«“Io continuerò a chiamarti” perché in realtà ci sei sempre, perché non sei mai andato via né potrai farlo, a dispetto di chi ripete che non ci sei più. In queste parole si traduce il pensiero dell’autore, guardando e rivolgendosi ad una sedia vuota in una stanza colma di ricordi. Della voce resta l’eco lontana e la profondità di un sentimento che ci lega alle persone a cui vogliamo bene per sempre, oltre la vita stessa.» |
Inserito il 07/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "La tua sedia vuota" di D’Urso Marino |
«Poesia che definisco trascendentale. Il poeta supera la realtà. La luce di cui egli parla non è la luce solare o artificiale, dove i corpi, interponendosi tra una superficie e la sorgente luminosa, creano le ombre. E’ una luce che ha voce solenne e lontana. E' una luce visibile sì, ma all’anima. Una luce che va oltre il tempo, oltre una finestra dove lo sguardo scruta e osserva e cerca persino di fuggire.
Potremmo pensare alla luce divina e. di conseguenza. ad una specie di visione mistica di cui l’autore è fatto partecipe e testimone, ma gli ultimi quattro versi ci portano altrove, ad una Luce che è Amore e Vita, che sono insite nell’attesa. E si sa che l’attesa è vana solo se non viene alimentata dalla speranza.» |
Inserito il 06/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Luce" di Rasimaco |
«C’è un momento in cui alla sofferenza d’animo, si cerca davvero di dare una tregua. Forse esausti, forse rassegnati, divisi tra la malinconia e la nostalgia, ci consoliamo con ciò che per forma, colore, profumo, senzazione provata, più assomiglia all’amore che abbiamo perduto o ci ha lasciato. E nell’aria intrisa di lavanda cerchiamo l’essenza della persona amata ed è lì che ci abbandoniamo all’onda dei ricordi.» |
Inserito il 06/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Qui cerca l’abbandonato amante" di giuseppe gianpaolo casarini |
«Sei qui. Ci viene subito da domandarci: dove? E l‘autore elenca e descrive e dipinge innumerevoli luoghi e cose dove tale presenza si rinviene. E sono sicura ne troverebbe altri cento di luoghi. Perché questa presenza è ovunque. Al lettore non deve interessare di quale presenza si tratti, se reale o immaginata, se viva o sognata o semplicemente ricordo. E’ la forza espressiva, assieme ad una soave delicatezza ed ad una percezione continuativa e costante di tale presenza, a dare al lettore visioni che ben riassumono l’immagine della vita e dell’amore.» |
Inserito il 06/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Sei qui" di Gesuino Curreli |
«Il benessere fa trionfare gli egoismi, porta all’individualismo, ad uno stato di regresso dell’umanità. E tutto ciò lede innanzitutto se stessi. Punto d’arrivo: l’isolamento. Come rispondere alle spropositate vanterie di un millantatore vanaglorioso se non con “la dignità della sopravvivenza dei “morti di fame”? L’oro nel marcio… dove il marcio è immenso. Riuscire a vederlo... porta alla sconfitta di chi si serve della “beffa” e a punirlo per la sua arroganza» |
Inserito il 06/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "L'oro nel marcio" di Willy Zini |
«Un tango, un modo di esprimersi, un linguaggio corporale, una poetica che racchiude un susssurro, due parole, forse abusate, forse dette distrattamente. Altrove… non qui. Qui sono sorrette dalla purezza del Pensiero. Non ha senso quindi domandarsi dove questo sentimento d’amore si è espresso o manifestato o rivelato, nei deserti o tra le colline, perché è accaduto in ogni luogo, in ogni tempo, in maniera più o meno consapevole. Il pensiero lo ha gridato ovunque, nutrendolo di speranze, acquietando la sofferenza. I versi finali rappresentano l’intensità di un desiderio, la forza di un sogno, la visione di un giorno nuovo? Non ci resta che concludere con le parole dell’autore “sarà lo schiudersi di un’alba...”» |
Inserito il 04/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Ancora un tango" di Rasimaco |
«Una dichiarazione accorata. Di più… un’impellente richiesta di parole, respiri, palpiti, sguardi, carezze. Una richiesta che incalza nel ritmo, piena di desiderio, ma che nello stesso tempo si tiene lucida e chiara. Più si ama più si teme di perdere la persona amata. Una paura inconscia, spesso, ma plausibile. Basta a volte un errore, una piccola divergenza, un “sentire” le cose in maniera a differente, ad erigere ostacoli, che l’amore, se vero, saprà superare. Ben vengano quindi le paure se rinsaldano il sentimento.» |
