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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 361’103Autori attivi: 7’474
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Sociale
Le 12104 poesie pubblicate sull'argomento 'Sociale' Poesie sociali |
È cosa da millenni
il fare norme e leggi
acché giustizia echeggi
in questo mondo ognor.
Ognuno ha il dovere
d'agir com'è di norma,
poiché la legge informa
ch'essa è per tutti ugual.
Dal misero al
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Quante montagne di pregiudizi;
troppe, ingiustificate,
gratuite.
Selezione spietata
tra esseri umani ed altri
esseri umani.
Il valore viene concesso
con pesi e misure
diverse.
Uccidete Dio
se proprio dovete uccidere
altri uomini e
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Straniera Signora
vestita di stracci o di seta
che ogni giorno
alla mia misera porta bussi...
Non so come ti chiami,
nè da dove vieni...
Sei nata in una sera d’estate
con uno strano e imperante vagito
Ed ora sei inebriante
profumo
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| Trascini stancamente il tuo corpo senza età,
ti muovi con la lentezza calcolata
di chi non deve dar conto del suo
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| Ah, quei poveri alberi! Ho visto bene i viali del Cairo
Nell'abbraccio mortale del vento svettavano braccia
Una preghiera rivolta alla coperta ottundente
Lo stupro collettivo di un dio- poverocristo.
Dio- filo di salice
Piegato sopra gore stagnanti
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| D'altri tempi un uomo vero
del "ventennio"ed ancor nero
m'istruì per il mio bene.
Disse alla tua donna manchi
mai tre cose assai importanti:
"soldi botte ed... altra cosa."
Disse non dimenticare
altrimenti
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| Erano i tuoi occhi
finestre
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| Nel parco, un bambino piccolissimo
col nasino come grilletto di piccolo revolver
due occhioni assetati di curiosità
mangiava a più non posso patatine fritte
Troppe ti fanno male tesoruccio mio
disse la mamma così bella e
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| -Se ai maiali crescesse la barba
migliorerebbero la loro reputazione
-Se gli asini avessero un po’di ironia dei cani
li si confonderebbe coi loro padroni
-Se le pecore imparassero a sparpagliarsi
avrebbero più prestigio del popolo
ed
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In nome del pregiudizio
ho ucciso l'uomo.
Nel pregiudizio
ho deriso,
ho vessato,
ho umiliato,
ho emarginato,
ho torturato.
Nella fonte del niente
Le mani di sangue come Giuda ho lavato.
L'occulto potere nel nero sigillo
ha legittimato...
Il
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Dicono che copulo bene...
demiurgo infrastrutturato
depongo il mio seme in ampolle a perdere.
Denotato di cultura longilinea
so apparir d'incanto
incantesimo sfruttato
in ogni angolo occluso
nei sobborghi infrattati dello scibile umano
io vi son!
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| No
non voglio puntare il dito
accusatore e rigido
sinistro e raccolto
seppellito dai no
non voglio minacciare
dall'alto
sopra la grande radice
dentro questa vecchia pelle
all'ombra dei rimpianti
Non piango
se svuoto il veleno insieme
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| Le luci calde
si spengono acerbe, alla stregua
dei canti lontani, su scie improvvisate
e porte fuse in blocchi e sbarre,
-scolpite- le cruenti doti del destino
Fioche le lacrime asperse al cielo terso,
senza alcuna rievocativa concupiscenza
son
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EnzoL |
12/09/2012 19:45 | 1976 |
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| Orecchio di tuoni senza lampi
parlatoio di facce senza occhi
interprete di sollievi e malumori
immobile garzone di specchi
lavagna di scritture da dimenticare
deposito d’arte dissolta
visibile solo all’artista
che nello sbarazzarsene
aleggia
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| disperata preghiera
sgranata di sangue
strozzato d'innocenti
lapidi d'un buio
affannato di voci
sfinite di padri
sfinite
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Sono ancora nascosti
tra il dolore che non si estingue
polvere di vita e sangue innocente,
raggrumati sulla terra:
ieri l’antica voce del possesso
cantò dal deserto
percosse orgogliose altezze.
