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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 361’482Autori attivi: 7’474
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Satira
Le 2544 poesie pubblicate sull'argomento 'Satira' Poesie di satira |
E resterà quell’eco rumorosa
del mio vivo silenzio
a fare da bandiera e da pirata
a questo talentuoso aborrimento
potere
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Mi ami o no perpetuo carosello
che affanna ogni momento questo cuore
e come un permaloso ritornello
mi bacia sulla fronte e fa l’untore.
Mi ami o no un coro intromettente
tra il sole e la mia stella del mattino
che brilla in un istante e
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| No le conocía
cuando lo encontró de frente
en aquella calle donde le juro lo eterno
ni siquiera le gustaron sus ojos de tenorio
que embobaban a las muñequitas...
-Mademoiselle; me llamo Frivolous –
Dos vueltas, izquierda, derecha
y cuando
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| Sciuga Venezia
le tue lagrime millenarie
con l’acqua sei nata
con l’acqua morirai
i pali che ti sorreggono
marci ormai
sprofondano giorno dopo giorno
oh San Marco
io sono un miscredente
non accetti più preghiere
bagnata inesorabilmente
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Vitruvio Pollione
giovane liceale
soleva architettare
di notte sul portale.
Alunno di frontiera
ad Itri lui nasceva
ma senza documenti
non c’era chi sapeva.
Capace di sognare
cantò l’architettura
col fritto misto in campo
e la sua testa
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Mi dice lo scienziato cose strane:
– che il tempo non ha sempre stesso passo;
che al mare lenta va la gente a spasso
mentre che al monte fremono gincane.
– Per l’uno si fa lunga la giornata
e tempo pure a sera può avanzare;
l’altro non riesce
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Si è isolato,
si stende sulla panca,
un breve sonnellino
che tanto rinfranca.
Riparato dal vento
sotto la pianta
si
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Io non ho paura!
La mia è fifa vera
da far tremar le gambe
e forse è altro ancora
appena che la vita
si mette a bivaccare
sul tenebroso altare
di quel mistero acuto
un po’ bitorzoluto.
Io non ho paura!
Se tremo è solo finta
cambiando a volte
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A tema o non a tema
io scriverò un poema
quando l’infame Achille
s’adira e fa scintille
o come il prode Orlando
che Astolfo va cercando
mentre la bianca luna
le menti perse aduna.
A tema o non a tema
le stendo col sistema
senza la
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Ciancola il merlo barcoleggia il verme
sgrulla il cerbiatto sopra il colle spoglio
la volpe grugna nella tana inerme
lo
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La pelle deturpata ed in degrado
eri regina e ti ritrovi schiava
mentre ti affidi a un alto ignorantado
armata di protervia e folle clava.
Chi sa se si perpetua l’eldorado
che vanta le carezze e ignudo sbava?
E intanto sverni a letto per
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Se mi adatto a incaprettare il mio mondo sulla panca
scovo il cielo che si affanna con le corde di un violino
col suo essere un incanto tra le mani di un bambino
e rammento a cani e porci che gli assegni sono in banca.
E per questo ti dichiaro il
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Han svuotato
con arte case e banche
per portar via
oro e cassaforte,
son sparite le bandiere
rosse e bianche
ed è finito il controllo
anche alle porte.
Han spaventato
città,paesi e terra
per costruir
castelli senza occhiali,
ignorando
il
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La luce che si accende interiormente
confessa a tutto il mondo d’esser mia
e sapida follia
mi avvolge come un’onda interamente.
Eretica pupilla
in grado di giacere e penetrare
con la sua voce palpita e scintilla
nel tratto più profondo del mio
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Dubito quindi sono
se il verso si dipana in faccia al niente
se il verbo manca in parte e in parte è assente
se la parola scritta fa a cazzotti
con l’aria dispendiosa dei borlotti
se il tempo si dimena avanti e indietro
per poi scoprire che si
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Fuggiva Sciabolino assieme ai colonnelli
sparivano nel fango voraci i tempi belli
col passo d’oca e i piedi battuti e logorati
per far ritorno a casa dispersi e ormai spogliati.
