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Satira
Le 2544 poesie pubblicate sull'argomento 'Satira' Poesie di satira |
Pare sia cartone non d’acciaio
di quelli che si disfano nel vento
appena vien corroso il semenzaio
del verbo che travolge il sentimento.
Vorrebbe dare spazio al monumento
del vuoto catramato sul diario
fedele del sincero abbagliamento
trascritto
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Grasso grosso e commediante
tra le stelle un dio imperante
vello adatto a ciondolare
come pollo in mezzo al mare
col sapor di cioccolato
al gran latte prelibato
per scoprire dopo il danno
se lui cresce con l’inganno.
Grosso Grasso e
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Invito al voto
Referendum ...Si o No.
.
Vai amico e vota
con saggezza
e ricorda che:
tra destra e sinistra
c’è differenza:
il primo ti accarezza
e poi ti spezza,
il secondo ti abbraccia
ma senza esperienza.
Eppure stanno
insieme sul
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Trenta o trentuno basta che sia cento
oppure un ciabattino di frontiera
coi chiodi e con la colla un monumento
capace di dar sfogo alla maniera
di contenere in petto lo sgomento
che pulsa nelle vene e sicumera
dei mille diecimila rigattieri
che
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Coi nodi della storia
è bello costruire
un muro oppure un lager
per farsi benedire
così di punto in bianco
mattone su mattone
il rosso e il trampolano
lo fanno a ben ragione
e tu che sei una pietra
ti adegui al grande andazzo
vedendo il
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Appestato ed infestato
nella melma si è infangato
manomesso dalla luna
con le stelle e lì si aduna
quelle piccole e meschine
reputandosi regine
dentro e fuori l’universo
con il tempo in nulla immerso.
Infestata od appestata
alla noia
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Pretende un monumento alla carriera
pirandellianamente giusto in piazza
che ci ricordi la deforme stazza
dei mille volti falsi di maniera.
Lo esige solo in marmo in canottiera
calzoni corti in mano la ramazza
e sopra il petto verde una corazza
e
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Il castello
Armature scintillanti
uomini con i guanti bianchi.
Ululati nella notte
rumori d’oltre tombe.
Stridono le catene
si spengono le candele
facendo buio nelle sere.
Lady Godiva nel cavallo bianco
uno stallone di riguardo
che volta il
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Il tuo verso non va bene
canovaccio per le iene
non è lungo non è corto
non arriva giusto in porto.
Come dice monna Saffo
con Ulisse è senza un baffo
brutto e informe in barba al nesso
è un poetare in tutto lesso.
Il tuo verso non si
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| iYA ESTA’ BUENO!
Basta ya de tristezas
de pensamientos oscuros
total a nadie le interesan
mis pesares y asperezas
Me
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Estasi e tormento
a riportare in vita un monumento
col soffio e con l’assurda ipotenusa
che scava nel passato
un volo grecizzante e scombinato
dal divo Apollo all’orrida medusa.
Estasi e tormento
che attraggono sia Omero che un
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E te ne scrivo una a far da balia
al candido mattino in te riflesso
con tutta la pazienza di un giaguaro
che attende la sua preda circospetto
sapientemente all’ombra di un mistero
che non si mette in mostra e non si adegua
cercando nel miraggio
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| Key west, incede sincopata, una musica che stempia,
filosofo piaga d’Egitto o cavalletta senza ritegno,
ingorda mangi e distruggi, i campi alacremente coltivati dagli altri
hai rosicchiato dentro i cuori, pur di avere uno spazio non concesso,
la tua
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Mi ammazzo con un verso intromettente
di un madrigale in tardo petrarchesco
e me lo sbatto in vena e se riesco
lo faccio in mezzo a tutta questa gente.
Sarà un suicidio in rima permanente
col ritmo e con l’accento pedantesco
e appena pronto mi
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E come disse il merlo alla Ketina:
“Tu placati ché sai solo mestare
la lingua triturata per vangare
parole senza senso la mattina
come l’aurora impregna l’aria fina
che trovi solamente al tramontare
appena la cornacchia per cantare
si tuffa
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Col sale del senno comprato al mercato
tra maschere nude ed esperti ambulanti
può darsi che trovi il miracolo e i santi
col falso indovino gentile e appagato
sicuro non certo di essere amato
nei giorni trascorsi tra i tuoi commedianti
capaci
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Passata è la tempesta e la quiete
si attarda sopra il colle e non si avvede
del passero che sopra il campanile
stordito dal silenzio mentecatto
si affanna e vola come afferma il patto.
