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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
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Ribellione
Le 7026 poesie pubblicate sull'argomento 'Ribellione' Poesie di ribellione |
Una calamità le poesie noiose
sole cuore amore - già difficili parole
declinate al negativo, dolorose.
Meglio la poesia come una pasta brisée
sa di Riesling, chinotto, cedrata
e anche di the
’sì d’accompagnarla quando la leggi
e ti rimane almeno un
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Si dà a certe persone a volte un dito,
però si scopre dopo che la mano
vorrebbero esse prendere: sgradito
è sentimento che nasce pian piano.
E col senno di poi neppure il dito
concederemmo a chi, con fare strano,
di nostra buona fede s’è
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Quanti cieli, mari e lune,
misti a soli che radiano amore,
troppi venti,
incanalano anime dentro occhi che
non hanno più bagliori...
Basta è finita,
arrivato è il momento di dar termine
a pensieri decadenti,
a riflessi di morale specchiati
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Non è della cultura il rifiuto dell’altro,
sia esso migrante, emarginato
o diversamente abile.
Non è della cultura disprezzare il diverso:
per il colore della sua pelle,
per la sua diversità di opinione,
di religione.
Non è della cultura
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Una mano crudele
ha spezzato le
tue ali di vita .
Non voleva tu crescessi
e corressi nei prati.
Non voleva
che immobile
sotto il sole d’estate
tu ascoltassi
il fruscio d’un volo d’uccello,
che giocassi a rincorrer farfalle
e coi colori dei
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Guardiamoci tutti nelle pupille,
mentre papille prendono spunti
a gusto immediato e futuro
del prediletto ... certo,
non
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È pura gioia
per grandi e piccini
ma anche abitudine
tra falsi inquilini.
Un uso nefasto
lo rende melenso
come un
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Così succede
che siamo diventati la fogna dell’odio
con i conquistatori delle poltrone
a seminare fiele
per nascondere la loro inettitudine.
E i poeti zitti
allineati
a leccare il sedere al potere
per un posto liberato in rai
o in qualche ente
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Di questi tempi strani
ho molta indifferenza
molta inettitudine e poca sapienza.
Cara madre che fuggi dalla guerra
mi dispiace ma devi morire
scusa ti capisco hai un figlio in braccio
ma non posso farci niente
devi morire.
Dici che non hai
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Sono in balia delle onde.
I cavalloni mi travolgono
e mi impediscono di respirare.
Questa notte
nella stiva
di una «carretta del mare»
ho sognato di approdare
in un porto accogliente.
Invece
mi trovo in fondo al niente.
A fare
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Aleggia sulle acque
degli innocenti annegati
lo spirito
libero dai flutti minacciosi
che ne hanno spento il sorriso
ingoiato i desideri
nell’abisso dell’umana cupidigia.
Una tratta silenziosa
d’anime illuse, svendute, mercificate.
Marchiate
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Voi
voi che puntate il dito
che sbrodolate sentenze
Voi che di pettegolezzi vivete il giorno
di dolori e di fatiche disconoscete il fardello
Che ne sapete del domani
già segnato già saputo
già vissuto
ed eguale a venire
Voi
che del
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Quasi, quasi, la tesa fa ombra,
sotto il baldanzoso cappello, nulla,
neanche un piccolo raggio che illumini,
offuscato,
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Trituro attimi
scansando cocci di sillabe
rimaste sull’uscio di una parola.
Sei il nulla
oltre il niente!
frattaglia di ricordo distorto
in putrefazione
nell’angolo dimenticato
della mente
nel pozzo profondo e scuro
di un cuore
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Non un abbaglio ...
chiudiamo le porte al mondo
per riaprirle solo
nel veder passare persone
non gli attuali personaggi
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Stretti i polsi
i segni come prove
dell’ Araldo fiero
d’esser riuscito
fuggito
nell’intento
di lasciar a bocca aperta
le fauci asciutte
di colui che a spinte e morsi
lo inviò
in mezzo alle sorti
altrui
ora qui
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Staccato il filo
del ricordo,
l’eutanasia del pensiero.