Inserito il 04/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Ho ancora parole" di La Forgia Leonardo |
«L’autore dà il suo benvenuto al mese di Agosto con una bella allegra filastrocca. Certo, non possiamo rimproverare questo mese per la sua calura, ma è anche comprensibile qualche nostro “malumore” per un tempo così prolungato di forte caldo che dura da luglio. Pensiamo ai bambini, al mare, ai giochi sull’acqua, agli ombrelloni. E questo ci riempie di gioia, ma d’altro canto, ci porta ad una considerazione: non dimentichiamo “i vecchi” che in modo particolare soffrono in tali situazioni climatiche. In realtà, la considerazione è nostra. L’autore ne fa una sorta di “preghiera” rivolta al mese di Agosto, come si trattasse di un “essere animato” capace di ascoltare… e come a voler far leva sulla sua “sensibilità d’animo”.» |
Inserito il 04/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Agosto" di Alberto De Matteis |
«Simpatiche riflessioni. Una poesia dove c’è armonia e musicalità, soprattutto nella prima parte. Le immagini acquistano corpo e vitalità. Mi pare di udire quel concerto di grilli e cicale frammentato dai rantoli dei gatti. E di toccare la sofferenza di quei canti che, nella forte calura estiva, diviene ancora più opprimente. Insito nel canto è l’attesa e l’attesa di qualcosa, che via via si perde o s’incrina, sfocia nella sofferenza» |
Inserito il 03/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "D’amor canti, attese. sofferenze!" di giuseppe gianpaolo casarini |
«Qualis artifex pereo! Quale artista muore con me! Svetonio narra che queste sembra siano state le ultime parole dell’Imperatore Nerone, quando a seguito della ribellione delle legioni di Galba, si fece uccidere da un proprio schiavo. Pur non avendo grandi qualità di attore e poeta, rimpiangeva la perdita che il mondo avrebbe subito privato delle sue doti. Tale grido rimane inascoltato in un mondo che più non esiste, di cui nessuno si è accorto. Riflessioni ispirate a Dalì e alla smaterializzazione dei corpi per poi ricomporli, con rinnovata spiritualità.Scopo: esorcizzare la paura della distruzione del genere umano. Non vi è dubbio interpretativo. Eloquente l’immagine, chiara la nota. E le riflessioni che inevitabilmente riconducono al titolo.» |
Inserito il 02/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "I bambini giocano a dadi con il mondo" di Willy Zini |
«Non sempre ciò che seppelliamo in un cassetto o nella memoria (ma forse ciò è solo parvenza…) rappresenta qualcosa di negativo o che necessariamente ci fa soffrire risvegliando aneddoti della nostra vita che ci hanno emozionato in modo particolare. A volte in questo nostro gesto o scelta c’è una specie di “voglia” di custodire ciò che ci è caro lontano dagli sguardi altrui o dai posti dove chiunque potrebbe arrivare con estrema facilità. Ed ecco che accade ciò che l’autrice dice e cioè che “ un’immagine familiare/in bianco e nero” “logorata dagli anni”, possa aiutarci a superare molte amarezze. E l’onda del passato si rivela sì come un’onda di nostalgia, ma anche pervasa da profonda tristezza.» |
Inserito il 02/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "L'onda del passato" di Mariasilvia |
«Bella in tutta la sua stesura. Qui si va ben oltre l’immagine di foto ingiallite dal tempo. I ricordi sembrano svanire del tutto. Ma forse ciò sta a significare solo un tentativo di difesa dalla sofferenza. “Non voglio ricordare” dice l’autrice, ma questo non vuol dire che la mente sia sgombra dai ricordi. In effetti c’è contraddizione e confusione ed inquietudine tipica di sentimenti contrastanti. Si preferisce pensare che il tempo abbia arrestato la sua corsa, anche se lo sappiamo che non è così. Significativa l’immagine della luna che prende le distanze da ciò che ci accade. Molto bello il finale “ Tu vento,/io il soffio d’un momento” che ci dà il senso di complementarietà tra due esseri.» |
Inserito il 01/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "La luna si è voltata" di Rita Minniti |
