«La mente è capace di cose grandiose, di cose inspiegabili, di cose impossibili. Così come crea, distrugge, come si apre, si chiude, come si esprime (ed in tanti modi diversi, a volte nascosti),si ammutolisce. Si offre e si nega, per difendersi, per reagire, per vivere; dove tutto è già scritto, ma si può modificare, a volte, e riscrivere. Credo che si possa raggiungere l’IO e comprenderlo anche attraverso quel “silenzio solenne”,così come credo che c’è qualcosa di non letto in quello che è già scritto e che sarà intellegibile pur affidando lo sguardo al vuoto, come dice l’autrice, ma con a fianco la speranza. Sentire“gonfiare il cuore“per l’angoscia è segno di sensibilità,che ti fa riconoscere l’odio e ti tiene lontano dall’altrui superbia ed arroganza» |
Inserito il 24/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Dove tutto è già scritto" di Elisabetta Randazzo |
«Una poesia che evoca immagini, ricca di dettagli e di concetti che ha molto “da raccontare”. L’immagine della bellezza e della perfezione, che incanta ed ispira, che attrae e fa uscire di senno, che risplende e al risveglio svanisce, “perdendosi negli abissi ultraterreni”. Percepisco una certa atmosfera di caos, ma ciò può addebitarsi al sogno. Il sogno ha questa capacità di confondere e districare, di svelare, ma in maniera misteriosa. » |
Inserito il 23/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Sogno sciupato" di Daniela Dessì |
«Quando il silenzio è immenso e nello stesso tempo sovrumano, tutto intorno trascolora. Si tratta di un silenzio capace di arrestare, per un attimo, il respiro, un silenzio che lascia sbigottiti ed intimorisce persino il cielo. L’immenso che, dentro sé, contiene l’immenso. Ed è lo stesso silenzio che l’autrice sceglie come rifugio per confortare quel suo pensiero d’amore, che rimane puro, staccato da tutto, persino dalla parola.» |
Inserito il 22/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Il silenzio delle foglie" di Rita Minniti |
«Per caso sono incappata in questa poesia, e leggendola, mi rendo conto della forza di questi versi e della capacità che essi hanno di attrarre il lettore, con quel tono intimo, calmo, dell’autore nel rivolgersi a qualcuno, portandolo a riflettere. Parlare nella forma scritta allo stesso modo che a voce. E’ quel modo di soffermarsi sulle cose, di ironizzare anche, nel mentre, senza alcun timore, si dice ciò che si pensa, è quel tono che mi piace. E quel “Non siamo un cazzo/se ragioniamo all’infinito”, reca in sé tutta forza d’una ribellione ad uno stato di cose che ci fa male o semplicemente non ci aggrada. E fa da introduzione all’imperativo che segue: “fermamioci a dare/poesia al caos se davvero amiamo”. Ecco dove trova il senso la pausa!» |
Inserito il 22/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Pausa" di El Corripio |
«La fatica, la sofferenza, il condurre giorni affannosi con mille pensieri e preoccupazioni, sono queste le cose che fanno bella una donna, capace, dopo ore di stenti, a sera, di regalare carezze, di offrire un sorriso, di scaldare l’atmosfera della casa con una sola parola. Sì queste, non certamente un vestito sfarzoso. Una donna china, che risplende sotto un fascio di luce, è essa stessa luce. Una donna ansiosa per i suoi figli, ma capace di attendere con pazienza, e che, vedendoli arrivare, dimentica in un baleno ogni cosa, è bella perché è Vita. Ecco dove risiede la bellezza di una donna, nella sua bontà e generosità, che la rendono simile alla terra, immensa. Una donna dalle mani succulente… come scrive l'autrice.» |
Inserito il 22/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Bella da vivere" di carla vercelli |
«Partirei da quest’ultimo verso,“l’ultimo treno è già partito”.Si legge tutta la tristezza, la sofferenza, l’amarezza per “qualcosa”troncato bruscamente, un progetto non portato a termine, un sogno interrotto, un’idea sfumata. Non solo, oltre a questa consapevolezza, si percepisce anche il peso di una speranza che cede e fa crollare tutto d’intorno. C’è solo quell’ombra, che racchiude tutta la sfera intima ed emotiva dell’autore e che gli resta accanto, a dispetto di una luce non adatta all’inquietudine dell’animo del poeta, ai suoi dubbi, ai suoi interrogativi esistenziali, al suo pensiero che si sofferma sui venditori di fumo. Sì,promesse vane, da un lato, dall’altro, forse, l’accorgersi di capacità inesistenti di fronte a situazioni sfavorevoli.» |
