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Trovati 1013 commenti di Rosetta Sacchi

Commento n° 863
«Non è una senza titolo. Una senza titolo è più una poesia a cui non ci si sente di dare alcun titolo, che spazia e divaga e si perde. “Titolo? …No!” a mio parere, contiene un netto rifiuto del poeta ad attribuirglielo, un senso di ribellione insito nei versi e che in quel non titolo si perfeziona. Una poesia che starebbe bene anche in “Riflessioni”. La nostra perseveranza ed ostinazione, insieme forse al desiderio di non abbatterci e continuare a sperare e lottare, ci porta a voler realizzare anche l’impossibile. Ed è per questo che “annaffiamo piante ormai consunte” e rincorriamo i giorni andati, direi assorbiti dal tempo con tutto ciò che li ha resi unici, al pari dell’acqua divorata dalla roccia e che tuttavia la lascia arida.»
Inserito il 07/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Titolo?... No!" di Rasimaco  

Commento n° 862
«Nel respiro dell’aurora vorremmo lasciarci cullare in eterno, nutriti dalla speranza.
E’ come sentirsi custoditi, perle nelle conchiglie, lontani per quanto possibile dalla realtà quotidiana. Nel respiro dell’aurora, colori, suoni, parole, si fondono nell’armonia. E tutto ci torna alla memoria intriso di dolcezza e di mistero. Una poesia che mi piace e che, da lettore, interpreto così.
»
Inserito il 07/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Il respiro dell'aurora" di Lucilla Radovini  

Commento n° 861
«Ogni istante è un suono perfetto- imperfetto. Proprio così, perché ogni istante contiene il tutto e il niente, da solo non ha senso, ma è determinante e noi, esseri mortali, passiamo quasi in subordine, rispetto a quest’istante, protagonista, che ci rende distratti, scompigliati, indecisi, stanchi, fissi con lo sguardo e con la mente sull’assenza di qualcuno, che cerchiamo in ogni stanza, in ogni stagione, in un tempo che non misuriamo più. Io rifletto così su questi versi e faccio mia questa poesia nella quale mi ci sento bene.»
Inserito il 06/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Da una stanza all'altra" di Chiaraluna FiorellaGiovannelli  

Commento n° 860
«Provo ad immaginare questo malinconico canto, risultante dall’accordo del verso delle cicale con il suono della “barba rossa” del granturco, mosso dal vento. E se il primo costituisce il motivo di fondo, il secondo è un suono che varia, in base all’intensità del vento. Il sentiero si fa strada per i ricordi, pare prediliga il silenzio e la notte. E’ un sentiero che l’autore abbandona al primo albore. I versi centrali hanno una particolarità, sollevano dubbi e interrogativi, non vogliono svelare nulla, bensì tenere il lettore sospeso nel mistero dei sogni e del volto della luna e altresì di un sorriso che trova il suo senso nella lacrima che nasconde. Così come la gioia va a braccetto con la tristezza, la vita con la morte.»
Inserito il 29/06/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Sentiero" di Rasimaco  

Commento n° 859
«Gli ultimi tre versi a conclusione della poesia riassumono tutto il sentire del poeta. Egli parla di sensi, che ci danno la capacità di apprezzare i doni della Natura e in un certo qual modo di “misurare” l’amore stesso con cui amiamo tutto ciò che ci circonda, avvertendolo nello stesso tempo immenso. Si dico amore/amiamo, quale rafforzativo dell’impulso e del sentimento che questi versi trasmettono creando immagini dai colori vivi. Poesia che mi piace definire dai tratti “sonori”: i refoli di vento, l’acqua, il salto del fiume, le ile gracidanti, senza contare quello che io chiamo il suono dell’amore quale sottofondo a tanta armonia.»
Inserito il 26/06/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Grazie" di Paolo Morganti  

