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Ribellione
Le 7062 poesie pubblicate sull'argomento 'Ribellione' Poesie di ribellione |
Candele di ghiaccio
s'accendono e tremula è l'ombra:
protesa, è già fuori
da questa spelonca
di
leggi

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Jura |
15/02/2014 23:16 | 1006 |
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Ansimando andrò
verso un nuovo giorno,
di rigate giornate di sole nel cielo
offuscato e amaro,
chiarore di un’alba
di grigio rivestita d’umana follia.
Morirei con te, nella mia cella,
dove afferrano, stritolano,
la mia repressione, il
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 | Vittima della scelta
di un ritardo
che non appartiene,
dei suoi ostacoli sormontati
nel lusso dell'attesa,
dall'adulazione dell'infido
incontro del tempo,
nel lasso di tempo
d'un poco
che dura ancora meno.
Nel presente che non si
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Ho rimosso
lo spazio tra le luci
a tutte le albe assopite
Ho giocato
a vincere correndo
e perdendo ossa e sangue
Ho temuto
la resa dei corpi
soffocando le voci di un’eternità pia
Ho mostrato
allo specchio indulgente
i graffi
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Piedi nudi
tra labirinti d’assioma
ragion perde il mio esistere
Credetti al giusto verso
e pensai d’esser libero
Affogai nella melma
di caditoie sanguisuga
vortici e cicloni
furono
Teorici i postulati
incognite gli inganni
ora
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È giunto
il momento di dire
Basta!
Ai giorni sprecati,
alle parole drogate,
ai sentimenti nati per caso,
copiati dal vocabolario
d'un altro pianeta.
Quante promesse sono
scivolate
tra la lingua e i denti,
edulcorati confetti al
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Perché livido tremare,
stringere i pugni, le fauci serrare?
Qual altro senso può aver la rabbia
se non la vivida coscienza
di una pur pallida realtà
di via d’uscita senza,
tal da uguagliare un canarino in gabbia?
Sì,
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 | Anche la bile si ribella
a ciò che la speranza tace
siamo fiori sfioriti, emaciati
siamo perle di un’estinta saggezza.
Non pensavo che la piaga
marcisse nella stessa sua cancrena,
senza proferir testamento alcuno
senza render l’onor delle
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Come...
perché...
a chi credere,
mentre tutto si crepa
e c’è chi a fianco
non ce la fa più
e crepa.
Giullari di corte
dalle gambe corte
mettono i tacchi alti
prima di calcare spalti
dove raschiano il fondo
promettendo il
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Per primo giunse l’odore della guerra;
gli alberi che cadevano
inconsistenti
già poveri di loro
l'accenno
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Dyleng |
15/02/2014 16:30| 1124|  |
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Uomo non credere
che sia estinta la sete di sangue
non pensare d’aver
con leggi e regole ingabbiato mondi.
Uomo non credere
che sia estinta la fame di carne
alza lo sguardo stormi
di corvi e neri strati oscurano orizzonti.
Il silenzio
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Ti lasci sottolineare
dai rimorsi,
ora che hai perso.
Non t’accorgi che il sentire
ombreggia e muore
sotto i colpi
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Da quando sei nato libero
uomo, non sei onnipotente
non sei padrone del mondo
e non puoi decidere la tua sorte...
con la tua ombra
oscuri un Dio che dà luce
e ti manderebbe dodici legioni di angeli
per la tua salvezza
tu cosa hai
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hai monopolizzato il tempo
sul penitenziario eretto intorno a piramidi adirate
sostituite dall'asfalto steso, poi distrutto
non pensare
che la luce delle idee basti
a realizzare viaggi, o prati sopra le costellazioni
non supporre che il podio
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correva l'anno...
cosa distingue il bradipo dall’inetto?
animali, n’est- ce pas?
perché l’uno distrai dal gioco
testa giù a penzolare
- l’altro... a ben pensare
fai cartone dal dolore inanimato
comico- esilarante in
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Sono sull’orlo
di una crisi di nervi.
