«Il viaggio è il tema centrale della lirica di Galante Arcangelo, il quale cattura “le speranze di chi costretto è a partire senza indietro potersi voltare”. Un movimento continuo, quello dell’umanità, incessantemente sospinta dai moti della coscienza verso dimensioni altre. “Il viaggio inizia per un dove non definito; in un rotolo di documenti” perché diviene un fatto burocratico il bisogno di muoversi, di trovare un futuro migliore. E’ la storia di milioni di italiani costretti ad emigrare; è la storia, oggigiorno, di tanti migranti che partono all’avventura…» |
Inserito il 02/04/2018 da Mina Cappussi alla poesia "Straniero" di Galante Arcangelo |
«Vestita di pensieri arriva la donna amata. Anelito profondo che supera la facciata di superficie di un istinto animale per desiderare la fusione completa nell’amore» |
Inserito il 02/04/2018 da Mina Cappussi alla poesia "L’incontro" di santo aiello |
«La terra diviene linea di demarcazione tra cielo e mare “tra evanescenze e silenzi, tra mura diroccate di retaggio antico impresso nel cuore”. Una lirica fortemente evocativa che sa di sale, di mare, di tempeste e di preghiere. Un close up sul “movimento frenetico delle mani” che intrecciano sudore; sugli “occhi di donne, profondi, dal colore intenso, dalla forma irregolare di mandorle amare. Un cantico che sa di antico, che ferma il respiro su gesti ripetuti e paure ataviche del non ritorno, del periglioso viaggio per mare. Mina Cappussi» |
Inserito il 22/10/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Borghi marini" di Eolo |
«Tripudio di colori, che si vestono di emozioni in un'atmosfera da fiaba di cui diviene filo conduttore il cantalenante verso in rima. Ricorda le filastrocche dell'infanzia, questa lirica di Giuseppe Cassese che indaga la magia del bosco fuori e dentro di noi in una sorta di matrimonio mistico con la natura» |
Inserito il 25/06/2017 da Mina Cappussi alla poesia "La foresta e la sposa" di Peppe Cassese |
«Peppe Cassese ci sorprende ancora, con questa lirica che profuma di sogni e zucchero filato, che racconta di una casa dei sogni tenuta in cielo da cinquanta palloncini. Nella bellezza delle meraviglie che la casa riserva, il poeta riserva un posto a “bambini dispersi e perduti, di tutte le razze, dall’odio tessuti, con gli occhi cuciti, le mani legate, lasciati e smarriti dall’uomo quaggiù”. Un riferimento forte, duro, terribile, all’assurdità delle guerre, all’ignominia delle violenze. Ma è una parentesi, per regalare ali di luce ad un sogno di “colori brillanti e vivaci”, di “stanze lucenti”, “prati e giardini ridenti e fioriti, con l’eccezione di una “lingua che grida il suo blu”» |
Inserito il 11/06/2017 da Mina Cappussi alla poesia "La casa dei sogni" di Peppe Cassese |
«Criptismo solipsistico intriso di classicismo quello di NegliocchiDesiderio, che dipinge “nubi, in vortici da sacre ombre, che sfidano l'Ego con uno strato scuro”, quasi un diapason emozionale che collega la natura con il Sé. “Di mute nuove, errando, se non d'Amore screzio lo sguardo e i riflessi rivolgo alle vesti”, quasi ad esorcizzare un vissuto raziocinante che si fa estasi quando “indulge la ragione e inclina il fianco al certo” perché “in quella vastità d'istanti, i dèmoni dardeggiano perversi in controluce”. E’ l’archetipo dell’abisso in fondo ad ognuno di noi che viene a galla frammentando l’io.» |
Inserito il 11/06/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Spiriti di sentinella per strani passatempi" di negliocchiDesiderio |
«Sensualità che trasborda da ogni verso, che colora ogni parola, dove il piacere “imperla la pelle e scivola in basso”. Ed è poesia il rimando di Giacomo Scimonelli che racconta della “danza di dita complici che accende il fuoco”, di “labbra che bagnano il contorno dei desideri”.» |
Inserito il 11/06/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Urla il tuo corpo" di Giacomo Scimonelli |
«Eco bambina, quella di Peppe Cassese, che sembra raccontare, sulle ali dei ricordi, la casetta dell’infanzia costruita dal papà e al “meglio amico” di questi, con un dialettismo che rende il verso più pieno e lo avvicina al lettore, già calato nell’atmosfera magica del mondo bambino. Il poeta si vede piccino, scrive completamente catapultato in quel mondo lontano che affiora concreto e tangibile. Torna l’adulto nel finale: archiviati i ricordi dorati dell’infanzia, la casetta si rivela una proiezione mentale, accarezzata e sognata nell’intima profondità dell’essere: “Questa casetta che è soltanto mia/ è dentro la mia testa: che magia!”» |
Inserito il 11/06/2017 da Mina Cappussi alla poesia "La mia casetta" di Peppe Cassese |
«Il tempo si ferma nelle propaggini della coscienza che cristallizza momenti ed emozioni» |
