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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 361’101Autori attivi: 7’473
Gli ultimi 5 iscritti: Paolo Luxor - Concita Russo - Filicheto - Gianluca Battini - PostScriptum |
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Sociale
Le 12104 poesie pubblicate sull'argomento 'Sociale' Poesie sociali |
| Ci vogliono più voci
al mondo nostro
per estirpare il cancro
dell’iniquità
dell’indifferenza
Ci voglion più parole
per affrancar bambini
in mezzo a turpiloqui
inclini alla disfatta
Necessita la stirpe
di gonfie vele
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| Piangi fratello questo è quel tempo
dove i soprusi abbondano e la decenza non ha appello,
l'inquinato pensiero che in alto arringa
camuffato in quel mantello, rapace a propinar menzogna.
Psiche turbate senza meriti e onore
di benefattori
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All'aurora
affida i sogni
consegna alla sera i tuoi timori
solo all'amore
abbandona il cuore
all'umanità
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| Quale può essere
la mia coesa pretesa?
Allungare le braccia
ai cieli verginei
non fa del cristallo
proteso, stendardi.
La pulita lucente borgata
sfolgora di notti soporifere,
dove precetti in processione
vagano dissolti nei binari
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EnzoL |
28/12/2012 19:46 | 1688 |
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Vengo oggi a rinfacciare
l’eredità che mi hai lasciato
non posso dire che sia dolcezza e amore
e non è il solo, l’avermi
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In pietà estorta dallo squallore
appena quattro gatti claudicanti
al desolante funerale
eppure il libro delle firme
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| Mi sembra
un secolo di noia
questo rincorrere
incessante
di uomini
a caccia di presunte
integrità
Ci si lascia
condurre dai sensi
violando la sacralità
universale dell’umana
Persona
E il sesso
è forse mai
un
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Sgranano lentamente i giorni del Natale
come gocce di rosario affastellati,
in attesa che il Bambinello
venga al mondo.
Nelle strade gremite a festa
la gente corre a far regali,
piccoli gesti che il cuore detta
per allietare il giorno
e ricolmar
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| Morire dentro al grembo
da bambino.
Accovacciarsi dietro
un comodino.
Scappare via
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| C'è un albero in fondo al corridoio
tante lucine
e una casetta sotto l'albero
con il bue e l'asinello
con un San Giuseppe che ha perso il bastone
e una madonna di gesso scheggiata al ginocchio.
Non c'è mai silenzio davvero
ma
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| Nei giorni più belli
Trapuntati di stelle e cicale
Sorride nell'uomo qualcosa
Insito nel cuore è lo squallore
Scemano comete nell'azzurro dissacrato
Canti all'unisono si schiodano s'involano
Muore nei prati il verde e la
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| C’è un Paese nel mondo dove i buoni
propositi non durano che un anno,
vinti dalle egotistiche passioni
che a quella patria fanno solo danno.
Si trova chi in un anno fa le azioni
che coraggiosamente pochi fanno:
ha in ricompensa acide reazioni
di
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| Testa piena
Tasche vuote
Dentro la grande superficie
guarda gli altri fare i gesti della festa
Lui ha solo il premio di consumare le ore
ma il castigo di non vivere il calore della serenità
La sua tredicesima è rimasta
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| Quanta tenerezza
alla visione d'una giovine legata
all'ormai stanco braccio
di una dolce vecchia.
Mestizia tanta
per l'adorata vecchia mia
Sovente la mano ho ceduto
per condurla
dove il suo animo dettava.
Nel cuore dal deserto
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Vai incontro al tuo giorno
quando ancor del sole
v'è solo un contorno
sognando la sera
all'orizzonte
incombe
irruenta
la ciminiera
socchiudi gli occhi
par di sentir
ancor
suoi tocchi
quelli di lei
delle sue mani
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| (Il tratto d’un popolo lo scrive la storia!