Commento n° 858
«Tutto torna alla terra. Una terra che ci racconta molte cose attraverso le sue creature, una terra che esprime tutta la sua sofferenza e i suoi stenti, bagnata dal pianto e dal sudore. Ma qui la terra è intesa non come pianeta bensì come mondi, innumerevoli mondi che hanno conosciuto l’odio e il dolore e la morte, mondi bruciati, arati dalle dita, colpiti da troppi lutti. E’ una realtà questa narrata dai versi, chiara, cruda, vera, una specie di testimonianza storica dove il narrante è il pensiero che scava “ tra tutti questi lutti” come a voler cercare una qualche traccia di vita, quasi custodita nel fondo, incastonata tra ciò che ora è, sepoltura d’ossa, e ciò che un tempo era, rigoglioso melo.»
Inserito il 26/06/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Terre bagnate" di Rasimaco  

Commento n° 857
«Mi esprimo sul contenuto. Una fiaba, in genere,  significa raccontare la realtà in chiave diversa. Ma significa per me anche evasione dal quotidiano. Tra le nuvole diventa anche più facile riflettere, lontano dai rumori della strada, dalle grida, dal vociare monotono e persino da un mare che l’autore definisce, o meglio precisa,  con una serie di aggettivi: vago, maledetto, stanco. Sembrerebbe davvero perfetta questa casa tra le nuvole, dove l’esistenza stessa assume un senso e un valore diverso. Riguardo alla forma, trovo poco armonico quel concordare "assoluto" con "benvenuto" e "manca" con "stanca". In conclusione, una piacevole,  leggera, lettura per i " bambini di ogni età".»
Inserito il 24/06/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Tra le nuvole" di Giuliano Esse  

Commento n° 856
«Un quadretto da appendere alla parete. E restare lì ad osservare in ogni dettaglio. Per il bene degli occhi e dell’anima. Endecasillabi liberi, nella nota precisa l’autore. Ma se fosse stato un sonetto o fosse stato scritto in qualsiasi altra forma stilistica, come risultato avremmo avuto dei bei versi. Chiari, precisi, che riescono a far sentire la leggerezza dell’anima sospesa in questa sua quiete e in questo suo ristoro. Quel che so è che tale lettura condiziona in maniera positiva il nostro stato d’animo, anche se irrequieto.
Bella la strofa finale che mette in evidenza, non tanto la luce lunare e delle stelle, quanto la capacità della notte di nascondere nella sua coltre ogni cosa. Ed io direi, di svelarla, poi, a chi sa vedere.
»
Inserito il 22/06/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Torna la notte" di Alberto De Matteis  

Commento n° 855
«E dopo un’attenta osservazione riguardo alla parola “Precipitevolissimevolmente", l’autore passa a squisite riflessioni su ciò che accade in società, dove ci sono innumerevoli esempi a testimoniare questo stretto legame con la parola in questione, che conosco già dall’infanzia, quando avevo qualche difficoltà a ripetere, senza inciampare, la frase che sentivo spesso e cioè “ chi troppo in alto va, cade sovente, precipitevolissimevolmente!”»
Inserito il 17/06/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Precipitevolissimevolmente" di Antonio Terracciano  

Commento n° 854
«Una casetta che non muore mai, avuta come in eredità, piena di ricordi, dove il tempo non finisce perché non ha misura, una casetta che non si sa dove porta e non ha importanza saperlo, ricca di sogni, di vita e di amore.
Belli i versi “è rossa quell’ultima casetta dove non esiste il tempo/e il colore ha dipinto anche il vento”.
Apprezzabile il discorso narrativo, che però a tratti scivola nella monotonia, sacrificando musicalità e ritmo.
»
Inserito il 16/06/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Una rossa casetta" di Saverio Chiti  

Commento n° 853
«Il titolo mi porta ad una considerazione. Sì, c’è un’avidità nell’amore, un’avidità anche nel piacere, un’avidità nel ritmo che modula l’amore e asseconda il piacere.
Un testo dallo stile elegante ed accorto, elevato dal punto di vista lirico, denso sotto l’aspetto emotivo, netto ed essenziale nella forma espressiva. Ne risulta una piacevole lettura che consente al lettore di sognare come più sa fare. Molto bello!
»
Inserito il 16/06/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "L’avido ritmo" di Elisabetta Randazzo  

