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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
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Ribellione
Le 7062 poesie pubblicate sull'argomento 'Ribellione' Poesie di ribellione |
Il silenzio.
Il silenzio di chi promette milioni di posti di lavoro
per ottener il silenzio sul suo potere personale,
Il silenzio di chi può fare molto e cambiare quello che gli è davanti
ma da codardo si ritira al suo interno
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Sono sceso in strada, cuore mio
ma c’era la guerra
ho corso fino al mare
e con me correvano in molti
ma il mare era oscuro, e c’era la guerra
sono salito su un alto fusto, cuore mio
per vedere lontano, e lontano e vicino
c’era la guerra.
E
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Dicono di noi
che siamo sbagliati,
che la nostra luna
sia spigolosa e senza luce.
Dicono che i nostri sguardi
siano
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Greggi di parole
[gradiente termico di pensieri in folla]
viaggiano in incognito
dimentiche del sacro etimo
con piedi piantati nel fango
[per non disimparare il colore della realtà]
s’allunga la fila dei camaleonti
all’uscio della
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Sul lastricato di sampietrini
antiche orme sfiorite
solchi affaticati a contener
memorie.
Fardelli secolari abitano
quel suolo indurito
dove la storia scivola
nel suo ciclico ripetersi.
Inutilmente, lembi di cielo
scagliatisi senza
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Cosa serve sprecare fiato
quando orecchie non vogliono sentire
un cielo bigio si scaglia
bruma inconsueta
a coprire tono di voce
amore ha le mani legate
universale cerotto sanguina
eppure quella materia palpita
lassù sulla cima
occhi
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No - non è possibile
il fato sempre in agguato
con le sue unghie
dilania la carne
di nuovo lontano il traguardo
si fa beffe di noi sogghignando
rabbia stritola le membra
soffocato urlo muore in gola
non puoi non devi esplodere
ci sarà pure un
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Hai colorato di rosso, l'orizzonte
nel mare che geme
tutta la morte delle tue mani
ma dimmi, uomo
di che colore sarà la vergogna
e la morte, sarà forse bianca?
L'innocente chiede
se senti ancora il dolore
se nel silenzio di morte,
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Mi parli... tristezza
brividi lungo la schiena
di immagini non volute
sbircio dall'album
apro pian piano gli occhi
e da una fessura
vedo quel che non vorrei veder
Dimmi di quale pianeta sono
forse non esisto o mi son smarrita
ho tanta voglia
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Passerà questo concerto d'archi sopra il mare,
questo continuo andare e venire di navi,
questa finta timidezza di domandare,
questa luce polverosa in mezzo ai travi.
Passerà questo povero teatro di anime sognanti,
questo alzarsi di
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 | Ho pregato sulle matite spezzate
in nome di una libertà di pensiero
soffocata nel sangue.
Come il vento accarezza un campo di grano
ho atteso invano nella notte
la resurrezione
di vite innocenti falcidiate.
Mi sono persa per il
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| Or se qualcuno si crogia di mio duolo
a quel qualcuno dico: sii migliore
che già di pianto per malore colo.
Se ‘n pazienza pur tu mi lasci fore,
ch’alma tiene di te miglior pensiero
rovisti in piaga di dolente core.
Or se quel nostro dire
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Avvolgo il mio domani
di papaveri rossi e
sdradico radici che
infiammano la mente
come delirio onnipresente.
Cancello con un umido panno
ciò che di infausto si è mascherato
nei miei ricordi e
lascivi desideri
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 | Passo sempre più incerto
che toglie spazio al sentimento,
dove l'esempio mutila la ragione
e la libertà rapita da un'opinione.
La parola non mozza le dita...
la parola non toglie una vita;
o fratello nel sacrilegio immondo
tu
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| Lacrime tramortite dallo sgomento
in una piazza di matite al cielo,
dove i respiri come candele immortali
illuminano i cantori dei pensieri ardenti,
issati come bandiere da un martirio ignobile.
Perché?Ma perché?una domanda in
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| Rimango attontito da suoni confusi.
Diffusi sono gli idioti,
beoti incapaci di pensare,
sparare
è l'unica
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| A volte sono stanco
di drogarmi
di normalità
essa non m'appartiene
sono solo
ed estraneo
alla natura umana
più di quanto immagini
ricevo solo giudizi
solo schiaffi
il mio animo sensibile
vorrebbe creare riccioli coi sogni
ma
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Prometti in sicurezza la tua legalità
a questa gente allegra che ancora non saprà
cos'è e come vive la vera libertà.
La pace tua è un’imposta
che fa sembrare festa
ma io ho un’altra testa
facendo quel che mi
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Tambureggiare quattro dita
a gruppi di due
eppoi, con le rimanenti,
fare grappoli di lucernai
per diramare nodi sfrecciati
nella lucentezza.
Sembra cosa seria
la piastrella liscia
lasciata a squamarsi
tra molecole organiche
di questa palafitta
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Troppe volte
ho veduto i gabbiani picchiare sulle onde,
troppe volte
inseguirsi in banchetti disumani,
a gridare angosciati come madri disperate.
Sui resti muti di anime straziate
hanno raccolto testamenti di vergogna.
poveri testimoni di uomini
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Non girar nei tuoi problemi ma attraversali di forza
questa vita spesso ingrata
va affrontata a cuor sprezzante.
Io son "Essere pensante" e solo questo avrai in mente
tutto il resto va col cuore
bello, brutto o tracotante.
Mentre
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Là, dietro la scrivania di quello studio,
impettito, con aria di grand’uomo
appena cenno degna dall’alto podio
a me, che formato ‘n gola s’era pomo
per ansia che petto tenea ‘n subbuglio,
maggior’ ancor a modi d’uomo tomo.
Già di
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Non usare la parola pazienza.
Proverbi dettano:
"La pazienza è la virtù dei forti".
Prediligo la fragilità
del mio cuore
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Forse stiamo lottando contro i mulini a vento
forse è tutto scritto e non c'è nulla da fare
forse la storia è un'illusione
ed esiste solo la paura, la morte, e la sopraffazione.
Forse dietro le nuvole non è sempre vero
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Troppe volte ci si rintana
pensando di farla franca,
il motivo ricorrente
è quel vuoto che attanaglia
una
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 | L' opaca scarsità di luce
di angoli e rette
nella coda del tempo,
ammorbidita dal sollievo
d'un desiderio di occhi semichiusi,
seppur privo di microscopio
che scandaglia particelle
nella polvere di Fato,
percepisce la lontana luce
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| Come si può vivere
cercando di ignorare
che esiste la miseria,
la guerra, la violenza,
lo sfruttamento globale,
la distruzione della natura
per mano di stati potenti
a danno di intere popolazioni?
Semplice,
molti restano per ore alla tv
a
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 | L’aposiopesi di questa notte
ha gelato persino le piume dei miei pensieri
Dubito ma
l’incertezza è la mia guida sicura
Ti vedrò, inquietudine ...
Conto le esigue ore
che mi separano dall’ ambiguo incontro
Farò
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| Chiudetemi la bocca per favore,
perché altrimenti vi rivelo tutto
riguardo a un venerato monsignore
che si dice
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L’ultima volta che lo vidi,
mi colpiron le sue mani,
che eran calli sanguinanti,
che eran ossa per i cani.
L’ultima volta che lo vidi,
mi colpirono i suoi occhi,
che eran lacrime notturne,
che eran pane per gli sciocchi.
L’ultima volta che lo
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7062 poesie pubblicate sull'argomento Ribellione.
In questa pagina dal n° 1921 al n° 1950.
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