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Donne
Le 9006 poesie pubblicate sull'argomento 'Donne' Poesie sulle donne |
Lacerate vesti, ignuda
segregata alla vita quotidiana
offesa nell’intimo
all’osservare incredula
una verità cruda.
Luce negata
di quell’orizzonte sempre oscuro
ignobile tortura perseguita
la voce reclusa, occultata.
Vita di stenti e
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Sventrata dentro... lacerata fuori
sono una donna nata per amare...
non sono una parete da imbrattare
né come dici tu “Na rubacuori”.
Fornita di eleganza e di accessori
non mi interessa affatto ciondolare
ma sono sangue e pelle tale e quale
e
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Cado come foglia al suolo
sul terreno umido
carico di pioggia
bagnato dalle lacrime
che ho pianto di dolore,
mischiate
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 | Porterò un fiore
sulla tua tomba
all’ombra dei cipressi,
la tua ultima dimora.
Non sei andata
alla festa per la tua laurea,
un assassino crudele
ti amava così forte
da colpirti a morte.
Il mio cielo è lontano
dalla sua assurda
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| io non capisco l’anelito di possedere una donna con gli schiaffi
nel silenzio malato dei padroni urla la dignità delle donne
tu Giulia e tuoi ventidue anni baciati dalla speranza
volevi chiudere in dignità una relazione ormai spenta
corpo ferito
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 | Ognuno ha i suoi confini
invalicabili.
Annidati dentro un NO!
Non devi farmi male.
Un coltello dentro le
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| La tua pelle morbida
come campo di fiori
in un’aria tiepida
s’espandono colori
È solo mio pensiero
che ascolta il passo
come perquote il sasso
è musica davvero
L’olfatto nella mente
richiamo sì suadente
è onda che cammina
profumi sei
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Madri di guerra
madri della vita
madri che il destino infetto afferra
madri condannate al sofferire
al giorno che non possono gestire.
Madri di brutto
madri dolce frutto
madri prima e dopo e dopo ancora
raccolta da una storia maledetta
che
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Nouer des rêves invisibles,
Ouvrir les portes du chant,
Noyer ces fenêtres de prison,
Courir vers le champ des possibles
En songeant au son du bonheur;
Tierce
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Un respiro... un incubo
il risveglio d’un tempo non pù suo,
si è perduta al limite dell’orizzonte.
Narrava del suo grande amore
del suo dolore
di un Dio che non capiva.
Fuori il cielo era stellato
lei girava nello spazio cosmico
di un vuoto
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Lei ricorda
solo le ombre
i pomeriggi trascorsi
a pregare nel buio
e qualche carezza
discesa dal cielo
a confondere la pelle
ormai screpolata.
Lei rimane
a guardare per ore
la luce fra le foglie
e non sa
se piangere il tempo
o lo
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Vengo con secchio dondolante
ove si espande la mente
mi specchio nell’acqua tua fonte
nel tuo volto
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Sopra un tappeto di pensieri morti
restano impronte di sangue e dolore.
È violenza che distrugge la vita
ma esiste quella che non fa rumore.
Resta un sopruso che schiaccia la mente
dentro di lei s’insinua la paura
una lacrima scende dal suo
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 | Lampeggia crudele
nell’’empio delirio
e di nuovo affonda brutale
nell’attonito cuore
la lama d’acciaio,
nel muto dolore
del tradito amore.
Ancora lampi di gelida luce
disseminano strazio
e l’anima brucia
per la barbarie atroce.
Ah, l’amore,
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| E salendo le scale
la tua chioma spariva
come un eco speciale
un vibrare m’arriva.
È un costante frinire
un suono d’amore
accompagna il soffrire
delle prossime ore.
