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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 361’477Autori attivi: 7’475
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Satira
Le 2544 poesie pubblicate sull'argomento 'Satira' Poesie di satira |
Ebbra la primavera
avanza barcollando in mezzo ai prati
col tono di chi un verso ha derubato
immersa in questo amplesso naturale
a far da guida al vento e al sole nuovo
che guarda attentamente da lassù
se il mondo è in tuta rossa oppure
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E c’è una stella nuova in questo cielo
rotta di pianto e atleta di bufere
amica e poi nemica del vangelo
amante delle solite chimere
con cenere e bestemmie come velo
con le sue labbra rosse ereditiere
di un tempo assai felice e risplendente
che
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Hai una bocca tanto vasta
che il Rio Grande è un fiumicello
e lì dentro che macello
trovi il meglio della casta
e il profumo la sovrasta
dolce aroma da sfracello
dove è certo che il cervello
coi neuroni non ti basta
e racconti fesserie
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Il Carnevale è pur tornato;
con tante maschere è arrivato.
Da una parte c’è Arlecchino
che col vestito birichino
dona gioia a ogni bambino.
Balanzone bolognese
gran dottore assai cortese
dispensa sue ricette
con sorrisi e piroette.
Il
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E la vecchiezza bussa intartarita
a questa porta e all’algida finestra
negli occhi stanchi tumida passione
con la saggezza di un inverno a spasso
convinto di volersi addormentare
tacitamente come meglio pare.
E il tempo andato passa in tutta
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L’amore è uno spettacolo
sudato e sudaticcio
per cui io non mi impiccio
in questo tabernacolo
in tutto consacrato
dal gusto del peccato
col sangue e con il vino
di un bacio carnicino.
L’amore entra in scena
col capro e col capriccio
alquanto
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| Parlanno ‘ngiorno ‘nboccio ar pene,
je disse:
nun t’aricordi quanno
tutto ciannava bene?
Certo ch’assieme caro er mi’ fratello
’navemio fatte tante ner bordello,
ciavemio tanto d’ariccontacce
ma solo der passato,
ché tu, brutto mascarzone
da mò
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Mi manco mi stanco mi sfianco
tra mille parole ho un ammanco
tra il dire ed il fare scoperte
mi occorrono vecchie più esperte.
Mi stanco mi sfianco mi manco
col nuovo sapere mi affranco
compreso sorpreso sospeso
col cuore nel petto
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Quando sono in emergenza
mi basta la tua presenza
per risollevarmi l’esistenza.
E così in vuoto depressivo
mi ravvivi la mente
con ispirate poesie
mentre il dubbio della malattia
all’istante me lo dissolvi
con la luce dell’ecografia,
che nelle
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Domani è un altro giorno stanne certo
per cui ti lascio il cielo ancora aperto
rinchiuso dentro il cuore
amico del futuro e del consesso
e dato che è concesso
o donna o uomo oppure ermafrodita
la nuova aurora mi sarà compagna
e ti starà per sempre
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Viva la vita e chi la sa cantare
col verso improvvisato ogni mattina
e come una potente medicina
nel petto per la mente è salutare.
Viva la vita prona a questo altare
coi santi e coi demòni in cartolina
splendente come fosse una regina
fornita di
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| Voi rivoltosi, remissivi, e in forse
convien che voce mia voi percepiate
e a vostro maggior ben vi sia concesso
sortir da brume per il verso giusto.
Mefitico il respir che ci scambiammo
e a mo’ di malfattor celammo aspetto
ma i nostri sogni
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Aleggiava lo Stato Top, invece è stato un Flop.
Parole di sarcasmo senza alcuna allusione,
nessun riferimento a fatti e persone.
Ohibò pandemica menzogna
che t’illudi d’aver vinto in assenza di vergogna,
t’invito a stare calma, la misura è
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Non so se il tempo passa o si diverte
a mettere le ruote tra i bastoni
e noi che prospettiamo i giorni buoni
lasciamo le
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| Ner mezzo der cammin de’ nostra vita
me ritrovai presso ‘na serva pelosa e oscura
che faceva ombra
a ‘na fossa sì sterminata
ché a dritta via aveo smarrita.
Ahi a dir davanti a questa
serva servaggia
e aspra e cattiva e forte,
che pe’ trattar
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Vecchio lo dici proprio a tua sorella
la dolce amante delle mie sventure
un vuoto impressionante tra le sture
di questa vita usata a manovella.
