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Morte
Le 6840 poesie pubblicate sull'argomento 'Morte' Poesie sulla morte |
Dormi sulle mie gambe,
piccolo angelo.
Le mie braccia
faranno un cerchio intorno a te
per abbracciarti meglio.
Io ti proteggerò
dalle ombre del sonno
posando sulle tue spalle una farfalla
venuta a trovarti dalla luna.
Chiudi i tuoi
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Arriverà il giorno
in cui le farfalle si faranno
fragili
e di tanta bellezza
non resterà che il fiore succinto,
travisato
di pose, che
il sole ormai esanime
ha risucchiato
fino a lasciarsi andare
in quel trambusto
di emozioni che
la vita
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| Guardando dentro
scoprire le infinite
facce del volto.
Saper scegliere
la giusta maschera
per l'occasione.
Ritrarsi e scuotersi
davanti a quello specchio
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| L'amore è un suono
che nasce dal silenzio
e nel silenzio muore.
Le stelle formicolano le cosce
di una donna posseduta
da un demone manifestatosi
per il destino che è nel vento.
Per noi fu una gran tristezza.
Ma avevamo un bel
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Ti ho aperto il mio cuore,
oh vita,
perché ora
ha ferite così profonde?
Dove hai nascosto la felicità
che mi avevi mostrato
una notte d'estate.
E guardavo le stelle
immaginando di essere
uno di loro.
Guardavo il
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è in giorni come questo
che fantastico
sul precipizio
alto
da cui spiccare
il salto
l'ultimo
che ponga fine a questo strazio
nel traffico d'uno sbadiglio scomposto
a questa corsa a perdifiato
a questo sudore
sul
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Dormi amore, non svegliarti,
ci sono io qui, a vegliarti
Nessuno vedrà mai la tua faccia
Nascosta, nel legno e nel cemento di questa stanza
Mi domandi sempre, amore,
Perché non vedo ancora il sole
Perché, la tua piccola
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L'ora si appresta
veloce, lo scadere
dei giorni porterà
fine ad ogni luna.
Quanto sembra
lento il declino
del giorno, ritarda
il desiderio.
Giorni assorbiti
dalla notte senza
sogni, senza tempo.
Nessun invito ad
esultare
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| E' lama, ferro
amore
è l'incisione
di un traguardo
sulle [ nascite asimmetriche ]
verso la fine d'ogni storia.
Lacerati,
i ventri angelici
- gravidi -
di piccoli punti in evasione,
lasciano spazio sanguinando
- ai coesi
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EnzoL |
02/07/2012 19:32 | 1845 |
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Dimmi perché oggi anche la Luce
è troppa... e la carne ferisce.
Lama che taglia a fette anche l'aria.
Quest'umida afa è solo
lampo di gelo
che percorre veloce le vene.
Belva feroce,
che ai fianchi nudi azzanna.
Dimmi
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la dolce morte
che fa vibrar catene
e neri inganni
Puro è l’inquieto respirar di cose morte,
dei ricordi del passato a far da pietra
sulle corde e sui clamori andati a notte
fra la polvere e i delir di sette lune.
Denso è l’immaginar di corpi
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Ricordo te mia piccola ammiratrice
i tuoi occhi adoranti e il tuo sorriso
pareva tutto però già predisposto
che mai ci sarebbe stato neanche
un bacio fra di noi -cari occhi neri-
cara richiesta muta la tua voce
di bimba ancora, eppure
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Ha passi silenziosi
la malinconia.
Si avvicina di soppiatto,
entra dentro senza bussare.
L'anima s'immerge
nel grigio del suo specchio
ed opaco diventa il suo riflesso
come fosse senza calore.
Tristezza dal viso cupo,
un velo di
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- Non guardare, Ariel.
La luna è solo pietra
tra stelle oscure,
in attesa di una Luce
quando Dio è silenzio.
- Chiudi gli occhi.
Angeli che bruciano trafitti
sugli altari dell'uomo,
è qui l'ultimo volo.
- A
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Il suono del liuto giunge
ancora ...
desiderio?
Forse no ... solo "nuances"
Si stringono le braccia
a colmare aria o forse
non serve appendere festoni
a celebrar feste
su questa sfera dove
alberga il nero ormai.
La melodia
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Libera di vivere e soffrire
libera di morire e gioire.
