| «Ci sono delle città in Europa che, a causa forse della loro vicinanza alla madre Africa, suscitano lo stesso sentimento, noto come "mal d'Africa", cioè quello di volerci ritornare, quasi come in un grembo materno. Ciò è abbastanza noto per Lisbona (e il sud del Portogallo), decisamente meno per Cagliari (e la Sardegna), e la poetessa ha fatto molto bene ad evidenziarcelo.» |
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Inserito il 25/10/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Orizzonti Sardi" di Maria Rosa Cugudda |
| «A pensarci bene, forse il fascino di Venezia deriva proprio dalla sua breve ma intensa vita. Come la famosa rosa che non visse che lo spazio di un mattino, regalandoci però i suoi intensissimi profumi, così la città lagunare, nata soltanto mille anni fa e destinata, pare, a scomparire purtroppo tra non molto tempo (per una città), ci ha regalato, e continua a regalarci anche nella fase della sua decadenza, perle di estrema raffinatezza e di assoluta eleganza, tanto più struggenti quanto più intimamente legate al sentimento della morte.» |
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Inserito il 19/10/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Riflessi di Venezia" di hy ju |
| «In questi bei settenari (correggerei solo il decimo verso, che è ottonario, in "donati da natura" o "dati dalla natura") , andando forse oltre quanto voleva dire il poeta, vedo un'indovinata metafora dell'autore di poesie, soprattutto in rima: come il ragno, anch'egli dev'essere dotato di grande pazienza, perché non sempre è fortunato nel trovare ciò che gli serve, perché non tutti i giorni portano il materiale (le parole) adatto ad edificare una composizione; alla fine, però, la sua produzione, così elaborata e geometrica, assomiglia alquanto ad una ragnatela.» |
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Inserito il 14/10/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Il segreto del ragno" di Massimo Franceschini |
| «E' molto accattivante questa poesia, che descrive una scena di cristallina amicizia, resa ancora più pura dalla pioggia (il cielo, nel nord della Francia, è "capriccioso come il cuore di una bella ragazza", si usa dire da quelle parti), che d'improvviso cessa, ma che è caduta in quantità tale da permettere agevolmente il "battesimo" dell'amicizia stessa.» |
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Inserito il 12/10/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "La pioggia ci coglie" di Omero Sala |
| «Uno dei maggiori piaceri dell'intelletto umano è quello di sentirsi (ogni tanto) una voce fuori dal coro. Mi sia permesso allora dire che una trentina di anni fa mi feci contagiare anch'io dalla "moda Bukowski" e, dopo averne letto, con una certa eccitazione, due libri ("Storie di ordinaria follia" e "Compagno di sbronze") , ne acquistai un terzo ("Taccuino di un vecchio porco") , che mi deluse alquanto e non portai mai a termine. Ora giacciono, tutti e tre, nel garage, cioè al cimitero. Adesso Bukowski mi appare essenzialmente (questione anche di gusti personali, che cambiano con l'età) come un romanziere dallo stile di terz'ordine, sopravvalutato come troppi altri prodotti americani, oltre che ossessivamente erotomane e alcoolizzato.» |
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Inserito il 08/10/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Bukowski " di Grazia Longo |
| «Forse il barbone, più degli altri, ha il privilegio di assaporare da vicino l'essenza vera della condizione umana, quella di esseri indifesi, affamati e deboli, senza l'artificiale schermo delle sovrastrutture sociali.» |
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Inserito il 01/10/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Clochard" di Caterina Tagliani |
| «L'Italia è un paese in crisi, culturale prima che economica. Cosa ci si può aspettare da connazionali ben disposti a sborsare centinaia di euro per un paio di (inutili) scarpe nuove e neppure dieci per l'acquisto di un (illuminante) libro? Ma noi non demordiamo, fa bene Michele a dirlo ad alta voce, perché alla fine, chi lo sa, il vento potrebbe cambiare e riportarci a quei tempi in cui eravamo famosi nel mondo per le nostre splendide opere poetiche.» |
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Inserito il 01/10/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Il caso sottoposto a chi credevo amanti della poesia " di Splendido Leotta Michele |
| «Scopro con leggero ritardo questa breve, davvero bella, intensa e significativa poesia, dedicata alle donne mature. L'autore, che io so, come e più di me, appassionato di cultura francese, non potrà contestarmi se affermo che è riuscito a sintetizzare in poche parole ciò che il grande Brassens espresse lungo tutta una poesia- canzone, la purtroppo da noi semisconosciuta "Saturne": l'astro ti ha fatto un brutto scherzo, bella mia, ha reso bianco qualche tuo capello, ma non ti devi preoccupare, perché l'autunno sa essere più bello di tutte le altre stagioni. E tu, ragazzina che abiti di fronte, vatti a rivestire...» |
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Inserito il 22/09/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Autunno" di Aldo Bilato |
| «Sesso, droga, rock and roll, quello che si vuole... Il fatto è che in ogni epoca, con diversi mezzi, l'uomo, di tanto in tanto, sente il bisogno di non guardare in faccia la Realtà, accecante come la Medusa. Lo aveva perfettamente capito Baudelaire, nel suo celebre poemetto in prosa "Enivrez- vous": "Bisogna sempre essere ubriachi. Tutto qui: è l'unico problema. Per non sentire l'orribile fardello del Tempo che vi spezza la schiena e vi piega a terra, dovete ubriacarvi senza tregua. Ma di che cosa? Di vino, di poesia o di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi. "» |