Commento n° 852
«Un testo poetico completo, perfetto in ogni dettaglio. Stessa sera, chiara nella sua descrizione, profonda nelle emozioni che suscita. Le immagini sono vive, non c’è possibilità di fraintendimenti o di interpretazioni errate. Forse qui è proprio il caso, eccezionale, in cui il lettore riesce ad avere una visione dei versi se non uguale, molto simile a quella del poeta nel suo momento creativo. Un testo insieme “narrativo” di un sentire intimo che sfocia in innumerevoli riflessioni. Una poesia che vedrei ben collocata tra le rime scelte. Complimenti all’autore!»
Inserito il 12/06/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Stessa sera" di Gesuino Curreli  

Commento n° 851
«Erroneamente siamo portati a pensare che una poesia, nata da un gioco, quello delle tre parole, possa esaurirsi in un gioco. Ma non è così anche un “gioco” può partorire una perla. Lo dimostra il poeta in questa breve dove motivo principale ispiratore dei versi è la fragilità della foglia come dell’essere umano e quasi una conseguenza a questa fragilità è la reazione che accomuna entrambi, quell’assillo che si manifesta con la stessa forza e pone fine ad ogni cosa o forse solamente la sospende in un silenzio intimo dove trovano spazio le più svariate riflessioni.»
Inserito il 11/06/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Piccola foglia" di Rasimaco  

Commento n° 850
«Un canto d’amore, un’invocazione che si allaccia quasi ad un senso di sfida con se stessi. Un invito a vivere il sentimento, a sviscerarlo nel profondo, come a voler constatare che si tratti di vero amore. Un amore che ci trasforma, che ci fa diventare tutte le cose dell’universo. Un amore che ci domandiamo, sarà ancora vivo col passare degli anni? Forse lo chiameremo con un altro nome, forse ci sarà un tempo in cui lo confonderemo con il bisogno di unire due solitudini. Ma “chiamami tra cento anni “ racchiude in sé desiderio, speranza, è un misto di saggezza e follia. Un bel testo, scritto bene, con immagini sospese tra realtà e sogno, che a tratti acquistano la sembianza di visioni. Un testo di un autore che merita di essere letto»
Inserito il 10/06/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Chiamami tra cento anni" di Demetrio Amaddeo  

Commento n° 849
«Immagini che si snodano una dietro l’altra fino alla visione quasi del vento e del vuoto e del tempo. Una introspezione lucida e profonda. Composizione che ha ritmo ed armonia, essenziale nel suo iter narrativo.
Bella dal primo all’ultimo verso, con una chiusa dove l’io intimo ed introspettivo raggiunge il suo acume. Complimenti!
»
Inserito il 08/06/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Vela vuota (sonetto)" di Duilio Martino  

Commento n° 848
«Ecco allora che tutto è nuovo e nello stesso tempo antico. L’autore scrive eccezionalmente in uno stile che non è il suo, come lui stesso afferma, di questa “fissità degli eventi” e sottolinea come in due parole sia contenuto l’universo. E questo mi piace, perché offre spunti per approfondimenti e riflessioni.»
Inserito il 06/06/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Fissità degli eventi (la “circular natura”)" di ex Lorenzo Crocetti  

Commento n° 847
«C’è un modo giusto o sbagliato di vivere? No, c’è l’individuo che, nell’affrontare la realtà,la subisce o s’impone su di essa o, a volte, cerca una conciliazione tre la due cose. C’è una manifestazione dell’essere, in ogni caso, attraverso la tristezza o la gioia o un perenne stato di malinconia. Nella terzina che segue i versi iniziali,è espressa, con una crudezza espressiva e visiva, tutta la profondità dell’anima, sebbene quest’anima vacilli, quasi piegandosi al volere del corpo. Un bisogno d’amore che rimane insoddisfatto perché incompreso,"sotto sguardi accesi che ingoian voglia”e in cui leggo tutta la “miseria umana”.Una poesia che lascia, giustamente, intristito quel lettore capace di percepire nei versi la drammaticità di cui sono pervasi»
Inserito il 29/05/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Respiro la notte" di Elisabetta Randazzo  