Non morire.
Farfalla che vola,
farfalla sui fiori,
farfalla che eri, che sei.
Non morire.
La pioggia ti bagna
e tu corri veloce.
Scappa.
Non morire.
Con foglie ti
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bianche luci
e silenzi di pietra
nel cielo nero
Sembravi assorta e nel gelo della pietra
il bianco rifletteva il mio dolore antico,
dividendomi dal buio e dal vivo fuoco
del tramonto appena acceso in attesa.
Avevamo ucciso sogni, stretto
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Sono stata la Signora dei mari,
colei che non temeva le tempeste
ma le cavalcava
come indomabili destrieri.
Conoscevo tutti i segreti della notte
e la luna
era mia Madre
e la mia unica amica.
Ho amato tutti i miei fratelli
coperti di
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Malinconica solitudine
brividi d'essenza privi di assenza
alla foschia delle tenebre.
Ove il cupo si fa udire
forca strozza dolcemente
tutto scorre lentamente
in flash back della mente.
Incontro con la fine
in scontro sanguinario
nella
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E’ così che lui morì all’improvviso
Senza rancori e sul viso un sorriso
A fianco a te con l’attesa nel cuore
E madre Morfina rincorre il dolore
Vento d’ottobre che passi di qui, c’è un uomo per te
Torna al più presto,
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le nere lune
quando il buio prega
una parola
Avevi già spento la luce nella stanza
per non vedere lacrime nel buio
e respiravi piano senza una parola
quasi la notte fosse un temporale.
Avevi cancellato la luce solo nel ricordo
e la voce
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Negli sguardi della notte
vedo calabroni della morte
squadroni sanguinari,
d'incubo spettrale.
Rosa nera del deserto
riga il letto nei distorti sogni
gocciolante sangue dalle spine,
cruento è il sentire, ebbro, macabro,
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A grampassi, per la via,
cade la pioggia, celermente,
ghiaccio e polveri i nembi violenti
contro le genti scaglian possenti.
A grampassi muovo, celermente,
capei grondanti, smorfia cruda
a presidiarmi il viso,
e passan gl'altri,
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No, niente da dire, da dare o avere.
E dentro graffi a sangue
e a lembi strappo la pelle dalla carne.
No, niente da dire, da dare o avere.
Nel fondo vomito d'aria e di respiro.
Solo nudi fianchi e avida pelle,
un neo tatuato sulla guancia
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Stiamo ancora qui
in quel cono d'ombra
che si stacca dal caos.
Ho bisogno della solitudine,
fa parte di me
e non ci posso fare niente.
Siamo come le ali di una farfalla
attaccate dietro la schiena della luna
e da li
tocchiamo i punti
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Occhi vetrosi.
Mi guardi fisso
non mi vedi.
Ansimi asincrono...
una radio,
così vicina da ucciderla,
irradia spensieratezza ladra.
Restituisco pietà sopprimendola.
Morire
così mi è parso
non è poi così
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Gli uomini giudicano, criticano, etichettano,
distruggono.
Vogliono la bellezza e la dolcezza
per maltrattarle, farle sentire inutili
e poi le uccidono.
Ti sarai chiesta tante volte
come mai
mentre amano fanno anche del male
ma le risposte sono
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Densi furon i sospiri muti
sui pendii e sulle mura;
Amyclae,
dei tuoi serpenti
mille teste e pietra
ricordano ancor
ogni cesello
e bordo antico.
Ed avvinta
al nemico diluvio,
d'ogni mare fu l'oblio
e d'abitanti il nome,
spentosi
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EnzoL |
23/06/2012 19:42 | 2446 |
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Firenze, ricordi ancora i miei passi
sulle tue strade
quando gioivo mirando
i verdi infiniti dei tuoi colli
e i cieli azzurri sotto tramontana?
Firenze, ricordi quanti treni
dalla mia bella terra alle tue brume
quando al mattino un pugno
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Un fiore tra i capelli
nero notte e ciocche ramate.
La diversità dell'esistenza
viaggia su un carrozzone
dalle ruote d'argento.
Suonano un violino
ed una chitarra
davanti al fuoco
come se volessero incantare
le stelle
che si
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6840 poesie pubblicate sull'argomento Morte.
In questa pagina dal n° 3691 al n° 3720.
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