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Famiglia
Le 5651 poesie pubblicate sull'argomento 'Famiglia' Poesie sulla famiglia |
Pronto: “buonasera, sono il figlio di Mara
ho trovato una chiamata sul telefonino.
- “buonasera, sono Renata,
la mamma per ora sta bene
ma è risultata positiva al Covid
all’ultimo tampone molecolare”.
Non scorderò più, questa chiamata
e
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“Al cuor non si domanda”
diceva la Celeste al suo Peppino
e quello di rimando
versava nel bicchiere del vin santo
e lei tutta beata
felice del suo essere servita
a letto se ne andava imbandierata.
Mia madre fu da guida
a quattro pargoletti a
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Un pomeriggio nel sonno
ti colse colei che al sonno
eterno porta quel giugno
lontan del novantacinque
oggi aspetto il fiorir dolce
del tuberoso elianto a te
sì caro padre mio tornan
i ricordi lì a fumar nell’orto
quell’unica sola
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C’è ancora quella luce
piccola e lieve
tra i vicoli di un passato
mai dimenticato.
Domande sospese sui fili
tra panni stesi
ad asciugare al vento.
Preghiere sussurrate
tra le mani giunte,
riportano ricordi e lacrime.
E di solitudine si veste
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Le tue mani, padre, sfiorano il mio viso
ed io ti dono un sorriso;
i tuoi occhi, padre, guardano lontano
ed io
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Vecchia fotografia in bianco nero
del passato sul retro aveva una data
stampigliata nell’album dei ricordi
invano l’ho cercata: era San Carlo
o forse San Silvestro e quale quell’anno
del cinquanta? Ma di quella foto
io ho un ricordo vivo: Milano
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Chino il capo
per guardarmi dentro
per affidare al silenzio
le mie piccole parole
farlo brillare
con i miei desideri bambini.
C’è stato un tempo
che a mani giunte
ogni nodo si scioglieva
e sui fioretti piegati
seminavo speranza.
Quelle sere
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Lassù il lacrimar delle Perseidi cerco
Possa la Luna la sua lanterna spenta
Nel buio alla vista offrir la vision bella
Di queste scie lucenti luminose stelle
Cadenti pronte a sentir il desiderio mio
Rivedere in Cielo il volto della amata
Mia
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In Africa si soffre per la fame,
ci sono situazioni familiari
in piena crisi e spesso son costrette
ad umiliarsi a patti
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Sei qui, racchiusa in una foto,
lo sguardo di sempre, addolcito dal sorriso di una volta.
L’inganno del tempo ci ha divisi,
allontanando noi da chi eravamo,
tra la frivolezza del dire e il serio e tenace puntello di un’idea.
Fermo l’intento di
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Il profumo del ricordo
rapisce chiunque passi
dal giardino degli amanti.
Dietro una peonia
scorgo il tuo sorriso.
L’amore s’accende negli occhi
raddrizza lo stelo incurvato.
Sboccia riconoscente
il tuo novantasimo petalo
dentro l’abbraccio
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Vorrei donarti un pettine
piccolo e leggero
perché tu possa portarlo con te,
sempre
che possa domare i tuoi capelli
dopo una nottata di sonno ristoratore,
perché possa pettinarti alla fine di una lunga giornata stancante,
quando i pensieri
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Dorme la nonna da più di cinquantanni
il sonno dei morti eterno in un cimitero
di campagna ma stanotte l’ho rivista
in sogno come un tempo già vecchia che
seppur dai dolor segnata, due figli
già perduti. ai nipoti, io e i miei cugini,
sempre
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“Licenzia quella stupida badante!
Risponde senza avere alcun rispetto,
se ero il padre la prendevo a calci,
il suo modo
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I bianchi fiorellini del bianco
crisantemo li in fronte dalla man
mia posati ai loculi dove il sonno
eterno stretti vi
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Tu aspettavi delle rondini il volo in quel letto
d’ospedale che là non eran ancor tornate
e nell’attesa a fatica
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Lunghi capelli nero corvini
e tra lor persi rossi orecchini,
grandi come dei bambini gli occhi
smarriti di fronte ai lor
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Plissè non so perché
così l’abbiam chiamato
io e la mia nipotina di
tre anni questa figura
di danza improvvisata:
ben protesa un braccio
il destro alzato avanti
dietro ben dispiegato
l’altro ferma sul piede
destro e all’indietro
il sinistro
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La notte sorge. Non cade più.
Noi, l’uno all’altro affiancati
nell’immenso silenzio di quelli che vanno insieme.
Giorno e notte. Notte e giorno.
Da Via Del Corso
siamo lontani dal rumore del mondo.
Il cielo, tutto per noi, ha l’eternità di
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Mi parli di illusioni,
le belle illusioni raggianti che si offrono al desiderio vetusto.
Vorrei tingere di verde il manto austero delle tue pupille,
al rigore degli anni porgere rinnovati fiori di vita.
Incontro ostilità negli occhi di chi non
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Si perde nell’aria il suono della voce
mia che oggi quattro settembre nell’ora
di quel giorno ormai lontano della
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Libero
senza più lacci
il tuo spirito volò
verso di me.
Al nostro abbraccio ritrovato
il tempo di una vita
parve la
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Passeggio con te.
La mano stringe la tua
piccola, ma calda.
Incredulo al tuo vociare impreciso,
ma già coordinato,
comprensibile al mio cuore
e prendo a fantasticare sul tuo futuro,
ora un po’ mio.
Ascolti il mio dire.
Il mio farmi piccolo
nel
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Lì due frutti piumosi del tarassaco
solitari mentre solo li guardo sembra
mi vogliano parlare e dire dove oggi
la bimba
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Occhi stanchi e membra che cercano riposo
ma a vene di gruppo uguale ancor chiedono
di far quadrato contro l’ineluttabile
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 | Se tu fossi ancora qui figlio mio,
ti terrei sotto le mie ali
per proteggerti ancora
e condividerei i tuoi pensieri
e gli arditi progetti
col caldo amore di una madre.
Ascolterei ancora i tuoi racconti
di amori iniziati e poi scordati,
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| Tornammo puri e belli
come allora.
La vita col suo vomere d’acciaio
aveva segnato un solco.
Dolore e distacco,
pietre rotolanti
consumarono il tempo.
il calore dell’amore
sopravvisse alla morte
il ghiaccio si sciolse.
All’abbraccio
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Fu così che inebriai l’olfatto.
Pensandoti.
Profumavi di vigna. Di foglie di fico.
Genuflesso carezzavi filari di viti.
Favorivi travagli sverginati da trecce di Dio Sole.
Insieme assistevamo al parto.
Mietevamo frutti d’oro e rubino.
Infiammava
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L’indifferenza d’un grigio mattino e
l’incavo d’un muro scrostato,
il giogo d’un fato perverso.
Le mani che t’hanno posato
tra poveri stracci nell’ angolo buio
forse han sfiorato quel viso bambino,
poi l’addio, baciandoti piano.
Seccherà quel
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La vostra vita è stata un soffio
siete nati per soffrire
in culle irte di spine,
poveri angioletti senza colpa.
Madri, padri feroci senza cuore
quanto orrore
pianti non capiti
cercavate carezze
baci dolcezze,
avete subito botte
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5651 poesie pubblicate sull'argomento Famiglia.
In questa pagina dal n° 241 al n° 270.
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