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Spirituali
Le 7781 poesie pubblicate sull'argomento 'Spirituali' Poesie spirituali |
Martello chiodi sguardi cattivi
il legno duro è lì che aspetta
il Maestro della verità, della vita
senza più forze si adagia
non un cenno di pietà
sole e nuvole si preparano al pianto
sento il mio cuore che si spacca
mi trovo nullo e povero
una
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La veste che onorava la Tua bellezza
strappata dalla Tua pelle insanguinata
quale oltraggio può essere più offensivo
ma Tu non puoi opporti gridare
sei in mano a loro e loro
tirano a sorte, umiliano pure Tua madre
io guardo altrove, la bellezza
che
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Tre volte nella polvere
le mani rotte, il viso ferito
gli occhi sulla terra
il sasso duro sotto le ginocchia
una mistica ferita, passa
anche ne mio essere
il mio spirito si unisce al Tuo
trascino le mie cadute, spariranno
nella Tua amata
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Madri e figlie dell’uomo
grande e pesante il vostro nome
figlie del dolore e maestre del vivere
voi siete la preghiera che il Padre
fa germogliare dal male più profondo
amate, amate sempre l’uomo
e la vostra preghiera si fa strada
i vostri figli
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Troppo il peso dell’offesa
di chi ti ama e si allontana
ed il peso si fa impossibile
ma Ti rialzi e lo ami ancora
nell’azzurro del cielo vedo
la grandezza del Tuo sacrificio
e lo spazio infinito dell’amore
che l’uomo, Tuo redento
andrà a farlo
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La polvere sul sudore
trema la luce negli occhi
sogno un’angelo che pulisca
una mano delicata
sul volto infangato
e tu cuore, batti
si allarga la mia visione
ho temporali nella mente
e diluvi dentro il petto
ecco un volto che si accende
avanza
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In quel Cireneo attento
c’era pure il mio spirito
questo è il mio desiderio
mentre scruto e vivo il peso
della Tua sofferenza o Gesù
lasciami un po’ di strada
ad un passo da te e sarò
l’uomo che la Tua morte prepara
quale mistico tonfo
e lasciare
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Madre e Figlio, sguardi d sangue
sotto l’azzurro cielo, vestito oggi
dell’immenso dolore, assente
nei carnefici, vestiti di giustizia
sotto le urla trema la terra
calpestato l’amore, l’infinito amore
e quello per la madre, trafigge il cuore
il
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Sulla strada del Calvario
lo sguardo del soldato
è sulle pie donne
mentre quello dei sapienti
è sulle spade sulle lance
nulle le risposte
alle grida di pietà
da lontano vedono tutto
i saggi i regnanti i sapienti
ma i bambini? Non ci sono
il
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Il fiore più bello
che la creazione ha generato
è caricato da un duro legno
sarà schiacciato, lapidato
che sia di Lui morto
anche il ricordo più caro
il male vincitore ne gode
l’uomo che protegge l’uomo
si lava le mani, lavoro ben fatto
nemmeno
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Grida e urla sulla piazza
sia morte siamo assettati di sangue
il Cristo la guerra non vuol fare
senza la morte nulla si vince
ed il Figlio buono dell’Altissimo
che insegna amore e pace fra gli uomini
a Lui la croce i chiodi la frusta la lancia
ed
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Consumato il corpo, ha sete
non acqua ma aceto
non una mano, ma una spada
e uomini armati e violenti
la bellezza della primavera
si fa terrore, buio di notte fonda
nella mia paura sento un germoglio
sì, lo voglio far fiorire, darà frutti
ho atteso
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La domenica mi veste il pensiero
quello veritiero che riempie
la mia vita, sempre in attesa.
Salgo luminoso il sentiero
che porta dove la campana
festosa, come sempre, chiama
ed io vivo e rivivo ancora
i passi della storia umana
che mi esaltano e
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Nella notte che sprofonda
io resisto aggrappato
alla luce che sgorga
dal pianto delle stelle.
Scendendo le gocce
delle lacrime lucenti
incontrano lo Spirito, che
creatore di loro Lui fu.
Troppo grande il mistero
che mi cerchia
e mi
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Immateriale sono
davanti ai tuoi occhi
in puro Spirito di vita
l’entità più alta
dell’anima
ch’è parte di me
ma che trova sostanza
ben oltre la stessa vita.