«Si può definire, semplicemente, questa poesia come lirica celebrativa del mare. Un mare che esiste per sé non per gli altri, consapevole delle sventure dell’uomo e con lui piange le sue partenze senza ritorno. Belli i versi a seguire da “ e di notte/quando la luce immerge la luce/ nella spuma più scura…”, dove la poesia assume carattere più intimistico- introspettivo e l’immagine si staglia allo sguardo netta e decisa. Una “ lingua dentro la bocca amara di vita” traduce la vanità di molte speranze che cadono nella quotidiana realtà, dove vivere vuol dire superare ostacoli e trovare la forza per andare avanti.» |
Inserito il 01/08/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Il mare" di Demetrio Amaddeo |
«C’è una durezza spietata nei versi iniziali, ma necessaria perché il lettore possa avvicinarsi allo stato d’animo dell’autore conseguente ad un accadimento e tradurre in immagini, certamente personali, l’intensità espressiva delle parole. Forse la separazione è preludio all’aprirsi di immagini racchiuse in un mucchio di foto ingiallite. Maper l’autore il giallo riconduce ad un bel ricordo: il sole d’oro del giardino, l’angioletto dai riccioli d’oro. E’ un ricordo breve, parziale, tronco. Si ha l’impressione che ci sia altro da ricordare…"ma altronon ricordo che poco”,afferma il poeta. La memoria è selettiva e a volte ciò è un bene. E il ricordo conducea ciò che è custodito segretamente nel cuore, invisibile, un cuore capacedi amare anchele sue cicatrici» |
Inserito il 31/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Separazione" di paolo corinto tiberio |
«Quando tutte le vie sono state tentate, anche quella meno razionale e probabile può apparire giusta. Sfiduciati, in preda alla disperazione, lasciamo che a decidere siano gli altri. Un intruglio di parole e strane erbe rappresenta la soluzione. La vita fa male, le illusioni d’amore, i tradimenti, le partenze senza ritorno. E allora perché non credere a qualcuno, dagli occhi neri lucidi e con un turbante color oro antico, che promette di mettere a tacere i tuoi pensieri e ti facilita il cammino per un nuovo amore? Sembra una favola, ma accade davvero di riporre speranze in persone che non sono di alcun aiuto. In tutto questo narrare poetico…molto bella la chiusa: “Nessuna stella mai si spegne/solo si allontana/per andare a illuminare/altri mondi…”» |
Inserito il 31/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Zephà’ Zeruppha" di Michaelsanther S |
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«Arriva un tempo per tutti in cui i pensieri, le idee, i progetti si riducono sensibilmente e lasciano il posto ai ricordi, sia recenti che molto indietro negli anni. E’ normale in quanto insito nella consapevolezza che gli anni che restano prima del trapasso da questa vita alla morte (o forse ad una vita diversa che semplicemente ignoriamo), sono certamente minori paragonati a quelli vissuti. Cambiano le priorità, il modo di vedere le cose, l’attaccamento alla vita forse diventa anche più forte. E tra i ricordi, rimembrati e raccontati sul muretto, tra una risata e l’altra, tanti sentimenti si fanno strada, a volte contrastanti tra loro. Ecco come io vedo quelle chiome brizzolate di coloro che son “seduti ad aspettare quel futuro che mai giunge"» |
Inserito il 30/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Il muretto" di Salvatore Ambrosino |
«Si può chiamare vittoria quel traguardo raggiunto con mezzi illeciti, con falsità ed inganno? Forse per un po’ qualcuno può crederlo. Ma il mondo si divide sempre tra buoni e cattivi, giusti ed ingiusti, falsi e amanti del vero, onesti e disonesti. Ma soprattutto tra stupidi ed intelligenti. E chi è dotato di intelligenza capisce dove il conto non torna, dove c’è la magagna, smascherando le azioni di chi con imbrogli e mezzucci è arrivato alla vetta. Attenzione… però perché il terreno sotto i piedi potrebbe franare da un momento all’altro e allora crolla anche “il fastoso altare”. Mi limito a questa osservazione. Lascio ad altri lettori/autori il bene interpretare le differenze tra il tessere una tela e l’intrecciare vimini.» |
Inserito il 30/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Come un ragno" di Rasimaco |
«Molto originale questa poesia. La macchia dell’indifferenza qui si fa invisibile, strana, nascosta. Parla di fretta, noncuranza, abbandono. E ciò accade soprattutto d’estate quando per la nostra vacanza, relax, serenità, che sono sì un nostro sacrosanto diritto, siamo capaci di passare su tutto e tutti. Di abbandonare i nostri amici a quattro zampe, di trascurare i nostri figli, di depositare i genitori anziani e malati come fossero pacchi postali e partire tanquillamente. A tutto ciò mi fanno pensare i versi dell’autore. Un gioco, si sembra un gioco… che si ripete uguale nel tempo, d’estate, ma in effetti non lo è.» |