Commento n° 846
«Tutto viene messo in discussione, tutto passa attraverso il vaglio di mille domande. Non abbiamo risposte, né quella leggera spensieratezza che è tipica dell’ignoranza, per cui tutto passa, così, come per incanto. A volte la nostra tristezza assume livelli insostenibili, si confonde nel delirio. Ma il “delirio” ci dà visioni, nostre, uniche. L’insicurezza può farci disperare, la disperazione, spesso, genera altra insicurezza. Quello che si percepisce in questi versi è che questo stato dell’anima e della mente, è transitorio. Sono momenti che aiutano a riflettere. E la soluzione è proprio lì, in quei mille e mille modi ancora per non vedere. Complimenti!»
Inserito il 26/05/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Mille e mille modi ancora per non vedere" di Rasimaco  

Commento n° 845
«Pigrizia sì, capita… Ma la poesia, pare, non ne risenta. L’autore, nella nota, ironizza un po’, a parer mio.
Questo testo, comunque, dimostra che la poesia può nascere anche dal “niente”, anzi cresce come erba spontanea.
»
Inserito il 23/05/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Pigrizia" di ex Lorenzo Crocetti  

Commento n° 844
«Potrei dire bella! Ma non esprimerei il mio pensiero.
Le virgole, seppure non necessarie, diventano importanti quando vengono a mancare tante cose. E’ vero, tutte le cose che muoiono, lo fanno tacitamente, anche se apparentemente urlano. Per l’amore, soprattutto, è così. Espresso ciò, dico bella, anzi amaramente bella, rifacendomi alle parole di Lia.
»
Inserito il 17/05/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Virgole" di Aldo Bilato  

Commento n° 843
«Poesia che predispone l'animo all'ascolto di se stessi e all'ascolto della natura. Versi fluidi, armonici, immagini che nascono semplici, nette, precise. Tutto sembra svolgersi intorno al fischio di quel merlo con il quale sembra quasi si instauri un dialogo, forse la risposta ad un richiamo, forse solo un cenno di rimando al verso stesso dell'animale, che ci porta a sorridere.»
Inserito il 10/05/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Esplicito" di Patrizia Ensoli  

Commento n° 842
«Un eros che lascia percepire il fluido calore di sensazioni che dilagano attraversando il corpo e vestendo l’anima, che lascia affiorare emozioni che sbocciano come soave corolla alla luce dell’amore. Un eros che lievita attraverso il canovaccio dei desideri e quasi si cela in quell’intimo abbandono, con discrezione, in silenzio, con pudore.»
Inserito il 03/05/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Intimo abbandono" di Elisabetta Randazzo  

Commento n° 841
«E' il tran tran del nostro quotidiano vivere, che a volte si traduce in monotonia, altre volte, ci fa desiderare novità che ci conducono lontano da quel ritmo sempre uguale, dandoci una scossa e l'occasione di fermarci a riflettere sulla vita e su quanto sia bella. L’autore parla di sé, di altri? Quando esprime una sorta di sollievo conseguente allo zittire delle voci d’intorno, per tornare a quella calma della casa come fosse nido o culla? Non importa, perché ognuno di noi, leggendo i suoi versi, può rivivere una condizione già provata, allo stesso modo, o in modo diverso.»
Inserito il 25/04/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Tran tran" di Rasimaco  

Commento n° 840
«Una splendida poesia d’amore. Sul filo del pensiero dove tutto è possibile, dove tutto può essere un gioco, dove tutto è un istante. Dove l’intimo sentire è un sentire la vita d’intorno e la natura. Dove l’immaginazione ci consente ogni cosa, anche di aggiungere il cielo. Una poesia che regala emozioni e crea suspence per l’intrinseco contenuto di attese e promesse. Complimenti, poetessa!»
Inserito il 18/04/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Un’ora un pensiero: un prato d’aprile" di Patrizia Ensoli  

