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Morte
Le 6840 poesie pubblicate sull'argomento 'Morte' Poesie sulla morte |
Alba di morte
che scopri le anime,
e i corpi sanguinolenti
e i volti bianchi
e gli occhi aperti.
Alba di morte
che
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E' già passato il tramonto
parlando di dolore
al mio pianto
che t'insegue nel respiro
svanito in un soffio
un lamento.
Ti bacio la fronte
bella e fiera
fredda come la neve
nelle mani
mentre il mio cuore è una ferita
che si
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Vi lascio al puzzo solitario
che affligge le mie narici
raggiungerà anche voi.
La vostra noncuranza nei miei confronti
diventa ossa ricoperte di carne marcia
e larve solitarie riempiranno il vostro cuore
semispenti sazierete le vostre
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Solletica,
l'unghia insolente
della punta del cipresso.
Si immerge.
Dito indiscreto intinge,
affoga nella sua curiosità.
Gratta,
scortica.
Scava pieghe
inquiete tra innominabili evaporazioni
di insopportabili silenzi
sordi di
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e, il lento maestoso frusciare sentirò
come carta vetrata su di un bellissimo marmo,
con il naso allinsù il profumo annuserò
come cane che bracca la prossima preda,
con la mente sgombra e vuota chiederò
al pari di un bimbo
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Sono qui a scaldarti
cercando le tue mani
fredde.
La fiammella di una candela
geme
mentre i miei occhi ti guardano
nel buio.
Sono io a cercarti
ancora
tra i giochi e le carezze
di sempre.
Noi stranieri di un mondo
troppo veloce
lasciati
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non lo scorrere del tempo fu la causa
non più della morte, ma la noia
che propagandosi s'impossesò dell'uomo
e dell'inconsistenza dell'essere suo
rigurgitato come spreco borghese
fece le sue innumerevoli vittime
annientando la
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Grigio era il tempo al tuo ultim cammino
il viso bagnato non sol per la pioggia
forse era giusto, era il tuo destino
la mano nel vuoto cercandoti poggia
Sento i tuoi abbracci sulla mia pelle
sembrava ieri, tu qui con me
mi hai fatto passare
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| cielo nero
nube di fumo
corrente violenta
il freddo
la bufera
lo stupore
l'inganno e le catene
nessuna uscita da questo tormento
il vortice
il
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Addio salsicce pensanti
colletti sporchi di salsa
della domenica in festa
addio alla vostra giustizia
alla compassione che avete d'un cane
mentre picchiate un bambino
addio all'amore programmato
ai doveri coniugali
alle corna che portate
al
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Nell'ora del mio tramonto
salperò,
con gli occhi pieni
di cime innevate
e seguirò
l'antico
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Troppo rumore
- tra i pensieri –
che non colgono
l’attimo vivo
nel segreto
incurante
cucito all’anima
da mani nodose
Riconosce la strada
- oltre l’orizzonte -
e nel torbido affonda i passi
Sul ciglio di quella via
un richiamo
- morente
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Signore, accordami
ancor un po'
d'esser lusingato
d'essenza di nuova vita
che tutt'intorno s'espande.
Premura intensa sento,
del suo rifiorir,
vorrei a poco a poco,
dopo tal parentesi cessare,
non aver privati gli occhi
dei primi fiori le
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Specchio e appoggio,
sabbia dorata
culla anime senza memoria.
Sui sospiri dei morenti,
irrequieti,
si torcono e si annodano
pensieri rassegnati.
Sono speranze
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Un bel giorno vedremo...
pioggia,
sul marmoreo viso venuto di lontano,
gioiello orientale ornato di stelle,
e dirupo di coscienze.
Dall'oceano
giunge lo spasmodico futuro,
nero come pozzanghera o pozzo,
progresso, regresso
veduto in un
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Spiagge vuote,
mare silenzioso,
si nasconde la luna
dietro una nuvola
e lascia brillare
una nuova stella.
La voce di un artista
se spenta,
colonna sonora
della nostra
vita.
Parole vuote.