(Lo sapete vivi che siamo già morti?)
Ho visto la macina
stritolarlo – non v’è più
il senso dell’intero.
(Né lo sforzo, nevvero?)
L’inconsolabile inedia
nella complicità
della
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Ancora.
...Ancora chiedi
sempre senza tregua, senza pietà
Lucido sovviene alla mente
il crescere tuo leggiadro
bellissimo
caparbio
forte
Sì forte
anche ora adesso
che la vita ti ha messo al muro
e tu
Indomita amazzone combatti senza
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Mi son comprato un bel televisore,
quarantonove pollici, mi piace,
la sera quando torno dal lavoro
mi siedo sul divano in
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Apri gli occhi in questo mondo
la tua vista è solo dentro te,
la terra è terra, qui, lì,
in ogni dove indifferente.
Ognuno è un angelo
un canto sereno,
un cinguettio di penne
soave, dolce, sensibile
nella comprensione salomonica
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Alla fermata del 21
c’è sempre qualcuno ad aspettare
ora un vecchio trepidante
senza la sua badante
Parla male dei rumeni
odia pure gli albanesi
i tedeschi solo di prima
i polacchi gli fanno schifo.
Si avvicina uno studente
dalla pelle scura
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Nenia dolce che nasce dal cuore
di chi resta umano e sa ancora amare.
Armonia in assolo per un bambino profugo
che dall’esodo e dal naufragio
approda in un abbraccio di salvezza
fiore dell’onda alla deriva del mare.
E domani,
baciato dal sole e
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Non andare a sbattere
ad occhi chiusi
contro il muro dell’indifferenza.
In questa notte buia
della Repubblica.
Apri il cuore all’angoscia
dei disperati della terra
che cercano la libertà.
Nell’immensità dell’oceano.
La giustizia
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Stimato da Zeus creai l’Uomo dal fango
animandolo col fuoco divino
donando loro virtù e buon vino,
quel che feci dopo non
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Solo potessi fùgere ai canini de la morte,
tenendomi ravvolto a l’amorevole conchiglia,
sarei tra le frontiere de la legge del più forte
a fendere la sorte ed ogni umana meraviglia,
ma come porgo l’animo a le vostre vettovaglie,
perdo la mia voglia
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ritaglia i contorni di questo giorno
oh violino gitano
che profumi di sale
e di vento selvaggio trascorri
membra stanche
risvegliate da note graffianti
biondo arpeggiatore di moti ardenti
sospingi sul bordo
di questo delirio
ogni residuo
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Ora basta è inutile insistere
portare ad esempio il proprio savoir- faire
non ne vale proprio la pena
andare in escandescenze
sarebbe il minimo
guardiamo di evitare simile affronto
a chi con tutta calma cerca di sanare gli animi
i motivi sono
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La mela marcia
si crogiola
tra la frutta matura
celando il lezzo
in appetitosa apparenza
si crede gigante
in terra di pigmei
osserva
dalla sua “altezza”
il mondo circostante
sicura
che nulla potrà intaccare
la sua sembianza
tronfia di
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Ormai geme la gente
per la nota persa
di una chitarra priva di corde.
Senza una ragione,
senza una domanda
che indichi il dolore.
Consapevolezza senza rituale,
senza il linguaggio
di quel che dovrebbe ancora essere
il volo dell’idea,
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Sur les berges de vos critiques aseptisées,
danse le Baobab aux couleurs du messager.
Il contient en son creux mystérieux,
toutes les missives du conteur,
qui transmet les sagesses de vie.
Sur les rives des vos critiques stériles,
chante le Baobab
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7026 poesie pubblicate sull'argomento Ribellione.
In questa pagina dal n° 571 al n° 600.
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