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Inserito il 18/09/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Erano belle le chitarre " di Luigi Ederle |
| «Con estrema chiarezza e con stile signorile il poeta ci spiega cos'è la mimesi poetica. Questi versi ci fanno tornare in mente la famosa e un po' enigmatica affermazione del Pessoa: "O poeta é um fingidor" .» |
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Inserito il 17/09/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "È un piccolo travestimento la poesia" di Omero Sala |
| «I consigli dati dall'autore non sono da sottovalutare, però bisogna anche considerare che ci sono stati poeti, come il Belli, capaci di sfornare pure tre o quattro poesie al giorno, e tutte di ottima fattura, mentre chissà quanti altri (rimasti giustamente sconosciuti) hanno aspettato magari tutta la vita per produrre un presunto capolavoro rivelatosi poi un autentico "flop" .» |
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Inserito il 12/09/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Che fretta c'è?" di Ferny Max Curzio |
| «Finalmente trovo, tra le poesie di oggi dedicate al tragico evento di dieci anni fa, una composizione originale, che nutre molti dubbi sulla versione ufficiale di quanto accaduto. Fa bene l'autore a ricordare il famoso incendio di Roma di duemila anni fa, che trova tuttora gli storici divisi: fu opera di Nerone, nella sua perversa follia, o dei Cristiani che intendevano colpire l'odiata capitale del mondo di allora?» |
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Inserito il 11/09/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Undici settembre " di Michele Serri |
| «M'è piaciuta l'essenziale poesia di questo giovane autore, che mi ricorda tanto una delle più belle canzoni del mio amato Luigi Tenco, "Un giorno dopo l'altro": " (...) Un giorno dopo l'altro / la vita se ne va / domani sarà un giorno uguale a ieri. / (...) / Un giorno dopo l'altro / la vita se ne va / e la speranza ormai è un'abitudine. "» |
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Inserito il 08/09/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Prigionieri dell'abitudine" di Omar Vitali |
| «Ma sì, prendiamola pure con tragica comicità! Riguardo al secondo punto, "quando sarò morto, finalmente più male ai denti non avrò", cantava il saggio Georges Brassens.» |
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Inserito il 05/09/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Sbevazzando, sbevazzando" di Pino Penny |
| «Questa chiara e serena poesia, che vuole rappresentare, mi pare, la nascita dell'amore tra un musicista ed una poetessa può, secondo me, essere considerata anche, ad un secondo livello di lettura, come una metafora della nascita di una bella canzone, in cui l'innamoramento tra musica e parole è condizione essenziale per la sua buona riuscita.» |
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Inserito il 24/08/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "L'Incontro" di Milena Resmini |
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| «Sul mio quaderno, da giovane, avevo scritto che la vita era un misto di abitudine e di noia: quando era la seconda a prevalere, le abitudini cambiavano radicalmente. Col passare del tempo mi rendo però sempre più conto che la forza dell'abitudine si accresce continuamente, e che la noia perde vigore rapidamente.» |
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Inserito il 23/08/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "L'abitudine è assuefazione " di Maria Rita Scasciafratti |
| «Modesto cultore di lingue e dialetti (soprattutto neolatini), ringrazio la poetessa per avermi dato l'occasione, in questa ispirata poesia del ricordo, di curiosare nell'unica lingua romanza che in pratica non conosco per niente, il rumeno.» |
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Inserito il 10/08/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Zàvor de tainà/ Legame di mistero " di Violeta C |
| «La vita mi ha confermato più volte la scarsa attendibilità del detto "Non è mai troppo tardi": questa poesia ce ne dà una chiara e rassegnata esemplificazione.» |
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Inserito il 27/07/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Ammetto ogni ricordo" di hy ju |
| «Anch'io seguo da lontano (purtroppo) il genovese don Gallo, che fa grande la sua città e la comunità cristiana con la manifestazione del suo credo, il vero Vangelo al servizio dei poveri e dei diseredati. Di persone così ne nascono poche, come san Francesco e, in scala minore, anche due o tre preti che ho conosciuto personalmente. Esse fanno riavvicinare al messaggio cristiano autentico coloro che se ne erano allontanati, per colpa dei messaggi ambigui e melliflui della maggior parte del clero.» |
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Inserito il 18/07/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Non tutti i preti vengono per nuocere " di Rita Stanzione |
| «Punti di vista, certo... Come fece un esercito così forte a soccombere davanti a mille facinorosi? Perché i generali napoletani non diedero praticamente mai l'ordine di sparare sui garibaldini? Probabile corruzione, con bella moneta sonante messa a disposizione dalla massoneria inglese (è questo, almeno, che ipotizza Umberto Eco nel suo ultimo romanzo, "Il cimitero di Praga") . Punti di vista... Il mio è che, se il popolino napoletano avesse appoggiato la Repubblica del 1799, la conquista dell'Italia si sarebbe fatta allora, e partendo dal Sud! (Si veda anche il Cuoco.)» |