Mentre il vento
fa volare
le tue canzoni
per
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D’alba fredda e tranquilla nasce Aurora
di nuvole rosate, maestosi galeoni
scorta del sole ancora a noi celato,
s’àncora ai colli dintorno, di sé accende
paesaggi dolcemente reclinati
sulle pendici verdeggianti
di prati morbidi d’erba
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Il grigio insieme insiste,
L'opaca gèa di ferro
E acciaio e calce e legno,
Tra sassi, pietre, selci e rocce,
Calce nera, umido impasto d'umane usanze;
Tetra è la stazion volgare,
Tetri treni, panche e piste,
Tetro il volgo - se non
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Proverò a dimenticare
albe fiorite
cosparse di cenere
di notti bruciate
ad amare te.
Nei meriggi ombreggiati
sotto palme di poesia
dentro pagine virtuali
apertesi come corolle solitarie.
Proverò a cancellare
linee oblique e
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Acre il fumo
che offusca il cielo
mentre lieve
la neve si posa
sui secchi rami
stringo una mano,
quella di mia madre,
cerco i suoi occhi
domande nascoste
tra sconnessi ciottoli
mi stringe a sé
dopo che denudati
e muti
al freddo
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Preparerò la mia tomba,
dove il cielo resti in ombra
per non turbare il futuro
dei pochi giorni andati a morte
in una gronda di parole scure.
Sigillerò la porta nera
delle mie speranze e berrò
per un'ultima volta livore e
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Lascia stare
vuole andare da qualche parte;
la mente si rifugia spesso
in qualche angolo buio.
Mi viene da piangere
ma tu ridi
che esorcizzi la paura.
Fa finta che le mie lacrime
siano stelle che illuminano
la notte.
Me ne sto nel mio
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è primavera
e ora non morire
senza di me
Adesso non è il momento di piangere
né di negare suono alle prime cose.
Adesso non ti chiudere sulle speranze
antiche di luna e nuove alle prime albe.
Adesso non parlare e non
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| L’avevi sfidata,
derisa e provocata,
lei ti ha evitato,
sin troppo sopportato.
Ti sentivi un leone,
affacciato al balcone,
pensavi agli affari,
accumulavi denari.
Quando si è presentata,
l’hai subito cacciata,
ma ha ribussato,
e tu
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| Non saprò mai quale dei tuoi desideri
le tue manine calde stringevano
e gli occhi grandi
nell'attimo eterno tra la nostra e la tua anima
l'infinito, chiuso in uno schianto
mi riecheggia nel sangue
mi scorre circolare una follia che
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E quella notte è bianco sangue
una parete
un foglio cancellato
un buco rosso
il lampo d'un proiettile impazzito,
un filo rotto
il ritorno mai concluso
risa incompiute
gioie mozze
braccia vuote
grida strozzate dentro un cappio
buio
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Tranquilla bambina mia
Non si può sostituire un raggio di sole
Con un soffio di polvere.
Io l'ho vista, l'ho vista volare in cielo...
Due ali fragili di cristallo
ma variopinte
come i fiori di campo.
Volteggiava e risplendeva
E quando i
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E poi arriva,
non l’hai chiamata ma ti accompagna
nel tuo cammino
e di te decide
il momento…
Signora in nero,
odiata, a volte amata…
Tu che del nostro vivere
cambi le stagioni…
pietà non hai
e delle lacrime
beffa ti fai…
E’ tuo il
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Fumo voluttuante...
sospirante enfisema
polmoni tenebrosi
dita giallose...
godimento astruso,
a volte confuso,
aroma insinuoso mai domo.
Ah, tabacco tabaccante
quanto mi ami
quasi mi adori
idolatro spavaldo... t'offri così compito,
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| Ho visto immensi
prati fioriti
e giardini meravigliosi
ho visto montagne innevate
e splendide
colline sempre verdi
ho visto
mari impetuosi
infrangersi
su ripide scogliere
ho visto
cuccioli di uomo
giocare a fare i grandi
ho
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6840 poesie pubblicate sull'argomento Morte.
In questa pagina dal n° 3901 al n° 3930.
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