Fuggiva il duce assieme all’orrido alemanno
in cerca disperato ancora
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Son finite le battaglie
di colori e di bandiere,
si va avanti a suon di squilli
dall’alto mare alle frontiere.
E chi si alza al mattino
decide con chi s’ha da incontrare
e a secondo il vento che tira
alza il tiro e fa sbarcare...
E ogni Stato
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Invocala se vuoi tre passi avanti
la nostalgia ben sa dove è il cantiere
delle tue impronte tacite da bere
coi diavoli coi maghi e con i santi
servita e posseduta dagli istanti
che seguono i passaggi del piacere
potendo solamente possedere
del
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Dal millenovecentoquarantotto
gli uomini han fallito tutti quanti!
Mettiamoci le donne a governare,
avremo risultati
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I miei pensieri si librano
come farfalle innocenti
nelle grinfie
di piatti
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La mia gnorantità non ha confini
abbraccia tutto il globo terraquèo
coi versi e con la rima io te la creo
dai voli punto e croce ai canti alpini.
La mia gnorantità ha orecchi fini
di un tosco o di un volgare idomeneo
e non è affatto solfa o
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| Se sa, a tutte le età
ed è giusto diritto
omini e donne cianno
de sesso bisogno,
ma pe’ te omo, er sesso
è sempre a pagamento.
Quanno ‘na donna
‘n tonno s’accolla
brutto o bello purché
fesso e de’ pastafrolla,
a sera lo porta cor
guinzajo a
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Sillabicus o chi per altri ancora
aleggia sopra il mare delle note
tra alme care euristiche e devote.
Non so se sia la fauna o la flora
di questo immenso vaso di Pandora
che le patate nutre con carote
avendo tra le labbra voci ignote
perfette per
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La donnetta in età un po’ avanzata
si destreggia in mosse da civetta.
Del suo vano fascinar tenta l’uomo col sonaglio.
Dal verso sensual si lascia incantare,
e stridono insieme le lingue intrecciate emettendo note indesiderate.
Lei si consuma
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Scorre veloce quest’estate
si avvicina l’agostano Ferragosto
si avvicinano le feste di Santu Roccu
sotto l’ombrellone avevamo poco
qualche cruciverba in lontananza
i tetti rotti dalla grandine a Pescara
le macchine bollate da quella
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“Te ciànno mai mannàto a Quer Paese”? ...
... Alberto Sordi lo cantava spesso,
con un sorriso splendido e cortese
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Schiodi il morto dalla cassa per esporlo sul portone
con la faccia imbellettata dalla cera del portento
e nascondi nell’armadio il tuo scheletro campione
e siccome è un trapassato meglio farlo controvento.
Ti diverti a maneggiare facce e smanie in
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Appollaiato in sul davanzale
spunta una testa di vedetta,
le braccia allargate
in pasciuta posa da pelandrone.
Guarda e fissa intensamente
da ogni parte,
ma su di me volge l’occhio indagatore,
lì per lì,
pavoneggiandosi come un
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Decaulione lotta e Mirra è a caccia
trecento coltellate e si dimena
e grida che la luna rossa è piena
del sangue che la notte sua minaccia.
Decaulione piega occhi e braccia
e Mirra se ne sta sull’altalena
godendo nel fulgore della scena
del nero
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| Agli Scrovegni, in bronzo o in marmi bianchi
scultoreo monumento a giovin fante
non puoi negar che rimirar sian tanti.
E un punto resta sempre men distante
dove in ristagno più si affissa l’occhio
d’effetto più marcato e eclatante ...
Sì, è
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2544 poesie pubblicate sull'argomento Satira.
In questa pagina dal n° 301 al n° 330.
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