Inserito il 22/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "L'ultimo treno" di Rasimaco |
«Questa poesia mi piace per la semplicità del linguaggio, la capacità di arrivare al cuore, la positività del messaggio. Il tutto si traduce in un inno alla vita e all’amore. Il tutto si riassume in un insegnamento, quello che i miracoli accadono. E il miracolo è nella forza dell’amore, naturalmente per chi crede. Se abbiamo a cura la nostra anima, se comprendiamo l’importanza di un’essenza spirituale oltre quella corporea, allora possiamo sognare o sperare in un’altra dimensione. Non ci sono morti nella nostra vita, ma tutti coloro a cui abbiamo voluto bene continuano a vivere in noi e noi in loro, come questa poesia sottolinea e come chiaramente ribadisce la nota.» |
Inserito il 21/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Chi si ama non muore" di Ferny Max Curzio |
«Un sentire che coinvolge i sensi, che raggiunge ogni parte di noi, investe il pensiero e si estende alla parola e ai gesti. Un’abilità della fantasia e non solo. Vediamo figure, noi stessi assumiamo forme diverse, siamo la forma di ciò che viviamo, di ciò che desideriamo, anche di ciò da cui vogliamo fuggire. “Son’io lo spazio prolungato/ il volto venuto dalla sabbia”. Di figure narra l’autore, ma anche di ombre, anche di un sommerso che affiora. Mi piace riscrivere cosi questa poesia. Bella!» |
Inserito il 21/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Figure" di Giovanni Perri |
«L’amore è amore e tale rimarrà fino alla fine dei tempi, o almeno, fino a quando l’uomo avrà sensibilità d’animo, e sarà capace di provare emozioni e sentimenti genuini.
Ma è vero. L’amore, in altri tempi, era paziente, costante, ostinato, capace di sacrifici, di vivere le attese, e di nutrirle con la fantasia, un amore “convinto” e duraturo, dopo “il tirocinio” di mille prove ed ostacoli. In altre parole, non era facile. E divagando un po’, si sa che nella vita, le cose facili o ottenute facilmente, hanno poca durata. L’autore dice tutto ciò in una poesia “perfetta” sotto ogni aspetto di forma e contenuto. Armonia, senso, suono rendono piacevole la lettura che si chiude con un monito ai giovani, anzi ad un “giovane saggio ed avveduto".» |
Inserito il 21/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "L’Amore d’altri tempi" di Alberto De Matteis |
«Forse io avrei detto le membra “si snodano” al posto di “strisciano”. Ma l’autore, credo, abbia voluto rendere appieno il senso del voluttuoso movimento tipico di questi animali. Questi versi, assieme a quelli di “il sudore scivola/nei nostri corpi/al profumo d’incenso, sono la parte che definisco più prettamente “fisica” di un eros che l’autore esprime, in tutto il componimento, con eleganza ed armonia di parole e di desideri. Un eros che culmina, nella chiusa, nell’immagine di “una pioggia rigogliosa sul magma “, resa particolare da “quell’allieterà”, che traduce in parole tutta la grandezza di un estatico momento.» |
Inserito il 20/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Le membra strisciano come serpenti" di aldo gasparotto |
«Eloquente l’immagine. La solitudine ed il silenzio d’una prigione pesano come l’assenza d’aria. In uno spazio così angusto il pensiero è fisso su se stessi. Davanti ed intorno non c’è nulla. Anche l’aria, così impalpabile, nell’immaginazione acquista un corpo, l’unico che si riesce ad abbracciare, nell’oscurità profonda di un abisso.» |
Inserito il 20/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Senryù XXVI" di Arelys Agostini |
«Poesia che canta la verità. Denuncia della realtà attuale. Con semplicità e poche parole l’autore richiama l’attenzione sulla mancanza di morale, al giorno d’oggi, nei comportamenti, nei costumi, nelle abitudini della società. Un’assenza totale di morale. Non ci si domanda persino più cosa è bene e cosa è male, ma semplicemente cosa più ci conviene. E ciò che è peggio è che, dinanzi a una tale realtà, abbiamo un atteggiamento di abbandono e rassegnazione. Ottimi spunti di riflessione da questi versi.» |
Inserito il 19/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "La Morale" di giuseppe gianpaolo casarini |
