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Morte
Le 6817 poesie pubblicate sull'argomento 'Morte' Poesie sulla morte |
Le farfalle
non erano come te
loro morivano
in silenzio
nell’ultimo volo
di una primavera
vuota
delle tue carezze.
Te ne sei andata
in estate
con le ali recise
da una tenebra
che rendeva il sole
buio del dolore
che sempre portavi
nel
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Ora che sei morta
sento la tua voce
e vorrei dirti
che ti amavo
anche quando
restavo in silenzio
e non sapevo
accarezzarti piano.
Ora che non ci sei
mi mancano
le stelle della notte
e il profumo
dei sogni rubati
all’alba che
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Dal cielo
vedranno solo
gli occhi
e lo sguardo
appena acceso
per la culla
vuota
del tuo dolore.
Dall’alto
non noteranno
lacrime nere
ma il
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La morte
non è per sempre
è un fiore nero
dal profumo acre
che semina spore
per anni e anni
e sboccia in inverno
quando il sole tace.
La morte
non è un addio
e quando ritornerai
sarò qui
ad aspettarti avvolto
nel mio velo
scuro di
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I neomorti
hanno spazi inversi
e meno corpo
- ma fan rifulgere -
dal loro fluido in fuga,
negli umori terrestri,
- un fiore. -
I neomorti
hanno tutta una vita
in simbiosi
- nel momento che brilla -
in natura,
compiuta,
- alla fine. -
I
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| Andiamo!
gorgoglio di fonte
Dove il respiro tace
nell’anse boscose
Le angosce quietano
tra messi fluenti
I pensier
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Sono tre anni
che non parlo
un’era di silenzio
nel mondo vuoto.
Sono molti anni
che non amo
e temo il respiro
del cuore morto
portato a svanire
nelle cose
che ogni giorno
finiscono nel cielo.
Sono mille anni
che sogno
la carezza
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Muoio
per non dimenticare
le stelle
che tu piangevi
da sola
mentre il vento
ti parlava
di cose lontane
più oscure del mondo
nero
dove vivevi
senza più carezze.
Mi sciolgo
nel fiato gelido
che soffia le nuvole
grigie del
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La notte
poteva essere altro
che non i silenzi
respirati piano
per non ferire
le ultime promesse
di un male
annunciato all’alba.
La luna
avrebbe potuto
pronunciare le ombre
senza graffiare
la pelle
con i suoi dubbi
feroci come gli
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In questa luce perfetta
la promessa del giorno
riempie l’aria di senso.
Mi dondolo tra le braccia
del sole crescente
nel fulgido chiarore
del mistero di speranza.
Intuisco la vastità del cielo
e nella volta dell’orizzonte
scaglie di
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Ti seguirò
fra le ombre
e vivremo insieme
come due nubi
al riparo
della pioggia nera
che svanisce
nel cielo.
Ti curerò
e il tuo male
non sarà che ricordo
di tutti i giorni
passati
a desiderare
il respiro di un’altra
stagione
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L’ultima volta
che ti ho vista
avevi molta fretta
e nella voce
il tempo perso
a dipingere ombre
in un cielo
sempre più scuro.
Il vestito lungo
e gli occhi stanchi
così tristi
da riflettere buio
nella notte
greve di qualche
rovina da
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Il limite delle cose
non accarezza mai
il mio tempo
sono stanco
di mietere rovine
al passo lento
di lacrima sdrucita
verso sera.
L’inizio delle stelle
non è la notte
che chiede ancora
il tuo nome
è il mattino
ormai sbiadito
dove
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Per il pallore delle gote
per il respiro della notte
per tutte le cose morte
e per quelle da venire.
Io ti amavo come luna
come ombra fra le fronde
sul sapore delle labbra
io ti cullavo come ambra
sciolta al sole del mattino.
Per il dolore
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La tua sofferenza tradivi,
affondata in pallida stanchezza,
nascondevi la tua malattia
con malinconica dolcezza.
Ogni giorno ti presentavi
con un sorriso di carezza,
intendevi addolcire al mondo
la tua magrezza.
Come un fiore reciso
anche il
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Dovevo dirti
che ti amavo
e non aspettare
che la tua pelle
fosse fredda
come il ghiaccio
degli inverni
che gelano il cuore.
