie pubblicate sul sito, "Ricordi come nuvole", quasi un paio di anni fa. Leggendo questa breve ed elegante poesia di Midesa, mi fa piacere sapere che non mi sbagliavo.»
Inserito il 18/04/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Il tempo vola " di Midesa  

Commento n° 157
«Sarà pure una satira, ma in realtà la poetessa ha ben descritto l'essenza del "Marais" ("Palude"), il vecchio, centrale, misterioso e navigato quartiere della Rive Droite di Parigi dove, per esempio, Umberto Eco ha ambientato il suo ultimo e come sempre intrigante romanzo "Il cimitero di Praga" . L'andamento piacevolmente piuttosto prosastico dei versi ben si addice al messaggio veicolato, quello di una sana "joie de vivre" accompagnata da un salutare "Je m'en fous" nei confronti delle preoccupazioni dell'esistenza.»
Inserito il 16/04/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Alice...à Il Marais" di Grazia Bianco  

Commento n° 156
«Mi ha davvero molto emozionato questa semplice e toccante poesia, che mi ha ricordato la mia sorellina, nata morta, che avrebbe dovuto avere due anni più di me. Vero o falso che sia, noi ci consoliamo veramente nel pensare che ora questi poveri esserini siano in cielo, in compagnia di tanti angioletti premurosi e benevolenti.»
Inserito il 15/04/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Figlio mio mai nato" di Bruno Leopardi  

Commento n° 155
«Il poeta rievoca qui un'antica usanza meridionale (non solo cilentana) che, quando uscì la mia "Stereotipi napoletani", alcuni dissero di non conoscere. Quest'abitudine, alquanto medievale, viene riscattata dalla delicatezza e dalla grazia che il dialetto basso- salernitano è, come pochi altri, capace di veicolare.»
Inserito il 05/04/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "La zoria virgina e la jaddina" di Catello Nastro  

Commento n° 154
«Ho molto apprezzato questa favoletta. Fa bene l'autore a precisare che è presente in altre culture (infatti io la conoscevo già in francese) . Per quanto riguarda il dialetto (avevo intuito che era cilentano prima di leggere la nota), lo trovo ben scritto; per una legge linguistica, esso è simile al napoletano che si parlava in città cento, duecento anni fa (prima che si verificasse una naturale evoluzione), e sembra restituirci ancora il sapore della maggiore grazia e gentilezza che doveva albergare nelle bocche di coloro che si esprimevano (e che continuano ad esprimersi così, per fortuna, nel non lontano Cilento) in tale garbata maniera.»
Inserito il 01/04/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "L'addora re li fusiddi" di Catello Nastro  

Commento n° 153
«La poetessa descrive con molta precisione la figura della donna del poeta (o del sogno della donna del poeta) . La poesia scorre con molta piacevole leggerezza, e mi trova d'accordo in tutte le sue affermazioni (o fantasie), a cominciare da quella della magrezza di codesta creatura (come potrebbe esserci, altrimenti, accordo fra carne e spirito? ) .»
Inserito il 18/03/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "La donna del poeta" di carla vercelli  

Commento n° 152
«Condivido senz'altro il contenuto e anche la forma della bella poesia. Vorrei soltanto far notare alla brava poetessa che, nella versione in francese, lingua assai cavalleresca, il "dolore", così come il "fiore", appartiene al genere femminile, quasi a sottolineare che i più bei fiori del creato sono spesso anche le vittime, sopportando i dolori di tutta l'umanità.»
Inserito il 07/03/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Otto marzo, oggi più del solito" di carla vercelli  

Commento n° 151
«Anch'io talvolta, da bambino, facevo esperimenti simili. E' una claustrofilia che nasce forse dall'inconscio desiderio di ritornare nel grembo materno e che, con l'età, non svanisce, ma si trasforma più sottilmente nell'amare, per esempio a scuola, gli ultimi banchi a ridosso del muro, poi le gallerie, gli ascensori, le piccole stanze di una casa, ecc.»
Inserito il 01/03/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Senza titolo" di veronica de tommaso  

