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Satira
Le 2527 poesie pubblicate sull'argomento 'Satira' Poesie di satira |
| Com'é rassicurante questo tuo parlare condiviso
affrontando argomenti di interesse generale
con un lessico scorrevole
una logica disarmante
con tematiche intelligenti
esternazioni coerenti
un fraseggiare ricercato
un tono di voce pacato,
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Benedice tutto la mano dell'uomo di chiesa
col bianco zucchetto e la tonaca crociata
guardano lontano gli occhi per scelta pittorica
o precisione di un deliberato certo curiale.
La benedizione dopo il giro del mondo arriva
alla fine delle mille e
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Ho scritto tanto, di tutto
in questi giorni,
e tanti li a fare complimenti
che,
manco me ne sono accorto
che già pensavo
"sono poeta"
Ma questo proprio non va bene,
essere poeti è tutt'altra cosa
allora sai che
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| Ah soro Arturo
voi lo sapete chi so io
e perché mo ve permettete
de parlamme
co tutta sta strafottenza?
Ai vostri piaceri
me so piegata
pe favve felice
e mo me urlate
che so vecchia
troppo vecchia pe' voi
Ma ve siete
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L'inchiostro è il loro profumo seducente
sapore della notte splendente
fuggono nelle pagine sfogliate
amano essere vezzeggiate
La loro arte sta nel sedurre
per poi in fretta dimenticare
la loro spigliatezza sta nel non dire
la loro
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| Oggi
non c'è verso
di metter verso in versi.
Sono inverso,
contrariato,
amareggiato.
Qualcuno mi regali una poesia,
che di pubblicar
ho la frenesia.
Se non mando qualcosa,
qualsiasi cosa,
mi viene una malattia.
Redazione,
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| Non c'è di meglio
che il venir al soldo,
urla la locandiera
al beone tremolante,
attorniato dagli odorosi
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| Ei sta!
Sottile dicitore.
Il busto leggermente di profilo,
la mano, leggera, posata sul leggio,
e l'altra che nel volteggiare tocca la fronte,
e poi disegna l'aria, come un respiro
Legge, appassionato,
quel che altri hanno scritto
ed è
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| C'è sempre
sul crinale d'una duna storta
il resto dello sterco di una poesia
lasciata dall'orda dei cammelli
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| da quanno navigo su internet
me viè in mente una cosa
devo cambià nome
e sai perché?
perché ciò tanto da fà ...
con inviti a destra e a manca
numeri de telefono da segnà...
nun pensavo de esse
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Eppure è un gran bel numero
Un numero pari.
Mi dovrebbe rassicurare.
Io,
che ho la fobia di quelli dispari
e proprio non li sopporto
soprattutto quelli che non escono al superenalotto
Quattordicifebbraio,
è pure domenica
Che
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Sono le sette,
svegliati pagliaccio!
Lo show deve continuare.
Vesti la giubba a scacchi,
la tua cravatta a farfalla
e scendi sulla piazza
dove si gioca a rimpiattino.
Non indugiare
nelle tue tristezze,
lava le tue pupille,
lava i tuoi
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Nessuna differenza
tra cani e poeti
entrambi servili ai padroni
-I primi scodinzolano
i secondi, scrivono
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Distratto dal volere ingovernabile
D'ingiusta e impura grazia intermittente
Ritorni in questo letto inesorabile
Rubando sesso al voglio tuo insaziabile
Ho dato fuoco ancora al tuo equilibrio
Sferrando la mia spada arroventata
Per te! rimorso in
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Me misera me tapina
credevo al volo d'Aquila
invece era gallina
Non sono gagliardetti
le lingue acculturate
ma vaneggi di mente
andata fuori bordo
Canizia sub- acuta
spara florilegio
giustiziando odori
senza difensori
Si dice che
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Ogni giorno io mi sveglio
col problema di che fare
dopo l'ultimo sbadiglio
un programma da trovare.
C'è la mamma benedetta
che prepara colazione
latte burro e una michetta
sono cose sempre buone.
Il domani è un altro
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Come ogni sera ci osserva la luna
lontana e chiara chiusa nel silenzio
di notti senza tempo col suo giro
lento e perenne che non muta mai.
E noi volgiamo gli occhi pigri e spenti
a quell'abisso che chiamiamo cielo
senza provare un brivido
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| Sono simpatica
quando mungo le vacche scalze
incoraggio le maree
e rido con le Prefiche
al mio funerale
Non piango mai sul latte versato
sopporto il drammatico
diventando placida
postulo la tragedia in comica
Amo la dentiera ballerina
le
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| Una volta costruito,
un edificio è raramente demolito.
Allora una carriera d'artificio,
che dopo molta età finisca per piacere
solo al suo artificiere,
sarebbe una scelta stolta.
Il batacchio non si stacca dalla campana:
le dà
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~
Che ci sia qualcun lo dice,
ma ove sia chi mai lo sa?
A chi 'l sa, e però non dice,
ti vien voglia di sparar!
Tu capisci, il caso è grave:
la question "dire o non dire..."
peggio è assai
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| Me vorrebbi fa assume
da na ditta de pulizie
perché dentro ar palazzo mio
ce stanno quattro comari
sempre pronte a
sparla' de quello e de quelartro,
me so rotta quelli che nun c'ho
Le poi ammirà, pe esse' gentili,
so brutte
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| Tornava un lupo a casa col bottino
e un suo fratel: non molto fa mi ha detto
un uomo che ho incontrato sotto il pino
che il furto è gran peccato e maledetto.
E quei meravigliato: chi mi nomini?
ti sbagli forse, tu sentisti male,
dicesti un
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| Il poeta è un visionario
non ragiona con la testa
mentre appronta un ottonario
nel suo cuor c'è una tempesta.
Non gli dite di esser chiaro
in cuor suo c'è confusione,
alternar di dolce e amaro
mentre lotta col magone.
Si
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| Un di per caso andando per diporto
mi soffermai curiosa presso un orto.
Un cavol, messo li per far semente
fiorito era da poco e immantinente.
Ruotando le sue foglie in modo altero
alzò la voce e disse al mondo intero:
erbe da nulla, udite
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| Scorgo
l'estremo limite del niente
in questa ignobile sciarada
ma non m'offende,
poiché m'era noto
lo stacco eterno
tra essere ed apparire,
tra millantare e vivere.
Ora
che tra me e la scena
si frappone la corsa
mi ritrovo solo ed
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Come pietre feriscon
le parole
scagliate senza senno
da viscidi serpenti
e gratuitamente scaricate
come baril di porto
nel fatuo plagiar dei paraocchi
cui volle dar peso
la sapienza d'un somaro
difficile da digerir senza l'amaro.
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| Tra tutte le faccenne ch'ho sentito
me ce mancava questa a l'appello,
'n corzo strano ch'è stato inzignito
pe'
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| Latte e miele le tue parole,
snocciolate in rima sciolta
tra una lacrima d’emozione
e uno sguardo di femminea fragilità.
Ancora umide d’inchiostro
scivolavano veloci
sulla pagina bianca
del tuo quaderno a righe,
lasciando una scia
d’aromatico
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| i passi pesanti bucavano il silenzio
nel buio della stanza ranicchiati
come bambini aspettavamo
la fine del conflitto
le
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| Io son violino
vecchio prezioso e scalcinato
ma la cassa armonica è ancor salda
e le corde morbidamente tese
e tu, archetto maldestro,
solletichi e picchietti sull'abete
in un panno m'avvolgi
per soffocare il suono
stanca del tuo
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2527 poesie pubblicate sull'argomento Satira.
In questa pagina dal n° 1981 al n° 2010.
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