Inserito il 27/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Il gioco dell’estate" di Giuliano Esse |
«Forse la vita è sogno, è un’onda dove scivolano i ricordi e forse, prima di capire che è sogno, il nostro andare è stato un vagare in tondo, senza alcuna direzione, senza alcuna meta. E se il tempo nostro quotidiano, fatto di preoccupazioni ed obblighi, fatiche ed impegni, spesso ci fa appassire, portandoci addirittura lontano dai nostri sogni, la notte, col suo silenzio e mistero, infonde nuove speranze e nuova forza, ristabilisce un certo equilibrio tra noi e il mondo esterno. Il paragone con i petali d’una margherita mi piace. L’aggettivo “poveri” di primo impatto lascia un senso di leggera tristezza che svanisce se si traduce “ poveri” in “semplici”. Perché in fondo, di questa povertà si tratta, quella che deriva dalla semplicità.» |
Inserito il 26/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Come petali di margherita" di Rasimaco |
«Bella, ritmata, armoniosa, incalzante, questa poesia affronta il tema dell’indifferenza, sotto l’aspetto sentimentale- amoroso. Non che l’indifferenza si possa scindere da questo aspetto, ma in questi versi c’è una specie di coscienza dell’indifferenza, un’analisi espositiva del suo manifestarsi, un tentativo quasi di volerne spiegare il fenomeno, con una conclusione, o meglio una sorta di rassegnazione dinanzi a ciò che è … e che invece si vorrebbe che fosse.» |
Inserito il 26/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Indifferenza d'amore" di Libera Mastropaolo |
«Ma l’indifferenza è vista da tutti allo stesso modo? Quanti volti o meglio quante maschere ha l’indifferenza? Per qualcuno è forse una forma di difesa contro il mondo esterno quell’atteggiamento duro. uno sguardo assente, un mostrare di essere sempre altrove, un sentirsi distanti e staccati dagli accadimenti umani? E’ forse essa stessa una forma di fragilità, un’ostinazione senza scampo, una rassegnazione alla realtà? Questo sembra suggerirci pacatamente la poesia di Jo Kondelli Ghezzi, ma lo scopo è quello di solleticarci la mente, come a voler darci l’input per reagire ad una forma di intorpidimento mentale che nasconde infamia e paura.» |
Inserito il 25/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Indifferent" di Jo Kondelli Ghezzi |
«L’indifferenza, una macchia, silenziosa, che non ha occhi né orecchie. Stati d’animo ed emozioni messe a tacere dinanzi alla fragilità umana, ad una richiesta di aiuto. Come se ci si convincesse che, zittendo il nostro sentire, quello che è intorno a noi e che disperatamente incontra il nostro sguardo per un soccorso o conforto o ascolto, possa scomparire. Di solito si usa l’espressione riguardo a un fenomeno o realtà, se lo conosci lo eviti, nel senso che la conoscenza ci consente di prendere le nostre saggie giuste decisioni. Qui parrebbe il contrario, indifferenza = decisione di ignorare qualcosa, quindi evitare di farsi coinvolgere emotivamente.» |
Inserito il 24/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "A macchia" di Rita Minniti |
«Una poesia dove protagonista è la speranza, assieme alla volontà e al desiderio di fare qualcosa, almeno per limitare i danni causati dal male dell’indifferenza. uUn desiderio che però fa i conti con la realtà e la consapevolezza la si legge tutta in“quel se potessi”.Qui si legge in modo velato quel senso di impotenza dell’uomo di fronte a situazioni più grandi di lui, dove l’azione del singolo può fare ben poco se non coadiuvata dagli altri. Sarebbe bello regalare ai bambini un mondo meraviglioso e più sano, lenire le sofferenze altrui, eliminare il fenomeno della povertà e vivere nella semplicità di una terra, diuna casa. Ma nessuno puòtoglierci i nostri sogni. E nella chiusal’autrice esprime il suo sogno“una casa bianca dove far crescere l'amore» |
Inserito il 23/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "La nebbia indifferente delle cose" di Julie |