«Ci sono parole, fiumi di parole che ci assalgono, ci travolgono, fanno rumore. Ci sono silenzi, scelti o imposti. Poi c’è il Silenzio, quello che parla e supera tutte le distanze, quello che va sulle ali del pensiero e oltrepassa oceani e montagne. Le parole del silenzio, capaci di confortare e dare sollievo, di comprendere, di asciugare lacrime, di portare sorrisi. Sono le parole che fanno bene all’anima. Lo dicono chiaramente i versi dell’autore con un ventaglio di immagini (montagne, deserti, l’apertura di una porta) , che sono solo d’esempio, l’input per il lettore a crearne di nuove con la sua fantasia.» |
Inserito il 19/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Le parole del silenzio" di Midesa |
«Un autore che pone ogni suo componimento nella categoria Sociale. Forse, tutto ciò che accade, le nostre emozioni e sensazioni nonché riflessioni sono riconducibili al sociale. Questa poesia, credo, che rispecchi quest’analisi. L’autore descrive la grandine nel suo manifestarsi, negli effetti che conseguono e l’ osserva con gli occhi del bambino, del contadino, con l’immaginare un Cielo (divino) , lì dove arrivano le imprecazioni di chi teme i danni alle colture e lì dove finiscono gli aquiloni “persi dagli angeli che piangono”. Una descrizione (osservazione) di berretti strappati dal vento e pestati dai passi, del “rasentare” dei cani, che si chiude con lo sguardo alle pozzanghere “che resettano l’asfalto”.» |
Inserito il 19/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Grandine" di Michaelsanther S |
«Tutto è a suo posto, tutto sembra in ordine. Forse è un ordine che va bene per i grandi. L’autore (bambino) riflette “come girano veloci le rondini”, “ come sono grandi i grandi”. Forse il bambino riflette sul tempo che fugge, forse prende vera coscienza della realtà dei grandi, giacché pare in attesa, di un qualche cambiamento che però ora ignora. E’ un tipo di attesa, tra ansia e paura, che ci interroga e ci lascia senza risposte, in un quadretto chiaro nei colori e nei dettagli.» |
Inserito il 17/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Il Cortile" di Gian Genta |
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«Di un noi che non è più, resta l’impeto di un fiume, fomentato da tempeste sensoriali e scombussolamenti emotivi. La vita è mutata e “il noi” è mutato, causa gli errori, le distrazioni, i condizionamenti esterni, le ostilità (da parte di chi o cosa… non ha importanza). Assorbiti dai mutamenti, tra nostalgia e rimpianti, nelle brevi pause (di riflessione) giungiamo al rigore dell’inverno, accorgendoci di un sole scialbo. Per il resto del tempo soffriamo, stringendo il vuoto tra le mani e con l’affanno di un desiderio che non si spegne, nonostante l’attesa di un mancato perdono, unica preclusione per un ritorno alla vita. A questa interpretazione mi portano "le riflessioni poetiche" dell’autore.» |
Inserito il 16/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Nel fiume di quel noi" di Salvo Learco Angrisani |
«In troppi dicono di scrivere per se stessi, mentre si illudono di farlo o vogliono che gli altri lo credano. Questa poesia dice cosa significa scrivere. Scrivere è nel contempo respirare, nutrirsi, amare, comprendersi, consolarsi, sperare, abbattersi, risollevarsi, raccontarsi e migliorarsi. Farlo senza paura, senza condizionamenti, senza obblighi, in piena libertà. E’ espressione dell’anima che non ha bisogno di alcuna veste per aprirsi al mondo. Non c’è bisogno di parlare. con l’autore. Della parola, chi ascolta, ne fa l’uso che vuole. L’adatta a sé, ai suoi bisogni, al suo “stile di vita”. “Scriviti e rileggiti/il primo è un modo di essere/il secondo un modo di esistere”. Ora capisco perché lo faccio.» |
Inserito il 16/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Scriviti" di Gian Genta |
«Sta a noi cogliere il senso della Parola, una parola capace di resistere al tempo sfuggendogli e trasformandosi. Aggiungerei anche capace di rimanere integra, pur nella trasformazione, perché altrimenti, risulterebbe storpiata. Quella parola che varia nei ritmi, nei toni, che canta e si duole, che si eleva al di sopra del caos. Dove si percepisce la vera metamorfosi: la parola si sublima in silenzio, avvicinandosi molto a ciò da cui ha avuto origine: il pensiero. E’ al silenzio della parola che torna“ l’anima che trema nell’insicurezza del giorno”. In tutta questa chiarezza c’è però un mistero. Si riferisce l’autore alla parola in genere o ad una parola in particolare, necessaria,"nutrimento della mia base imperfetta”,e perciò di importanza vitale?» |