Commento n° 150
«Ho letto sempre con interesse una buona parte della precedente produzione di questo giovane e valente poeta mio corregionale, ma non sono mai intervenuto, perché non mi ritengo molto ferrato nella critica. Faccio però ora un'eccezione, perché questa poesia in particolare mi sembra degna di encomio e, pur rischiando di sbagliare, la avvicino, per contenuto e per bellezza formale, ad una poesia "esoterica" (senza titolo) del grande Fernando Pessoa:
"A morte é a curva da estrada,
Morrer é so nao ser visto.
Se escuto, eu te oiço a passada
Existir como eu existo.
(...) "
»
Inserito il 22/02/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "L'uomo che esce dal bar " di Michele Tropiano  

Commento n° 149
«O meu sonho também seria o de "libertar as vidas dos porta retratos e trazer de volta amores de um passado distante", mas com essas vidas (e as nossas) iguais àquelas de ontem!»
Inserito il 21/02/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Angústia" di Ana Stoppa  

Commento n° 148
«E' tutto vero ciò che dice l'autrice di questa poesia: basterebbe rammentare i famosi "sugheri" di Proust (il romanziere, vivendo al centro di Parigi, si fece foderare col sughero un'intera stanza della sua casa, al fine di potere ottenere il maggiore silenzio possibile, proprio per riportare alla luce la maggior quantità possibile dei suoi vecchi ricordi, che gli erano indispensabili per scrivere la monumentale "Ricerca del tempo perduto") .»
Inserito il 20/02/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Melodia del silenzio" di Alessia Stefania Lorenzi  

Commento n° 147
«Dolcezza, rabbia, utopia e amore: erano proprio queste le caratteristiche principali del grande Léo Ferré, che un tempo, quando la televisione italiana era ancora di qualità, si poteva spesso seguire ed ammirare sui nostri teleschermi, in versione francese o italiana. Il poeta continua a farci ricordare, o forse conoscere ai più giovani, emblematici e straordinari personaggi che piacciono molto anche a me.»
Inserito il 13/02/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Il poeta dai lunghi capelli " di Felice Di Giandomenico  

Commento n° 146
«Al magistrale commento di Lorenzo a questa bella poesia, vorrei soltanto aggiungere che le rime in "u", per la forma scritta della vocale, simile ad un secchio, sembrano voler indicare che la poetessa s'è dotata di un profondo raccoglitore, nel quale confluiscono, senza timore di poter scappare, tutti, anche i più piccoli, ricordi della persona amata.»
Inserito il 13/02/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Paesaggio blu" di alias Marina Pacifici  

Commento n° 145
«Il poeta dà un esempio, in questa deliziosa poesia, di come un'accurata ricerca lessicale, metrica e di rime è poi capace di dare al prodotto l'apparenza di una freschezza e di una semplicità forse altrimenti irraggiungibili.»
Inserito il 13/02/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Bagni di Lucca " di Luciano Tarabella  

Commento n° 144
«Per tanti motivi il treno (ben più degli altri mezzi di locomozione) può essere considerato un simbolo della vita stessa, ed io (innamorato dei treni fin dalla più tenera età) condivido pienamente il senso di questa breve ma efficace poesia, compreso l'amaro simbolo finale della celiachia.»
Inserito il 31/01/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Guardo i treni passare" di Aldo Bilato  

Commento n° 143
«E' con molto piacere che leggo anche questa sensibile e delicata poesia di Micol Finzi, che mi emoziona a partire dal nome e cognome, uguali a quelli di uno dei miei personaggi letterari preferiti, la Micol del ferrarese "Giardino dei Finzi - Contini" di Giorgio Bassani (c'è una parentela?) .»
Inserito il 24/01/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Inverno" di alias Marina Pacifici  

Commento n° 142
«Se i miei vaghi ricordi di astronomia non sono errati, la Luna si formò staccandosi dall'iniziale massa informe della Terra. In questi bei versi sembra quasi di percepire un innamoramento della Luna per il nostro pianeta, e ciò equivarrebbe all'antico mito dell'attrazione fra uomo e donna, derivati da un iniziale unico essere.»
Inserito il 16/01/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Luna" di Ferny Max Curzio  