L’albero della notte scosse le fronde
frutti
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| Fior di rosa cammina
diritta per la sua strada,
ogni mattina sempre più
veloce per arrivare,
dirittasul quel posto che
la fa campare,
quel posto sul diritto che da
tempo vorrebbe lasciare...
Fior di rosa cammina
nei suoi pensiri,
son
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| Oggi è domenica mi dico finalmente
posso dormire in pace fino a tardi
ma all’improvviso uno scroto rinsecchito del garage di fronte
con aria da bricolage tendente a pappagallo addestrato
inizia, con trapano, smeriglia e idropulitrice
e si
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| C’è una luce malata che t’attrae
nel volo notturno di splendore
ultrasuoni
la tua lingua di Babele
falsa moneta
di un evento effimero
nella fretta d’ali sbatti
su un muro di presunzione
specchio riflesso un sonar
che capta i tuoi
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| -Ombrello vegetale
sotto cui nascono bambini
-Parafulmine d’allusioni sconce
testa di ca... volo
-Esempio di promiscuità inconciliabili
miracolo il vederle armoniose
in esempio, capra e cavolo
-Effige di carestia
ultima risorsa
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| Possibile che in questo paese
non ci sia traccia di un reperto storico?
è come se nei secoli tutti avessero
in punta di piedi evitato
questo posto senza senso
ove unici tramandi etnici sono sbadigli
e ciarlerie di vecchi alate da vino
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| Di semplici cartoni largo uso
fecero nel passato gli abitanti
dei borghi più malmessi, per donare
al sovrano illusione di bellezza.
Le facciate di case, palazzotti,
acquistavano, viste da lontano,
un degno aspetto che ben mascherava
le miserie di
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Abietti predicatori di morali stantie,
cosa ne sapete voi
di questo male rabbioso
che mi divora a morsi?
voi, che mi condannate all’inferno
per il mio suicidio,
incatenandomi a quest’inferno in vita
sadici aguzzini,
che ingabbiate mezze
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| Ho sepolto sorrisi di segreta gioia,
nell'incanto di ipotesi sferruzzate
ai bordi di un acceso immaginario.
Sopraggiunge il lamento della ragione,
al galoppo di mille note dissonanti,
figli di violini profanati...
ed io modello nastri di
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| Sotto pressione,
hanno stirato le gambe anche i generali
e veicoli hanno sfrecciato sopra le città
paralizzando il sangue sopra i muri;
...sotto pressione, ogni cosa scricchiola
che mi sembra di vederli,
ancora tronfi delle bombe al
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EnzoL |
06/09/2012 19:39 | 4443 |
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| Non guardino
i miei occhi,
Non vedano
il domani incerto
di quest'albe
fluttuanti nel nulla
in miriadi d'immagini
e suoni amorfi
seppur multiformi
questo è il volere
del genio umano
perduto nel crudele
iniquo nulla!
Se codesta
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| rantolo d'un corpo
accartocciato di deliri
ubriachi d'un niente
scritto d'occhiaie
insonni di morte
spettinata sorella
vestita di pietà
afona di silenzi
sgranati di respiri
tozzo d'una sconfitta
marcita d'indifferenza
lapide di chi
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| Fievole scorre
dall'antico rapace becco
solitaria lacrima ancor
fresca e chiara.
Acqua profonda più non dona
è riarsa, prosciugata,
la fonte.
Un sole enorme, ormai nemico
non perdona agli uomini
l'incuria,
il saccheggio.
Si
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Giovani stelle nate sotto terra,
piante di luce cresciute in serra,
bevono assetate della vita il pianto
per detergere dell’umanità il manto.
Bambini abbandonati dalla storia,
vedono l’ingiustizia attraverso la pelle
e cresciuti ai margini
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Come funghi sorgeranno
tra rari spiragli di sole
simili a neonati cresceranno
nei loro primi anni di vita
In panni verso il cielo
il mio grido salirà vano
odo l’eco nel mio pianto
pagare, non c’è più vanto
Nel
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12104 poesie pubblicate sull'argomento Sociale.
In questa pagina dal n° 5851 al n° 5880.
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