Vecchietto un corno come sta in tabella
con gli anni a far da balia alle chiusure
falsate dai bisogni e
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Con te e con l’amore non senza ragione
il cuore si ingrassa
e dentro il mio mondo la voglia ammatassa
autentico sprone
del dubbio servito da duplice azione
e il tutto sconquassa.
Così su due piedi la mente collassa
col senso appropriato del re
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Non so se son un gatto o solo un punto
bestiola attenta al verbo
oppure della terra un frutto acerbo
o il breve crittogramma di un riassunto.
Non so se sono vero o vuoi presunto
più passero che insetto
dal volo poco adatto ed imperfetto
da un’ape
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E ti parrebbe strano ed indecente
servirsi di parole per la spesa
nel negozio dei verbi dura impresa
col punto e con il dubbio interagente.
E ti parrebbe un fatto sconveniente
quel tuo sacramentare la contesa
tra il verso free e l’altro che a
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A modo mio a modo tuo e nostro
a questa vita a strappi scriteriata
col sangue delle voglie e dell’inchiostro
di cui ignoriamo il tempo e la portata.
A modo nostro a modo tuo e mio
con il coraggio avverso di un rifiuto
tra l’essere e il non essere
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Il male non vince e se perde si inchina
al bene che sale con callide ali
là dove il pensiero tra i suoni branchiali
si avvede che al buio la notte è meschina.
Il male è l’inganno del retto e del giusto
nascosto nel vuoto di un ramo fecondo
e lesto
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Ho voglia di bastone e di carota
di avere un po’ di pace inseminata
nell’uovo che diventa una frittata
passione da cucina a tutti nota.
Ho voglia del mio essere idiota
di fare a piena voce una cantata
in questa valle vuota interminata
col timbro
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Sei solo un’ombra vacua e fastidiosa
il pianto di un cagnetto abbandonato
ma l’occhio mio ti vede impantanato
mentre l’aurora a letto in me riposa.
Sei indubbiamente un’ombra che ripassa
e dentro il sogno per trovare pace
l’orecchio tuo non sente
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| Tanto gentile e tanto onesta pare
’a donna mia quanno ar mio
mijor amico manna ‘n saluto,
se senteno sonà ‘e fanfare
e rivorta a me, me dice “muto”!
Ripenso a quanno t’ho conosciuta
‘n colpo ar core, credeme ho sentito
ora però che ‘a dai ar
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Ho perso il tempo il luogo e la misura
beffarda tessitura
dell’ora che frattanto poco dura
e del tuo andare folle non si cura.
Ho voglia di rimesse e di boiate
altro che cannonate
capaci di far grandi le minchiate
col seme nella tasca delle
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Novembre è noto a tutti ci sa fare
mentre l’estate con le sue bravate
ne ha scritte per il cielo di minchiate
con lampi e con bufere da crepare.
Novembre sa la vita rinnovare
mentre l’estate brucia le sue date
e ti arroventa mente e cappellate
e
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So di terra di vento e di mare
di radici di alberi e cielo
la natura il più grande vangelo
coi suoi salmi su un candido altare.
So di terra e di cime a me care
con le vette imploranti il dio gelo
con l’inganno sui rami del melo
dove il guardo
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Sillabico il mio mondo in cui sommerso
verifico lunghezza e quantità
per poi sfoggiare quella abilità
che fa di nuvolaglie un cielo terso.
Profondo nel mio essere diverso
in questo mare nuoto a sazietà
per dare un nome vero alla realtà
che sembra
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Io so perché
da sempre acciottolato
nei miei filosofemi inadempiuti
continuo a trastullarmi con le notti
giganteggiando nudo in faccia al buio
mentre i rintocchi e il tempo inascoltato
tinticchiano più assurdi e risoluti
al giallo della
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| A prima vorta che
feci l’amore
ciavevo sedici anni
era de notte ed ero ‘n calore.
Lo feci a le terme de Caracalla
co’‘na mignotta
né brutta né bella,
appoggiati a ‘n muro
ce l’avevo morto duro.
Che già ero venuto
e che nun l’avevo manco
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2544 poesie pubblicate sull'argomento Satira.
In questa pagina dal n° 151 al n° 180.
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