Inserito il 03/06/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Ore cristallizzate" di Ventola raffaele |
«Criptica e allettante la poetica di Tristano, che ricusa l'alloro per tornare a raccontare il mondo» |
Inserito il 03/06/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Non un poeta" di Max Ray Springsteen |
«L'amore corre sul filo del tempo raccontando brandelli di sogni. Bella l'immagine di Pino Gaudino, di quelle panchine che parlano la lingua degli innamorati» |
Inserito il 03/06/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Impossibile non amare il ricordo" di Pino Gaudino |
«L'abilità nel raccontare con parole nuove, da una diversa visuale, la speranza del mondo» |
Inserito il 03/06/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Cosa di tutti" di Antonio D’Auria |
«“Altro tempo m'attende per tuffarmi nei sogni”. Umberto de Vita racconta per immagini poetiche il susseguirsi delle ore e dei giorni, soffermandosi sul crepuscolo, “l'ora mistica della penombra” che annuncia “il fascio della notte”. E’ la fotopoesia quella che snocciola incanti impregnati nel tempo, frammentando la realtà e ricostruendola, pezzo pezzo, nella geografia del sentire.» |
Inserito il 03/06/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Nell’ora mistica della penombra" di Umberto De Vita |
«Coinvolgente e totale, l’amore tratteggiato da Santo Aiello, che esprime il sentimento sublime che si nutre di argomentazioni impossibili. “Se io non esistessi e tu, non esistessi” è l’incipit che abbassa la guardia della mente per cedere il passo alla meraviglia del cuore. Amanti che sono memoria d’acqua dentro i ghiacci, alberi senza radici “che bevono il cielo”. “Se io non esistessi – incalza il poeta – sarei uno dei tuoi pensieri” e s’innesta il dialogo immaginario, mentre il ritmo si fa pressante. “SE tu non esistessi io ti avrei già creato in una notte folle”.» |
Inserito il 02/06/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Se" di santo aiello |
«Misura attentamente il livello poetico, Barba, che gioca sapiente con le parole, ad evocare emozioni e soffusi sguardi di sé, nell’immagine che racconta “il fango sulle ossa, la radice che si spezza”.» |
Inserito il 02/06/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Per sempre, mai" di Barba |
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«Guardare dentro di sé e ritrovarsi, all’improvviso, oltre gli inganni, scrostando il superfluo “tra le pieghe di fogli colorati a matita da sogni”. Claudio Giussani scrive sull’onda delle emozioni che scorrono copiose, laddove l’incontro con se stesso ha generato mostri, ormai cancellati» |
Inserito il 02/06/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Ritagli di poesia" di Claudio Giussani |
«Lasciarsi andare, affidarsi, perdersi e ritrovarsi. E’ questo il senso della lirica di Josiane Addis, che ha intravisto una presenza angelica a proteggerla. Una presenza lieve, “gioiosa lacrima di perle” che estingue dolori, ricama l’anima, ospita la vita.» |
Inserito il 29/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Angelo Vero" di Josiane Addis |
«E’ il ritratto di una città, ma anche di un’anima lacerata dal dolore, quello tratteggiato da Elena Rapisa ne “La città vuota”. Si evidenzia “un senso di paura” e quelle mura silenti che trattengono “l’odore di risate polverizzate e detersivo scadente”. La figura misteriosa passa oltre, non varca la soglia dei ricordi, lascia correre i fotogrammi della sua vita, che “rotolavano lungo gote e giù, giù per solchi profondi e tristi del viso scavati dall’amarezza”. La lirica appartiene, a pieno titolo, al filone della fotopoesia che “fotografa la realtà” e la scompone, laddove le case, “perduto il colore si stagliavano scure, più oscure del cielo, più nere dei pensieri”. Nella chiusa il rimando all’ombra delle cose, dell’apparenza.» |
Inserito il 27/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "La città vuota" di elena rapisa |
«Nichilismo il titolo di Matteo Tiburzi: nulla che avanza a cancellare un mondo di illusioni. Il futuro, scrive il poeta “è come una notte eterna senz'alba, un tunnel senza fondo, una promessa mancata” e si sente tradito, perché in quella promessa ci aveva creduto. “Nel mezzo del cammin di nostra vita” scriveva il sommo; Tiburzi si racconta “solo e ferito, in una foresta al buio”. L’annientamento è totale “ogni valore è perso, coperto dall'odore penetrante di un dollaro stampato” e persa è anche la speranza, nella chiusa in cui ricorda quanto sia “inutile guardare il cielo”. I rimandi a Bodelaire è automatico, ma qui c’è l’urlo sociale in sottofondo, di chi è annientato dal sistema e, in fondo, spera nella rivoluzione del pensiero» |
Inserito il 27/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Nichilismo (nelle terre del nulla)" di Matteo Tiburzi |
