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Natura
Le 11364 poesie pubblicate sull'argomento 'Natura' Poesie sulla natura |
Lo sguardo corre lontano, cerca invano.
Il cielo bigio rispecchia il mare d’inverno,
tra spuma che invita a danze ribelli.
Folate ricche di sale, doni preziosi che regala
il mare, mondo che eccede in albe trasognate
e spazi di tramonti velati.
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Ed or d'augelli il dolce canto s'ode
tra le foglie dipinte di smeraldo
ove pria s'annidava solo il gelo
ed ora il sol s'insinua coi suoi raggi.
Con le sue zolle fuma la campagna
che nell'aer raduna ogni suo licor
per nuova linfa di novella
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C'era una casa sul colle,
della gente felice,
ed il ponte che saltava sul fiume.
C'era una scuola dove i bimbi
disegnavano amore,
il giardino
con dei mandorli in fiore.
C'era il sole che scaldava quei dolci momenti
E la piazza coi suoi
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 | Stamani l’alba era spenta,
il paesaggio grigio,
non c’era il sole ad illuminare
i prati umidi
a far brillare la rugiada
non c’è più traccia di vita umana
né nei campi, né per i sentieri
e non soffia più il
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| Ha un bel becco lungo lungo
un paio d’occhi nero intenso
e grandi ali, spiegate interamente.
E’ un uccellino tutto
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L’aria odorava di zagara
annunciando l’arrivo della primavera
germogliavano i ciclamini
ed una brezza ventosa vorticava
portando con se del mandorlo nuvole di petali rosa.
Madre natura ridestava ogni cosa
e gioire faceva l’anima
incantata dai
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 | Ascolto la pioggia.
Il suo cadere è un ritmo
dalla voce suadente
una melodia di note
altalenanti.
Una goccia
dietro l'altra
sulla mia pelle scivola,
destando i sensi
tra mormorio di tuoni
ed energia nell'aria.
Assaporo e
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Risplendon le stelle
nel cosmo infinito,
sole riscalda grigia aurora,
svanisce l'era dell'oro,
l'asse trasforma ciclo di vita.
Acque cristalline scendevan dal cielo,
oggi, lacrime ceneri inondano la terra,
cambia rigoglioso colore del
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Sono tornata qui
dove le nuvole avevano il sapore del pane
e i sentieri rossi come l’alba sul mare
cantavavano in mezzo alle gonne.
Qui, ora, il sentiero mette giù il mento,
dorme arrabbiato come uno sciame d’api.
E l’ortica, volge lo
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 | Di questo vento
che scuote e rompe
la cresta delle onde
e si insinua tra le crepe dei muri
spezzandone l'incerto l'equilibrio
non riconosco più la voce
e della pioggia
che si gonfia
in fiumi di paura
soffocando di melma
la bocca
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| il riccio si fa la permanente
mio figlio ha due palle di neve in fronte
tu non disperare se ti crescono i cannoni nel cortile
nulla è più come allora
ci si odia dal tramonto all'aurora ci si spara in ogni dove
la natura ci ha
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La solitudine ha un suono
molto più potente
del silenzio, compone la sua
melodia sullo spazio
tra le fronde della sera,
sul mare spento delle onde assorte.
Si susseguono gli istanti
appoggiati alle corde
filiformi degli anni;
sulla
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Io solo sono
quel che ero
io sono il vecchio padre.
Sono quel che immaginavo allora
quando le fragole erano altri profumi
il latte era aroma
il pane profumo nella via.
Io sono il vecchio padre
siedo ancora su quella panchina
mentre la villa
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curvi i rami verso il cielo
come mani in cerca di certezze smarrite
attorcigli il tronco
attorno alla terra che più non ti nutre
ma che si dissolve portata via dalla pioggia
scarnito il volto
di compagno vento
impazzito
non trova
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 | E l’uomo ti ha spezzato
il cuore dentro
lasciandoti da sola
in questo cielo
col sole insofferente
e malaticcio
col vento che ti stringe
al suo capriccio.
E l’uomo ha tramutato
ogni tuo frutto
sporcando il volto
un tempo il più
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Non salire
su quella montagna,
lassù c’è tanto vento
e fa molto freddo.
E’ così alta:
potresti facilmente
toccare il cielo
con la punta delle dita,
come potresti pure perderti
nel mezzo di una bufera
di neve.
Osservala
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Rughe segnano la faccia,
Liscia fino a ieri!
Non si diventa vecchi in un battere di ciglia
Anche se il tempo ogni
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 | Se ne stanno gli alberi d'autunno
in silenzio
quando la voce si perde e scocca l'ora,
la dissolvenza del verde fogliame.
Implorano le foglie
le parole di un tempo e l'ombra
quando nelle braccia protese
si frangeva il vento sui lembi delle
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| Striscia l'alba di un andare nostalgico
e la riva s'infrange di rabbia
tra le mie ciglia incastrate nel tramonto
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Spettacolare il cielo
di un rosa azzurro
caldo e circolare
coi suoi tramonti
a toccare il mare
con le sue nubi
fresche e rugiadose
e le sue piogge
terse come spose.
Straordinario il mare
di un verde giada
tronfio da ammirare
con le sue
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 | Stille di linfa scendono
come pianto sommesso
dai tuoi tronchi feriti...
Madre Natura!
Lacrima il dolore.
Grandi
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Nei margini di istanti
ormai nella storia di chi
i ricordi non svaniscono mai.
Di chi un tempo,
adagiati ai piedi di un albero
respirava l'energia positiva
della terra,
il profumo e ossigeno emanavano vita,
Gli innamorati amoreggiavano
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 | Eri una terra tutta latte e miele
con le mammelle gonfie d’ogni bene
e il solco maturato dal tuo sole
offriva eccelsi frutti alla sua prole.
Eri felice ricca e sana dentro
coi tuoi poderi pregni di fatica
che con le braccia l’uomo
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 | Tornano in mente
marcati attimi
di vita
soffi verdi dominanti
dai quaderni di Mendel
colori nei colori
scrosci
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Apro la mia finestra che dà sul cortile della vita
e niente di ciò che appare mi consola
dove un tempo regnava incontrastata la natura
ora si espande a dismisura
quella discarica chiamata progresso
e non posso che pensare se davvero ne
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Maestoso i frutti presentavi
dalle verdi foglie pendevano
Prendetene
dicevi
sono per voi
Da tre stagioni
covavi
i doni
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E sognavo di te prima che gli occhi
ti cadessero dentro
sublime veste indossavi
al ripetuto appuntamento di ogni giorno
dal finestrino della corriera.
Eri un mare di verde umido
prato sotto il noccioleto
senza macchia o grigiori di cemento
solo
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Cade
la saracinesca
dell’orrore.
E intona l'inno
l'acciaio solitario
abbandonato
tra cumuli
di fenicotteri
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Qui c’era il giardino della giovinezza
mia ove respirai d’amore oh quei primi
baci che all’animo portarono dolcezza
una panchina fiori profumi in primavera
e di un tiglio l’ombra nella calda estate
lì volavan in autunno variopinte foglie
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Non è più come allora.
L’estate,
raccontava d’un azzurro
così intenso da accecare gli occhi,
del mare calmo
e del grano dorato sfinito al sole.
La primavera,
impaziente,
aspettava le rondini,
e i passeri,
sulle
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11364 poesie pubblicate sull'argomento Natura.
In questa pagina dal n° 3691 al n° 3720.
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