È d’estate un richiamo
per chi sa ascoltare
un suono un ricamo
per te,
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Che vuoi che sia il mio amore antico mare
dove Afrodite giacque con lo sposo
col vento tra le labbra sue invadente
a trafugare baci
e tu che inavvertita al petto piaci
mi cerchi in ogni modo e in ogni luogo
col santo desiderio degli
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Accade ancora che il tempo
si rabbuia nella bruma,
e nell’incavo di un’ombra,
un grido si scioglie nella
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Lo specchio parla.
Si lagna degli occhi stanchi
e dei capelli bianchi.
In fondo in un angolo,
nell’ultimo riflesso della sera,
c’é una ragazzina magretta.
Sorrido al ricordo.
12 anni.
Due gocce di sangue e le dissero che era diventata donna.
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Stella di Lesbo venere gemella
verso armonioso rosa spina e cuore
regina dell’Egeo fausta procella
tantrico ardore.
Donna e chimera vanto del dolore
splendissima Afrodite dolce sposa
freccia che vibra e lotta nel tremore
e mai si
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Aveva del lino
trasparente e bianco,
sembrava un velo da sposa,
sui neri capelli.
E al sussurro del vento
ebbe un sussulto,
e si scoprì,
con il collo livido e bianco,
e ghirigori di corvine ciocche
come boccioli carnosi
di scuri ellebori, e
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L’ultimo libro
che ha letto mia madre,
non lo posso dimenticare,
il titolo era: "QUO VADIS."
Poi, noi, suoi undici figli
gli abbiamo rubato
la gioia di leggere.
Adesso, dopo settant’anni,
quel libro ho fra le mani
e qualche ricordo
mi affiora
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Anima di dicembre
che amava respirare
il dolore dei morti
e dopo sbocciava
di nuove primavere
quando l’inverno
ormai esalava fiati
estinti nei tramonti.
Sorriso di novembre
che mentre ogni cosa
intorno svaniva
nelle ceneri
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Dimmi che lo sapevi
e che sei morta
per un amore già finito
fra le onde del mare
uccisa lentamente
dal sole di primavera
per un errore del vento
distratto dal tuo cuore.
Dimmi che lui
era assente per l’amore
di un’altra stella
già presente
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D’amata radice,
il ritmico battere
assiduo e propizio,
s’ode, viva, la voce
incessante alita
avvertenza e consiglio
rammenta memoria
d’infanzia perduta
consueto grembiule
e capelli raccolti
spande il sapore
d’onesta cucina
emana l’aroma
di
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Per te il dolore
è un’ombra come un’altra
una di quelle cose
che invadono il mondo
senza sconfitte
e senza tutte le distanze
che il corpo pretende
dal suo cuore immobile.
Sei una donna di plastica
una di quelle luci
che non sono mai
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nel silenzio dei tuoi sacrifici ti illumini o donna
verbo che rotola lacrime nuove all’alba di domani
c e la libertà quando sali l’ostacolo muto di parole antiche
cantilena d’un verso profumato di sale
disadorno sudario di memorie perdute
tu rondine
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Lei bionda ridente correva tra le spighe
e si piegavano le messi a quel leggiadro
suo veloce passo che poi si arresta
all’improvviso un gesto quel cogliere
tre spighe e civettuola ghirlanda farne
alla sua dorata chioma così oggi ricorda
il vecchio
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Non sa la bimba quanti problemi
e quanti pensieri gravi affanno
diano all’animo e al cuore della mamma
così ignara sul balcone allegra danza
e con voce dolce un motivetto canta
or da lontan la mamma vede e pure il canto
della sua bimba sente e
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In quella improvvisa traversata
vive l’azzardo
d’un quasi amore
svicolando il pudore su accalorati inguini.
Mosse di
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Lei amava la pioggia
le nuvole
e quando il cielo
era nero lo sguardo
diventava aria
il vento che soffiava
attraverso le ombre
fino al tramonto.
Lei amava la sera
il buio
e la corona di luce
attorno alla luna
quando l’amore
è
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9006 poesie pubblicate sull'argomento Donne.
In questa pagina dal n° 61 al n° 90.
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