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Morte
Le 6899 poesie pubblicate sull'argomento 'Morte' Poesie sulla morte |
Temi di me i respiri
e le ombre del mio cielo
il vento che confonde
il lamento delle tenebre
Esita le incomprensioni
che piangono segreti
e rivolgono altrove
questo vagare ad arte
Fra parole che confondono
e non offrono appigli
al di
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Compresi
che il tempo è assente,
di sbalzi colorati
composto
il progetto vivo!
Antropici esseri
ti
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Come diritto
girone m’accolse
l’estremo Inferno,
varcata la soglia
la morfica follia
s’avvinghia.
Lancinanti
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Dei sette Angeli
con quattro Cavalieri,
dei sette sigilli il regno
delle tenebre il vanto.
Nei dispersi meandri del tempo
assoluto e inerme è il mondo,
quando giungi
l’occhio gravido guarda,
cieco, instabile
violentato dal
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ammiro gli ultimi ritocchi
sul viso
un liner scuro segna gli occhi
un lucido perlato
per le labbra
bianca diafana la pelle
tirata sulle tempie
una linea dura sulla bocca
il bacio della signora in nero
gela il sorriso
lucida gli occhi
trema la
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L’inizio della fine
era stato un tuo sorriso
un dolore celato
dai riflessi della pelle
Il lamento delle stelle
tenuto segreto
dalla ruggine dei giorni
che corrodeva i sogni
Foglie di verbena
profumate di vergogna
ed i capelli
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Una culla d'acqua,
questo ti rimane piccolina,
tenero bocciolo strappato via dall'egoismo
del mondo, che non guarda mai
chi resta indietro a rincorrere i sogni.
Adesso avrai il cielo per giocare
le nuvole per saltarci sopra,
sorridi se puoi...
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E' un cimitero di lacrime il mare...
affondano croci dilaniate dalle onde,
strappate alla terra
le speranze...
nessun approdo restituisce la salvezza
a vite travolte
da ingannevole promessa
di libertà...
un pugno d'acqua nelle
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É una bella giornata di sole,
calda e dolcissima.
Il mare,
il mare é calmo da sembrare un prato,
esso accoglie i tuoi occhi e li sposta lontano
verso sogni di mare d'amare.
Ma gli occhi ritornano lí,
i tuoi occhi tornano
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Quanta distanza tra le fughe alle pareti
piastrelle invecchiate, perdute e sole, cucite
a ventri affamati
di carne rosa.
Fuggi fuggi
da quest’aria asfissiante
necrosi di cellule
programmate alla morte.
Rose selvatiche, clandestine
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Ditemi occhi miei
che vedeste le rive del fiume Acheronte
ma ditemi,
algido canto di questo mio mondo
sordo lamento di un uomo vuoto,
ditemi occhi di morte,
fu
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Dicevano che fosse stata la notte
e che lei era innocente
per questo non si era mai pentita
di aver ucciso anche le stelle
Dicevano che fosse stato un sogno
a portare le ombre qui
in questo cielo sempre scuro
dove anche gli angeli non
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Occhi quasi chiusi
come fiamma di candela al moccolo:
eterea ma evanescente, poca cosa
volto di petalo d'un'appassita rosa...
Oggi t'ho visto ancora
ombra di te,
uomo,
che vaga in uno spazio indefinito,
uomo,
di cui resta davvero molto
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Non ci sono parole per Auschwitz
Non c’è musica per Auschwitz
Non si può comprendere Auschwitz
Una donna
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XVII
fu il diciassettesimo dei numeri romani.
Vixi
nel verbo del vissuto
sulla lapide antica
la disgrazia vi si legge,
vixi disse il morto
predicando il futuro
che nel passato rimarca
vixi vixi e ancor più vixi.
ho vissuto,
tanto
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Sangue sul mio perdono
perché il tempo si è corroso
con il cielo ancora vivo
per le notti di un destino amaro
Vento di temporale
e le nubi piangono ancora
il respiro di una gioia breve
dimenticata nelle scure
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 | Sono lunghi questi silenzi
che dissipati tra i pensieri
precipitano giù come petali
verso il freddo tagliente
rubando
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| hanno sempre lo stesso odore
i cimiteri
cipresso e fiori marci
tra lapidi imbiancate
da un sole accecante
inaridiscono le piante
si asciugano lacrime
tracce di occhi spenti
hanno sempre lo stesso odore
i camposanti
il vento aleggia lieve
tra
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Come velluto
anime tra virgolette bianche
s'appoggiano al nero stanche
gli anni han seguito
silenti e ubbidienti
in tempeste di fuoco e venti
non può esser ricucito
chiaro vestito di fanciullezza
in tutta la sua bellezza
corse nei
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 | Morir ch’è ancora buio non vorrei;
amo vegliar la notte;
e se solo potessi sceglierei
di farlo a mezzogiorno,
con il pollo nel forno,
la luce nel soggiorno,
le voci dal cortile
ed una sigla allegra alla TiVù.
E, cielo, se mi ascolti,
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| Spira lontano il tuo profumo,
a ogni ricorrenza
triste ricordo
rinnova il dolore
per l'assenza...
oh, madre
come una spina fiorisci
tra le povere mani
che mai
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 | Quando mi ritirerò dal mondo
vorrei farlo dopo aver calpestato
tutti i miei errori.
Vorrei farlo con passi lievi
portando con me
la ricchezza dei sensi
una dolcezza grave e dolorosa
e il profondo anelito
di essere avvolta
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| Spolvero foto
in giro per le stanze,
ma non i malumori.
Per quelli non c'è panno
ne palliativo che tenga.
Ci son momenti
che la mente
torna dentro il corpo
capendo
che il ricordo del tuo viso
e la tua voce
hanno stretto nodi in
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| Qui arrivano i piccoli torrenti
e i grandi fiumi dell'anima
qui si riuniscono le acque
di temporali estivi
e le dolci
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 | Vola salendo appena
l’uccello della pena,
sospinto verso il colle
dal suo pensiero folle;
nidifica su un
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| Scendi oh lacrima,
bagnami pure il viso
rigami pure il cuore,
non sentirò dolore.
In questa notte di pianti,
di stelle cadute sul fondo del cielo
di sogni chiamati rimpianti.
Di poeti che si perdono dietro la luce tenue della luna
ed il
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 | Ora che le promesse sono ghiaccio uncinato
neanche un fiotto di zucchero dalle tazzine sarà oro caldo
Ora che
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| Sono l’ospite inatteso,
amo gli uomini vi giuro
vengo sempre di sorpresa
dalla vita vi catturo.
Mostri sempre meraviglia
quando scopri dove sono,
faccio stragi di famiglie
sono donna, sono uomo.
Bramo nei silenzi
della noncuranza,
spengo le
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 | Non può la mente
immaginare dove
dall'altra parte dell'azzurro cielo
fossi tu Guido,
con la grande forza che
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| lo vidi sapeva
che la fine era vicina
vidi gli occhi stanchi
le labbra sottili
e quei pensieri nella testa
come spada trafiggevano
il petto
le ali un groviglio di piume
nere ali di corvo
odore di zolfo
e mentre l'anima
nel suo mondo
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6899 poesie pubblicate sull'argomento Morte.
In questa pagina dal n° 2281 al n° 2310.
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