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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 361’096Autori attivi: 7’474
Gli ultimi 5 iscritti: Paolo Luxor - Concita Russo - Filicheto - Gianluca Battini - PostScriptum |
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Ottobre 2024 |
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Sociale
Le 12104 poesie pubblicate sull'argomento 'Sociale' Poesie sociali |
Mano che sorregge il mento,
osservo dalla finestra
vedo sfrecciare una pattuglia della finanza
sicuramente a caccia di
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| C’è crisi in ogni paese,
e c’è chi di più ne paga le spese.
C’è crisi pure nella mente
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| Un forte sospiro,
un brivido ibrido di spontanea possanza
a quella fattezza che al respiro dell’april
giunto nell’intimo e florido sbaciucchio del sol
ribollisce nell’umano cuor
quel limpido sguardo d’amor
che l’occhio infiamma.
Nuova purezza
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| E’ morta una signora tanto bella!
Aveva dei valori assai importanti,
viveva sola, come una zitella,
però in Italia l’hanno “amata” in tanti!
Valeva molto, eppure mai nessuno
s’è accorto, in tempo, della sua grandezza
ed ora, troppo
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Violenza
ignorante sapienza.
Un tuono, un fulmine
un temporale
di lacrime arrugginite sul davanzale.
Ed or che tu
hai piegato quel destino
prosegui nella notte
il tuo cammino.
Sibila il dilemma
come il vento...
non puoi più vivere nel
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| I pellerossa affranti
da dura stagion secca
languono in gregge
e non arde fiamma
Vento arido spira
“Consiglio” di laide voci
senza intesa alcuna
sulle membra lasse
Lampi e tuoni severi
nel ciel della tribù
timor senza riposo
privo di
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| Panacea a soprusi
messe domenicali
raccontate a un panino
benedetto ad un pozzo
ciotola di rudere
artigianato del
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nuvole stanche
e uccise dal dolore
di mille venti (D)
Domani lui tornerà senza riguardo
sui giorni del passato appesi al filo
di un ricordo speso per troppo dolore
o forse nel tempo di un ricamo
Sarà tardi per tutte le menzogne
e
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| Prende il sopravvento a distrazioni, ed ecco che riemerge
con tutte le attenzioni.
Si finge amico penetra nei pertugi
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| Rinchiuso in me stesso,
lontano dal mondo
che mi tiene oppresso,
cercando in profondo,
io voglio trovare
le cose più care.
E mi sforzo invano,
ché possa capire
nel tempo lontano
qual male ebbi a dire
da avere sì
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| Sono l'attore ingenuo
caduto in qualche parte
senz' arte, ma con l'impiego
d'innata logica professionale.
Così sono l'uomo impegnato,
il marito innamorato,
il padre buono e severo,
l'amico saggio e sincero.
Poi entro
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| Oltra il tempo,
oltre il mare,
oltre la vita stessa,
resto sospeso
sul filo della disobedienza,
del ricordo indelebile
del primo amore,
la guerra di classa.
La guerra giusta,
la rivolta degli sconfitti
di qull'infido 20 luglio,
un estintore
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| Vedo solo scialba nebbia
lungo le rugginose rotaie
di questa fredda ferrovia,
e lunghe file d'ombre,
immobili come
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Seduta alla finestra le rondini a rimirar
nel loro canto il frinir degli occhi tuoi
vola il pensiero verso ciò che vuoi
mentre odi del tuo viaggio il naufragar.
Guardi del cielo sul nero schermo
l’immagine di te piccina che piangi
d’un
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Ti rendo la vita magnificamente complicata,
gioco con il mio stesso inganno,
con quella che fu la tua curiosità.
Non ho nome e neppure indirizzo
vivo in paesi e città
approfittando della noia, della realtà,
sono la compagna
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Amavo,
dormivo,
sognavo,
poi
un salto nel buio.
Delle mani crudeli
mi strapparono le vesti
mi pestarono a morte
son caduta nel buio più fondo.
Ho vagato su strade deserte,
le lacrime cadevano fitte,
la mia mente rivolta
a quel
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Ore sette, quello scroto gonfio, il Pelliccia
con motosega pota il giardino
-Più in là quella faccia da
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| La sentinella marcia, l’arma in spalla,
la guardo dagli spalti di Marassi,
avanti e indietro torna sui suoi passi;
fra poco qui vedrò giocare a palla.
“Il mio guardiano marcia, l’arma in spalle,
lo vedo da una grata del Marassi;
rifar potessi io
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| Attraente giostra
che ruvida stride
in ambigui riflessi
di forme sinuose
con cui carpisci
disillusi avventori
Cogli arresa torpore
di iniqui pensieri
leggiadra appari
da mille lance ferita
su un ciglio di strada
ingannando la vita
Nomade
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| Mi chiamo Oronzo Serse Pigliccio
a ogni donna combino pasticcio
né bello né brutto ma troppo banale
in amore
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Mamma,
non farmi male,
io posso darti gioia,
io posso darti amore,
posso alleviare le tue pene,
accarezzami
proteggimi
le tue mani morbide
san dare mille carezze,
fammi giocare
fammi gioire,
io non ho visto niente ancora,
ho tanto da
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Ti vedo passare
Armata d’ignoro
dico all'anima
d’aggiustarmi la faccia
ma un biancore sul viso
mette a nudo il
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Cullarsi spensierati in altalene cigolanti,
planando su umido fango
ormai straniero,
in suole, di scarpe grigio asfalto.
Macchiarsi il viso
di tenere espressioni raggrinzite
snobbando spadaccini colpi di
bitume che potano anima
per germogli
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| Quando mi guardo allo specchio come se fossi una donna
ho paura del maschio tribale di turno che porta la clava.
Temo per quello che sono nel momento,
mi spaventa all’analfabetismo dell’amore.
Ho angoscia quando penso alle violenze subite dalle tante
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| Tutti si saranno chiesti
come mai donne bellissime
sposano uomini grassi e ricchi
-la risposta mia in assoluta
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| La madonna
esce all'alba con la merce
da vendere al mercato
ha un figlio muto
e se lo mena appresso
un marito crocefisso
una mano libera
ma non sa usare danno
così
anche se piove
anche se è grave
quello che le stanno
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Discerno meno cuori palpitare,
come il moto delle pietre
apatici ristagnare.
Discerno meno famiglie
sole di vita in lontananza,
meno amicizie
diamanti dell'esistenza,
maggiori delitti e violenza.
Discerno sempre più sottile
lo
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Vuote le strade del vecchio quartiere,
nessuno s'aggira per i palazzi
solo, provo mestizia.
Inutilmente fan luce i
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Scusi signor becchino
mi sa dire ove giace
il signor Rossi Amilcare?
e l’uomo incominciò a contare,
poi
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12104 poesie pubblicate sull'argomento Sociale.
In questa pagina dal n° 5251 al n° 5280.
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Cara/o Poeta Mario Arena,
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