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Inserito il 16/07/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Questioni meridionali" di Duilio Martino |
| «Je crois qu'avec ce titre Jeannine a voulu rendre aussi un hommage à son célèbre concitoyen, l'écrivain Jean- Claude Izzo ("L'aride des jours" est un recueil de ses poésies) . Jeannine a bien réussi à nous communiquer l'aridité quotidienne qui dévore nos esprits.» |
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Inserito il 14/07/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "L'aride des jours " di Jeannine Gérard |
| «Questa poesia rende bene l'idea di come un animo sensibile e piuttosto originale non è capace di adattarsi ai sentimenti che vorrebbero inculcargli le masse: prova dolore laddove ci dovrebbe essere gioia (e talvolta, ad essere sinceri, anche il contrario).» |
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Inserito il 11/07/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Tristezza alle giostre" di Claudio Battistella |
| «Di solito, più è stato gradito un lavoro e più lo si lascia a malincuore. Però bisogna considerare che anche il lavoro più amato è comunque una maschera (o una divisa), per cui dovremmo respirare più liberamente una volta abbandonatala... Del resto una volta il filosofo Sartre, rivolgendosi a un cameriere, gli disse: "Tu non SEI il cameriere, ma FAI il cameriere! "» |
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Inserito il 09/07/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Il mio grazie (saluto di commiato per il pensionamento)" di Duilio Martino |
| «Dilatare lo sguardo come fa il gatto, cioè interessarsi continuamente a cose nuove, è il segreto per vivere sette vite, non nel senso di una vita molto più lunga per durata, ma più intensa per passione intellettuale: questo mi sembra che la poetessa voglia dire nella sua breve e densa poesia.» |
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Inserito il 29/06/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Con gli occhi del gatto " di Amara |
| «E' veramente adeguata, e direi quasi fotografica (ma di una fotografia che scava nell'anima), l'immagine che la poetessa ci dà della sua amata città natale (la poesia mi ha restituito, amplificandola ed approfondendola, l'impressione che Marsiglia mi fece l'unica volta che la visitai) . Per quanto riguarda la somiglianza con Napoli evidenziata in nota, ciò è verissimo, e non dobbiamo dimenticare che forse i primi Napoletani a popolare Marsiglia furono tra i migliori, cioè quei simpatizzanti della Repubblica Partenopea del 1799 che, al ritorno del Re in città sei mesi dopo, furono da costui costretti a salpare per Marsiglia se volevano avere salva la vita.» |
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Inserito il 13/06/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Eh, salut!" di Jeannine Gérard |
| «Pregevole breve, in cui si descrive una condizione comune agli scrittori, che hanno spesso gli orologi rotti. Qualcuno disse che le gioie e i dolori della vita esistono soltanto per essere in futuro narrati.» |
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Inserito il 12/06/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Impazzito" di Antonio Biancolillo |
| «La bambola, il manichino, sono simboli di bellezza e perfezione, incapaci però di vivere una vita reale; è questa bella poesia una metafora indovinata e struggente per farci comprendere che l'ideale si frantuma a contatto con la realtà.» |
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Inserito il 05/06/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Il dono" di hy ju |
| «Eccellente rivisitazione del personaggio di Bernardo Soares, un altro eteronimo di Fernando Pessoa. Egli ha una finestra con "le imposte che si possono aprire nei due sensi, sul fuori e sul dentro. E anche quel 'dentro' è un luogo estraneo e ignoto al suo abitatore. un 'dentro' in affitto, la camera di un albergo che Soares divide con altri se stesso che egli non conosce. " (Antonio Tabucchi)» |
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Inserito il 22/05/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Soares, la notte ed io " di hy ju |
| «Pur essendo campano, anch'io da bambino fui un grande tifoso del Milan, e cominciai ad esserlo quando vinse la sua prima Coppa dei Campioni nel 1963, battendo in finale il Benfica a Londra, per poi andare a perdere con onore la finalissima intercontinentale a Rio de Janeiro contro il Santos di Pelé. Ma era un'altra epoca, ed avevo un'altra età: secondo me, col passare del tempo, è quasi impossibile continuare ad amare la squadra di calcio che una volta ci aveva fatto sognare...» |
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Inserito il 22/05/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Mio Milan " di Christian Valentini |
| «Penso che la poetessa abbia ragione: forse proprio perché la felicità si cela dietro cose così piccole e apparentemente insignificanti per la società, è così difficile riconoscerla e gustarla (occorrerebbe una vista acutissima...) .» |
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Inserito il 21/05/2011 da Antonio Terracciano alla poesia "Non una ricetta" di Manola Gini |
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