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Morte
Le 6840 poesie pubblicate sull'argomento 'Morte' Poesie sulla morte |
Con lo sguardo verso il cielo
vedi cadere le bombe.
Il fango sotto i piedi
e quel senso di vuoto che ti stringe dentro.
Senti il nemico avanzare
e prendere posizione.
Sotto un cielo in tempesta
ha anche il fango come nemico.
La divisa sporca
e le
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Jimmi |
10/08/2012 10:43 | 1998 |
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Ti aspettavo
dietro i muri di strade
senza uscita.
Mio unico sostegno
la speranza
di un cenno, un saluto.
E immaginavo
una mano che prendesse la mia;
sarebbe stato
come se un soffio di vita
fosse entrato
a riempire di freschezza
il mio
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Angeli demoniaci al cospetto di lucifero,
brindano tra coppe colme di sangue
intrise nel dolore.
Anime dannate urlano il silenzio,
ove lacera l'inganno.
Tuoni rimbombano fulmini d'ira infernale,
vermiglio sovrasta in intenso colore
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e, se mi addormento, sogno;
mi rivedo e mi confondo
in altra era ed altra vita
scapigliato e scanzonato,
severo con me
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| Filo spezzato, la tua giovane vita,
un rigolo di sangue rimane
sulle tua livide labbra,
un rantolo verde, un ultimo respiro,
quell'ultima luce nelle tue iridi spente
Lacrima candida
scorre sulle mie dita bagnate di rabbia
mentre accarezzo il tuo
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| Che strano
finire così,
già.
Coi soliti errori
sui quali sbadigli
per noia
o forse perché
sei incapace
d’una qualsiasi
reazione.
Che strano
pensare sempre
al passato,
mai un progetto,
una reazione
o un’idea
come
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Fra quella coltre di fumo,
amor mio ti presi per mano
ed insieme aspettammo
che il diradar della nebbia
ci svelasse il mistero,
ci svelasse l’arcano.
Diventammo di pietra,
diventammo di sale,
eppur mai una volta
ci voltammo a guardare.
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Dove sono
i tuoi occhi limpidi,
il tuo viso d'angelo
che mi ha sorriso
per un momento.
Braccia oscure
ed ali invisibili
ti hanno strappato
dalle mie mani
ed io non ho più pace
mio dolce amore.
Ti cerco tra le mie lacrime
che
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Cercare una rosa in un campo di grano
È questo il destino che porta lontano
Con questa vita non si finisce
Perché senza amore non si tradisce
Questo è il mondo che va veloce
E si nasconde sotto una luce
Cerca riparo cerca
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Paesaggio sanguigno tra croci,
rimbomba suoni, vibranti ansie
lacerante perdizione,
d'ignota intuizione.
Fono di canne d'avorio,
melodia tenebrosa d'organo,
scorrono scosse di sbandandamento
tra vita e morte.
Sibili d'anime dannate,
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Lontane nel tempo quelle luci,
semplici lampadine appese a un filo,
ma il giorno era di festa,
anzi la sera,
che ricopriva d’argento
il nero mare.
tu eri al mio fianco
e il tuo sorriso
brillava più di tutte quelle sfere
e il mare verde
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Volta le tue carte,
maga
e del destin contami
ciò che ancor deve venire.
Anche se non son a credere
le storie tue tortuose
ché del passato son certo
ed il presente m'assedia
di nebbioso futuro
che s'alza a seguito
mentre sol
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Fu il regalo per la promozione
lasciavo le scuole elementari
e la paura degli esami
Era il sogno ad occhi aperti
sella lunga
cambio a tre marce
il manubrio largo.
Ogni giorno rifiutai
di portarla in ascensore
fingevo di aver tempo
mentre il
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| Un vento leggero ha cominciato a soffiare,
muovendo un poco le creste delle onde,
come se una mano senza peso
le avesse appena sfiorate.