«Cos’è il fallimento? Obiettivo non raggiunto? Ma chi fissa l’obiettivo? Rosanna Peruzzi, giovane poetessa, sirena raminga del suo mondo interiore, manifesta una sensibilità altissima, che inevitabilmente si tesse di momenti bui, e di cadute. “Ancora una volta ho fallito” è la chiusa che imprime un ritmo negativo alla lirica che evidenzia speranze corrose, ruggine di sogni, zoppe illusioni in collisione con il vano esistere”. Il senso del gioco è trovare….il senso! Buona fortuna» |
Inserito il 27/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Finestra spenta" di Rosanna Peruzzi |
«E' pegno d'amore il sangue che scorre nelle vene, linfa della vita che imprime al cuore il suo movimento. Visuale irrituale del rosso elemento che ci consente di esistere su questo pianeta» |
Inserito il 27/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Lo scorrere della linfa" di Josiane Addis |
«Amore fluisce, amore irradia, amore impregna ogni verso di questo componimento che racconta il cammino intimo della poetessa “Nel fluire algido dei miei pensieri, sei giunto, irradiando logori domani”. L’attesa si fa carica di speranza, ma trasuda dolore e quasi accettazione del nulla che avanza “E io sempre dispari, con l’orgoglio della mia solitudine”. E’ anzi annientamento psichico il rincorrere i rimandi di un passato imploso. “Esistevo per privare i miei sogni dei tuoi occhi verdi”. Il finale regala sentimenti acquietati, con la poetessa che avida accoglie la luce dell’amore, che irradia ogni nuovo giorno.» |
Inserito il 27/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Come luce di un'alba insperata" di Alexis |
«Il breve componimento fotografa un momento, raccontando i fatti con maestria poetica. Si inserisce a pieno titolo nel movimento definito "Fotopoesia"» |
Inserito il 26/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Haiku 10" di Anna Di Principe |
«Lo scettro è nelle nostre mani, siamo noi a disegnare la realtà e le malelingue hanno voce solo se siamo noi a dargliela... Vicinanza spirituale al dolore, ma grinta per uscirne» |
Inserito il 25/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Succede anche questo purtroppo!" di Berta Biagini |
«Il ripetersi dei momenti regala certezze dalle quali è bello, ogni tanto, evadere...» |
Inserito il 25/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Rugiada" di santo aiello |
«Cuore e ragione, contrapposti confini dell'essere che perde continuamente riferimenti nel mare delle emozioni...» |
Inserito il 25/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Variabili direzioni" di Anna Di Principe |
«Sono memorie d’infanzia, frammiste a spunti, immagini, simboli in continuo movimento, quelli che Giovanni Perri condensa in “Calcio di rigore”. Vetrine emozionali, dove “bucciarsi i ginocchi, trovare la lucertola” diventano icone che passano come un film nella “calda noia d'una fontana”, assieme a “barberie sepolte nella testa”, insieme all’orologio, alla torre, i treni, Evelina. Poi i ricordi si fanno ermetici, diventano un “luglio di carta salata, da girarci epoche”, si esplicitano in “una valigia piena di lucertole da liberare in città”. Il poeta passa da una dimensione all’altra attivando persino una sapiente ironia “su di me contavano i morti e i vivi / e ora che ci penso anche il barbiere contava su di me / tagliava e raccontava e un» |
Inserito il 20/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Calcio di rigore" di Giovanni Perri |
«La "sana immoralità" e la "consuetudine alla fedeltà" sono due temi, connessi e distanti, che il poeta ha ben investigato con una riflessione profonda e pacata, quasi un arrendersi al senso delle cose...» |
Inserito il 08/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Cannibalismo" di Francesco Rossi |
«Un amore alto e possente, quello raccontato da Francesco Rossi, per il quale “la stesura della vicinanza sembra un quadro in bianco e nero”. Il poeta rimarca il bisogno della donna amata di cui non può fare a meno anche se volesse,» |
Inserito il 03/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Certezza 2017 " di Francesco Rossi |
«Violette. Un nome che è profumo e colore, fiore e sapore. La lirica si costruisce attorno al nome con una sorta di filosofia linguistica che “fa sbocciare parole nuove, che tornano alla lingua levitando, sul gran peso del nulla”. Rita Stanzione si riconosce in Violette, le dà voce e corpo, una sorta di mito primaverile ed effimero dove la parola si fa verbo e dispone. Così Violette “iniziò a credere ai suoni puri tra la sua anima e il mondo”» |
Inserito il 02/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Violette" di Rita Stanzione |
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