Commento n° 141
«Questo delicato componimento mi ha fatto ricordare con piacere una bella poesia di Antoine Pol, musicata poi da Georges Brassens e cantata anche da Fabrizio De André, "Les passantes":
"Je veux dédier ce poème
A toutes les femmes qu'on aime
Pendant quelques instants secrets
A celles qu'on connait à peine
Qu'un destin différent entraine
Et qu'on ne retrouve jamais.
(...) "
»
Inserito il 06/01/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Della fratellanza " di Roberto Stompanato  

Commento n° 140
«E' stato dimostrato, in linguistica, che la parola, orpello peculiare al genere umano, è, la maggior parte delle volte, superflua e menzognera.»
Inserito il 28/12/2010 da Antonio Terracciano alla poesia "Intelligenti Pauca " di mario calzolaro  

Commento n° 139
«Le gradevoli rime e assonanze, che compaiono quasi inaspettate, sembrano rendere bene il senso di quel desiderio per quella donna che ha oramai cambiato vita, desiderio che forse giunge anch'esso imprevisto ma in modo piacevole.»
Inserito il 24/12/2010 da Antonio Terracciano alla poesia "Lo vedi Anna che i tempi son cambiati? " di mfm Luigi Mancini  

Commento n° 138
«Bella poesia, che bene esprime la fugacità della felicità, e che tanto mi ricorda i famosi versi (musicati) di Vinicius de Moraes:
"Tristeza nao tem fim
Felicidade sim
A felicidade é como a gota
de orvalho numa pétala de flor
Brilha tranquila
Depois de leve oscila
E cai como uma lagrima de amor" .
»
Inserito il 16/12/2010 da Antonio Terracciano alla poesia "Felicità " di Marco Monti  

Commento n° 137
«Chiara e di immediata comprensione questa poesia, che ci ricorda che tutti coloro che si sentono, anche in senso lato, poeti, hanno prima o poi parlato con la luna. Chi non ricorda, ad esempio, il bellissimo discorso sulla luna di Angelo Roncalli (forse prima poeta che sacerdote) da piazza San Pietro a Roma nei primi anni Sessanta?»
Inserito il 16/12/2010 da Antonio Terracciano alla poesia "Cari mi furono " di omissam  

Commento n° 136
«Chissà se l'uomo primitivo cominciò ad allontanarsi dall'Africa, sua terra madre, proprio per cercare l'acqua che, mi pare, costituisce oltre la metà della composizione del nostro corpo? L'acqua è il primo elemento di cui abbiamo bisogno, una benedizione che purtroppo non sembra appartenere, come ben ci fa intendere il poeta, a quello sfortunato continente.»
Inserito il 15/12/2010 da Antonio Terracciano alla poesia "L'odore della pioggia " di Claudio Giussani  

Commento n° 135
«Questa bella poesia cerca di rendere l'incanto di Strasburgo (Strasbourg / Strassburg, "il borgo delle strade") che, come tutte le città di confine, ma qui in modo più intenso, ci accompagna nel passaggio tra un mondo e l'altro, tra quello francese e quello tedesco, tante volte in guerra perché in realtà invidiosi l'uno delle qualità e delle capacità dell'altro, ma ora finalmente in pace, per potenziare insieme queste qualità e queste capacità, con l'obiettivo dell'edificazione di una nuova Europa.»
Inserito il 08/12/2010 da Antonio Terracciano alla poesia "Autunno a Strasburgo " di Tiziana Mignosa  

Commento n° 134
«Questa bella (e triste) poesia mi ha fatto ricordare una delle prime e più famose canzoni- poesie di Georges Brassens, "Le parapluie": com'è bello, per due cuori innamorati, andare con un solo ombrello sotto la pioggia! Ma purtroppo essa, intesa quasi come una benedizione del cielo su due anime affini, non può durare in eterno!»
Inserito il 01/12/2010 da Antonio Terracciano alla poesia "Piove " di Triste  

Commento n° 133
«Al di là dell'impeccabile contenuto (genesi di un innamoramento), sono rimasto affascinato dalla struttura della poesia, formata da un'alternanza di endecasillabi e di parole bisillabiche, che mi ricorda tanto (mi si perdoni l'autocitazione) la mia "Sussurro d'ali" .»
Inserito il 23/11/2010 da Antonio Terracciano alla poesia "Sono qui che penso ancora " di Omero Sala  

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