Ti sento dentro questa brezza,
che ti porta tra le case;
tra i muri di ruvidi sassi,
del recinto di questi
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cassetti
il comò - poi rubato
mani
le tue
certezze
Manzoni suoni, occhi di mare
un bosco forse anche un sole
la tua
voce
niente da conservare per più di un mese
- persistendo profumo nelle scale: scendere
salire
il
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Un odore intenso
unge le narici
diventando nettare
per la mente.
Soffice bambagia sospinta
dalla danza dell'aria,
delicata, trasparente
come pezzetti di velo
staccatisi dal vestito
di una fata.
Sono le tue parole
che mi gravitano
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| cola sangue sul selciato
di città perdute
in cloache d’organica società
pende il siero della vita
striscia una ruota
sull’asfalto
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| Dov'è quell'oste
quasi finto
dietro i suoi baffi
e i suoi bicchieri?
E il farmacista,
tra linde vetrine
su un pavimento
di tavole consunte,
che sta facendo?
E l'impiegato
sempre in ritardo
sgualcito informe
come il suo abito
triste
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| Potrà mai vedere
le nostre lacrime
uscire a brillantare
un suolo disabituato?
Potrà mai udire
i nostri
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| In che filtro ingordo
vuoi squarciare di tenebra
il tuo orgoglio?
In quale lampo morente
vuoi soffocare
il cielo di un freddo mattino?
Nel vino nero
di un'antica locanda
voglio affogare i miei affanni,
inchiodando la collera
alla Bellezza
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Schiaffeggio la Morte ogni dì
con guanto di sfida,
non tende fioretto né scimitarra
né bianca arma che tagli la carne.
Accetta e presenta i padrini ogni dì
col suo Male impetuoso
traghettatore del Lete, un piccolo neo
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Trasudano, dal quadro i tuoi colori
e gocciolano fino ai piedi di una panchina
li incanali, in otri colme dei tuoi ieri
anche se sai, che non brilleranno più come prima.
Riecheggiano nella tua mente i dolci suoni
di arpe, con lei pizzicate tutta
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Poi lei mi chiese, dopo che si era un po' parlato
con quel filo di voce fisso
che sembrava un trapano rallentato
e lo ripetè
con un respiro a stantuffo di fiato fumoso
a tratti sconfitto, sclerotizzato:
" Ma l'hai vista tu la Morte
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non ci conosciamo,
ma accanto a te
non trovi nient'altro che me.
dopo una vita di pianti e sorrisi,
di sangue e sudore,
or ora che ti stai per spegnere
accanto a te solo una sconosciuta mentre muori.
una bambina dai capelli castani,
che negli
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Gli occhi d’Angelo rivolti al cielo,
quasi a parlare con Dio
a dirgli: “almeno tu mi vuoi, fratello mio”?
Un viso scarno
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Ogni tanto
scendo gradini oscuri
scolpiti tra la mia carne
e lo spirito inquieto
di tempi senza volto
e senza suoni.
I piedi
camminando
non facendo alcun rumore
come fossero rivestiti di muschio
e resina di pino.
Calpestando sentieri
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Aspettavo un tuo cenno
una foglia che si sarebbe posata
su un mio pensiero.
Un petalo di rosa
che volando sfiorava
una nuvola vezzosa.
Una goccia di rugiada
che riempiva il suo vuoto.
Un raggio di sole
che respirava la sua essenza.
Una
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Con te seppellivo
i ricordi
tu che attento esploravi
la vita
non avevi
memoria
mi attendevi
fedele
muto com'eri
mi parlavi
mi raccontavi
come vivere
e ora
come morire
Virgilio
mi accompagna
il dolore
mostrandomi
la
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Hai cercato il riposo
nel mese di Luglio
ti sei spogliata del dolore
per indossare il tuo abito bianco
vestita di
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Tanto curiosa m'apparia la tua espressione,
quando ancor lunga era la giornata d'oggi,
che i colori dei temi del tuo vestito arancione,
tuttora al mio cospetto graziosamente sfoggi,
anche adesso che sei a corto di fiato,
per tutto il male che
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6840 poesie pubblicate sull'argomento Morte.
In questa pagina dal n° 3631 al n° 3660.
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