Inserito il 16/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Parola" di Rasimaco |
«Penso all’onda del mare che s’innalza… Sembrerebbe in contrasto il crescere dell’onda che s’estende sulla riva. fino a farla scomparire, con il sentire l’assenza di una persona molto cara. Ma l’onda dei ricordi e assieme del desiderio e della nostalgia che ci investe e ci inghiotte è così, ci priva di tutto ed annulla ogni pensiero fuorché quello dell’amore, talmente forte da mutare in dolore. Una breve che ha tutto l’impeto necessario per arrivare all’anima – sensibile – del lettore» |
Inserito il 15/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "La tua mancanza" di Salvatore Azzaro da Giarratana |
«L’amore si culla nella speranza, si nutre di desiderio, rivive nei ricordi. Non siamo se non siamo stati e ciò che è, è conseguenza, anche, di ciò che è stato. Un ricordo, qui, quasi preso per mano, all’inizio di ogni strofa, per ripercorrere noti sentieri, per lasciarsi accarezzare dal vento all’ombra degli ulivi, perdendosi tra i vicoli, mano nella mano. Dolcezza e nostalgia d’un sentimento d’amore forte e continuo, ma anche di un paesaggio molto caro. Armonia che pervade le anime di chi si vuole bene, ma che è visibile anche nel borgo, ad ogni angolo, nelle sue terrazze, la fontana e il rosso dei gerani.» |
Inserito il 15/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Ricordo" di alias Marina Pacifici |
«Senza riassume il tutto. Il tutto che non è più, corpo, pensiero, ricordo. Senza domande, o peso, senza obblighi, senza possibilità di scegliere, senza alternative. Il solo ricordo possibile: il Non. Assoluto, sufficiente, decisivo, concreto. Così è la morte.» |
Inserito il 15/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Senza titolo, anzi, senza e basta" di Willy Zini |
«Malinconia e dolcezza si fondono sulla scia dei ricordi e per i viali spogli. Un’anima che soffre al ricordo d’una lettera, la prima, la preannunciata agonia delle foglie. I versi si ripetono come un ritornello, una vaga ironia nel finale “quanto ho pianto per te!/ Su, su ridi di me/ se ho pianto per te”, è solo per lenire il dolore. Molto bella!» |
Inserito il 15/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Spogli viali" di paolo corinto tiberio |
«“Tutto è fugace in amor/niente rimane” Afferma l’autore. Vero! Ma direi che tutto è fugace nella vita, in questa nostra, vita dove il tempo non è nostro. In amore questa fugacità sembra avere maggior peso, sembra avere un senso più forte. E più intensa è stata la luce che ci ha abbagliati, facendoci vedere d’intorno le cose sotto un nuovo aspetto, più oscuro il buio quando l’amore viene a mancare. Un buio in cui si sprofonda, che non si vuole oltrepassare, dove si resta crocifissi dall’ostinazione che fa pensare a un dì senza speranza. Ma c’è sempre una speranza, nella vita...» |
Inserito il 13/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Illuminare il buio" di luccardi nicolò |
«Il vento reca lontano ciò che è intorno a noi e quello che noi affidiamo al vento: pensieri distratti, sogni, speranze. Una vaga malinconia fa da sfondo a questi versi. Rivolgersi a un dio senza che si abbia un dio, forse è insieme paura e coraggio di sentire forte la presenza di qualcosa di superiore al nostro essere umani che ci costringe a pause, a riflessioni, a porci in ascolto della parte più recondita di noi, quella che neppure noi conosciamo. Cos’è il peccato... e per chi... e dove ... e quando. Un peccato che non si vive come tale non lo è. E un vento che non c’è non può rubarci nulla. Tutto rimane con noi anche dove niente è nostro…» |
Inserito il 13/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Senza vento" di Antonella Borghini Anto Bee |
«Una poesia che prende per mano, che si posa come carezza sul cuore, che ci apre le porte di un abbraccio e ci stringe e ci culla. Dove il vento è legame in volo, dove pietre e polvere sono testimoni di passi, di silenzi, di sguardi. In questi versi si vive tutta la dolcezza e la complicità di un sentimento d’amore che si fonde al profumo del glicine e dei fiordalisi, un amore che si respira come brezza, talmente grande che, pur nell’abbraccio, avvertirà “ la fame di quell’abbraccio”. La dedica ai genitori riassume il senso profondo dei versi, sotto l’immensità dei cieli di luglio» |