Commento n° 839
«Le ombre… le definirei strane creature, presenti nella vita e nella morte. Una morte di cui abbiamo una conoscenza apparente, o meglio non ne abbiamo affatto. E forse oltrepassando la paura, percepiamo il senso di questo passaggio dalla guerra, quella nostra quotidiana guerra con gli affanni, i problemi, il lavoro, e quindi con la vita stessa, alla pace, quel mare immenso calmo e sereno dove ritroviamo il senso profondo di noi stessi.»
Inserito il 13/04/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Ombre" di Patrizia Ensoli  

Commento n° 838
«Non si sfugge alla vita, non si sfugge al tempo. In superficie c’è quel che appare. Sotto vi sono strati che ci risucchiano nel profondo fino al nucleo. Se anche fosse tristezza… non è solo tristezza, è anche il suo opposto, è quello che crediamo, che attendiamo, è quello che ci incanta, ci sorride, ci illude. Se anche fosse tristezza… in effetti lo è, ma è pure consapevolezza del mondo perduto, d’un destino avverso, di un tornare alla realtà arrestando il nostro volo, così di colpo…»
Inserito il 27/03/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Anche fosse tristezza" di Patrizia Ensoli  

Commento n° 837
«Nel silenzio profondo, anzi, “ in questi solchi” come dice il Poeta, che svincola il silenzio dal suo concetto astratto e lo vede come materializzarsi, egli si pone in ascolto del tempo che passa. E’ un tempo che racchiude speranze, attese, è un tempo che ha in sé la chiave perché il suo concludersi segnerà una nuova genesi. Una notte di plenilunio, una notte in cui oserei pensare ad una eguale velocità della luce e del pensiero. Un testo poetico dove gli accostamenti: colibrì e aquila, chiave e genesi, luce e pensiero hanno un significato importante. Complimenti!»
Inserito il 22/03/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Notte di plenilunio" di Rasimaco  

Commento n° 836
«E’ meraviglioso questo dire tutto concentrato sulle mani. Mani che conoscono la fatica e la sofferenza, mani che parlano, creano, solidali con il cuore. Ed è come se l’anima stessa prendesse corpo, di fianco al quale stanno queste mani che stanno quasi a rappresentare, nella loro visibilità, la certezza del nostro esistere.»
Inserito il 15/03/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Meraviglioso" di Patrizia Ensoli  

Commento n° 835
«Una piacevole lettura da cui si trae un grande insegnamento. Dentro di noi abbiamo dei concetti riguardo all’infinito, all’amore, alla felicità, concetti astratti. Noi umani abbiamo “ il vizio” di questa perenne ricerca. Perché cercare ciò che, essenzialmente, è? Basterebbe vivere e, ad ogn’istante, troveremmo l’infinito, l’amore, la felicità, senza affanno alcuno né la fatica, inutile, di confrontare il frutto della nostra ricerca con ciò che era nel nostro pensiero. Un testo che ho molto gradito.»
Inserito il 03/03/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Ricerca dell'infinito" di ex Lorenzo Crocetti  

Commento n° 834
«Una fantasia che s’apre sullo sfondo di riflessioni che abbracciano il trascorrere del tempo e delle stagioni, riflessioni che si interrogano sul futuro e si preoccupano di esso. Il pensiero supera ogni cosa, diventa immagine, crea i suoi momenti di serenità all’interno d’una realtà, connubio di bene e male, positività e negatività. Una serata d’autunno, una qualsiasi o una in particolare, una pensata, ricordata o immaginata. Una serata d’autunno quasi progettata nei minimi dettagli… Il lettore può visivamente spaziare con i versi di questa bella poesia. Io, alla fine, preferisco ritornare sui primi tre versi, a quel senso di continuità che appare chiaro: il canarino col suo canto e il poeta con i suoi versi scrivono la vita, ognuno la propria»
Inserito il 27/02/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Serata d'autunno" di Rasimaco  

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