Trascendentale essere
che in te è mia dimora
mia casa, ora Divina
ora materia
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Al vento lancio
le mie preghiere
sulle vette bianche
scrivo i miei sogni
sulle albe e sui tramonti
stendo i miei limiti
nell’azzurro infinito
là faccio riposare
l’anima stanca
nelle Cattedrali
semi abbandonate
lavo il mio spirito
e quando
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Cammina uomo cammina
se la strada non è aperta
si aprirà, lo Spirito
Creatore e Santo
a te si affiancherà
e ciò che cerchi
ti verrà incontro
nella festa vera,
la festa del vivere,
che già c’è,
non non la vedi?
Non la vivi?
Guarda oltre
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Sereni fiumi di luce
mi nascono dalle rocce
della mia verde valle
e, lenti mi seguono,
mi illuminano nuove strade,
salgono e scendono
dai colli che ombreggiano
qua e là i ridenti prati.
In cuor mio prego
che non scenda la notte,
è bello
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La coscienza dell’altro
io non la vedo, né la sento,
ma non mi va di investigare
come se fossi un teste,
e cammino spedito
su strade che già conosco,
quasi ignaro del tramonto,
del temporale o del vento.
Sento un leggero benessere
in una adorata
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La mia festa è solo mia,
non è la luce che gli manca,
ma mille immagini, quelle sì.
La campana suona ancora
e il mio cuore di gioia si riempie,
leggera è la mente
nei ricordi che accarezza,
ma il volo della certezza
più non sento intorno a
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L’alba sento strana
una campana suona a festa
e mi accompagna
mi eleva nell’alba
grondo di gioia
su passi tanto cercati
distinguo a mala pena
la luce dell’alba
con quella dello spirito mio.
In Dio mi lascio andare
sommo i pensieri chiari
mentre
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Le fonti di luce
non sono come le belle
fontanelle dell’acqua
che loro palano, cantano,
recitano una preghiera
che sa di eterna storia.
Le fonti della luce
germogliano simili a silenziosi
fiori coltivati al suono
di festose campane
e di omelie
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Dentro e fuori me
panelli di luce vera,
albe e tramonti
non sono fra loro
in conflitto là dove sono,
ed io mi par d’essere
sulla tomba del male
e lì, cerco di navigare
sulle vette dello spirito
che ama sempre spostarsi
fra una vetta e
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Le strade della luce
non hanno l’asfalto
né sono fra le siepi
ma salgono sempre.
Per loro la notte
mai si fa viva
sono figlie dell’azzurro
e amano l’infinito.
Lo spirito, figlio dell’uomo,
le cerca, le vuole, le ama,
e loro, si fanno trovare
in
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Trascino il sole
nelle mie notti
prive di vera luce,
ma il sole non mi segue
all’ora cerco Dio
fonte di calda luce.
lo trovo in attesa,
l’abbaglio non c’è,
la pace del cuore
non manca mai,
le stagioni siedono
appena oltre
quell’azzurro
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Nelle notti di maggio
brevi e profumate
fugge il pensiero
dal mio volere
e sono lassù
vestito di bianco,
mi sembra, ma non so
che io sia sulla strada,
la strada di Gesù.
E’ notte profonda
e l’onda del bianco
mi veste e mi stacco
da tutto ciò
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Era un mattino di maggio,
nuvole di profumi e fiori
mi accompagnavano
sulla lunga strada
per andare alla chiesa
dove avrei incontrato Gesù
nel mio cuore.
Tutti erano per me
ed io pensavo a Lui,
cosa gli avrei detto?
E Gesù, mi avrebbe
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E’ una miniera nera la mia notte
senza una fiamma di luce
manco una strada per il piede
né un soffio di brezza
solo io sento il respiro sereno
quello dell’anima mia viva.
Mi trascino in una preghiera
vecchia, antica da me considerata,
preghiera
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- . -
Credevo che per me fosse finita
già più di là che di qua
con la mia vita
ma mi ripeto ora
a più non posso
che è troppo presto
per dar soddisfazione
a quel bel mostro
del Nulla
E chi se no
che vuol da noi
la rinuncia
al bene
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I pascoli del cielo,
erano per mia madre,
lassù sul colle alto, là:
"Dio è più vicino,"
diceva sempre lei,
con gli occhi pieni di luce,
ed io in quel verde fiorito
pregavo con lo sguardo
fisso nell’azzurro senza fine.
Vivevo una pace piena,
che
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7781 poesie pubblicate sull'argomento Spirituali.
In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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