Sento il sistema nervoso vibrare
e tendersi come l’arco
in atto di scoccare la freccia.
Non credere uomo
che
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A valutare ci invita
Il ventennale nuovo
Secondo per natura
Dopo che il primo
Malamente è caduto.
C’era chi scherniva
Chi pure s’incazzava
E intanto la grammatica
Era umiliata.
E mentre sentenziava
Per il nuovo avvenire
Eccolo
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affiora il dolore
"alcuni"
si tolgon la vita
esplode lo sdegno, la rabbia
"dei
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 | Non è l'inchiostro che stampa la verità
nei tuoi occhi che sa essere semantico
Lo è il verbo che si
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 | Particelle
silenziose, incorporee
si librano nell'etere
di paesaggi metropolitani.
su innocui esseri umani,
che sprovveduti
ne colgono, nella pienezza
l'essenza malvagia
trasportata dai raggi alfa,
beta e gamma.
Tutto ciò
in nome
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| cade
come crosta da ossa già nude
la notte - vi dico - e sempre la notte cuce
meticolosamente
- suo, lo sferruzzare;
sfoga! dunque, al fare di pelle, rossa viola nera!
ch'io possa godere
nel divenire di stenti, ferocia - non
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oltrepassando il mare
svanendo in cristalli senza nome
intravedo un'alba
che sospira
compare e scompare
mentre sfido chilometri di sale
svanendo in cunicoli senza fine
che mi ricoprono di sangue senza vene
sono un cuore troppo piccolo
per
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Tutto il giorno che non piove...
nell'arida mia staticità
muovo zampette orripilanti
dal pulviscolo miope delle mie chele
traggo la forza
-non mi desto mai dalle mie notti inquiete-
per scivolare verso l'ombra occulta del
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 | A te che forse un giorno leggerai
Lascio l’infinito spazio tra due righe
l’inconcludente balzo nell’universo bianco.
Il mostro, che oggi temo
Spazio e fatica e disamore lascio
nel leggero crepitio della paglia e rami secchi
Il non costruito
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EnzoL |
10/02/2014 19:17| 1778 |
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goccia di terra
titano che non trema
l'ultima aurora (D)
Terra che non piange al primo volo,
il corvo non è solo fra i ricordi
ma trema vendetta in controluce
perché una voce non è mai silenzio
Sguardi svaniti al vento
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piangemmo la rivoluzione dei fiori
violenta dolcezza sfigurata di ragazzi
cadaveri d'idee crivellate di lacrime
cantò l'utopia di mille strade sfasciate di danze
urla di colori sfiniti di cielo
cantò il terremoto di mille silenzi
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 | Non avermene se
ho raccattato merda dalle lusinghe,
se, dal per sempre felici d’ ossidiana
ho scorticato principi edulcorati
di sifoni cardiaci e deviatoi.
Se
Le strade, loro amo, quasi come cielo
Manifeste, in pozzanghere fuorvianti
e fango che
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EnzoL |
09/02/2014 18:19| 1829 |
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Un suicidio assurdo il verso
nella forma d’immatura dipendenza
ode che, non renderà onore al vero
nell’introspezione maledetta, di un egoistico poeta
Taci, ho detto
taci anima inquieta, nelle punte che stringono il silenzio
dove l’intrecciarsi
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Ancora pallido il mio viso
ferito dall’ impeto della vita.
Mi specchio, e riconosco la prigionia
in quella maschera di poche parole ...
BASTA!
Ho bisogno di nuove emozioni,
di liberarmi da quelle paure
sature di incognite inespressive,
e scappare
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 | Passi affrettati e lenti
la distanza è consapevolezza,
lacrime vere
e sollievo senza colpa;
sfuggire all’inutile tortura
fatta e subita
muto accordo tra noi,
gli unici a sapere.
Cosa resta d’Ippocrate
nella chiamata di
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7062 poesie pubblicate sull'argomento Ribellione.
In questa pagina dal n° 2401 al n° 2430.
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