Inserito il 12/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Luglio" di Maria Grazia Vai |
«Un mare di impressioni sull’onda introspettiva. Definisco così questa poesia dove l’analisi dell’intima inquietudine, le turbolenze dell’anima si contrappongono ad un “passeggiare cadenzato della gente” al “dondolare lento delle lampare”. Tra i “pensieri che galleggiano sull’acqua torbida” e il flebile lamento (“ il belar mio”) , appena percettibile nella notte, l’autore avverte un senso di oppressione, intrappolato tra le maglie della vita, come i pesci nella rete. In definitiva una passeggiata che sembra svolgersi lentamente, senza fretta, senza neppure grosse speranze di trovare una via d’uscita.» |
Inserito il 12/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Passeggiata sul Lungomare" di Demetrio Amaddeo |
«Una breve con un incipit introspettivo a cui seguono impressioni sull’immagine di un sorriso fermata come in uno scatto fotografico. Il titolo conduce“al motivo” principale dei versi, il sorriso, distaccandolo dall’altro elemento, il messaggio che si intende trasmettere. Quel sorriso paragonato all’aria di un notturno di Chopin che appare brioso ed allegro, ma anche una specie di smorfia, quasi un superiore distacco dalle cose, sembrerebbe consapevole dei limiti d'un pensiero incentrato su una idea fissa, un desiderio destinato a rimanere nel limbo. Qualcosa di irraggiungibile, poiché la mente non vede condizioni propizie al suo manifestarsi né modalità,non ipotizza né un luogo né un tempo. Una leggera malinconia qui sembra ostacolare la speranza» |
Inserito il 09/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "L'irraggiungibile" di Rasimaco |
«Di fronte alla visione di un bel panorama, siamo così fortemente attratti che, provando a descriverlo, non riusciamo a tradurre in parole il nostro pensiero. E’ sempre così, il pensiero ha una purezza che la parola non ha. Qui però si tratta oltre che di pensiero, di sentimento, sensazioni, emozioni. Al sentimento non serve alcun lessico né dizionario. con il poeta. Ma perché rinunciare al tentativo di esprimere a parole il nostro sentire, per quanto esso si discosti dal sentimento provato? Piuttosto mi domando perché non sia possibile riprodurre col linguaggio “la beltà” con assoluta fedeltà. Non so, ma credo che ciò accada, principalmente, ogni qualvolta ci troviamo di fronte all’ immenso, a qualcosa che è più grande di noi.» |
Inserito il 08/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Pensiero" di ex Lorenzo Crocetti |
«Una realtà innegabile. Non ci si può bendare gli occhi. E pensare che tutto possa scomparire. Il Molise non esiste e forse le colpe non stanno da una parte sola o gli errori o le incapacità che hanno fatto sì che situazioni di povertà,non solo materiale, raggiungessero il fondo. Una realtà,risultato di una cattiva gestione politica, su cui ci sarebbe da dire…Da poeta e per natura, aborrisco la politica. L’autore molto bene dipinge il quadro della situazione. Il suo messaggio è chiaro e sconvolgente. Una verità che dà dolore ed amarezza. Significativo ogni verso, ed in particolare, “In Molise/Divinità al contrario/furono prima Santi/e poi peccarono premiati”.Forse anche altrove, ma ognuno conosce la propria realtà.Anch’io, purtroppo, da Molisana...» |
Inserito il 08/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Il Molise Non Esiste" di Michaelsanther S |
«Dalle ore bianche del mattino, da lì si solleva l’onda dei ricordi, uno sguardo appena levato in alto fa affiorare la stagione dell’infanzia. Muri scrostati come foto ingiallite, segno che il passato è vivo e in un certo qual modo presente. Ma molte cose sono cambiate, dalle immagini ai nomi. Il loro posto è mutato. Più si scava a fondo più ci si accorge di questa differenza. L’oblio giunge come un vento caldo a cullarci, a placare le ansie e l’inquietudine dell’anima.» |
Inserito il 07/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Oblio" di Pino Tota |
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