«Parrebbe un amore- odio verso il sole. Lo si percepisce già dal titolo “Ma poi il sole”. La luce svela e porta allo scoperto anche ciò che non vorremmo vedere o che ci fa soffrire. E lo si riscontra nel testo, dove l’autrice scrive “aspetto con ansia che venga l’alba a liberarmi” . E poi conclude con “ma poi il sole con luce vivida insedierà il giorno…” Un’alba, quindi, che dissolve le paure e i fantasmi della notte, dove in silenzio si implora un sonno che come un velo si posi sugli occhi e sull’inquietudine dell’anima. Ma anche alba che è preludio a un giorno che ci riporta alla lucidità dei nostri pensieri, dei problemi del vivere, degli ostacoli, dello sconforto conseguente ad un “quotidiano” negativo o percepito tale.» |
Inserito il 20/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Ma poi il sole" di Patrizia Chini |
«C’è un punto o forse solo un nostro momento in cui abbiamo più forte questa consapevolezza. Mare e cielo si distinguono appena attraverso quelle lievi sfumature che li contraddistinguono. Lì in quel tratto calmo, piano, fermo, dove ci si perde facilmente, ci si ritrova in quella solitudine, a interrogarsi sula vita. Non vi sono certezze se non quelle che appaiono allo sguardo, fotografie del tempo che fugge.» |
Inserito il 19/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Dove il mare si ricuce col cielo" di Ventola raffaele |
«L’alba svanisce, in un profilo di donna, un profumo, un fremito, una sensazione. Un tuffo nella luce, una luce che scorre, un velo che nasconde il mistero. Appena percepibile nei versi un tacito, spontaneo, naturale interrogarsi dell’autore ed un rispondersi, ugualmente semplice. E l’alba ha lo stesso candore del corpo di una donna. “Candido corpo” sta quasi a significare la percezione di un colore, bianco, che diventa vivo, appunto candore con tutte le sue sfumature. Leggerezza, armonia, chiarezza dei versi che trovano la loro traduzione precisa nelle immagini che ne scaturiscono.» |
Inserito il 18/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Profumo" di Paolo Ursaia |
«Un’attesa che termina con una realtà che non si può disconoscere, il deserto. Un deserto dell’anima e del cuore che, personalmente, non credo possa dare vita a fioriture. C’è il ricordo che definisco vivo, anche se qui “vivo” sembrerebbe una contraddizione di un’alba amara, misteriosa, dolente, dove il sogno muore e il desiderio si spegne. E a chiusura la consapevolezza chiara d’una realtà che non ha lasciato scelta. “Bevvi l’acqua insana!” Ed è un’esclamazione di fronte alla quale l’anima quasi inorridisce…» |
Inserito il 15/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "L’alba che aspettava" di paolo corinto tiberio |
«Nell’amore è l’armonia che decide ritmo, accordo, suono, senza fretta. Quel “senza fretta” che troviamo nella chiusa, in realtà, è premessa iniziale nei versi “te ne stai, calmo/sul dorso di un riflesso”. E questo stato di quiete è tangibile, è un respiro all’unisono col “fiato della terra”. Belle le immagini descritte dall’autrice, chiare, essenziali che rispecchiano la semplicità dei versi.» |
Inserito il 13/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Chiave di sol" di Patrizia Ensoli |
«Una passione che vive nel sonno, nel sogno, nella notte, che vive di attimi nell’attimo, nell’immenso e nel silenzio. Da notare quell’ansia descritta nei primi versi, come si carica di attesa e si prepara all’incontro, onirico o reale che sia… (avvolto nel lenzuolo, il corpo che s’arroventa). Il sogno che incanta fino a quando il risveglio improvviso si fa gioia ricordando intimi particolari e allo stesso tempo dolore. Una passione che si ripiega sull’immensità del silenzio e ci lascia così sospesi tra incanto e smarrimento, tra desiderio e fuga dalla realtà. Quel che resta uguale è la fugacità del tempo.» |
Inserito il 11/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Passione onirica" di Demetrio Amaddeo |
«Un titolo insolito per una poesia a tema erotico, ma originale. Un eros che ama nascondersi e caricarsi di mistero, intrigante e sapiente. Un gioco e insieme un viaggio esplorativo, un’immersione tra le onde del piacere che si libera sulla bocca del vulcano. Boccone di fuoco, bocca del vulcano, termini che rispondono perfettamente alla fluida carica passionale. “ La mia lingua ama piovere” una lingua non più strumento che per un attimo diviene protagonista assoluta, per tornare ad essere oggetto là dove l’autrice scrive “la immergo, spingo la radice…”. Alla lettura l’eros si percepisce intenso e deciso, ma puro.» |
Inserito il 10/07/2017 da Rosetta Sacchi alla poesia "Ti sembra una metafora" di Rita Stanzione |
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