Dovevo baciarti
più a lungo
e non attendere
che le tue labbra
fossero nere
di quella morte
che avevamo
temuto
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Io ti chiamavo Morte
ma eri il respiro del mondo
eri il tempo lontano da me
che soffriva nel buio.
Io ti chiamavo Ombra
ma il mio cuore soffiava
solo melodie stonate:
il vento non ama l’amore.
E quando odia teme la terra
il passo lento
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Se mi parlerai
la nostra notte
sembrerà breve
come le lune
di questa estate
calda del tempo
ormai dimenticato
fra le ombre.
Se mi sognerai
i corvi troveranno
le parole da dire
a me che attendo
ancora una parola
e un bacio inciso
sulla
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Niente di più
di un filo di luce
il canto del corvo
nell’alba ignara
e la nuvola nera
che riflette
speranza negata
al cielo che trema.
Niente di più
di un’ombra strana
e di un respiro
che langue dolore.
Le lune oscure
non hanno
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Nessuno
mi ha regalato fiori
nemmeno quando
il vento era caldo
e l’estate vagava sogni
fatti per essere amati
prima che la notte
portasse il buio.
Nessuno
ha mai scritto poesie
per me che piangevo
un’ultima alba
nell’attesa della
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Le ombre
mi troveranno da solo
e le stelle morte
non offriranno riparo
nel cielo scuro
degli anni perduti
da tante parole
promesse e abbandonate.
Il buio
mi accarezzerà la pelle
come io facevo
con le tue labbra pallide
e socchiuse
nel
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«A Daniela Donders, amata figlia, sorella e amica.»
Cade senza onori il velo della vita,
e nell’ultimo saluto
il cuore si serra nella solitudine,
lasciando scivolare il dolore
dalla pelle all’anima.
Potessi intrecciare la tempesta
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So che non ti vedrò
mai più
e che la lenta morte
di cui soffro
non avrà speranza
se non nel silenzio
del vento
freddo di dolore.
So che non avrò pace
e che le parole
sono scritte
solo sulla mia pelle
che invano
si corrode nel
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Quel treno corre,
follemente corre, bagagli a mano
chincaglierie, abiti semplici
e fortuite speranze.
Corre e staziona e riprende
ma indietro non torna,
un via, vai a non fermarsi mai.
Treno audace, debole e brigante
a rubar sogni e
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Sono soltanto sogni
dolori vaganti
che la mente rifiuta
anche verso sera.
Sono solo ricordi
tu che mi baciavi
vicino al mare
e io che piangevo
di lacrime grigie
riflesse dal cielo
e dalle sue nubi
cariche di veleno.
Sono soltanto
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Delle persone esistono, che quando
muoiono sono piante da un immenso
e variegato numero di gente:
è gente addolorata per l’ingente
perdita che subiscono e che denso
e profondo dolor stanno provando.
Quando io morirò, neppure un cane
si sentirà
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Hai lasciato le ossa
qui vicino
al cuore che batte
ancora il tempo
e non ho più respiri
intorno al silenzio
che corrode
il fiato della pioggia.
Hai dimenticato
dolore in questo cielo
ed ora guardo
le nuvole scorrere
con il nero
delle
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| Carràmba che sorpresa brutta che ciai fatto,
accidenti a stà sera in cui è strappato er tuo contratto.
Sei volata via, hai cambiato palinsesto... ossia er canale,
e ahimé purtroppo, da lassù, nun c’è segnale.
Co’ er Tuca Tuca ciai toccato pure drento
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Ti ho lasciato
fra le ombre
perché la mia luce
era niente
e non ho inverni
da dimenticare
nel buio
che ho dentro.
Ti ho sepolto
con le cose
antiche del cielo
che nascondo
dentro allo sguardo
quando la sera
sembra morire
con i
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Domani queste parole
saranno morte
la terra avrà un colore
diverso nelle note
di malinconia sfumata
ad arte fra le foglie
e le lune distratte
dalle rare stelle nere.
Domani qualche battito
si sarà già spento
e nessuno ricorderà
i momenti
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6817 poesie pubblicate sull'argomento Morte.
In questa pagina dal n° 481 al n° 510.
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