Ben dietro tra le stelle la tua luna
negando la cornice al suo
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| Suadente mi sorride occhio dipinto:
un’altra gonna a idoleggiar s’aggiunge:
son cuori accesi che mi si contendon ...
“Ma cosa mai le faccio a queste donne!”
Soavi sguardi ignoro, accarezzanti
ovunque intorno, dolci e seducenti,
mi assediano
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Questa è la banda del quattro per venti
che trovi pronta a cantar con i denti
incline e attenta a lodare i parenti
con grandi toni di gloria e di accenti.
A voi la banda del prenditi tutto
con il tuo cuore che resta all’asciutto
con mente e piedi
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| Contro il virus prega il prete
mentre il diavol se la ride:
“Dite, dite ... ma diffido!
Fanno un baffo croci e affini
salamelecchi coi soldini
di bigotte, e cotte in pizzi, tiritere.
Né mi toccan le moine,
cuori affranti e dolor veri
di
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Vorrei donarti il fegato e il respiro
i passi di una vita e le sue date
le tante attese auguste canagliate
con gli attimi pungenti del fachiro.
Vorrei non poter essere il crumiro
che affronta saldo e attento le ventate
delle più assurde e tristi
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| Nel gossip sempre in cima e ciarlatano
qual testa cinge al re recante il nome
carente trovo di quel tipo il senno
starei per dir, con il suo far birbante
Su lui piombò il silenzio finalmente
ma sorser dalla Cina voci arcane
di gravi infermità da
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| E venne il giorno, non era la prima volta,
che un siculo vanesio oltre lo Stretto pensò di balzar
vendendo faccia, amici e dignità
Al continente il vanesio si aggrappò
finì col vender però
oltre se stesso anche la sua terra,
il popolo e il suo
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| Madre di tutte le prostitute sulle acque seduta, i re hanno goduto e fornicato con te, gli abitanti della Terra si sono ubriacati del vino immondo,
in groppa alla bestia scarlatta, alzi la coppa dell’ira di Dio;
Nessuna carezza, psiche t’affronta
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Io con l’amore sono un gabolaro
e poi racconto tante fesserie
a Biada alla Gibranna e alle Kalie.
Modestamente ho il tocco del coguaro!
Io dell’amore viste le idiozie
sono soltanto e sempre il campanaro
e il mio battaglio gente è così raro
che
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E sono il diciannove
Covid senza allegria
se faccio il ventinove
la colpa non è mia.
Tu chiedilo al padrone
che mischia troppe carte
se bara col copione
un brutto male parte.
Io piccolo monello
giocavo e poi dormivo
col pipi e con lo
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A mezzanotte canto...
La voce mi accompagna ed è sincera
in questo buio a sfera
che sa di strutti amori e giorno santo.
A tarda notte intanto
io nel silenzio come manonera
carezzo i sogni e l’avida atmosfera
che si consacra al tanto
al poco al
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Ai tomisti e ai filosofanti
il disputar se la natura
degli elementi e degli esseri
viventi sia o men da Dio intesa
che
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| Sempre porto er rimpianto
der luogo natio.
Tant’è che giovinezza salendo
quanno li desideri se fecero arditi
pe’ imparà ‘a via, lessi er libro
“’A rilegatrice de li libri proibiti.”
E appresi che ‘a giovane donna è vojosa
ch’è de’ morti amanti
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Il cuore mio non parla e non discute
e senza te si attacca a lingue mute
per cinguettare allegro sopra il ramo
quel motivetto solito: "ti amo!"
È così lento avaro e silenzioso
che adora cimentarsi col riposo
sopra il suo letto rosa vellutato
e
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2544 poesie pubblicate sull'argomento Satira.
In questa pagina dal n° 241 al n° 270.
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