Sfuma la memoria se impera ignoranza...
labile e leggera come anche la gloria
la divora il tempo se regna arroganza).
E migra la moda, lo stile, il buon vino,
rosso maranello, la classe
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| Per chi sono quelle luci
di nulla
tra gli atri sospesi
stanze
che nel culmine irradiano
vuoti
ricolmi d'odio
nei colori
che solcano
gli spazi
divisi
di chi sono quelle luci
immensi silenzi
tra lo scintillio del buio
nel nero che
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Cielo di rosso tinto ... menzogne,
lacrime in precipizi a sperdersi scendono,
raminghi occhi per il baratro certo
s’offusca la mente in visione di vergogne.
Lamenti in sordi richiami s’odono
sorvolano deserti, insormontabili dune,
tesa resta la
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e la rondine volò...
imberbe neonata
rigata di volti
vite di liberi
imbracciate d'un fucile
intirizzito di tremiti
sudati di libertà
profumo d'uomini
scuciti d'arroganza
nuda di fuochi
vinti d'un abbraccio
assopito di
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| È dolce il suono delle ciaramelle,
le stelle in cielo brillano di luce,
sembrano coralli.
La luna dà luce perché è piena
in questa notte magica e serena.
Il buio della notte si dirada,
scompaiono le stelle
e l’alba timida appare
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In questa notte senza cielo
qui maledico il mondo intero
perché non c’è solidarietà,
io vagabondo senza lavoro
sono un uomo senza decoro
c’è chi mi guarda e se ne va.
Eppure quando è or di votare
tutti mi
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Sono le canne ad ondeggiare
battute dal vento feroce
non si piegano i pennoni
saldi infissi nel cemento
-dei loro imperi-
Le canne vibrano
oscillano di paure
-e incertezze-
reggeranno ancora?
-all’uragano-
Periranno forse?
non più
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| Il dolore
si lascia andare al sonno
scema lento il senso dell'istinto
la vita
che inutile battaglia
inerme
al crudo esistere ignorato
ti lascio un alito
un disegno senza forma né colore
un'orma di cristallo
impronta di un passaggio
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| In ogni spazio stamani s'infiltra un cielo sporco,
e noi, vestiti dal grigio dei doveri, si va in quello sfumando
il nostro prezioso angolo, la nostra unicità.
E si va come chi, dopo lunga riflessione e soppesata,
si separa dalla cosa tanto
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| Non
l’addobbo
con le palle e i fili dorati
sono cose vecchie
cose ormai passati
Lo voglio, ornato di ritagli di giornali
No! di cronaca nera
né di chi si dispera
Lo voglio ancor peggio
che parli di chi detiene il seggio.
Non lo
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Aida mentre scarna nuda e ferita a terra ti giri
Tu ridi e piangi. Chi ti ha tradito?
Eri bella da togliere il fiato. Ora reclini il capo.
Roma caput mundi. A testa alta con lunghi piedi
Con le spighe di grano nei capelli Dal vento caldo mossi.
Nei
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Sul viale del passeggio
obbligato da ansie corrotte
moltitudine di piedi alati e zavorrati
danzano in fremiti alle
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| cadono gocce d’argilla
e il mattino è un urlo eterno
inestinguibile
terremoto
tramonto
inferno
estirpa incurante
la sua falce prepotente
è una tempesta fasciata di notte
un ramo tranciato
un gemito soffocato
un mare di pece
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| Quell’omino che parea “morto”
or risorge e torna a torto
ed a Salvator s’erge
e i suoi dettami asperge
M’ancor non s’è reso conto
che pagar dobbiam del suo
di quand’era già da prima
su assiso in poltroncina?
Ahi, Italia, dannata
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| Grandi occhi azzurri,
sguardo birichino,
nelle narici un tubo
e in bocca un riso.
Solo chi a lui d’accanto,
nel
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12104 poesie pubblicate sull'argomento Sociale.
In questa pagina dal n° 5611 al n° 5640.
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